mercoledì 31 marzo 2010

L'ALTRA FACCIA DEGLI IMMIGRATI

PUR DI LAVORARE SI PRESTANO AI LAVORI PIU' SERVIZIEVOLI PURCHE' LECITI
ORA ANCHE NEI CENTRI COMMERCIALI COME ACCADUTO A QUARTO DOVE UN IMMIGRATO PER QUALCHE GIORNO SI IMPIEGAVA A POSARE I CARRELLI
IMPROVVISAMENTE IL GIOVANE SAREBBE SCOMPARSO

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI/QUARTO. C’è chi li accusa di togliere il lavoro agli italiani, di occupare i posti destinati ai figli della patria. Ma vedendo i “lavori” che gli immigrati si inventano, una volta giunti dalle nostre parti, verrebbe spontaneo di fronte a tale accusa porsi delle domande: ma un italiano lavorerebbe mai tutta la notte vicino ad un distributore di benzina facendo stare comodamente seduto in macchina l’automobilista, mettendo al posto suo la banconota nella macchinetta self-service ed inserendo al posto suo il carburante nell’auto in cambio di una mazzetta di pochi centesimi quando capita? Oppure, come nel caso di via dei Platani a Licola, un italiano disoccupato starebbe mai giorno e notte vicino ai cassonetti dei rifiuti prelevando dai cofani delle vetture i sacchetti pieni di immondizia e collocarli nei bidoni? Senza mascherine, guanti e col rischio di ritrovarsi a pagare una multa in quanto “materiali esecutori” dello scarico di rifiuti in orari non consentiti per 3-4 euro al massimo? Ovvia che la risposta sia negativa. Di fronte a questi due esempi un ulteriore dato balza all’occhio: l’enorme fantasia di questi extracomunitari, specie quelli di colore, abili ad inventarsi lavori che dimostrano la volontà di voler lavorare a tutti i costi, nonostante gli scarsissimi guadagni. Nonostante proprio a Licola vicino ai bidoni sembrano essere comparsi anche immigrati dell’est europeo, che in mancanza di quelli di colore, si adoperano a sostituirli nel prelievo dell’immondia dalle auto. Circa 12 contenitori diventati oramai preziosa fonte di “lavoro” Lavori fatti con umiltà che nella maggioranza dei casi sono costituiti da “servizi”. Tra questi, spicca anche il lavoro di posa-carrelli e posa-buste della spesa, fatti all’interno dei supermercati. Giovani di colore attendono che i clienti escano dai negozi per togliergli da mano la spesa e accompagnarli vicino alle proprie automobili, per poi sistemare il tutto nei bagagliai in cambio di pochi centesimi. Lavoro che, seppur diffuso da tempo, negli ultimi periodi sembra essere approdato nell’area flegrea in un nuovo contesto: quello dei centri commerciali. Infatti fino a qualche giorno fa, all’esterno di un grosso centro tra le auto ferme nel parcheggio gratuito si aggirava un giovanotto di colore, capelli ricci, con addosso un giubbotto di colore blu.
Una presenza insolita, considerando la presenza dei vigilantes all’esterno e la stessa peculiarità che ha da sempre contraddistinto i centri commerciali a differenza delle altre aree di sosta della città: quella di non essere sottoposta alla ormai “estorsione” dei parcheggiatori abusivi. L’uomo non passava inosservato, con alcuni clienti che fermi vicino alle proprie auto quasi stupiti esclamavano: “Ma come, in un centro commerciale c’è un parcheggiatore abusivo?” Ma questo giovanotto, che stava lì dal primo pomeriggio, non era un parcheggiatore di quelli che oramai sono diventati l’incubo di tutti gli automobilisti, non faceva altro che avvicinarsi molto timidamente senza dire una parola, alle persone che scaricavano la spesa nei bagagliai delle proprie auto. Nemmeno un cenno da parte sua. In attesa che, appena svuotato delle buste, il carrello gli venisse consegnato in maniera tale da poter andare a riporlo presso la colonnina per ottenere la moneta dentro contenuta. Infatti nei centri commerciali, per evitare che i carrelli vengano lasciati per strada, è stato adottato un metodo attraverso il quale chi prende un carrello deve inserire una moneta solitamente corrispondente a 50 centesimi, 1 euro o 2 euro, attraverso la quale la catenina che lo collega al carrello precedente si stacca consentendo di poter prendere il porta spese a rotelle. Identica operazione viene fatta quando il mezzo viene riposto. Si inserisce la linguetta della catenina nello spazio dell’ultimo carrello della fila in modo tale che la moneta ivi contenuta si sganci. E proprio in questo consisteva il lavoro del giovanotto. Posare il carrello e prendere la moneta contenuta in esso. Un lavoretto sicuramente più redditizio rispetto a quelli menzionati in precedenza, considerato il valore delle monete contenute. “Impiego” che però quel giovanotto pare abbia potuto mantenere solo per alcuni giorni, durante i quali era presente fino a chiusura del centro. Una presenza silenziosa, timida, discreta, che probabilmente avrà dato “fastidio” a qualcuno considerando che il luogo di lavoro era una centro commerciale, posto per antonomasia “immune” a qualsiasi tipo di compravendita illegale. Durata appunto qualche giorno, dopodiché di quel giovanotto silenzioso, timido, umile, non è rimasta alcuna traccia.

ANOMALO RISULTATO ALLE COMUNALI DI BACOLI

SI VA AL BALLOTTAGGIO NONOSTANTE LA LISTA DI CENTRODESTRA ABBIA SUPERATO IL 50%

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" giovedì 1 aprile 2010
BACOLI. Anomalo il risultato delle elezioni comunali di Bacoli. Indipendentemente da quale sarà l’esito del ballottaggio del prossimo 11 aprile, la composizione del consiglio comunale uscita dalla prima tornata elettorale non cambierà. Qualora dovesse vincere il candidato di centrosinistra, Carlo Giampaolo (sostenuto da Pd, Idv, SEL) non ci sarà premio di maggioranza in virtù del risultato ottenuto da Ermanno Schiano (Pdl e “Il Faro delle Libertà”) che con il 50,05% di votanti (contro i 27,92% della lista avversaria) conseguiti dalla propria coalizione, ha ottenuto 11 dei 20 seggi disponibili. Un’alta percentuale di votanti che non è bastata al candidato di centrodestra di vincere al primo turno per la minore percentuale di preferenze degli elettori alla sua candidatura a sindaco che è stata pari al 48.91% (contro i 30,64% dell’avversario), percentuale inferiore al quorum necessario del 50%+1. Pertanto, a prescindere da chi sarà il nuovo sindaco di Bacoli, il centrodestra porterà in consiglio comunale 11 rappresentanti contro i 6 ottenuti dallo schieramento avversario. Che potrebbero diventare 9 qualora Giampaolo, vinto il ballottaggio, dovesse trovare un accordo con le altre 5 liste dei candidati a sindaco sconfitti. Eventualità che lo costringerebbe in ogni caso a governare con una coalizione in minoranza numerica rispetto a quella di opposizione. Nel frattempo, all’indomani dello spoglio, risultati alla mano, sono ripartite le consultazioni tra le varie forze politiche e la nuova campagna elettorale che accompagnerà la città fino al prossimo 11 aprile. Bilancio 1995 quando l’allora sindaco Illiano governò in una situazione analoga, alla quale fa riferimento proprio “Non mi farebbe paura di governare in minoranza” afferma proprio Carlo Giampaolo, che rievoca il precedente del 1995 dell’allora sindaco Illiano “Anche lui governò con 9 consiglieri. Fece un percorso durante il quale si trovarono degli accordi che consentirono di governare nonostante non c’erano i numeri. Tenteremo ora di trovare l’unità con gli altri, tenendo in considerazione quelli che sono i programmi delle altre 5 liste”. Coalizioni che Ermanno Schiano, sembra escludere del tutto “Decideremo insieme al partito la linea da intraprendere. Abbiamo ottenuto un risultato brillante, considerate le tante liste avversarie. Finora è stata seguita una linea chiara, che difficilmente sarà modificata”

Il nuovo consiglio comunale sarà così composto:


PDL (8) consiglieri: Ermanno Schiano, Geppino Laringe, Antonio Carannante, Luigi Carannante, Luigi Della Ragione, Nello Savoia, Simone Scotto di Carlo, Salvatore Grande;
FARO DELLE LIBERTA’(3) consiglieri: Maria Rodriguez, Gino Illiano, Porfirio Schiano;
PD (6) consiglieri: Carlo Giampaolo, Franco Macillo, Nicola Castaldo, Ciro Mancino, Salvatorino Illiano, Adele Schiavo;
lista civica “CI METTIAMO LA FACCIA”(1) : Tiberio Sauro
UDC (1): Enzo Marotta,
lista civica “IL CENTRO PER BACOLI” (1): Antonio Di Meo

