lunedì 31 maggio 2010

CRIMINE ISRAELIANO

UN "VILE E INFAME ATTACCO CONTRO INERMI PACIFISTI"
MANIFESTAZIONI DI PROTESTA IN TUTTO IL MONDO, NUMEROSI I CORTEI IN ITALIA

COMUNICATO DI "ASSOPACE NAPOLI"

L'ennesimo crimine perpetrato dal regime israeliano non può passare inosservato. L'assalto militare contro le navi che portavano aiuti umanitari alla popolazione di Gaza stremata dall'assedio, avvenuta in acque internazionali e che ha causato decine di morti, è di una gravità inaudita. E' giunto il momento di dire basta. Fino a quando durerà lo spregio del diritto internazionale, di ogni diritto umanitario, da parte israeliana senza che dalla comunità internazionale giungano atti concreti per porre fine a questa criminale impunità? Chiediamo al Governo italiano, alla Commissione europea, a tutte le autorità internazionali, di mettere in atto un sistema di sanzioni che obblighino Israele al rispetto delle Risoluzioni ONU e degli Accordi internazionali per terminare l'occupazione militare dei territori palestinesi e ridare così una speranza di Pace in quella Terra martoriata.
Nel frattempo nella giornata di ieri si è tenuta in concomitanza con altre piazze italiane, una manifestazione di protesta contro Israele ed a favore del popolo palestinese a Napoli con corteo partito da Piazza del Plebiscito.

ULTIMISSIMA

SCHIANTO IN MOTO LUNGO LA STRADA STATALE: MUORE 31 ENNE
LA DONNA AVREBBE PERSO IL CONTROLLO DEL PROPRIO SCOOTER SUL QUALE STAVA VIAGGIANDO
L'IMPATTO TRA LE USCITE DI "ARCO FELICE" E "LAGO D'AVERNO"
LA GIOVANE ERA RESIDENTE A SESSA AURUNCA
A NULLA SONO VALSI I PRIMI SOCCORSI LA GIOVANE E' MORTA SUL COLPO DOPO AVER BATTUTO LA TESTA

VERGOGNA ISRAELIANA

L'ESERCITO ASSALTA NAVE DI PACIFISTI CHE PORTAVANO MEDICINALI, ALIMENTI E SEDIE A ROTELLE ALLA POPOLAZIONE CIVILE DI GAZA
19 PACIFISTI UCCISI
COMMESSO UN AUTENTICO CRIMINE DI STATO
ED ORA COME SI GIUSTIFICHERANNO?
DIRANNO CHE TRA I PACIFISTI C'ERANO TERRORISTI DI AL QAEDA?
ED ORA CHI LI CRITICHERA' SARA' ANCHE ACCUSATO DI ESSERE ANTI-SEMITA

domenica 30 maggio 2010

ENNESIMO INCIDENTE IN VIA CAMPI FLEGREI

SALE IL NUMERO DI SINISTRI STRADALI LUNGO L'ARTERIA

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati su "Roma" e "Corriere Flegreo" domenica 30 maggio 2010

POZZUOLI. Ancora un incidente automobilistico in via Campi Flegrei. Continua la serie negativa di sinistri stradali lungo una delle maggiori arterie cittadine. L’ennesimo impatto, fortunatamente senza gravi conseguenze per gli occupanti delle due automobili coinvolte, nella notte tra venerdì e sabato. Intorno alle 2 circa, nel cuore della movida, nei pressi dell’ingresso del distributore di benzina “Q8” una Dacia Sandero di colore blu e una monovolume impattavano quasi frontalmente. Stando alle prime ricostruzioni le due auto si sarebbero scontrate mentre una delle due ( a quanto pare l’utilitaria) percorreva via Campi Flegrei proveniente da Piazza Capomazza e diretta verso Arco Felice e l’altra ( sembrerebbe la monovolume ) usciva dal distributore di benzina. Tanta la paura per gli occupanti che si trovavano all’interno dei due mezzi coinvolti ( 4 giovani nella Dacia ed un uomo alla guida della grossa auto) con gli airbag che scoppiavano all’interno degli abitacoli e le carrozzerie che si accartocciavano. Sul posto per i rilievi del sinistro interveniva una pattuglia di carabinieri. L’incidente avveniva a pochi metri di distanza e nella corsia opposta al punto dove perse la vita il 16 aprile di un anno fa il giovane Alessio D’Angelo a seguito di uno scontro tra l’auto sulla quale era alla guida un autobus. Incidente che segue quello del 3 maggio scorso quando sempre in via Campi Flegrei nei pressi dell’ex stabilimento Olivetti venne investita una coppia di coniugi da un auto in corsa. Episodio che seguì un duplice incidente avvenuto qualche giorno prima sempre sulla stessa strada, dove a distanza di pochi minuti si susseguirono un frontale auto – moto e un tamponamento nel quale rimasero coinvolte 3 automobili. Una sequenza di incidenti che suona come campanello di allarme e che richiederebbe immediati interventi da parte delle autorità competenti. Nonostante il recente rifacimento del manto stradale e il funzionamento dell’impianto di illuminazione stradale di Via Campi Flegrei, sembrerebbe che la causa dei sinistri sarebbe da ritrovarsi nell’alta velocità e nella mancanza di strumentazioni che possano intervenire nella riduzione del fenomeno. La presenza di autovelox e dissuasori di velocità potrebbero alleviare il fenomeno e certamente contribuire ad una riduzione del fenomeno dei sinistri stradali. Ipotesi vagliata e confermata dall’allora amministrazione comunale targata Giacobbe, che attraverso le parole dell’ex vice sindaco Carmine Morelli annunciò lo scorso 5 maggio che nel giro di 20 giorni sarebbe andato in porto l’acquisto di un dispositivo autovelox da dare in dotazione agli agenti di polizia municipale.

MONTERUSCIELLO SOTTO CHOC PER LA MORTE DELL'ANZIANA FINITA SOTTO UNA SPAZZATRICE

INDAGATO PER OMICIDIO COLPOSO L'AUTISTA DEL MEZZO

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo" domenica 30 maggio 2010

POZZUOLI. Si attendono nelle prossime ore i risultati degli esami autoptici sulla salma di Domenica Testa, l’anziana donna investita e uccisa venerdì mattina da un’autospazzatrice di rifiuti nel quartiere di Monterusciello, a Pozzuoli. Solo a seguito dell’autopsia, che sarà effettuata presso il Secondo Policlinico Federiciano dal medico legale di turno la salma della povera 83enne sarà riconsegnata ai familiari per le esequie, che con ogni probabilità saranno celebrate nella giornata di lunedì nello stesso quartiere dove la donna viveva. Nel frattempo il pm incaricato dalla Procura della Repubblica di Napoli per le indagini, Maurizio De Marco, ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di “omicidio colposo” il conducente dell’automezzo di proprietà della ditta giuglianese “Ecolandia” che gestisce il servizio spazzamento meccanico delle strade per conto del comune di Pozzuoli. L’uomo, dipendente dell’azienda privata, al momento del tragico incidente si trovava nell’abitacolo intento a manovrare il mezzo lungo uno dei due bordi di via Antonio De Curtis, coadiuvato da un altro collega e da un Lsu comunale che in strada erano impegnati nella raccolta dei rifiuti destinati ad essere aspirati dal vortice delle spazzole dell’automezzo. Le indagini, condotte dagli agenti del corpo di Polizia municipale di Pozzuoli e dirette dal comandante Luigi De Stefano, dovranno verificare eventuali colpe da parte del conducente del mezzo il quale, dopo essere passato dinanzi alla donna che si apprestava ad attraversare la strada, avrebbe poi fatto improvvisamente retromarcia facendo cadere l’anziana finita poi sotto il pesante mezzo tra ruote, bocche di aspirazione e spazzole i cui lunghi aghi d’acciaio le sfiguravano il viso tagliando anche le dita ad una mano. La donna quella mattina era uscita di casa poco dopo le 7 a quanto pare per recarsi presso un centro di analisi. Una tragedia che ha scosso un intero quartiere dove la donna, rimasta vedova dopo la morte del marito, viveva da sola a pochi metri dal luogo della tragedia, in una delle case popolari di via Antonio De Curtis, al civico 54. Nonna dei 3 gestori di un noto risto pub di Pozzuoli e suocera del titolare di un negozio di alimentari, era voluta bene dagli abitanti del quartiere di Monterusciello e nota per essere una profonda conoscitrice dei “numeri al lotto” e della “smorfia napoletana” dei quali raccontano, era appassionata e conosceva ogni significato.

sabato 29 maggio 2010

ANZIANA TRAVOLTA E SCHIACCIATA DA UNA SPAZZATRICE DI RIFIUTI

IL MEZZO IN RETROMARCIA HA INVESTITO E UCCISO UNA DONNA DI 83 ANNI
INDAGATO PER OMICIDIO COLPOSO L'AUTISTA DEL VEICOLO DIPENDENTE DELLA DITTA CHE SI OCCUPA DELLA PULIZIA DELLE STRADE
DISPOSTA L'AUTOPSIA SUL CORPO DELLA DONNA