Nel caso di vittoria da parte di Ermanno Schiano tra gli 11 consiglieri del centrodestra subentra Giuseppe Esposito del Pdl
Se invece dovesse vincere di Carlo Giampaolo il sesto consigliere del centrosinistra sarebbe Antonio Barletta

martedì 30 marzo 2010

INCIDENTE MORTALE A VIA CAMPANA

AUTO CONTRO MOTO: MUORE UN 55ENNE
L'UOMO SI STAVA RECANDO A LAVORO

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" martedì 30 marzo 2010

POZZUOLI. Un tragico incidente, un impatto violento tra un’auto e uno scooter è costato la vita ad Antonio De Vivo, 55 anni, morto sul colpo ieri mattina in via Campana, a Pozzuoli. L’uomo, collaboratore scolastico, nativo di Pozzuoli ma residente con la propria famiglia a Licola, era quasi giunto presso la scuola media “Artiaco”, dove ieri mattina doveva prestare servizio a seguito della sospensione delle attività in quanto seggio elettorale della scuola “Quasimodo” dove quotidianamente lavorava, nel Rione Toiano. De Vivo era a bordo del suo scooter “Honda” di colore nero quando, da poco passate le 8 stava viaggiando in direzione Pozzuoli, verso lo svincolo della tangenziale di via Campana. Quando, appena aver oltrepassato un distributore di benzina, finiva per scontrarsi improvvisamente contro un’automobile, una Peugeot 107 di colore rosso che nel frattempo sopraggiungeva dalla corsia opposta, in direzione Quarto, alla guida della quale c’era un giovane, P. P. A., 19 anni, puteolano.
I due mezzi impattavano al centro della carreggiata, violentemente. De Vivo veniva sbalzato dal proprio mezzo per poi cadere rovinosamente sull’asfalto. Un colpo violento, che non lasciava scampo al povero 55enne, che moriva sul colpo. Inutili i primi tentativi di soccorso. Giunti sul posto, i sanitari del 118 non potevano fare altro che constatare il decesso. Sul luogo anche gli agenti del corpo di Polizia municipale di Pozzuoli, i quali effettuavano i rilievi utili a ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. La parte anteriore del mezzo guidato da De Vivo si sarebbe scontrata, stando ai danni riportati dai due mezzi, contro il lato anteriore destro, lato passeggero, dell’automobile guidata dal 19enne. A seguito dell’incidente lungo il selciato sarebbe stato rinvenuto anche un casco, forse regolarmente agganciato la capo dell’uomo e poi sganciatosi successivamente all’impatto. Tante le ipotesi sulle cause e le modalità con le quali sarebbe avvenuto il tragico impatto, ora al vaglio degli agenti che stanno effettuano le indagini.

Forse una manovra sbagliata da parte di uno dei conducenti dei 2 mezzi coinvolti, nel tentativo di evitare un ostacolo o una buca lungo la carreggiata, un sorpasso azzardato o un malore che avrebbe colto il 55enne o il 19enne alla guida dell’auto, facendo così perdere ad uno dei due il controllo del proprio mezzo. A seguito dell’incidente, il conducente dell’automobile, uscito illeso dallo scontro, veniva condotto presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” in località “La Schiana” per essere sottoposto ad esami tossicologici utili ad appurare se durante la guida l’uomo si trovasse sotto effetto di droghe o alcol, i quali davano esito negativo. Mentre la salma di Antonio De Vivo veniva trasportata presso il Secondo Policlinico di Napoli per essere sottoposta ad autopsia. Durante le operazioni di soccorso e le successive operazioni di rimozione della salma durate diverse ore, l’area intorno al luogo dell’incidente veniva interdetta al traffico, provocando una grossa paralisi della circolazione viaria durata quasi per l’intera mattinata.

VOTO DI SCAMBIO A MONTERUSCIELLO

DENUNCE E AVVISI AI POSSESSORI DELLE TESSERE RITROVATE NELLA SALA GIOCHI
INDAGINI CONDOTTE DA CARABINIERI E DDA
SI CERCA DI RISALIRE AL CANDIDATO CHE COMPRAVA I VOTI

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. Indagini ad oltranza dopo lo sconcertante ritrovamento di 85 tessere elettorali e 5300 euro in contanti nascosti in una busta di plastica all’interno della sala giochi “Big Sasy” in via Umberto Saba, nel quartiere di Monterusciello. Una decina di indagati e diverse persone denunciate, oltre al proprietario del locale, per il reato di voto di scambio: sarebbero questi i primi provvedimenti adottati nei confronti di parte degli 85 possessori delle tessere elettorali, a seguito delle indagini effettuate dai militari della compagnia carabinieri di Arco Felice, condotte dai capitani Maurizio Petrarca e Roberto Spinola e coordinate dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia, Alessandro Pennasilico. Si cerca di risalire anche al candidato che avrebbero messo a disposizione il budget utile per acquistare il voto degli 85 elettori, a quanto pare tutti residenti nei quartieri di Monterusciello e Rione Toiano, che per avvalorare la promessa del voto in cambio di soldi, avrebbero ceduto le proprie tessere elettorali, in segno del proprio impegno. Finora gli inquirenti hanno interrogato una parte dei possessori delle schede ritrovate escludendo categoricamente che fino a questo momento siano stati interrogati anche alcuni dei candidati alle elezioni regionali. Intestatari delle tessere elettorali chiamati a dare una risposta sul perché i loro certificati si trovassero all’interno di una sala giochi e non nelle proprie abitazioni. Una presenza massiccia di documenti che non lascerebbe spazio alle ipotesi. Qualcuno avrebbe comprato quelle 85 preferenze, pagandole con quei 5300 euro o con una parte dei contanti contenuti in quella busta. Il proprietario del locale, P.C. denunciato per violazione della legge elettorale per il reato di “incetta di certificati elettorali” avrebbe fornito due versioni diverse sul perché quei certificati si trovassero nei locali della sua attività: in un primo momento l’uomo avrebbe detto agli inquirenti di non sapere come quelle schede fossero finite nel bagno del suo locale; successivamente avrebbe giustificato la presenza di quelle tessere perché i nomi riportati appartenevano alle persone con le quali si doveva organizzare un party. L’uomo a quanto pare sarebbe un galoppino di un politico per il quale si sarebbe impegnato a portare voti alla sua causa. E quelle tessere gli sarebbero servite per compiacersi dinanzi al suo “capo” mostrando la sua “forza elettorale”. E quelle 85 tessere sarebbero solo una tranche di chissà quante altre già consegnate? Si cerca in queste ore di ricostruire anche la modalità con la quale avveniva il voto di scambio: quando quelle tessere sarebbero state ritirate dai legittimi proprietari per andare a votare? Il giorno stesso delle votazioni o la sera prima? Oppure, ipotesi più sconcertante, sarebbero state consegnate all’ingresso del seggio elettorale da qualche galoppino? E seppure fantasiosa, l’eventualità che quelle schede sarebbero dovute finire nelle mani di qualche presidente di seggio compiacente con le quali avrebbe potuto “votare” il candidato compratore di voti? Numerosi sono gli interrogativi che si susseguono in queste ore ai quali gli inquirenti cercano di dare una risposta. Il ritrovamento avvenuto nella notte tra venerdì e sabato getta anche sospetti su una rete di reclutamento di voti che avrebbe mosso in città le preferenze per questo o quel candidato. “Chissà in quanti altri posti avveniva ciò che è stato scoperto nella sala giochi di Monterusciello” è l’interrogativo che si pongono in tanti, così come il nome del mandante, di colui per il quale le 85 persone avrebbe dovuto dare la propria preferenza.

lunedì 29 marzo 2010

NON SI FERMA AD UN POSTO DI BLOCCO

UOMO A BORDO DI UNA MOTO SCAPPA DOPO L'ALT
INSEGUITO E FERMATO, AGGREDISCE E FERISCE UN AGENTE DELLA MUNICIPALE
IL MEZZO SENZA DOCUMENTI, LUI IN POSSESSO E SOTTO
EFFETTO DI DROGHE: ARRESTATO

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" lunedì 29 marzo 2010

POZZUOLI. Dopo aver forzato un posto di blocco, viene inseguito, ripreso dagli agenti della Polizia municipale con i quali ingaggia una colluttazione e poi arrestato. E’ accaduto a Pozzuoli, lungo l’asse viario denominato “Copin”, strada di collegamento tra le zone di Arco Felice e la Solfatara. Mentre stavano effettuando un normale posto di blocco, i caschi bianchi notavano un mezzo, a quanto pare uno scooter, sulla quale viaggiavano due uomini, senza casco, intimandogli così l’alt. Alla vista della paletta, il conducente decideva di proseguire forzando così il posto di blocco. A quel punto iniziava l’inseguimento da parte degli agenti, che riuscivano a bloccare la moto in fuga dopo un breve inseguimento. Fermato, il conducente reagiva ingaggiando una colluttazione, durante la quale uno degli agenti riportava la frattura di un piede. Mentre veniva bloccato, l’uomo tentava anche di sbarazzarsi di una bustina contenente hashish. Un gesto che non passava “inosservato” dagli agenti i quali arrestavano l’uomo C.S. 26 anni residente a Pozzuoli, che successivamente veniva sottoposto al droga test, risultando positivo. Durante gli accertamenti condotti sul mezzo e sull’uomo, che si trovava in compagnia di D.P.P. 26enne anch’egli puteolano, non venivano rinvenuto alcun tipo di documento. Infatti l’uomo alla guida era sprovvisto di libretto di circolazione, patentino per la guida del mezzo sprovvisto anche di assicurazione. Mancanze che gettano dubbi, da parte degli agenti che in queste ore indagano diretti dai capitani Silvia Mignone ed Ermenegilda Di Giorgio, anche sulla reale provenienza del mezzo, sul quale in questo momento sono in corso degli accertamenti. Nel frattempo l’uomo, arrestato per violenza, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di sostanze stupefacenti, è stato trasportato in una cella di sicurezza della Questura di Napoli dove è piantonato dagli agenti di polizia municipale di Pozzuoli è in attesa del processo di direttissima che si terrà lunedì.

ULTIMISSIMA

INCIDENTE MORTALE IN VIA CAMPANA
SCONTRO AUTO - MOTORINO
PERDE LA VITA UN 55ENNE DI GIUGLIANO MENTRE VIAGGIAVA A BORDO DI UNO SCOOTER
L'UOMO SI RECAVA A LAVORO

domenica 28 marzo 2010

VOTI COMPRATI A POZZUOLI

RITROVATE IN UNA SALA GIOCHI DI MONTERUSCIELLO 85 SCHEDE
ELETTORALI E 500EURO IN CONTANTI
ELETTORI PAGATI IN CAMBIO DEL VOTO
INTERROGATI DAI CARABINIERI GLI INTESTATARI DELLE TESSERE TUTTI RESIDENTI A MONTERUSCIELLO E TOIANO
DIETRO LA REGIA DI UN CANDIDATO AL CONSIGLIO REGIONALE


di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato in 2 versioni sul quotidiano "Roma" e sul "Corriere Flegreo"

POZZUOLI. Un preoccupante ritrovamento, forse una conferma a tanti sospetti: a Pozzuoli i voti si comprano. Una ipotesi che avrebbe trovato una risposta nella notte tra venerdì e sabato quando introno alle ore 01.30 i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Pozzuoli ritrovavano all’interno del bagno di una sala giochi di Monterusciello una busta in plastica contenente 85 tessere elettorali e una somma pari a 5300 euro in contanti. Soldi e tessere: un binomio che farebbe presagire a una sola ipotesi: quella della compravendita di voti. Cosa ci facevano 85 tessere elettorali valide, vidimate durante le precedenti elezioni ed appartenenti ad altrettanti residenti del quartiere di Monterusciello all’interno di una sala giochi insieme ad una ingente somma di denaro contante? E’ la domanda che si pongono gli inquirenti in queste ore e i tanti aventi diritto al voto. I fatti: erano in corso dei normali controlli all’interno della sala giochi “Big Sasy” di via Umberto Saba, locale al piano terreno di una palazzina popolare del quartiere. Controlli diretti ad appurare la regolarità delle slot machines presenti nella sala giochi. Una semplice verifica di “routine” e una presenza di militari che però rendevano estremamente nervoso il titolare del locale, un 32enne residente nello stesso quartiere, non nuovo ad analoghi controlli. Ansia apparentemente infondata, considerando che le 2 macchinette soggette a controllo non erano in quel momento collegate ai terminali della centrale dei Monopoli di Stato. Insospettitisi, i militari decidevano così di passare ad una più accurata ispezione all’interno dei locali della sala giochi perquisendo così l’intero locale. E facendo la sconcertante scoperta: sotto un lavandino all’interno del bagno di servizio della sala giochi veniva rinvenuta una busta in plastica contenente 85 tessere elettorali e un a somma di 5.300 euro in contanti. Tessere che, secondo quanto emerso, sarebbero intestate a residenti di via Alfonso Gatto, Via Matilde Serao, Via Parini, Via Giovanni Verga, (strade dello stesso quartiere di Monterusciello) e ai residenti di via Catullo e via Lucilio, ( appartenenti al Rione Toiano).

Il materiale ritrovato veniva completamente sequestrato dai militari dell’arma coordinati dal capitano Roberto Spinola i quali denunciavano in stato di libertà per violazione del DPR 361/57 (violazione della legge elettorale e voto di scambio) il titolare della sala giochi. Immediatamente scattavano le indagini da parte degli inquirenti. Sentiti durante la giornata di sabato gli intestatari delle tessere chiamati a dare una spiegazione sulla presenza dei propri documenti all’interno della sala giochi considerando, che a quanto pare, non siano state effettuate denunce di smarrimento dei documenti stessi. Così come il proprietario del locale dovrà giustificare la presenza di denaro e tessere elettorali all’interno della sua attività, nascosti in una busta nel bagno, sotto un lavandino. Una ingente somma forse destinata ad essere ridistribuita per tutti gli 85 possessori delle tessere? E, interrogativo ancora più rilevante, finanziati da chi? Da quale candidato che, in cambio di voti avrebbe acquistato le preferenze?

giovedì 25 marzo 2010

RAPINA IN CENTRO DI RADIOLOGIA A MONTERUSCIELLO

UOMO ARMATO DI PISTOLA PRENDE L'INCASSO E RUBA IL BORSELLINO AD UNA CLIENTE
RIPRESO DALLE TELECAMERE
di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. Rapina ai danni di un centro di radiologia a Pozzuoli, nel quartiere di Monterusciello. Nel pomeriggio di mercoledì un uomo, armato di pistola e con il volto parzialmente coperto da un cappuccio, ha fatto irruzione all’interno dello studio di radiologia ed ecografia situato al civico numero 60 di via Monterusciello. Dove in quel momento all’interno erano presenti due dipendenti e l’unica cliente. Attimi di panico e paura alla vista del malvivente che dopo aver oltrepassato la soglia dell’ingresso, si recava verso i due addetti alla reception. Arma in pugno l’uomo minacciava i due facendosi consegnare il denaro contenuto nella cassa. Presi i soldi, il malvivente rapinava anche l’unica cliente presente nello studio, che in quel momento da sfortunata testimone si trasformava anch’essa in vittima della rapina. Alla donna veniva sottratto il proprio borsellino all’interno del quale erano contenuti circa 70 euro. Accaparratosi la somma di denaro che ammonterebbe a circa 350 euro e l’oggetto, il rapinatore lasciava il locale scappando forse a bordo di un ciclomotore, probabilmente in direzione del vicino svincolo della strada statale SS7 Quater con l’intento di dileguarsi tra il flusso veicolare dell’arteria in maniera tale da far perdere le proprie tracce.
Sul posto giungevano gli agenti del commissariato di Polizia di Pozzuoli i quali raccoglievano la denuncia e il racconto fornito dalle vittime. Nel frattempo partivano le indagini per risalire all’identità del rapinatore con ogni probabilità ripreso dalle telecamere di videosorveglianza a circuito chiuso installate all’interno della struttura i cui fotogrammi sono ora al vaglio degli inquirenti. E qualche minuto dopo il raid, a poca distanza dall’edificio, veniva ritrovato il borsellino della cliente rimasto vuoto delle 70 euro finite nelle mani del rapinatore il quale si sarebbe sbarazzato dell’oggetto gettandolo in strada.

mercoledì 24 marzo 2010

SPECIALE ELEZIONI COMUNALI

4 DOMANDE PER I 7 CANDIDATI A SINDACO PER IL COMUNE DI BACOLI

di Gennaro Del Giudice
speciale pubblicato sul quotidiano "Roma" martedì 23 marzo 2010
BACOLI
INTRODUZIONE. Sfida elettorale a Bacoli per 7 candidati alla poltrona di primo cittadino. A quasi un anno di distanza dallo scioglimento del consiglio comunale. Poltrona rimasta vacante dal 6 luglio scorso quando alla casa comunale di via Lungo Lago 4 si insediò il commissario prefettizio Umberto Cimmino. A seguito della mancata approvazione del bilancio di previsione che costò cara all’allora sindaco Antonio Coppola, in carica da 5 anni. La cui amministrazione in più circostanze finì al centro di polemiche e accesi dibattiti per il contenuto delle sue ordinanze. A volte anche bizzarre come il divieto di bere bevande all’interno dei locali attraverso le cannucce. Ed oggetto di roventi polemiche come la decisione di tassare l’accesso verso le spiagge cittadine durante i mesi estivi. Temi tuttora di attualità e punti topici all’interno dei programmi elettorali dei vari candidati a sindaco. Che saranno chiamati oltre che a ridare un governo politico alla città dopo 8 mesi di ordinaria amministrazione, a rilanciare l’immagine di una cittadina uscita indebolita dalle recenti vicende estive legate ad inquinamento, ticket e sicurezza stradale, dopo le 4 tragiche morti. In tutto 18mila i cittadini chiamati alle urne il prossimo 28 e 29 marzo, per scegliere il sindaco e i 20 consiglieri che comporranno il nuovo consiglio comunale. Sette le liste in gara, due le coalizioni: Pdl e “Faro delle Libertà” a sostegno del consigliere provinciale Ermanno Schiano e l’altra di centro sinistra composta da Pd, Italia dei valori e Sinistra Ecologia Libertà in appoggio a Carlo Giampaolo. Due i partiti che corrono da soli: Udc con candidato a sindaco Vincenzo Marotta e Dc per eleggere Mario Donadio. Tre le liste civiche: “Ci mettiamo la faccia” che candida a primo cittadino Tiberio Sauro, “L’Alternativa” che sostiene Gianluca Schiano e “Il Centro per Bacoli” in appoggio ad Antonio Di Meo.