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" sabato 29 maggio 2010


POZZUOLI. Travolta e schiacciata dal peso di una spazzatrice di rifiuti mentre stava attraversando la strada. E la vita di un’anziana donna che finisce tra ruote, spazzole e le bocche di aspirazione dei rifiuti. Orrore ieri mattina nel quartiere puteolano di Monterusciello, per la tragica morte di Domenica Testa, 83 anni, vedova, morta dopo essere stata investita e poi caduta sotto le spazzole di un grosso mezzo utilizzato per ripulire la superficie stradale. Erano le 8 circa quando l’anziana signora, residente nel quartiere, aveva chiuso la porta della propria abitazione nella quale viveva, sembra per recarsi in un centro di analisi. A quell’ora, come quotidianamente avviene tutte le mattine prima che la strada venga presa d’assedio da automobilisti e pedoni in via Antonio De Curtis, lungo stradone che taglia in due la zona nord del quartiere, era in corso il servizio di pulitura stradale. All’opera, una spazzatrice di proprietà di un’azienda del giuglianese che si occupano del servizio e due dipendenti coadiuvati da un Lavoratore socialmente utile del comune di Pozzuoli. Dei tre operatori ecologi al lavoro, uno era a bordo del mezzo impegnato nelle manovre di controllo e gli altri due ai margini della carreggiata, scope alla mano, impegnati nella raccolta dei rifiuti non risucchiati dalle bocche di aspirazione del mezzo al primo passaggio. Improvvisamente, la tragedia. Proprio durante una delle manovre in retromarcia, effettuata dopo il primo passaggio, per il recupero dei detriti ancora in terra, il mezzo in movimento, per motivi ancora in fase di accertamento, finiva per travolge l’anziana signora. Stando alle prime ricostruzioni infatti, sembrerebbe che la donna, mentre si accingeva ad attraversare la strada diretta verso il marciapiedi opposto, sarebbe stata urtata e poi travolta dal veicolo. Cadendo la donna sarebbe poi finita nel vortice degli spazzoloni per poi essere schiacciata dal mezzo, il cui conducente nell’effettuare la manovra di retromarcia non si sarebbe accorto della sua presenza. Raccapricciante la scena per i primi soccorritori e passanti. Il corpo dell’anziana donna riverso a terra in una pozza di sangue, incastrato sotto al mezzo. Inutili i soccorsi da parte dei sanitari del 118 giunti dall’ospedale “Santa Maria delle Grazie”. Sul posto anche carabinieri, vigili del fuoco ed agenti della polizia municipale. Sconcerto e dolore tra familiari e conoscenti della donna che tra le lacrime accorrevano sul luogo dell’incidente. I nipoti della donna sono titolari di un noto risto pub di Pozzuoli. Restano da chiarire le cause e l’esatta dinamica della tragedia. Frutto di una casualità, negligenza da parte di uno o più operatori al lavoro che non avrebbero visto la povera donna scendere dal marciapiedi per attraversare la strada o una distrazione di quest’ultima, che non si sarebbe accorta del mezzo in movimento. Un ventaglio di ipotesi sulle quali sono a lavoro gli agenti di polizia municipale del comune di Pozzuoli coordinati dal comandante Luigi De Stefano. In mattinata ascoltati dai carabinieri gli operai della ditta proprietaria del mezzo, che nel frattempo è stato messo sotto sequestro. Nelle prossime ore per loro potrebbe arrivare, come da prassi, la denuncia per “omicidio colposo”. Disposta intanto dal magistrato di turno titolare del fascicolo d’indagine l’autopsia sul corpo dell’anziana donna.

venerdì 28 maggio 2010

ULTIMISSIMA

DONNA TRAVOLTA E UCCISA DA UN MEZZO SPAZZA RIFIUTI

IL FATTO E' ACCADUTO STAMATTINA INTORNO LE 7.45 IN VIA DEI CURTIS NEI PRESSI DELLA SEDE ENEL NEL QUARTIERE DI MONTERUSCIELLO

AVEVA 83 ANNI, SI CHIAMAVA DOMENICA TESTA

SECONDO LE PRIME RICOSTRUZIONI SEMBREREBBE CHE LA DONNA SIA STATA INVESTITA DAL VEICOLO IN RETROMARCIA

A NULLA SONO SERVITI I SOCCORSI

(approfondimenti nelle prossime ore)

giovedì 27 maggio 2010

RAPINA AI DANNI DELL'UFFICIO POSTALE DI POZZUOLI

DUE UOMINI ARMATI FANNO IRRUZIONE ALLO SPORTELLO DI VIA TERRACCIANO
20 CLIENTI TENUTI IN OSTAGGIO
MAGRO IL BOTTINO: 731 EURO
di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. Dopo aver preso in ostaggio una ventina di clienti, due rapinatori con armi in pugno intimano agli operatori di consegnare il denaro contenuto nelle casse. In tutto 731 euro il bottino. Poi la fuga. Paura e panico per dipendenti e clienti dell’ufficio postale di via Terracciano. Sono da poco scoccate le 15,30 di un normale martedì pomeriggio, le code agli sportelli si sono affievolite dopo la grande affluenza della mattina. 10 casse funzionanti, una ventina i clienti in attesa di effettuare le operazioni, tra prelievi di denaro, versamenti e spedizioni. All’interno di uno degli sportelli cosiddetti di “nuova generazione”, ( 5 in tutto gli uffici postali presenti sul territorio puteolano), è in funzione anche lo shopper, diverse le varietà di prodotti e servizi offerti. Improvvisamente due uomini, con volti semicoperti entrano nell’ufficio postale attraverso le porte automatiche dell’ingresso principale che affaccia su via Terracciano, di solito molto trafficata. Armati di pistole i due si dirigono verso gli sportelli. La scena nel frattempo sarebbe stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza a circuito chiuso poste di fronte all’ingresso, in prossimità delle casse sparse un po’ ovunque dentro e fuori l’edificio. I due malviventi sembrano avere ognuno il proprio compito. Una sorta di copione da mettere in atto: uno intima ai circa 20 clienti in attesa, sparsi all’interno del locale, di dirigersi verso un angolo e di non muoversi. Tensione alle stelle, la paura che si legge negli occhi dei clienti, terrorizzati dalla minaccia alla quale erano sottoposti. Attimi che sembrano diventare eternità. Una donna viene colta da malore. Dall’altra parte è in azione il secondo malvivente il quale arma in pungo, inizia a razziare il denaro contenuto nelle circa 10 casse in quel momento in funzione. Inermi ed impauriti i cassieri non possono fare altro che alzare le mani. Meno di cento euro in media il contenuto di ogni cassa. L’ufficio postale di via Terracciano è composto da banconi nei quali sono incastonate delle casse dette “roller cash” attraverso le quali i soldi inseriti dai cassieri arrivano direttamente nella cassaforte. Un sistema che consente al danaro di percorrere un percorso “blindato” tra cassa periferica e cassaforte centrale, in maniera tale che nessuno possa interporsi. Per i due rapinatori quindi pochi spiccioli, in tutto 731 euro il bottino. E poi la fuga. Sul posto giungevano i carabinieri della vicina compagnia di Arco Felice, il direttore della filiale delle poste di Napoli Ovest e gli ispettori della Sarmi. Le immagini dei fotogrammi riprese dagli occhi elettronici installate nella filiale venivano acquisiti dai militari i quali interrogavano i testimoni per ricostruire la dinamica di quanto accaduto ed alla ricerca di indizi utili per risalire all’identità dei due rapinatori e di un’eventuale terzo complice, probabilmente rimasto fuori la filiale a fare da “palo”. Un’excalation criminale che dopo una “pausa” di qualche settimana seguita ad una serie di rapine ai danni di supermercati in tutta la zona flegrea sembra essere ritornata in auge. La rapina di martedì segue il colpo messo a segno ai danni della Micromaint di via Campana, dove una gang di ladri portò via oltre 700 notebook. E la rapina messa a segno qualche settimana fa sempre in via Terracciano a meno di 100 metri dallo sportello postale, quando a finire nelle mire di rapinatori ( con armi che poi si rivelarono essere false) fu la farmacia “Domitiana”, che ebbe come epilogo l’arresto di uno dei rapinatori arrestati dopo un rocambolesco inseguimento da parte degli agenti di polizia del Commissariato di Pozzuoli. E sembrerebbe che anche stavolta, grazie a testimonianze e le riprese delle telecamere, i rapinatori abbiano le ore contate.

martedì 25 maggio 2010

FURTO NELLA NOTTE: SVALIGIATO FORNITORE DI COMPUTER

CIRCA 600 TRA COMPUTER E MATERIALE INFORMATICO RUBATI ALLA
MICROMAINT DI VIA CAMPANA
OLTRE 250MILA EURO IL BOTTINO
MANOMESSO L'ANTIFURTO, L'IRRUZIONE DA UNA CONDOTTA DELL'AREAZIONE
UTILIZZATE FIAMME OSSIDRICHE
I LADRI AVREBBERO AGITO CON UNO O PIU' CAMION

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" martedì 25 maggio 2010

POZZUOLI. Centinaia di personal computer, notebook, work station e materiale informatico rubati nella notte, in tutto 600 pezzi stando alle prime stime. Per un bottino che supererebbe i 250mila euro. Un’attenta regia ed un dispiegamento di uomini ( forse 5 ) e mezzi dietro l’imponente colpo messo a segno ai danni della sede puteolana della Micromaint, azienda operante nel settore della distribuzione di prodotti per l'informatica. Per un bottino che si aggirerebbe intorno ai 250mila euro. Il furto nella notte tra sabato e domenica all’interno del deposito dell’azienda al civico 185 di via Campana a Pozzuoli. Che viste le modalità con le quali è stato messo a segno e l’ingente quantità di materiale portato via, farebbe ipotizzare che ad entrare in azione sia stata una banda di ladri organizzati, supportati da attrezzature e grossi mezzi per il trasporto. Il furto, stando alle prime ricostruzioni, sarebbe avvenuto intorno le 23.30 di sabato sera. A quell’ora la strada è trafficata, a pochi metri numerosi locali della movida e diverse le abitazioni che confinano con la sede dello store informatico, fornitore di aziende e presente in diversi città italiane.
Gli edifici a ridosso di via Campana, a poche centinaia di metri dall’omonimo svincolo della tangenziale di Napoli e a meno di un chilometro dalla città di Quarto. Separati dalla strada da un grosso cancello automatico e da un passaggio pedonale. Non ci sono grate, pertanto la visione dello spazio dove sorgono i locali della Micromaint e della Maint Service non è consentita dall’esterno. E qui sembrerebbe che i malviventi, per accedervi avrebbero dapprima disattivato il cancello elettronico, riuscendo ad aprirlo manualmente. Una volta all’interno, con l’ausilio di fiamme ossidriche avrebbero poi scardinato una tubazione lungo la condotta di aerazione, creando un varco attraverso il quale accedere ai locali. Dopodiché uno o più malviventi si sarebbero immessi nella tubazione per poi accedere nel locale. Sul posto gli agenti del commissariato di polizia di Pozzuoli avrebbero rinvenuto cannelli utilizzati per le fiamme ossidriche, bombole di ossigeno e diverse paia di guanti. Nonostante la presenza di due dispositivi di allarme, la banda sarebbe riuscita a manometterne uno, mentre l’altro andato in funzione avrebbe dato l’allarme alla sala operativa della società di vigilanza privata che effettua i controlli dei locali. La quale a sua volta avrebbe allertato le forze dell’ordine intervenute sul posto.
Minuti durante i quali i ladri riuscivano a fare razzia di computer e materiale informatico, rubato all’interno dei locali e caricato con ogni probabilità su uno o più camion. Infatti, considerato l’ingente quantitativo di materiale ( nella giornata di ieri mentre era in corso l’inventario nel deposito della struttura si stimavano 600 articoli informatici portati via, ) con ogni probabilità i ladri avrebbero utilizzato uno o più mezzi per il trasporto, riuscendo a passare inosservati e facendo perdere le proprie tracce. Sull’episodio ora indagano gli agenti del commissariato di Polizia di Pozzuoli diretti dal vice-questore Paolo Esposito. Si cercherà ora di capire come abbiano potuto agire inosservati i ladri nonostante a quell’ora la strada fosse trafficata ed appurare se tutti i dispositivi di allarme abbiano funzionato correttamente. Intanto a 48 ore dal furto perpetrato ai danni della propria azienda, il titolare ( che in passato non sarebbe mai stato vittima di episodi analoghi) non ha ancora esposto denuncia, probabilmente nell’attesa di quantificare con precisione il danno.

ARRESTATO RUMENO CON FALSO NOME

L'UOMO ERA ALLA GUIDA DI UN'AUTO RUBATA
PATENTE, CARTA DI CIRCOLAZIONE ED ASSICURAZIONE FALSI
ED ERA DESTINATARIO DI 2 DECRETI DI ESPULSIONE DALL'ITALIA

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati su "Roma" e "Corriere Flegreo"

POZZUOLI. Coinvolto in un incidente stradale, aveva dichiarato di essere rumeno, chiamarsi Petrescu, mostrando patente, carta di circolazione della propria auto sulla quale era apposto anche il tagliando di assicurazione. Credendo di averla fatta franca. Ma, a seguito di accertamenti da parte degli agenti di polizia municipale di Pozzuoli emergeva tutta un’altra storia. Quell’uomo non era rumeno ma bensì moldavo e si chiamava Mikhail Mindru. Era destinatario di due decreti di espulsione e l’auto che dichiarava essere di sua proprietà era rubata, con assicurazione e carta di circolazione false. Una doppia identità quella del 26enne, attraverso la quale riusciva a muoversi nel nostro paese indisturbato. L’uomo il 24 aprile scorso era stato coinvolto in un incidente stradale a Pozzuoli, in via Carlo Rosini. Agli agenti di polizia municipale accorsi sul posto dichiarò infatti di essere rumeno e di chiamarsi Petrescu, mostrando loro una patente guida, una carta di circolazione moldava ed il contrassegno della propria assicurazione posto sul cruscotto della propria Opel Astra. Documenti successivamente risultati essere tutti falsi a seguito di un’attenta indagine condotta dagli agenti di polizia municipale del comune di Pozzuoli, coordinati dal comandante Luigi De Stefano. Espletati i controlli a seguito del sinistro i caschi bianchi infatti procedevano ad uno screening attraverso una serie di controlli incrociati per appurare la provenienza e la veridicità dei documenti in possesso dell’uomo. Che risultavano essere tutti falsi, così come le generalità fornite dall’uomo. Infatti dai controlli emergeva che l’uomo era un 24enne di nazionalità moldava il cui vero nome era Mikhail Mindru. Inoltre la polizza assicurativa in suo possesso risultava essere falsa in quanto la società di assicurazioni che avrebbe dovuto coprire il mezzo da eventuali sinistri era inesistente, pertanto l’uomo coinvolto in un incidente, avrebbe potuto anche emettere una lettera in caso di torto facendo credere di essere in regola con la copertura assicurativa. A ciò si aggiungeva che la stessa automobile risultava essere rubata tempo prima e che l’uomo era destinatario di due decreti di espulsione emanati dalla Questura di Ferrara e da quella di Avellino. Le indagini, coordinate dal magistrato della procura di Napoli Galasso, hanno portato all’arresto dell’uomo accusato di uso di documenti falsi, falsificazione di documenti di circolazione, ricettazione, inosservanza del provvedimento di espulsione. Dopo il decreto di fermo presso la Questura di Napoli l’uomo è stato condotto presso il carcere di Poggioreale.

VIGILI DEL FUOCO PERDONO IL TRAGHETTO

ERANO GIUNTI SUL PORTO PER RAGGIUNGERE L'ISOLA DI PROCIDA DOVE NON ESISTE UNA CASERMA DI POMPIERI

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. Sull’isola attendevano l’arrivo dei vigili del fuoco che nel frattempo perdevano il traghetto. Sabato mattina da Procida giungeva l’allarme: un uomo di 84 anni si trovava all'interno di un appartamento invaso dal gas. Ma sull’isola non esiste un distaccamento dei vigili del fuoco pertanto a ricevere l’allarme ed andare in soccorso dell’uomo erano i pompieri della caserma di Monterusciello. I quali, sirene e lampeggiante in azione, correvano verso l’isola. Separati dai circa 2 chilometri e 500 metri di mare, ai soccorritori per giungere sull’altra sponda non restava che imbarcarsi a bordo di una nave traghetto. La quale, per sfortuna dei pompieri e del povero 84enne procidano, salpava qualche minuti prima dell’arrivo dell’autobotte con a bordo i vigili del fuoco. Giunti sulla banchina infatti, non potevano fare altro che vedere il traghetto allontanarsi. Solo dopo qualche minuto dall’arrivo, riuscivano successivamente ad imbarcarsi a bordo di una motonave alla volta dell’isola. Riuscendo insieme ai carabinieri di Procida, a salvare l’uomo,la cui casa era stata invasa dal gas di una bombola usata per cucinare. A dare l'allarme ai carabinieri una vicina dell’anziano signore, che dopo aver sentito un intenso odore di gas bussava al citofono dell'abitazione, senza avere risposta. Sul posto intervenivano immediatamente i militari mentre per l’arrivo dei vigili del fuoco si doveva attendere qualche minuto. I quali nonostante la prontezza nell’intervento a seguito dell’allarme, erano costretti ad attendere la disponibilità dei traghetti per effettuare il soccorso. Fortunatamente l’epilogo non era tragico. Giunti sul posto, i pompieri insieme ai militari sfondavano l’ingresso dell’abitazione riuscendo a soccorrere l’uomo e scongiurando il peggio.