LE 4 DOMANDE
1) Perché gli elettori dovrebbero sceglierla come sindaco?
2) Tecnica o politica, come sarà composta la sua Giunta?
3) Quali i punti fondamentali del suo programma?
4) Priorità nei primi cento giorni di amministrazione?
(gli interventi sono riportati per semplice ordine alfabetico)
Antonio Di Meo, 57 anni, professione insegnante. E’ il candidato alla
poltrona di primo cittadino per la lista civica «Il centro per Bacoli.
1. Perché il nostro lavoro è quello di una squadra iniziato tempo fa. Un programma che abbiamo preparato senza improvvisare nulla e che la gente conosce anche per il lavoro che abbiamo fatto in questi anni, da quando ero segretario del partito Udc. La scelta di una lista civica è nata dalla volontà di avere una squadra composta da persone nuove mai state in consiglio comunale.
2. Credo nella buona politica fatta di dialogo,equilibrio e confronto. Pertanto la mia Giunta sarà politica. Preferisco un politico che si occupa del proprio paese invece di un tecnico che viene da altri paesi come è accaduto nelle ultime giunte a Bacoli. Il tecnico che viene da lontano è meno dedito ad impegnarsi rispetto a chi è stato fautore del proprio voto e del proprio impegno sul territorio.
3. Sono vari. Vogliamo ridare quotidianità, un impegno ed entusiasmo alla gente dopo le difficoltà che questo paese sta vivendo negli ultimi 10-15 anni a questa parte. Su alcuni punti lavoriamo da anni e sui quali ci siamo battuti senza ottenere niente dalle precedenti amministrazioni come l’arretramento del capolinea della stazione della linea Cumana di Torregaveta, l’abolizione del ticket per consentire ai balneatori di lavorare meglio considerati anche i problemi della scorsa estate.
4. Quante più cose possibili presenti nel programma. Tra i quali l’abolizione del ticket per il quale sono stato contrario dal primo momento per il modo con il quale è stato impostato che mi da l’impressione di essere un autentico atto di accattonaggio. Mi piacerebbe anche che gli operatori turistici facessero squadra, si consorziassero, con una mentalità diversa ed un modo diverso di interpretare il lavoro turistico perché da noi c’è tanto lavoro. E con l’auspicio che possano guadagnare tanto in maniera tale da essere nelle condizioni di potere aiutare loro economicamente il comune.
Mario Donadio, 59 anni, medico anestesista, è tra i sette aspiranti per la corsa alla carica di sindaco nella città flegrea, sostenuto dalla lista DC.

1. Perché a Bacoli si deve voltare pagina. Bisogna fare una scelta con nuove idee, prospettive e persone che abbiano la volontà di fare cose diverse. Abbiamo già visto cosa le diverse formazioni politiche hanno combinato finora. La nostra città si ritrova oggi ad essere deserta. Le fabbriche sono state chiuse ed i giovani sono andati via. Bisogna ora saper sfruttare le nostre zone turistiche che possono essere un nuovo volano per la città.
2. La composizione la vedremo dopo i risultati elettorali. Valuteremo le forze in campo, i voti presi e ci misureremo con le altre forze presenti. C’è grande apertura sulle problematiche che necessitano di una certa urgenza per le quali troveremo accordi anche con i colleghi degli altri partiti in modo da risolverle senza che si protraggano nel tempo.
3. Tra i punti prioritari del nostro programma c’è la figura della donna intesa come madre e lavoratrice, per la quale ci adopereremo affinché possa essere dato un aiuto da un punto di vista sociale. Ed eventualmente anche incentivi economici laddove le disastrate casse comunali possano permetterceli. In programma aiuti anche ad anziani ed handicappati, con formule di assistenza da vagliare insieme all’Asl. Terzo punto quello che riguarda Ambiente, Territorio e Sviluppo. Risolvere il problema dell’abusivismo e delle nuove costruzioni, nel quale c’è mancanza di un programma che riguardi l’edilizia popolare, turistica ed alberghiera. Cominceremo a fare le proposte secondo legge
4. Le priorità immediata è quella di individuare il modo attraverso il quale sanare il deficit delle casse comunali. Poi c’è da risolvere il problema della viabilità, dell’ambiente, del mare. Rendere la città più accogliente, abbellirla, tentare una canalizzazione del flusso turistico verso le nostre zone.

Carlo Giampaolo, 57 anni, medico, da 8 anni all’opposizione nelle fila del Pd, è il candidato a sindaco appoggiato da una coalizione composta da Pd, Sinistra ecologia e Libertà ed Italia dei Valori.

1. Perché abbiamo una storia di dedizione al paese. Negli ultimi 8 anni abbiamo condotto un’ opposizione ferma ma con moltissime proposte per risolvere i problemi della città che gli elettori conoscono. Ora vogliamo portarli a soluzione realmente dopo che li abbiamo proposti e studiati. Possiamo dare delle garanzie che gli altri consiglieri presenti nelle precedenti amministrazioni e che ora sono ricandidati non possono assicurare. Abbiamo grandi idee per il futuro riprendendo quelle formulate negli anni addietro. Come la raccolta differenziata da noi già proposta nel 2002 e l’arretramento della stazione di Torregaveta.
2. Sarà una Giunta tecnico-politica. Le scelte saranno concordate con la coalizione che ci sostiene. Ricadranno su personalità di grande rilievo del nostro paese perché c’è bisogno di recuperare il tempo perduto dalle precedenti amministrazioni. Ed allo stesso pensare al futuro formando la nuova classe dirigente. I nostri assessori saranno affiancati da tecnici e politici giovani che potranno poi avvicendarsi quando noi lasceremo.
3. Uno per tutti l’ambiente. Ripristinare e ripulire i siti inquinati dai rifiuti tossici. Creare con l’Asl il registro dei tumori. Ricorso ad energie alternative mediante incentivi. Abbellimento della città con alberature nei parcheggi e per le strade. Raccolta differenziata ed interventi di ordinaria amministrazione. Sviluppo urbanistico, recupero dell’esistente con maggiore flessibilità nei condoni e progettazione di nuovi insediamenti turistici, utili a creare nuove occupazioni. Risanamento delle casse comunali attraverso una politica dei servizi evitando la vendita dei beni del comune.
4. Ristabilire immediatamente la vivibilità. Con il ripristino di strade, marciapiedi, illuminazione, video sorveglianza, vigili in strada giorno e notte nei weekend, e la raccolta differenziata porta a porta.

Vincenzo Marotta, ingegnere, operante nel settore degli impianti turistici. E’ candidato a sindaco nella città di Bacoli, dove è nato e cresciuto, per il partito de “Lo Scudo Crociato di Casini – UDC” lista che corre da sola dopo il mancato accordo con il Popolo delle libertà.

1. Perché corro da solo con la lista di un partito nazionale. La mia garanzia è di avere alle spalle un partito importante come quello di Pier Ferdinando Casini mentre per gli elettori la garanzia è la nostra credibilità in quanto correndo da soli non potremo nasconderci dietro a nessun altro. Ogni responsabilità riguardante il nostro operato nel bene o nel male sarà solo la nostra.
2. La mia Giunta sarà tecnica senza però trascurare la componente politica. Infatti ci sarà un comitato politico che funzionerà da supporto all’operato dei tecnici. Insieme anche ad un coinvolgimento della cittadinanza stessa.
3. Sono quelli che abbiamo presentato agli elettori attraverso un volantino pubblico e che sono racchiusi in 6 grossi punti generali: Ambiente e decoro urbano, che prevede bonifiche, interventi manutenzione ordinaria, rifiuti e arredo urbano; Turismo e lavoro, con lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse presenti; Riqualificazione del centro e delle periferie, Cultura, con la creazione di un polo culturale, Famiglia, con la riduzione delle imposte per famiglie disagiate ed infine Sicurezza e legalità.
4. Nuove formule di assessorato che risponderanno ai 6 punti generali presentati nel nostro programma. E tra queste l’istituzione di un “assessorato per le periferie”in quanto uno dei nostri principali obiettivi da raggiungere è il recupero integrale dello stato di abbandono e di degrado delle periferie e delle zone di confine con i comuni limitrofi. Inoltre ci sono da definire le pratiche di condono edilizio tenendo conto anche della proposta UDC in esame alla Camera. Vogliamo rimettere su la sinergia che è venuta a mancare tra istituzioni, cittadini ed imprese e puntiamo ad una ripresa della vivibilità per far rinascere la città.