OFFERTE IN CHIESA: PARROCI TRUFFATI DAI FEDELI

NELLE BUSTE DELLE OFFERTE TROVATE BANCONOTE FALSE E FOGLI DI GIORNALE

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. Che dalle nostre parti si debba stare attenti a truffe e raggiri è cosa nota da tempo. Ma quando i raggiratori diventano gli uomini di fede (credenti e praticanti) e le vittime gli stessi rappresentanti della religione cattolica ( preti, suore, chierichetti) allora che si rimane interdetti. “Dovreste sapere le cose più assurde che ci sono accadute. Nelle buste consegnateci dai fedeli in segno di offerta anziché trovare soldi, ci è capitato di trovare banconote false e addirittura fogli di giornale” racconta sarcastico e sorridente padre Luigi Bellin, parroco della Chiesa “San Artema” di Monterusciello, la furbizia di chi riesce a truffare anche il clero. Il racconto del prelato durante il corso battesimale tenutosi martedì pomeriggio nella parrocchia del quartiere, davanti gli esterrefatti partecipanti. “Non chiediamo nulla per i sacramenti, battesimi, comunioni, cresime, matrimoni. Non si paga nulla. Se volete una semplice offerta a piacere, anonima. Che sia 3 euro o 100 euro cambia poco, per noi è un’offerta collettiva fatta alla chiesa”. Parole “sante” diremmo dinanzi a tale genuinità e limpidezza del padre, vittima insieme agli altri parroci della chiesa, di autentici truffatori i quali, magari dopo aver ricevuto il sacramento, giurato dinanzi a Dio la propria fede concludono con una truffa ai danni dell’istituzione rappresentante della propria religione. “Miracoli” potremmo dire, che solo dalle nostre parti accadono. Padre Luigi nel suo racconto ha voluto sottolineare la linea seguita dalla comunità ecclesiastica da lui rappresentata, che non ammette “tariffe” da pagare per i sacramenti. Una scelta oltre che ovvia, dettata qualche mese fa dal massimo rappresentante della Chiesa puteolana, il vescovo Gennaro Pascarella, che vietava ai rappresentanti delle varie parrocchie di chiedere od imporre tariffe per i sacramenti. Una volontà ed una condotta la quale sembrerebbe non sia stata accolta da parte dei rappresentanti dell’istituzione cattolica cittadina. Infatti, almeno in 2 chiese di Pozzuoli, sarebbe ancora in vigore una sorta di tariffario che regolamenterebbe la “vendita” dei sacramenti. “Portate i documenti per il battesimo e per la funzione viene 50 euro” sarebbe stata la richiesta pervenuta al nonno di una bambina impegnato ad organizzare il battesimo, richiesta poi ritrattata dinanzi alle proteste dell’uomo che faceva notare al parroco che un’offerta non poteva corrispondere ad una somma ben definita “Ci sono persone che danno anche 50 euro, però se volete dare qualcosa in meno non fa niente”. A ritrattare la richiesta. Due esempi, quello di Monterusciello e quello che ha visto protagonista il parroco di una chiesa puteolana, che mettono in risalto discordanze e diverse prese di posizione anche all’interno della comunità ecclesiastica, nonostante il diktat del vescovo che sistematicamente sembra venga “raggirato” da alcuni parroci.

domenica 23 maggio 2010

NEGOZIO IN FIAMME: PAURA NELLA NOTTE

A FUOCO UN LOCALE NEL CENTRO STORICO
CAOS, TRAFFICO IN TILT, RESIDENTI IN STRADA
VIGILI DEL FUOCO IMPEGNATI PER OLTRE 5 ORE
GIALLO SULLE CAUSE DEL ROGO - IL LOCALE SOTTOPOSTO A SEQUESTRO

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo" domenica 23 maggio 2010

POZZUOLI. Il fumo sempre più intenso che esce dalle serrande di un negozio in fiamme, residenti che scappano in strada, altri che si barricano nelle proprie abitazioni, traffico in tilt, difficoltà nei soccorsi. Notte di paura nel centro storico di Pozzuoli a causa di un incendio di vaste proporzioni sviluppatosi all’interno di un negozio di abbigliamento. Oltre 5 ore per sedare il rogo, durante le quali sono stati impegnati 12 vigili del fuoco, 3 autobotti e un’unità di supporto di autorespiratori. Mistero sulle cause dell’incendio. Sul luogo non sarebbero state trovate tracce che ricondurrebbero ad una matrice dolosa né segni di corto circuito o riconducibili a cause accidentali. Nessuna pista al momento è esclusa dagli inquirenti che indagano sull’accaduto. Nel frattempo il locale è stato sottoposto a sequestro. Il rogo si è verificato nella notte tra venerdì e sabato nei locali che ospitano il marchio di abbigliamento “Brand Fashion Shop” al civico 17 di Corso della Repubblica, nel pieno centro storico. Cuore della movida notturna dove a quell’ora numerosi automobilisti e pedoni si trovavano a transitare. Improvvisamente, ad andare in fiamme era il deposito al piano interrato del negozio. Un forte odore acre e fumo che col passare dei minuti diventavano sempre più intensi giungevano fino al piano superiore dell’edificio, fuoriuscendo dalle grate delle due serrande che danno lungo il marciapiedi. A lanciare l’allarme, intorno l’una, Ciro Urso e Giosafatte Della Ragione, due degli uomini della società di vigilanza privata “L’Aquila” impegnati nelle ispezioni al locale i quali, accorgendosi del fumo e della inequivocabile puzza di bruciato, chiedevano l’intervento dei vigili del Fuoco. Sembrerebbe che ad andare in fiamme sia stata una scaffalatura (sulla quale c’erano degli indumenti) del deposito che si trova nel sottoscala del locale posto a circa due metri sotto il livello stradale. Ricevuta la segnalazione dai 2 vigilantes la sala operativa di Arco Felice girava l’allarme ai vigili del fuoco che immediatamente giungevano sul posto dalla caserma di Monterusciello. I quali, per accedere all’interno del locale in fiamme erano costretti a sfondare la porta blindata d’ingresso. Entrati all’interno del locale, notevoli erano le difficoltà che i pompieri si ritrovavano dinanzi. Infatti, la localizzazione del rogo e la presenza di stretti corridoi e scalinate attraverso i quali si accedeva al deposito, costituivano un ostacolo per i soccorsi rendendo difficili le operazioni di spegnimento.
Rese ancora più complicate dall’elevata temperatura che nel frattempo si era formata all’interno del locale interrato non areato che ad un certo punto avrebbe raggiunto perfino i 3mila gradi centigradi. “Nel deposito sottostante non si riusciva ad entrare perché la temperatura era molto elevata, rischiavamo di bruciarci” racconta Pasquale, caposquadra della 5B di Monterusciello, impegnato insieme ai suoi colleghi nelle operazioni di spegnimento. “Sono stati necessari dei rinforzi. In tutto eravamo 12 uomini impegnati per spegnere il rogo. E’ stata davvero dura”. Sul posto giungeva a sostegno una seconda squadra di vigili del fuoco proveniente dal distaccamento della Mostra d’Oltremare Napoli. In tutto 3 autobotti ed un’unità di autorespiratori. Infatti per scendere nel sottoscala si era reso necessario l’utilizzo di maschere e bombole di ossigeno. Ingresso nel locale che peraltro è stato possibile intorno alle 4, solo dopo l’utilizzo di una pompa aspiratrice con la quale si è potuto aerare il locale e consentire l’ingresso dei pompieri. Nel cuore della notte giungeva anche il proprietario dell’attività commerciale, un 35enne residente a Marano che non poteva fare altro che assistere impotente che le fiamme finissero di distruggere il proprio locale. Migliaia di euro i danni. Le fiamme venivano sedate solo alle prime ore del mattino. Alle 6.20 l’ingresso locale veniva barrato con tavole in legno ed affisso il cartello di sequestro. Sarà ora la magistratura ad indagare sulla natura dell’incendio. Sembrerebbe che nel locale non siano stati ritrovati elementi che potrebbero condurre ad una matrice di tipo dolosa così come pare che sia esclusa quella di un corto circuito e che alimenta ulteriormente la nube di mistero che circonda l’episodio.

MANIFESTAZIONE DI PROTESTA PER L'ORDINANZA CONTRO I CANI

MA LA RICHIESTA DEGLI ANIMALISTI POTREBBE NON ESSERE ASCOLTATA DA NESSUNO

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. Oggi andrà in scena a Pozzuoli la “Prima giornata flegrea – E il cane incontra l’uomo” manifestazione nata a seguito dell’ordinanza sindacale del mese scorso, col la quale si vietava agli amici a quattrozampe di accedere in alcuni luoghi della città. Decisione che scatenò l’ira di quanti, possessori ed amanti di cani, vedevano leso il sacrosanto diritto di poter accedere al lungomare “Sandro Pertini”, alla “Villa Avellino” e alla Pista ciclabile di Monterusciello in compagnia dei propri animali. Tra mille contraddizioni oggi dalle 10,30 al via la manifestazione, organizzata da varie associazioni cittadine, pubblicizzata attraverso una locandina sulla quale campeggia tra gli altri anche il logo del comune di Pozzuoli, l’ente che attraverso sindaco e vice sindaco, nel mese di aprile ha emesso l’ordinanza di divieto. Quindi, leggendo la locandina, anche il comune avrebbe patrocinato la manifestazione, nata per “contestare” lo stesso comune di Pozzuoli che quindi, in sostanza, si sarebbe schierato contro se stesso. A ciò si aggiunge un secondo interrogativo. Contro chi si manifesterà? La lodevole iniziativa voluta da animalisti, associazioni, semplici cittadini da chi sarà ascoltata? Considerando che al comune di Pozzuoli l’unico interlocutore è il commissario prefettizio Roberto Aragno da pochi giorni insediatosi insieme al suo entourage. Potrà un funzionario di pubblica amministrazione chiamato all’ordinaria gestione della città revocare l’ordinanza voluta dall’amministrazione Giacobbe? Tanti gli interrogativi e le contraddizioni nate intorno alle ordinanze dell’aprile scorso, che comprendevano oltre il divieto di condurre i cani in apposite zone della città, anche il divieto di accattonaggio e prostituzione. Le quali non ebbero alcun seguito “sul campo”. Via Napoli e il suo lungomare non hanno mai conosciuto un cartello, un segnale che indicasse tale divieto o un vigile che imponesse il rispetto della nuova regola. Così come gli accattoni, quasi tutti stranieri e quindi “non informati” nella loro lingua dell’ordinanza nei propri confronti. Ed infine, la decisione di multare le prostitute in strada. Nata per combattere un fenomeno proprio a Pozzuoli sembra non aver raggiunto i marciapiedi.

sabato 22 maggio 2010

PRESIDIO FISSO DEI SENZALAVORO DAVANTI AI DEPURATORI DI CUMA

PROTESTA QUOTIDIANA DI UN GRUPPO DI EX LAVORATORI EDILI
DISPERATI CHIEDONO UN LAVORO: "NO ALLE DITTE ESTERNE ASSUMETE NOI"
di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" venerdì 21 maggio 2010

POZZUOLI. Da quasi un mese presidiano ogni mattina l’ingresso dell’impianto di depurazione di Cuma – Licola. Una decina di disoccupati di ogni età, organizzatisi spontaneamente, senza alcuna sigla, si riuniscono tutti i giorni dalle 6 del mattino nello spiazzale antistante l’impianto. Inizialmente erano 4 poi si sono aggiunti tutti gli altri. Con striscioni e cartelli affissi al cancello chiedono che venga dato loro un lavoro. Vogliono denunciare il proprio stato di sofferenza, la propria disperazione. Ex manovali, lavoratori edili, ex Lsu, attualmente senza lavoro da diversi anni, con mogli e figli da sostenere. La disperazione li ha spinti a seguire un input, un semplice segnale, come se si trattasse di uno spiraglio “ Sappiamo che qui dentro ci sono delle ditte esterne che vengono incaricate per i lavori, che si lavora su 3 turni, si fanno straordinari. Perché non assegnarci un lavoro anche a noi, visto che qui c’è disponibilità lavorativa?” Ecco spiegata la loro presenza all’esterno dello spiazzale, nella guardiola d’ingresso, ospitati dalla solidarietà di chi invece ha la fortuna di avere un posto di lavoro. Rimangono ogni giorno a presidio nello spiazzale fino alle 13.30, quasi a voler coprire simbolicamente un intero turno di lavoro. Due settimane fa bloccarono l’ingresso dei mezzi diretti ai depuratori, fu necessario l’intervento della Polizia per ripristinare l’ordine. “Abbiamo bloccato le ditte esterne che tolgono lavoro a noi. Non il funzionamento dell’impianto” dice uno di loro. A difesa del reato di interruzione di pubblico servizio. Ce l’hanno l’azienda che gestisce l’impianto rea secondo loro di “ dare lavoro ad altri”. Chiedono che gli venga data la possibilità di lavorare, una priorità essendo del posto, residenti a Pozzuoli e professionalmente formati. “Siamo dimenticati da tutti, non sappiamo più come portare avanti le nostre famiglie” racconta uno di loro, Ennio Giuseppe 41 anni “Sono costretto a vivere con i miei 4 figli a casa di mio suocero” A loro sostegno anche la Cisl, che segue la vicenda attraverso il sindacalista Gennaro Di Capri “Tra di loro ci sono degli ex iscritti al nostro sindacato. Seguiamo la loro vicenda in quanto ex lavoratori che purtroppo ora non hanno un posto. Abbiamo fatto richiesta alla dirigenza dell’azienda che gestisce l’impianto di tenerli in considerazione nell’eventualità, visto che hanno delle specifiche professionalità. Siamo in attesa di una risposta per un incontro.”

giovedì 20 maggio 2010

TITOLARE SVENTA RAPINA NEL PROPRIO NEGOZIO

3 LADRI DI COLORE SCOPERTI E MESSI IN FUGA DOPO UNA COLLUTTAZIONE
IL TENTATIVO DI FURTO IN UN NEGOZIO DI ABBIGLIAMENTO IN VIA COSENZA

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo"

POZZUOLI. Sventa rapina ai danni del proprio negozio fingendosi un cliente. Protagonista, il titolare di un’attività commerciale in via Cosenza, a Pozzuoli. L’episodio è accaduto alle 17.15 circa di ieri quando tre giovani di colore entravano all’interno del negozio di abbigliamento “Classe ‘75” di proprietà F. F. , nei pressi della Piazza della Repubblica. All’interno del locale i tre, approfittando di una distrazione delle commesse del negozio, iniziavano a rovistare tra i vari capi d’abbigliamento. Secondo quanto raccontato da Tobia, fratello del titolare del negozio e gestore anch’egli di un’attività commerciale nelle vicinanze, i ladri una volta all’interno del locale iniziavano ad ammassare alcune maglie in modo da poterle portare via facilmente. Una scena che non passava inosservata al proprietario del negozio che proprio in quel momento stava rientrando nel proprio locale. Il quale, insospettitosi dallo strano comportamento dei tre giovani di colore, faceva inizialmente finta di nulla fingendosi un cliente, traendo in inganno i ladri che nel frattempo stavano proseguendo nel loro piano di furto. A quel punto, dinanzi all’evidente situazione di furto che si stava perpetrando ai propri danni, il titolare del negozio decideva di“entrare in azione” bloccando i tre in procinto di portare via i capi fino a quel momento raccolti. Una volta “colti in flagranza” i tre giovani immigrati di colore avevano una breve colluttazione con l’uomo, che riusciva a metterli in fuga e sembra salvando anche la propria merce. Nello scontro fisico con gli immigrati, l’uomo riportava una lieve ferita alla mano e qualche escoriazione. Nel frattempo i tre ladri di colore riuscivano a scappare attraverso i vicoletti del centro storico. Sul posto arrivava una pattuglia dei carabinieri i quali, ascoltata la testimonianza del proprietario del negozio di abbigliamento, si mettevano sulle tracce dei rapinatori.

martedì 18 maggio 2010

SPARATORIA AL PARCO BOGNAR

DEGENERA UNA LITE TRA COGNATI
3 I COLPI SPARATI, LA VITTIMA FERITA ALLA TESTA

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo" martedì 18 maggio 2010

POZZUOLI. Tre spari nella notte, a meno di 36 ore dall’omicidio di sabato a Licola. E il pensiero che corre inevitabilmente all’inizio di una nuova guerra di camorra. Due cognati che litigano poco prima della mezzanotte, sembra per motivi di carattere economico. Uno dei due estrae una pistola, una scacciacani, tre colpi, che non vanno a segno, forse sparati intenzionalmente in aria, probabilmente per intimidire il rivale. Che viene colpito alla testa col calcio dell’arma, finisce a terra, c’è del sangue, si teme il peggio. Notte di paura a Pozzuoli, in una traversa limitrofa al Parco Bognar, in via Solfatara. 23.45 circa di domenica sera, G.T. 45 anni, geometra, istruttore di spinning presso un noto centro polisportivo della città, allenatore di calcio dilettantistico ha un alterco con il fratello della propria ex moglie. Il litigio avviene sotto casa della madre di quest’ultima, dove prima di separarsi i due coniugi avrebbero vissuto. In giornata i festeggiamenti per la prima comunione della loro figlioletta. Di ritorno dal ristorante, il litigio tra i due cognati nel vicolo adiacente all’ex clinica “Villa Bianca”, a quanto pare dovuto a motivi economici. Un alterco, volano parole grosse, minacce e la pistola che viene estratta da uno dei due, Tre colpi esplosi e G.T. che cade a terra, sanguinante colpito alla testa dal calcio della scacciacani. Il cognato che ferisce l’ex marito della sorella. Si parla di tensioni tra i due che andavano avanti da diverso tempo. Paura nella notte. Numerose i residenti nel parco Bognar e nelle traverse limitrofe, lungo via Solfatara, trafficata anche di notte, arteria di collegamento tra Agnano e Pozzuoli. Gente in pigiama che si affaccia alle finestre, spiano da dietro le tende, per qualche minuto si teme che sia iniziata una faida di camorra, sono ancora vivi gli echi dell’omicidio di Carmine Campana, si teme che quegli spari siano collegati. Sul posto arriva un’ambulanza del 118, i militari del nucleo operativo radiomobile della compagnia radiomobile di Pozzuoli e, in ausilio, gli agenti di polizia del vicino commissariato di Piazza Italo Balbo. G.T. ferito veniva trasportato presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” in località “La Schiana”. Medicato dai sanitari per lui una prognosi di 20 giorni, a seguito delle ferite riportate alla testa. Denunciato a piede libero con l’accusa di “minacce e lesioni” il cognato. A quanto pare, da fonti inquirenti, all’arrivo di carabinieri e polizia la vittima avrebbe raccontato una dinamica dei fatti diversa da quella successivamente ricostruita dai militari, che ritengono il movente legato a dissidi di natura economica tra i due.