Tiberio Sauro, 62 anni, imprenditore, laureatosi appena 2 anni fa, dopo trascorsi da operaio metalmeccanico e commerciante, è appoggiato nella corsa alla poltrona di primo cittadino dalla lista civica “Ci mettiamo la faccia”

1. Perché non siamo mai stati presenti nelle amministrazioni precedenti. Anzi siamo stati coloro che attraverso associazioni, gruppi cittadini, Facebook, e con ogni mezzo possibile hanno contrastato e contestato le 2 amministrazioni Coppola. Inoltre perché sono un imprenditore da anni impegnato sul territorio in modo solidale sponsorizzando e finanziando iniziative. Inoltre in qualità di presidente di “Co.na.ga.” ho fatto in modo che a Bacoli arrivassero 11milioni di euro di fidi destinati a piccola e media impresa allontanando usura e racket e risollevando le sorti dell’imprenditoria locale.
2. Una giunta politica fatta di confronto con imprenditori, associazioni e cittadinanza. Ci sono finalità che non possono essere tecniche come le necessità sociali. Mentre quelle imprenditoriali le confrontiamo con imprenditori e associazioni presenti sul territorio che vogliamo abbia un carattere di eco-compatibilità, paesaggistico, turistico e di servizi.
3. Toccano l’immediato. Mettere a reddito tutto quanto è possibile. Beni archeologici, ambientali, sole, mare, energia rinnovabile e alternativa. Ed infondere la cultura nei giovani dando sicurezza e certezza facendo capire loro che il futuro è nel turismo e nel modo di servire chi viene nelle nostre zone. Evitando di far scappare i cervelli che fanno perdere futuro al nostro paese.
4. Un controllo immediato del funzionamento della macchina comunale. Esiste un dissesto finanziario terribile, al limite del fallimento. Renderci conto delle possibilità economiche e delle opportunità adottando la strada della “cartolarizzazione”. La macchina comunale deve funzionare con criteri certi e regole di progettualità. Dobbiamo ambire all’acquisizione di fondi messi a disposizione dai vari enti, con l’obiettivo di fare cassa.

Ermanno Schiano, 43 anni, medico chirurgo, è il candidato alla poltrona di sindaco per la coalizione di centro-destra composta dal partito del Pdl e dalla lista denominata “Il Faro delle Libertà”.

1. Per una chiarezza del programma che propongo e per quello che rappresento in termini politici da un punto di vista della mia appartenenza al Popolo delle Libertà. Al fine di raggiungere una filiera istituzionale perfetta tra il Comune governato da noi, la Provincia già governata da Cesaro, la Regione con Caldoro e il Governo con Berlusconi. Tale da dare opportunità al territorio in quanto saremmo un’ amministrazione collegata.
2. Sarà composta da entrambe le figure , anche se sarà più politica che tecnica. Una giunta formata da persone prettamente di Bacoli. In modo tale da dare così priorità al territorio attraverso rappresentanti che siano espressione del proprio territorio di appartenenza.
3. Prima di tutto ritornare alla normalizzazione per quanto riguarda la vivibilità del territorio. Tra i punti fondamentali del programma: legalità, sicurezza, rispetto delle regole e lotta alla criminalità. Siamo contro ogni forma di illegalità e per una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Vogliamo che anche associazioni di categoria e perfino i gestori delle attività economiche diventino baluardi di legalità. Il nostro lavoro sarà incentrato con una trasparenza e una partecipazione da parte dei cittadini, delle associazioni, delle realtà imprenditoriali ed in generale di tutte le realtà presenti sul territorio. Energia politica e raccolta differenziata per diventare un comune virtuoso e togliere i cassonetti da strada sviluppando la raccolta differenziata.
4. La priorità è ritornare alla normalizzazione del manto viabile. Oltre alla pulizia e al ripristino, dove sarà possibile, della pubblica illuminazione.

Gianluca Schiano, 33 anni, laureando il legge, nato e residente nella città di Bacoli, ex coordinatore delle liste civiche durante l’amministrazione comunale targata Coppola, è il candidato a sindaco della lista civica “L’Alternativa”
1. Devo dire che la mia candidatura a sindaco è stata un’opportunità improvvisamente offertami da un gruppo di giovani fuoriusciti dall’Udc, che hanno rotto con la vecchia dirigenza del partito. Sono stato lusingato per la scelta che è ricaduta su di me, avvenuta quasi per acclamazione durante una riunione. Giustizia, legalità e trasparenza sono i valori principali sui quali fondo il mio operato e che garantisco alla gente. Sono una persona rispettosa delle regole, che appena sente “puzza di bruciato” interviene informando sistematicamente la Procura della Repubblica. 2. La mia sarà una Giunta mista, composta da esponenti di esperienza politica più gli esperti nei vari settori. Sono dell’opinione che un’ amministrazione debba avere entrambe le figure che danno vita ad un connubio fondamentale.
3. Ascoltare prima di tutto l’umore della gente. La priorità sarà data all’azione amministrativa ordinaria, per quanto riguarda i servizi pubblici che necessitano di essere elevati e la tutela del grado di vivibilità in riferimento a strade, marciapiedi, sporcizia. E tra gli altri punti il recupero della raccolta differenziata dalla quale non si può prescindere. Il modello da seguire nel caso in cui ci siano possibilità economiche, è quella effettuata “porta a porta”.
4. Con l’estate alle porte bisogna intervenire sul tema della sicurezza visto l’afflusso di bagnanti e tanti pendolari che invadono le nostre strade. Bisogna intervenire nel campo della sicurezza stradale anche dopo gli episodi luttuosi dell’anno scorso, intervenendo anche sulla messa in sicurezza delle strade. Convocherò il Prefetto, il comitato per l’ordine e la sicurezza in modo che vengano intensificati i controlli su tutto il territorio in modo tale che ci sia un’azione maggiormente preventiva più che repressiva.

MURO UMANO CONTRO L'ABBATTIMENTO

OLTRE 200 PERSONE OSTACOLANO LE OPERAZIONI DI RIMOZIONE DELLA STRUTTURA ABUSIVA
ENTRO 10 GIORNI I TITOLARI DOVRANNO SGOMBERARE IL FERRAMENTA E DEMOLIRE

di Gennaro Del Giudice
(foto di Angelo Greco)

articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" mercoledì 24 marzo 2010

BACOLI. Un autentico muro umano composto da uomini, donne e bambini, per bloccare la procedura di abbattimento di una struttura abusiva, utilizzata come negozio di ferramenta. All'interno e all'esterno dell’edificio che ospita l’azienda “Fratelli Scotto Rosato srl”sita al civico numero 209 di via Giulio Cesare oltre 200 le persone assiepatesi per impedire che i tecnici della ditta incaricata dal comune di Bacoli iniziassero ieri mattina le operazioni di sgombero e abbattimento della struttura. Sul posto anche gli agenti del commissariato di Polizia di Pozzuoli, del corpo di polizia municipale di Bacoli, vigili del fuoco, ambulanze del 118. Non sono mancati i momenti di tensione quando, intorno alle ore 10, i tecnici del comune e della ditta hanno tentato l’accesso nei locali.
I numerosi cittadini, solidali con i titolari dell’azienda che nei giorni scorsi avevano diffuso un volantino attraverso il quale invitavano i cittadini a “manifestare contro l’abbattimento”, si sono assemblati all’interno e nello spazio antistante gli oltre 150 metri quadrati della struttura da demolire.
Costruita abusivamente 10 anni fa, come ampliamento del locale già esistente posto al piano terra della palazzina, realizzata con putrelle in ferro, mattoni e cemento armato,la struttura è già stata destinataria nel 2006, di una istanza di abbattimento che, in una situazione analoga a quella di ieri non venne realizzata, nemmeno a seguito dell’impegno di ripristino dello stato dei luoghi da parte dei titolari.
Ed impedito anche ieri con la presenza di decine di cittadini assiepati per creare intralcio, insieme alle migliaia di articoli destinati alla vendita rimasti appositamente all’interno del negozio, nonostante l’avviso di abbattimento recapitato nei giorni scorsi. Ma solo temporaneamente sospeso. Entro 10 giorni i titolari dell’attività commerciale saranno chiamati a liberare il locale e provvedere all’abbattimento della struttura onde evitare un intervento coatto da parte delle autorità. Tra lo scoramento e la disperazione di proprietari e dipendenti, che allo scadere del termine ultimo si ritroverebbero senza lavoro. “Devo sposarmi tra qualche mese, ho acquistato arredamenti, fatto spese grazie a questo lavoro. Ora che fine farò?” dice disperato Paolo, 30 anni, uno dei 6 dipendenti, tutti regolari, dell’azienda.
“Abbiamo costruito 10 anni fa chiedendo e pagando il condono. Non ci hanno fatto sapere nulla e nel frattempo abbiamo pagato la tassa sull’ici e la spazzatura relative a questa quadratura” accusa Gennaro, figlio di uno dei 2 fratelli titolari della struttura “La situazione sarebbe sanabile, specie in una zona a sviluppo commerciale come questa. Chiudendo 8 famiglie andranno in povertà, rimarranno senza un lavoro. E che ne sarà dei 700mila euro di materiale che abbiamo qui dentro e che dovevamo pagare con le vendite?”