CADE ALBERO SULLA STRADA - PAURA A LICOLA

IL PLATANO FORTUNATAMENTE NON HA COLPITO NE' AUTO NE' PASSANTI
E' IL TERZO EPISODIO IN UN ANNO

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" lunedì 17 maggio 2010

LICOLA. Forte vento, pioggia e un grosso albero che si spezza, cadendo sulla strada. In quell’istante nessuna macchina o pedone che transita. Per fortuna, poteva essere una tragedia. E’ la terza volta che accade a Licola, e sempre in via Dei Platani. Tardo pomeriggio di sabato, spira un vento forte, pioviggina, i traghetti sono fermi nei porti per il mare grosso. Nella zona denominata Licola Borgo un grosso platano ( dal quale prende il nome la strada) si spezza alla base, improvvisamente cade sull’asfalto. Sono da poco passate le 18, solo un caso ha voluto che nessuno finisse travolto. La strada normalmente è trafficata, è la parallela alla via Domitiana, c’è un via vai continuo. “Dio vede e provvede, per fortuna che non stava passando nessuno in quel momento” dice un uomo fermo nella propria auto mentre assiste all’intervento dei vigili del fuoco. Ora è allarme ora sulle condizioni di salute degli alberi. Quello di sabato è il terzo grosso arbusto caduto nella zona nell’ultimo anno, a pochi passi dalla caserma dei Carabinieri, da un distributore di carburante e da alcune abitazioni. Probabilmente a causa del forte vento un grosso arbusto, sabato pomeriggio uno dei tanti platani che alberano la strada si sarebbe spezzato staccandosi dal terreno e andando a finire interamente di traverso sulla strada sottostante. Sul posto giungeva una volante della Polizia di Stato e un mezzo dei vigili del fuoco. Quest’ultimi provvedevano a rimuovere il grosso albero, la cui lunghezza andava ad occupare di traverso entrambe le corsie della carreggiata. Per oltre un’ora la strada che porta verso la stazione della Circumflegrea di Licola rimaneva chiusa al traffico, con gli automobilisti convogliati verso altre direzioni. L’ennesimo episodio registrato in via Dei Platani, dopo i precedenti del 27 aprile dell’anno scorso quando anche in quell’occasione cedette un platano (a pochi metri di distanza da quello crollato sabato) e del 3 gennaio scorso, quando a cadere fu un grosso pino, che oltre a provocare lo smottamento del terreno, sfiorò la trafficata via Domitiana. Anche in quel caso si sfiorò la tragedia.

lunedì 17 maggio 2010

CIRCO A QUARTO - SCENDE IN CAMPO LA LAV

DENUNCIA DA PARTE DELLA LEGA ANTI-VIVISEZIONE

GLI ATTIVISTI IN UN VIDEO MOSTRANO LE PRECARIE CONDIZIONI DI ANIMALI E IL MANCATO RISPETTO DELLE NORME DI SICUREZZA

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma"

QUARTO. “Intervengano sindaco ed autorità competenti contro il mancato rispetto delle norme di sicurezza e del benessere degli animali”. Scende in campo la LAV per denunciare quanto accade dal 6 maggio scorso in Corso Italia, a Quarto.“Violazione delle normative sulla sicurezza dei cittadini e per la tutela degli animali” le accuse da parte degli attivisti contro il circo Rony Roller. La denuncia attraverso un recente filmato realizzato giovedì scorso dagli attivisti che denunciano “il mancato rispetto dei criteri minimi di benessere, stabiliti dalla Commissione scientifica CITES, per gli animali del Circo Rony Roller, ma anche possibili rischi per la sicurezza dei cittadini” si legge nel comunicato stampa emesso nella giornata di ieri. “Se questa è l’attenzione che i circensi rivolgono alla sicurezza – dichiara Nadia Masutti, Responsabile LAV Settore Circhi e Zoo – non stupisce che nel 2008, a Maddaloni, da questo Circo una tigre sia riuscita a fuggire.
Ed è gravissimo non solo che le autorità abbiano concesso al Circo di attendare in queste condizioni, ma che nessuno sia ancora intervenuto nonostante la LAV abbia già provveduto ad inoltrare una segnalazione a Sindaco, Servizi Veterinari, Polizia Municipale e corpo Forestale”.
Inoltre la LAV rileva, ancora una volta, come le condizioni degli animali non rispecchino minimamente nemmeno i criteri “minimi” previsti per la loro detenzione: agli animali sono negate anche esigenze elementari, come la possibilità di nascondersi alla vista del pubblico o gli arricchimenti ambientali considerati “componente essenziale” per stimolare “i comportamenti naturali degli animali al fine di ridurre o minimizzare gli effetti della noia e la comparsa di comportamenti stereotipati”. “Sollecitiamo la pubblica autorità ad intervenire tempestivamente e con la massima severità per garantire il rispetto della normativa e delle esigenze di tutti: cittadini ed animali – continua Nadia Masutti – e per assicurarsi che non si verifichino mai più fatti di tale gravità”.
Dal comune di Quarto intanto, attraverso l’ufficio stampa, fanno sapere che “E’ stato preso atto della situazione ed il problema è stato girato alla polizia municipale che provvederà ai dovuti controlli”.
Nel frattempo il responsabile del circo Rony Vassallo, che ha ottenuto una proroga degli spettacoli fino al prossimo 24 maggio, smentisce ogni qualsivoglia di accusa nei propri confronti “ Abbiamo tutti i permessi da parte di Asl e Guardia Forestale. Tutti i controlli sono stati effettuati e siamo in regola. Tutto è a norma di sicurezza, come il recinto delle tigri che sono più alte e più larghe della norma e i cammelli che essendo animali domestici possono stare dove sono. Gli animali sono tenuti bene, in regola e con acqua e cibo in abbondanza. Tutti sono contenti della nostra presenza, nessuno si lamenta ed abbiamo portato pulizia e disinfestato questo il piazzale nel quale ora ci troviamo”

venerdì 14 maggio 2010

SCHIUMA E PUZZA NEL LAGO MISENO

LIQUIDI OLEOSI NELLE ACQUE IN PROSSIMITA' DELLE BOCCHE DI SCOLO
AMBIENTALISTI DENUNCIANO SCARICHI ILLEGALI
di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" venerdì 14 maggio 2010
BACOLI. Schiuma bianca, liquidi oleosi e puzza nel lago Miseno, a Bacoli. Una presenza che cresce di intensità in prossimità delle bocche di scolo dei canali che convogliano l’acqua piovana nel bacino del lago, dove in alcuni punti, l’aria è maleodorante. Alla quale si aggiunge la presenza di mucillaggine a formare un mix che desta particolari preoccupazioni su quelle che sarebbero le reali condizioni di salute del lago, specie in prossimità della stagione estiva e del caldo. A lanciare l’allarme anche l’associazione ambientalista “FreeBacoli” che ha inviato una lettera di denuncia alle autorità competenti su presunti scarichi illegali in acqua. Sos partito a seguito della presenza, durante la giornata di domenica scorsa, di liquido oleoso che sgorgava dalle bocche di scolo di uno dei canali che sorgono tutt’intorno al lago, che in acqua andava a formare ampie chiazze di colore scuro. Da lì la richiesta da parte degli ambientalisti di un sopralluogo ai carabinieri della vicina caserma di Bacoli i quali, immediatamente recatisi sulla sponda del lago, prendevano atto di quanto in quel momento stesse accadendo e segnalando, all’indomani, l’accaduto ad Arpac e Asl. “Vedevamo uno strano liquido fuoriuscire da uno dei canali di scolo” racconta Alessandra Sagliocchi, membro dell’associazione “un liquame maleodorante e di sospetta natura non organica. Chiedevamo l’intervento dei militari i quali effettuavano un sopralluogo costatando la presenza dello sversamento e di un bacino, nascosto alla vista della vegetazione, nel quale erano depositati rifiuti ingombranti, materiali plastici ed immondizia varia”. Segnalazione che la stessa associazione faceva attraverso un documento di denuncia inoltrato allo stesso sindaco di Bacoli, all’assessore competente, all’ufficio tecnico del comune, ad Arpac, Noe, Carabinieri, Polizia Municipale e Corpo Forestale dello Stato.Sono circa 3 i chilometri di costa che girano tutt’intorno al lago Miseno, sulle cui sponde sorge una pista ciclabile.
Al di sotto della quale, a qualche metro di distanza l’uno dall’alto, passano i canali di scolo che dovrebbero convogliare le acque piovane e reflue.
Lunghi solchi che collegano la strada con lo scolo in acqua, i cui percorsi in alcuni punti passano tra la vegetazione e numerosi detriti, i quali spesso anch’essi convogliati verso l’acqua. Probabilmente a causa della mancanza di griglie e reti di protezione poste in prossimità dello sfogo in acqua o all’inizio del canale stesso, utili a filtrare l’acqua. Assenza di filtraggio che finisce per convogliare di tutto nelle acque del lago e laddove i passaggi non lo consentano, i detriti formano una sorta di tappo che impedisce il passaggio delle acque finendo per ammassare i rifiuti lungo il percorso.










giovedì 13 maggio 2010

ZOO PER STRADA A QUARTO

TIGRI, DROMEDARI ED UN ELEFANTE DI UN CIRCO TENUTI A POCHI PASSI DAL MARCIAPIEDI SENZA PROTEZIONI
PUZZA IN TUTTA LA ZONA
PRECARIE LE CONDIZIONI NELLE QUALI SONO TENUTI GLI ANIMALI
di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo"
QUARTO. Due dromedari da poter accarezzare, due tigri alle quali poter dar da mangiare, asini che ragliano, cinghiali, bisonti e bufali americani che scorazzano, un elefante che solleva paglia con la proboscide e sputa acqua. Scene tipiche da zoo safari quelle che da qualche giorno si vivono a Quarto, lungo il Corso Italia. Dove dal 6 maggio scorso ha montato il proprio attendamento un’attività circense in un vasto spiazzale a meno di 3 metri sotto il livello della strada che oltre ad ospitare le classiche tende e roulotte degli artisti circensi, ospita numerosi animali, visibili a tutti. Una presenza insolita lungo la centralissima e trafficata strada peraltro a pochi passi da attività commerciali e abitazioni. E che durante la giornata genera curiosità tra i passanti i quali attratti alla vista degli animali fermano le proprie auto lungo il marciapiedi per ammirare l’improvviso spettacolo. Ma allo stesso tempo una presenza che potrebbe costituire un potenziale pericolo per la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, considerando che la zona dove sono ospitati gli animali del circo non presenta alcuna recinzione.
Infatti, tra il marciapiedi e lo spiazzo sottostante c’è un muretto alto meno di mezzo metro sotto al quale trovano riparo due dromedari i quali, una volta alzatisi in piedi, riescono quasi a raggiungere la superficie di calpestio. Infatti, i dromedari in piedi riescono quasi ad arrivare con la testa vicino ai piedi dei passanti. A queste si aggiungono le due tigri, tenute in una gabbia aperta sulla parte superiore, a poca distanza dal marciapiedi, la cui recinzione ha un’altezza che supera non di molto il livello stradale. Pertanto sarebbe semplice anche gettare alimenti od oggetti agli animali feroci ai quali, qualche sera fa, secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, vennero gettate delle galline vive da alcuni ragazzi curiosi di vedere come venivano sbranate. Martedì sera, quello che a prima vista sembrava un litigio tra le due tigri che dividono la gabbia, attirò numerosi passanti spaventando anche qualche bambino. Inaspettatamente, mentre percorrevano Corso Italia numerosi automobilisti alla guida si ritrovarono dinanzi le due tigri saltare all’interno del proprio recinto.
Mercoledì mattina, a distanza di 2 metri dal marciapiedi, al centro dello spiazzale, anche un grosso elefante, visibilmente affaticato, che sembrava quasi barcollare, ha richiamato l’attenzione e l’ilarità di molti passanti, esterrefatti nel vedere l’animale in città. Tutt’intorno le altre specie di animali, tenute sotto gazebo posizionati lungo lo spazio antistante via Segaetano. Una location insolita, facilmente raggiungibile anche da un bambino che spinto dalla curiosità e dalla vicinanza agli animali, potrebbe avventurarsi nello spiazzale che apparentemente sembrerebbe non vigilato intorno al suo perimetro, tranne che per la presenza di alcuni addetti del personale, intenti a dar da mangiare alle bestie.

Spiazzale dove i grossi animali defecano provocando in alcune ore della giornata cattivi odori che investono tutta l’area circostante. Così come le nubi di terreno e polvere che si alzano nell’aria ogni qualvolta qualcuno di essi compie dei movimenti.
Potenziali problemi per la sicurezza, di igiene alle quali si aggiungerebbe il mancato rispetto delle norme a tutela delle varie specie di animali, visibili giorno e notte. Come nel caso delle due tigri tenute in angusti spazi, i quali ridurrebbero lo spazio per il movimento delle bestie. Al riguardo, la presenza e la tipologia di location ha suscitato la curiosità della Lav ( Lega Anti Vivisezione ) la cui responsabile per le attività circensi, Nadia Masucci, ha annunciato la richiesta di controlli “Avvieremo accertamenti con l’ente e con il corpo di guardia forestale per appurare se vengono rispettate le norme a tutela degli animali e se vengano effettuati i controlli sulla sicurezza”. Nel frattempo, fino al prossimo 17 maggio sarà possibile lungo Corso Italia, continuare ad ammirare gratuitamente lo zoo safari all’aperto.





























mercoledì 12 maggio 2010

INVESTITO DALLA PROPRIA AUTO IN AVARIA

GIOVANE DI MONTERUSCIELLO FERITO DOPO UN TAMPONAMENTO

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotdiano "Roma" giovedì 13 maggio 2010

POZZUOLI. Scende dalla propria automobile in avaria la quale, tamponata da un’altra auto, lo investe. E’ accaduto nel pomeriggio di martedì a Monterusciello, quartiere di Pozzuoli. Erano le 17.30 circa quando il conducente di una Peugeot 307 percorrendo via Monterusciello, in direzione Quarto, era costretto a fermarsi, a quanto pare per mancanza di benzina. Secondo le prime ricostruzioni l’uomo, sceso dall’abitacolo dopo aver sostato a pochi metri dallo svincolo della SS7 Qater, forse in attesa dell’arrivo di qualcuno che lo potesse aiutare a risolvere l’avaria, si dirigeva verso il cofano anteriore dell’automobile. Improvvisamente una Fiat Punto, proveniente dalla stessa corsia, per motivi ancora da accertare, andava a finire sul lato posteriore della Peugeot. Nel tamponamento, che provocava lo spostamento dell’auto in avaria in avanti, il giovane da poco sceso dall’abitacolo veniva investito dalla propria automobile, andando a finire contro il cofano e il parabrezza, che nell’urto andava in frantumi. L’uomo nell’impatto riportava una ferita alla fronte, probabilmente provocata dall’urto contro il vetro della sua automobile e diverse contusioni ed escoriazioni. Mentre il conducente della Fiat Punto, A.D.L. anch’egli residente a Monterusciello che a seguito del forte tamponamento, nel quale la sua automobile si accartocciava sul lato anteriore, rimaneva anch’egli ferito. Entrambi i giovani venivano soccorsi dai sanitari del 118 giunti sul posto e trasportati, fuori pericolo di vita, presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” in località “La Schiana”. Sul luogo dell’incidente gli agenti della Polizia Stradale della sezione di Napoli che effettuavano i rilievi utili ad accertare le eventuali responsabilità e le cause del sinistro. Solo intorno alle 19.30 dopo le operazioni di soccorso e post-incidente, che richiedevano anche l’intervento di 3 mezzi per la rimozione delle auto coinvolte nel sinistro, nella zona il traffico veicolare ritornava alla normalità.

martedì 11 maggio 2010

IL COMUNE DI POZZUOLI NON PAGA GLI STRAORDINARI

DEBITI VERSO I DIPENDENTI DI OLTRE 80 MILA EURO

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblizati sul "Roma" e "Corriere Flegreo" domenica 9 maggio 2010

POZZUOLI. Mancherebbe una retribuzione, nella busta paga di 27 lavoratori appartenenti al “Corpo di Vigilanza” del comune di Pozzuoli, relativa al “Lavoro straordinario per servizio di pronta reperibilità”. I quali, negli ultimi sei mesi del 2009, non avrebbero ottenuto le spettanze economiche relative alle ore di straordinario effettuate.
La denuncia arriva da due rappresentanti sindacali del comparto, Antonio Beneduce, guardia giurata ed esponente della Cgil e Mario Massa, impiegato Rsu ed esponente Uil. Nonostante il servizio regolarmente prestato dalle G.P.G. (Guardie Particolari Giurate) durante lo scorso anno per un periodo di 6 mesi durante il quale è stata regolarmente effettuata la vigilanza presso i vari siti sotto egida comunale, come la sede del Rione Toiano, il mercato ittico di via Fasano e gli uffici della Pretura. Servizio attraverso il quale vengono assicurate prestazioni professionali “extra” rispetto al normale orario di lavoro, oltre alla reperibilità h 24 dello stesso dipendente. Ore di lavoro supplementari che non sarebbero ancora state pagate dal comune di Pozzuoli ed un ammanco di circa 10mila euro nelle buste paga quale somma da ripartire tra le 27 guardie impiegate. Soldi che quindi, a distanza di quasi un anno, non sono ancora stati intascati a fronte di centinaia di ore lavorative effettuate. “Non abbiamo ancora ottenuto quanto il comune ci deve per le ore di lavoro effettuate nel periodo compreso tra luglio 2009 e dicembre 2009” dicono i due Rsu mentre sfogliano il prospetto delle spettanze non ancora evase dall’ente. “E’ assurdo che il dirigenti preposti abbiano chiamato i lavoratori ad effettuare ore di straordinario nonostante non ci fossero soldi a sufficienza.
Ciò farebbe pensare che sia stato tutto improvvisato, che non esista una programmazione da parte del comune e che nessuno abbia tenuto conto delle reali disponibilità economiche, continuando a predisporre straordinari senza alcuna copertura finanziaria”. Un caso, quello delle 27 Guardie Particolari Giurate che sembrerebbe non essere isolato. Secondo i due esponenti sindacali “Le stesse problematiche riguarderebbero anche i dipendenti del comparto di servizio Igiene Urbana quali l’ente dovrebbe circa 40mila euro lo straordinario effettuato nei giorni festivi infrasettimanali nel 2009 e 2010 e il Call Center del comune di Pozzuoli, dove ci sarebbe per i dipendenti un ammanco di circa 82mila euro nel periodo 2008/2009”. Infatti sembrerebbe che oltre alle Guardie Giurate ci sarebbero anche altri dipendenti comunali a non aver percepito in busta paga le spettanze relative alle ore di straordinario sostenute. Come appunto i dipendenti del servizio Igiene Urbana i quali, attraverso gli Rsu, hanno presentato nei giorni scorsi un documento rivolto a sindaco, assessore all’igiene urbana, segretario generale, dirigente igiene urbana e alle risorse umane nel quale testualmente viene fatta esplicita richiesta “ad Horas di liquidazione delle spettanze dovute in mancanza delle quali si attiveranno tutte le azioni sindacali e legali a tutela dei sacrosanti diritti dei lavoratori”Stando ai dati forniti dai due sindacalisti, in totale il comune di Pozzuoli dovrebbe pagare ai propri dipendenti una cifra superiore a 130mila euro, a copertura delle ore di straordinario effettuate per il servizio di reperibilità negli ultimi 2 anni. Parziale conferma arriva anche dal ragioniere capo del comune di Pozzuoli Mino Cossiga, secondo cui “Il fondo preposto per queste finalità è esaurito. Si necessita quindi un intervento straordinario, quale potrebbe essere quello di vedere le somme non ancora erogate riconosciute come debito fuori bilancio”.