martedì 23 marzo 2010

MURAGLIA UMANA EVITA L'ABBATTIMENTO

BACOLI. LA STRUTTURA CHE OSPITA UN FERRAMENTA DOVEVA ESSERE DEMOLITA IN MATTINATA

OLTRE 200 PERSONE DENTRO E FUORI IL LOCALE INTRALCIANO LE OPERAZIONI

SUL POSTO AGENTI DI POLIZIA, VIGILI DEL FUOCO, AMBULANZE, POLIZIA MUNICIPALE, TECNICI COMUNALI

LA DISPERAZIONE DI TITOLARI E DIPENDENTI

DATI 10 GIORNI PER PROVVEDERE ALLO SGOMBERO TOTALE DELLA STRUTTURA

(seguirà servizio completo)

lunedì 22 marzo 2010

UN DEPLIANT PER I CONSUMATORI DI PESCE

INIZIATIVA AL MERCATO ITTICO ALL'INGROSSO
di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. Un depliant informativo attraverso il quale avviare una consultazione prima di acquistare del pesce fresco. E’ questa l’ultima iniziativa messa in campo dalla direzione del mercato ittico all’ingrosso di Pozzuoli in sinergia con l’Osservatorio Nazionale della Pesca. Il volumetto, una sorta di “carta d’identità” delle diverse tipologie di pesci presenti nelle acque nostrane, si compone di diverse sezioni dedicate: 50 schede riguardanti altrettanti pesci tipici, descritti dettagliatamente; una sezione dedicata al profilo nutrizionale di ogni specie ittica e infine un segmento dedicato ai dati sulla stagionalità e i periodi migliore di cucinabilità. La presentazione del volume informativo si terrà domattina alle ore 10.30 presso la sala congressi del mercato ittico all’ingrosso di via Fasano. Alla quale prenderanno parte, tra gli altri, il direttore del mercato ittico, Giuseppe Palma, il direttore della Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione del ministero della Salute, Silvio Borrello e la professoressa Maria Luisa Cortesi, della Facoltà Veterinaria dell’università Federico II di Napoli.

domenica 21 marzo 2010

CAOS E DEGRADO ALL'UFFICIO POSTALE DI MONTERUSCIELLO

CLIENTI QUOTIDIANAMENTE ESPOSTI A PERICOLI

di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI.
Il Fatto Giornata di ordinari disservizi e caos quelli vissuti l'altra mattina all’interno degli uffici postali di Monterusciello, in via Luigi Capuana. Numerosi clienti, in fila dalle prime ore del mattino per riscuotere e prelevare denaro dagli sportelli, ad un certo punto sarebbero stati costretti a lasciare il passo a chi invece era lì per pagare bollettini, versare moneta contante. Una decisione ovviamente non presa in maniera arbitraria dagli impiegati dell’ufficio postale ma dettata a quanto pare dalla mancanza di liquidità nelle casse.
Il che avrebbe suscitato malumore e non poche polemiche sfociate in una accesa discussione tra una cliente e un’addetta delle poste italiane che dall’altra parte del vetro cercava di esporre le proprie ragioni. Una diatriba per la quale sarebbe stato richiesto anche l’intervento degli agenti della Polizia di stato che a bordo di una volante sono giunti presso gli uffici postali a seguito di una chiamata a quanto pare, secondo quanto raccontato da alcuni clienti in fila all’interno dell’edificio, dalla stessa donna impegnata nella controversia con l’operatrice.
Ma all’intervento dei due agenti, che avrebbero ascoltato il racconto dei fatti dalle parole dei dipendenti, la situazione all’interno dell’ufficio di via Capuana era ritornata alla normalità. Con alcuni clienti che lamentavano i continui disservizi che quotidianamente si presentano.
“C’è gente dalle 7 di stamattina che non hanno ancora effettuato le operazioni perché mancano i soldi” racconta quando sono le ore 12.30 circa Antonio, un operaio che sta seduto all’interno dell’ufficio postale con fare quasi rassegnato “Io alle 9 ho preso il biglietto e non ho fatto ancora niente. Dobbiamo ritirare dei soldi emessi dall’ Inps che sembra siano finiti, quindi io e le altre persone oggi non potremo averli”.
Lo Scandalo quotidiano Ma oltre il disservizio dipendente forse più dall’Ente che dallo stesso ufficio postale, altri sarebbero invece i problemi che quotidianamente ruotano intorno a questa struttura. In primis la condizione di fatiscenza ed ai pericoli con i quali funzionari e clienti sono chiamati a convivere.
Basti pensare alla location dell’ufficio postale, posto a ridosso di scalinate che danno ad un livello superiore, lungo la strada parallela a via Luigi Capuana. L’ufficio è indicato da un’insegna fatta con i colori ufficiali dell’azienda, giallo e blu, distrutta in prossimità di quella che doveva essere l’illuminazione al logo, il quale a prima vista sembrerebbe mangiato.
Una rampa che permette di muoversi lungo quella che sarebbe oggettivamente una struttura all’avanguardia, una sorta di agglomerato di uffici ed attività commerciali che costituirebbero un autentico “polo di servizi”. Nei pressi dell’ingresso all’ufficio delle Poste Italiane, a meno di 2 metri dallo sportello bancomat c’è una pozzanghera di urina che rende l’aria irrespirabile.. Lì sotto, forse anche durante la mattinata, alla luce del sole, qualcuno nell’angoletto fa il proprio bisogno. Così come dall’alto sono tanti gli uccelli che lasciano
cadere i propri escrementi su tutto lo spiazzale sottostante e costringendo i passanti a precipitose fughe per evitare di essere colpiti. Nell’angolo dove c’è lo sportello per il prelievo di denari contante non esiste una telecamera, forse per motivi di privacy che trascurerebbero quelli legati alla sicurezza. Specie quando gli uffici nei dintorni compresa la sede ASL sono chiusi e l’afflusso di utenti nella zona è ridotto, il pericolo di rapine sarebbe elevato. Che aumenterebbe specialmente nelle ore serali.
Ma forse, sarà anche per una pura coincidenza, la notte lo sportello bancomat sarebbe quasi sempre “fuori servizio”. La rampa di scale all’angolo incute terrore. Poche le persone che la utilizzano. Cupa e tetra, quando la si percorre si ha l’impressione di essere pedinati e da un momento all’altro di essere aggrediti o derubati. Mura sporche e disegnate, così come i gradini, dappertutto bagnati di urina. Un fetore secco, pungente, che quasi toglie il respiro, nauseando. Una puzza che sembra rimanere addosso appiccicata anche quando si è fuori, all’aria aperta.

martedì 16 marzo 2010

TENTA DI VIOLENTARE STUDENTESSA 16ENNE

ARRESTATO UOMO DI 38 ANNI RICONOSCIUTO DALLA VITTIMA
LA VIOLENZA IN VIA VECCHIA SAN GENNARO

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" lunedì 15 marzo 2010

POZZUOLI. Avrebbe afferrato una ragazzina di 16 anni mentre si recava a scuola e tentato di toglierle i vestiti, per poi violentarla. Ma la giovane, nonostante la forza con la quale un uomo di 38 anni la stringeva palpeggiandola nelle parti intime, riusciva a divincolarsi e a scappare dalle grinfie del suo violentatore. Il grave episodio di violenza sarebbe accaduto venerdì mattina a Pozzuoli, in via Vecchia San Gennaro. Erano circa le 8 del mattino quando la studentessa, da poco uscita di casa, si stava recando a scuola presso l’istituto socio-pedagogico “Virgilio” camminando lungo la stradina che porta alla struttura scolastica. Quando improvvisamente, secondo il racconto fatto agli inquirenti, sarebbe stata afferrata alle spalle e stretta forte da un uomo che, dopo averla strattonata con violenza, cercava di spogliarla, palpeggiandole le parti intime. Nel frattempo l’uomo che, secondo il racconto della vittima, indossava una tuta di colore rosso, si sarebbe anche denudato. Ma fortunatamente la ragazza riusciva a divincolarsi dalla morsa dell’uomo riuscendo così a fuggire e a dare l’allarme. Raccontando il terribile episodio alla madre, la quale prontamente denunciava l’accaduto ai Carabinieri di Pozzuoli. I quali, sentito il racconto e la descrizione dell’uomo fatto dalla giovane, che avrebbe visto in volto il suo aggressore e descritto agli inquirenti sia gli indumenti che indossava che l’auto con la quale si era mosso, si mettevano immediatamente sulle sue tracce. Veniva scandagliata l’intera zona e le aree limitrofe al luogo dove era accaduto il tentativo di violenza, fatti controlli e visionati diversi fotogrammi di alcune telecamere di sorveglianza installate nella zona. Un lavoro investigativo serrato che si concludeva in meno di 24 ore con gli inquirenti che chiudevano il cerchio intorno al presunto violentatore il quale veniva identificato e condotto nella mattinata di sabato in caserma. Dove la ragazza riconosceva prima in foto, tra altre 20 immagini di uomini, il volto del suo aggressore e poi nel confronto con altri individui “sospetti”. A quel punto, visti i gravi indizi a suo carico, per il 38enne scattava un ordinanza di custodia cautelare con la quale veniva arrestato con l’accusa di violenza sessuale ed atti osceni e condotto presso il carcere di Poggioreale.

lunedì 15 marzo 2010

TERRORE NELLA SALA "BOWLING" DI VIA CAMPANA A POZZUOLI

INTORNO LE 18.30 UN COMMANDO COMPOSTO DA 8 PERSONE SEMINA IL PANICO SPARANDO ALL'IMPAZZATA

CON I VOLTI COPERTI DA PASSAMONTAGNA, CAPPUCCI, CASCHI ED ARMATI DI FUCILI A POMPE, MITRAGLIETTE E PISTOLE ESPLODONO OLTRE 40 COLPI E DANNO FUOCO AL LOCALE















NELLA SALA GIOCHI PRESENTI CIRCA 20 PERSONE
I MALVIVENTI LI HANNO FATTI PRIMA METTERE IN UN ANGOLO E POI HANNO INIZIATO A SPARARE.
CIRCA 40 I COLPI ESPOLOSI MENTRE VENIVANO DATE ALLE
FIAMME PISTA DI BOWLING E DIVERSE PARTI DEL LOCALE
SPARI ANCHE CONTRO LE AUTO PARCHEGGIATE ALL'INGRESSO

SUL POSTO CARABINIERI, POLIZIA, GUARDIA DI FINANZA E VIGILI DEL FUOCO

giovedì 11 marzo 2010

INCENDIO ALL'INTERNO DI UN PARCO A MONTERUSCIELLO

INCENDIATA UNA PIATTAFORMA UTILIZZATA PER LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DI UN PALAZZO

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" venerdì 12 marzo 2010

POZZUOLI. Momenti di panico si sono vissuti nella notte tra mercoledì e giovedì in un parco privato nel quartiere di Monterusciello, a Pozzuoli. Diverse abitazioni evacuate, residenti in strada, auto rimosse a causa di un incendio che ha coinvolto un mezzo utilizzato da alcuni operai per lavori di ristrutturazione della facciata di una palazzina. Era da poco passata la mezzanotte quando alcuni residenti della cooperativa “Puteoli ’80”, parco residenziale che si trova in via Giovanni Pagano, venivano messi in allarme da uno strano odore di bruciato e da una nube nera che iniziava ad invadere le proprie abitazioni. E preoccupati dall’odore acre che iniziava a propagarsi nell’aria i più si precipitavano a balconi e finestre per vedere da dove provenisse l’esalazione facendo l’inaspettata scoperta: quella piattaforma aerea da diversi giorni utilizzata a quanto pare da 3 operai per accedere ai piani alti e alle facciate di una delle palazzine del parco stava bruciando completamente. Infatti la cabina di controllo del braccio mobile sul quale c’era la passerella nella quale uno o più operai raggiungono i piani alti delle palazzine, era completamente avvolta dalle fiamme. Un mezzo forse nemmeno di proprietà della ditta incaricata dei lavori, il quale sarebbe stato preso in noleggio per il periodo della durata dei lavori.
Di corsa numerosi residenti del palazzo nel quale erano in corso i lavori lasciavano i propri appartamenti non prima di aver chiuso la valvola del gas, precipitandosi giù in cortile. Nello stesso tempo venivano avvisati i proprietari delle auto parcheggiate nei pressi del mezzo in fiamme, per evitare ulteriori coinvolgimenti nel rogo. Sul posto nel frattempo intervenivano i vigili del fuoco i quali riuscivano a sedare le fiamme la cui altezza aveva lambito un balcone al primo piano soprastante il mezzo annerendo alcune pareti ed i carabinieri provenienti dalla compagnia di Arco Felice. Un rogo che sarebbe da ricondursi ad una chiara matrice dolosa, forse provocato da qualcuno che avrebbe appiccato il fuoco a parti infiammabili del mezzo. “Era da poco passata al mezzanotte quando abbiamo notato il mezzo in fiamme e siamo scappati giù” racconta un residente del parco Puteoli ’80, complesso composto da palazzine di colore grigio e rosa “La nostra paura era che le fiamme avessero potuto raggiungere macchine con impianti a gas. Sarebbe stata una tragedia. I lavori per i quali abbiamo cacciato 100 euro ognuno dei residenti andavano avanti da qualche settimana, si stava provvedendo al rifacimento delle facciate del palazzo”. Nel frattempo sull’episodio e sulle cause che avrebbero provocato l’incendio che apparentemente per la modalità nella quale si è verificato sarebbe da ricondursi ad una matrice di tipo dolosa, indagano gli inquirenti.

mercoledì 10 marzo 2010

IL CASO

SPARTITRAFFICO RIMOSSO A MONTERUSCIELLO

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. Uno spartitraffico collocato e rimosso dopo qualche ora, poi rimesso e successivamente ricollocato in parte, per permettere il passaggio ai mezzi. Sconosciuto l’autore o gli autori di questi “accorgimenti” che da qualche giorno avvengono lungo via Gino Severini, nel quartiere di Monterusciello. La strada per i tanti che, oggettivamente non possono per forza di cose conoscere la toponomastica cittadina in tutta la sua interezza, è la lunga via che dalla scuola Diaz, passando per i cosiddetti “600 alloggi” arriva fino alla diramazione verso due direzioni: la discesa che conduce in via Pier Paolo Pasolini e dall’altra, verso la rotatoria che poi si interseca con via Monterusciello. E proprio lungo la diramazione, posta di fronte ad una grossa centrale Telecom, che sorge un’apertura lungo il guardraill che divide i due sensi di marcia, lungo due grosse carreggiate che spesso inducono i più a premere il piede sull’acceleratore oltre il dovuto. Qui molteplici sono gli automobilisti che, invece di terminare il tragitto obbligatorio, azzardano pericolose inversioni di marcia. Che, in più di un’occasione, hanno messo a serio rischio l’incolumità di coloro i quali sopraggiungevano dalla corsia opposta, chiamati a lampeggiare, suonare e in alcuni casi anche a deviare bruscamente il senso di marcia per scansare l’improvviso ostacolo.
Un potenziale pericolo che sembrava essere risolto collocando una serie di barriere di sicurezza stradale denominate "New Jersey", blocchi di plastica di colore rosso e bianco. Uno in fila all’altro a costituire un ostacolo per gli indisciplinati automobilisti che è stato prontamente rimosso da qualcuno, forse un abituè dell’inversione di marcia vietata e tanto pericolosa. La mattina collocati e la sera dunque rimossi, per poi ricomparire il giorno dopo di nuovo in fila uno dietro l’altro, andando a ricostituire lo sbarramento di plastica. Un braccio di ferro tra “collocatori” e “guastatori” proseguito fino a martedì mattina quando, quasi a voler sottendere un immaginario compromesso, sembra che si sia giunti ad una stabilizzazione rimanendo aperta solo una piccola parte della barriera. Infatti ora lungo via Severini lo sbarramento risulta essere parziale, con una parte di “New Jersey “ posti di lato quasi a formare una curva in modo da permettere il passaggio di una quattro ruote. Per la felicità dei tanti trasgressori e forse di qualcuno che quotidianamente per recarsi nelle immediate vicinanze del passaggio, decide di infrangere il codice della strada per ridurre il tragitto ed evitare di seguire il giusto senso di marcia.

PROTESTANO IN "MALATTIA" GLI INFERMIERI PRECARI DI POZZUOLI E GIUGLIANO

NUMEROSE ASSENZE DAL LAVORO PER CHIEDERE CONTRATTI DI STABILIZZAZIONE

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" mercoledì 10 marzo 2010

POZZUOLI/GIUGLIANO. Continuano le assenze per malattia da parte degli infermieri precari nell’ospedale San Giuliano di Giugliano. Dopo i 37 certificati medici inviati lunedì da parte di altrettanti dipendenti con contratto a tempo determinato, attraverso i quali veniva giustificata la propria assenza dal posto di lavoro per motivi di salute, ieri altre defezioni di massa si sono registrate al nosocomio giuglianese. Nonostante i controlli fiscali domiciliari predisposti dall’Azienda nei confronti degli assenti per accertare la natura del malessere che ha impedito ai numerosi lavoratori di prestare servizio, anche ieri 45 infermieri sono risultati assenti, su complessivi 79 in servizio presso la struttura, tutti con contratti a termine e tutti per motivi di salute. Defezioni di massa che hanno colpito anche un altro ospedale che fa capo all’Asl Napoli2 Nord, il “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli. Infatti anche qui, nella giornata di ieri, dopo le 4 assenze per malattia registratesi nella giornata di martedì, ben 35 sono stati gli infermieri che, attraverso certificazione medica presentata alla dirigenza sanitaria del nosocomio, si sono assentati dal proprio posto di lavoro sempre per motivi di salute. In tutto 80 assenti “giustificati” nei due ospedali solo nella giornata di ieri. Nonostante ciò, fanno sapere dalla dirigenza dell’Asl, presso entrambi i presidi ospedalieri le attività non hanno subito variazioni e non ci sono stati disagi nell’assistenza ai cittadini. Tuttavia, la direzione del S. Giuliano, ha comunicato alle autorità competenti le difficoltà in cui vengono ad essere erogati i servizi sanitari allertando che, qualora il fenomeno dovesse continuare, potrebbero esserci problemi anche nell’erogazione dei servizi per l’emergenza. Infatti per ora, fanno sapere dalla dirigenza dell’Azienda, si tenta di sopperire alle assenze facendo ricorso a turni con straordinari, rinunce a giornate di riposo, richiami dalle ferie, elargendo il servizio grazie ad uno sforzo congiunto da parte delle forze lavorative per ora reperibili. Ma che con il protrarsi del tempo potrebbero non bastare. Ad accomunare gli assenti di Giugliano con quelli di Pozzuoli la protesta attraverso la quale chiedono una stabilizzazione contrattuale lavorativa. Infatti sono circa 500 i lavoratori sanitari precari in Campania, dei quali grossa parte, circa 200, appartenenti all’Asl Napoli2 Nord. Tutti con contratti a termine ed in scadenza. Una protesta che per ora sembra non sopirsi, succeduta all’occupazione degli uffici dell’Azienda e a quella dello stesso ospedale San Giuliano durante la settimana scorsa. Nel frattempo nella mattinata di oggi si terrà, presso gli uffici del Centro Direzionale di Napoli un incontro con il subcommissario governativo della sanità, Giuseppe Zuccatelli, durante il quale si tenterà di trovare una soluzione ad una crisi che potrebbe diventare, in breve tempo, una vera e propria emergenza.

martedì 9 marzo 2010

IL MNISTRO CARFAGNA AL CARCERE FEMMINILE DI POZZUOLI

IN VISITA ALLE DETENUTE PER LA FESTA DELLE DONNE
di Gennaro Del Giudice
(foto di Angelo Greco)

POZZUOLI. Un lungo tappeto rosso e fiori di mimose per accogliere l’arrivo del Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, giunta ieri pomeriggio nel Carcere femminile di Pozzuoli. Quando alle 16.37 ha varcato la soglia dell’ingresso, ad attenderla la direttrice dell’istituto penitenziario Stella Scialpi, il saluto di un drappello di guardie carcerarie in alta uniforme e numerosi tra fotografi e giornalisti. Nella giornata dedicata alla festa delle, il Ministro Mara Carfagna ha scelto di festeggiare con coloro che stanno pagando con la privazione della libertà per i propri errori commessi.
Giunta a Pozzuoli dopo aver partecipato insieme al ministro Giorgia Meloni ad un incontro al Quirinale alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano per per la Giornata internazionale della donna intitolata «Per le donne di domani», dedicato alle bambine e alle ragazze che vivono nel nostro paese, il ministro si è recato nel capoluogo flegreo per portare il proprio saluto alle 176 detenute dell’istituto penitenziario.


Qualche minuto insieme alla direttrice nella direzione della casa circondariale di via Pergolesi poi la visita al laboratorio di torrefazione di caffè dove si è intrattenuta insieme alle 10 detenute-lavoratrici che quotidianamente sono impegnate per la produzione della miscela che da corpo e gusto al caffè “Lazzarelle”.

Qui ha potuto ammirare le varie fasi del processo di miscela, torrefazione, essiccazione, confezionamento del prodotto, messo in campo grazie ai 210mila euro finanziati dall’assessorato della Regione Campania e realizzato grazie all’apporto delle associazioni, che hanno contribuito alla formazione e alla “costruzione” dei vari profili professionali. Commosse ed emozionate le detenute, con le quali la ministra si è intrattenuta a parlare ed ascoltare le proprie storie personali. In particolare con una reclusa madre di 4 ragazzi, detenuta da 2 anni ed 8 mesi, la quale dovrà scontare altri 11 mesi di pena detentiva.

“Queste sono persone che hanno sbagliato in un territorio così tanto difficile. Il mio augurio è che dopo la pena possano reintegrarsi nel migliore dei modi all’interno della società e del mondo lavorativo”. Il ministro Carfagna ha sottolineato come il governo si stia adoperando per essere vicino alle vicissitudini di tutte le donne, specie quelle impiegate nelle attività lavorative che, specie nei periodi di gravidanza, vedono spesso compromesso il loro impiego “Il 75% delle donne perde il lavoro quando subentra il periodo di maternità” afferma “per ottemperare ci siamo

prodigati ad aumentare ed ampliare il numero di asili anche all’interno delle strutture pubbliche in modo che la gravidanza non sia motivo di esclusione”. Il ministro ha inoltre parlato di immigrazione e delle politiche di integrazione
“Combattere l’immigrazione clandestina e consentire agli immigrati, una volta entrati nel nostro paese, di poter lavorare e integrarsi tranquillamente”.
Per l’occasione le detenute hanno offerto un buffet e il prelibato caffè “Lazzarelle” estremamente gradito al ministro la quale è stata omaggiata con cesti di mimose e confezioni di miscela nera.

ANCHE A POMEZIA OPERATORI TELEFONICI NON PAGATI

350 DIPENDENTI DELLA "SERCOMM" SENZA STIPENDIO DA 4 MESI
E A NAPOLI SONO OLTRE 200 I DIPENDENTI DELLA "CROSSING SRL" CHE NON HANNO RICEVUTO MENSILITA', TREDICESIME E TFR
NEL FRATTEMPO L'AZIENDA HA CHIUSO, A QUANTO PARE RIAPRENDO IN UN ALTRO PUNTO DELLA CITTA'
ANALOGA COSA AVVENNE 2 ANNI FA QUANDO A CHIUDERE FU LA "SERNA"
E TUTTE LE AZIENDE FAREBBERO CAPO AD UN UNICO PROPRIETARIO
DIETRO UN'UNICA REGIA?

L'articolo che segue è tratto dal "Latina Oggi" di sabato 6 marzo 2010 a cura di Stefano Mengozzi

POMEZIA. Trecentocinquanta lavoratori senza stipendio da quattro mesi e alcuni coordinatori che hanno annunciato il licenziamento: è la vicenda che vede protagonista la Sercomm srl, azienda di call center di Pomezia (via Campobello) che da quattro mesi non versa gli stipendi ai lavoratori (dipendenti e coordinatori). Una situazione divenuta insostenibile per i lavoratori, che attraverso la Cgil nei giorni scorsi hanno tentato di trovare un accordo con i vertici aziendali per evitare lo sciopero. «Siamo davanti ad una situazione drammatica - spiega il delegato della Cgil-Tel ecomunicazioni Giancarlo Polidori - per i lavoratori di questa ditta. Abbiamo tentato in ogni modo di recuperare la situazione in una serie di incontri con i vertici. Nei giorni scorsi era stato garantito il pagamento di un acconto dello stipendio del mese di febbraio, ma i lavoratori ancora non hanno ricevuto nessun bonifico». L'accordo dei giorni scorsi prevede che insieme all'acconto l'azienda si impegnasse a rateizzare il pagamento delle mensilità arretrate, garantendo invece il pagamento dello stipendio di febbraio nel giro di pochi giorni. «Aspetteremo ancora fino a lunedì - ha aggiunto il sindacalista Cgil - altrimenti i dipendenti entreranno in stato di agitazione e si sceglierà una data per lo sciopero». Intanto però la stessa Cgil nel tentativo di trovare una soluzione alla vicenda fa appello all'ufficio provinciale del lavoro. «In questa sede - sottolinea Polidori - cercheremo di trovare un nuovo accordo, che però questa volta dovrà essere rispettato dalla Sercomm». In questa vicenda va sottolineato che non è la prima volta che il titolare dell'azienda - Giorgio Arcobello Varlese - si ritrova con problemi di natura fiscale e previdenziale: i proprietari della Sercomm sono infatti gli stessi della Ermetel di via Pisacane, per la quale sul
finire del 2009 ricevemmo la denuncia paradossale di una lavoratrice che aveva lavorato per due mesi senza riceverestipendio ma ritrovandosi i contributi pagati. E sono anche gli stessi che finirono in un'operazione della Guardia di Finanza che nel maggio 2009 denunciò una frode fiscale per 17 milioni di euro: in questo caso Arcobello Varlese era stato denunciato per aver sistematicamente omesso, nel periodo dal 2005 al 2008, i versamenti di imposte, contributi previdenziali ed assistenziali e ritenute fiscali degli oltre 650 dipendenti della ditta, di cui 23
risultati irregolari e 20 completamente in nero, per un totale appunto di circa 17 milioni di euro.