domenica 9 maggio 2010

LA REPLICA DEL CENTRO SINISTRA ALL'EX SINDACO GIACOBBE

"ERA UNA MAGGIORANZA ALLO SBARAGLIO. ABBIAMO LIBERATO LA CITTA' "

di Gennaro Del Giudice
articol pubblicato sul quotidiano "Roma" sabato 8 maggio 2010

POZZUOLI. “Non potevamo assistere inermi ad una guerra interna che nel frattempo bloccava il paese” è unanime il pensiero dei nove rappresentati dell’opposizione (Pd, Idv , SEL), firmatari insieme ai sette componenti del centrodestra dell’atto notarile con il quale hanno rassegnato le proprie dimissioni provocando lo scioglimento del consiglio comunale. “Una serie di faide interne che hanno provocato una impasse da parte dell’amministrazione alla quale più di una volta abbiamo anche teso una mano, con la quale abbiamo tentato un dialogo e in alcuni casi assicurato con la nostra presenza, il numero legale per lo svolgimento del consiglio comunale” è il commento di Paolo Ismeno, consigliere del Pd, durante la conferenza stampa indetta dai membri di quella che è ormai da ritenersi l’ex opposizione che risponde alle accuse di “killeraggio” rivolte da Giacobbe “Il sindaco candidandosi alle elezioni aveva regionali aveva già deciso di lasciare il governo del paese. Il killeraggio politico lo ha commesso lui”. Mancanza di una coesione tra i membri della maggioranza, lotte interne, giochi di potere e la campagna elettorale per le elezioni regionali tra le colpe maggiori addossate all’ex primo cittadino “ Colpevole di un fallimento totale che è anche quello del Pdl a Pozzuoli che non esclude i 7 componenti della coalizione che insieme a noi hanno firmato le dimissioni” ha aggiunto Luigi Manzoni del Pd. A rincarare la dose ci pensa anche Gianfranco Di Somma, di che ha accusato Pasquale Giacobbe di “Aver messo in campo un disegno personale studiato 2 anni fa con l’obiettivo ultimo di ottenere la poltrona di consigliere regionale”

SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE - CAOS A POZZUOLI - DURO ATTACCO DI PASQUALE GIACOBBE

IL SINDACO SFIDUCIATO CRITICA I DIMISSIONARI: "CRIMINE POLITICO SCIOGLIERE IL CONSIGLIO E' KILLERAGGIO CONTRO DI ME"
"LA CITTA' IN MANO A POCHI POTENTATI PROPRIO COME AI TEMPI DELLA MANO NERA DEL 1993"
GIUNTO IN CITTA' IL PREFETTO ROBERTO ARAGNO

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" sabato 8 maggio 2010

POZZUOLI. «Le dimissioni dei 16 consiglieri comunali sono un crimine politico ad esclusivo danno della città di Pozzuoli». Ventiquattro ore dopo le dimissioni di 16 consiglieri comunali su 30 che hanno decretato con questa scelta la fine anticipata dell’esperienza dell’amministrazione di centrodestra guidata da Pasquale Giacobbe, il sindaco ha convocato ieri mattina la stampa e non ha usato parole tenere nei riguardi dei consiglieri comunali del Pdl che si sono dimessi. Parole d’accusa nei confronti di quelli che egli stesso definisce i “poteri occulti” nelle mani di alcuni “potentati” della città durante la conferenza di ieri mattina. Una regia politica portata avanti da quella che Pasquale Giacobbe definisce «la Mano Nera politica formata dagli stessi personaggi che già nel 1994 tra la prima e la seconda repubblica, esclusi dalla Dc, diedero vita ad una lista civica che la città bocciò». «Dietro le dimissioni di quei consiglieri non ci sono altro che interessi personali. Solo protagonismi - continua Giacobbe - e non, come invece vogliono far credere, la contrarietà alla mia candidatura alle recenti elezioni regionali. Io questa campagna elettorale l’ho condotta con pochi amici e tanti cittadini che mi hanno accordato il proprio voto ancora una volta. Voglio ricordare che le “insofferenze” di questi consiglieri comunali dimissionari non sono una novità, ma risalgono al giugno 2009 quando per la prima volta tentarono di raccogliere le firme per far cadere la mia amministrazione. Adesso dopo tre tentativi falliti sono riusciti a mettere a segno il loro colpo». Il rammarico di Giacobbe, però, è tutto per la città che «ripiomba nel baratro del commissariamento prefettizio e che potrebbe durare anche per oltre un anno». A Pozzuoli, infatti, si è insediato il prefetto in pensione Roberto Aragno, già prefetto di Lecco, che adesso sarà commissario prefettizio per i prossimi 12 mesi. Ma Giacobbe punta l’indice contro una scelta “scellerata” e “inopportuna”. «Ricade proprio in un momento che, invece, avrebbe potuto essere favorevole alla città - ha aggiunto Giacobbe - Proprio ora che il centrodestra è al governo del Paese, della Regione e della Provincia. Un’occasione che non dovevamo perdere e che si sarebbe risolta in un’unità di intenti, progettualità comune e sviluppo per la città. Pozzuoli da due anni sta cambiando volto e sono sotto gli occhi di tutti i cittadini i tanti cantieri aperti, a cominciare dall’intero asse viario, fino alle due villette del centro storico; poi il progetto del Waterfront, gli alloggi di edilizia pubblica e residenziale, i fondi per tante opere pubbliche e per il Rione Terra che ho personalmente perseguito durante il mio breve periodo come consigliere regionale». E, infine, non manca una sferzata ai dimissionari: «Il Pdl si è così liberato di un pò di zavorra e, stando agli ultimi dati elettorali, proprio quando ha dimostrato di essere più in forma che mai. Per il futuro bisognerà stare attenti a liste più rappresentative. Ma su questo ci sono già le dichiarazioni dei dirigenti regionali e provinciali, che hanno detto a chiare lettere che costoro sono fuori dal partito - conclude Giacobbe - Il Pdl a Pozzuoli è ancora giovane, ma fino alle prossime elezioni amministrative avrà il tempo di formare una classe politica più rappresentativa che guardi alle istituzioni con maggiore rispetto ed attenzione, senza creare cabine di regia esterne alle sedi istituzionali ». Gli ex consiglieri comunali del Popolo della Libertà dimessisi dalla carica respingono, intanto, tutte le critiche rivolte loro contro dal sindaco sfiduciato e sottolineano che «con Giacobbe Pozzuoli non aveva più un futuro, né c’erano le condizioni per andare avanti, perché Giacobbe ha solo usato i due anni di sindacatura per farsi campagna elettorale per le elezioni regionali, pensando al proprio interesse politico personale e non alla città nel suo insieme»

sabato 8 maggio 2010

INCIDENTE STRADALE A BACOLI: 2 GIOCATORI DI BASKET AMRICANI DELL'AIR AVELLINO AGGREDISCONO I CARABINIERI

I DUE, UBRIACHI, AVREBBERO PROVOCATO UN INCIDENTE FRONTALE
CALCI E PUGNI AI MILITARI CHE AVEVANO CHIESTO I DOCUMENTI
DURANTE L'AGGRESSIONE RIMASTO FERITO UN CARABINIERE
ARRESTATI PER RESISTENZA E VIOLENZA A PUBBLICO UFFICIALE

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" sabato 8 maggio 2010

BACOLI. Ubriachi causano un incidente stradale ed aggrediscono i carabinieri che poi li arrestano. Protagonisti, gli assi americani della squadra di serie A1 di basket “Air Avellino” Dee Brown e Chevon Troutman. Di ritorno da una serata trascorsa in un locale di Bacoli, all’alba di venerdì, intorno alle 4.30, i due americani a bordo di un’auto di grossa cilindrata, una Mercedes “classe E” stavano percorrendo via Cuma, in direzione della Tangenziale di Pozzuoli. Improvvisamente, l’auto sulla quale viaggiavano invadeva la corsia opposta al proprio senso di marcia, andandosi a scontrare frontalmente contro una Fiat Punto. Alla guida dell’automobile, che sopraggiungeva dalla direzione opposta, c’era un 50enne di Bacoli in compagnia del figlio 18enne. Tra i due mezzi l’impatto era violentissimo. L’utilitaria finiva per accartocciarsi su un lato. Il 18enne, ferito nello scontro, riusciva ad uscire dall’abitacolo mentre il padre rimaneva incastrato tra le lamiere e per estrarlo era necessario l’intervento dei vigili del fuoco, che immediatamente giungevano sul posto provenienti dalla caserma di Monterusciello. I due occupanti della Fiat Punto veniva soccorsi dai sanitari del 118 e trasportati presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” in località “la Schiana” dove i medici gli diagnosticavano politraumi ed escoriazioni varie guaribili in 20 giorni. Sul posto giungevano anche i carabinieri della stazione di Monte di Procida per effettuare i rilievi del sinistro ed appurare le eventuali responsabilità. Una presenza, quella dei militari, che faceva scatenare l’ira dei due grossi americani usciti illesi dall’impatto. I due infatti, alla richiesta di esibire i documenti, si scagliavano contro i carabinieri con calci e spintoni prima di essere bloccati dagli stessi militari.
Un parapiglia durante il quale un appuntato scelto dell’arma veniva ferito e costretto a ricorrere alle cure dei sanitari per delle escoriazioni alla gamba destra ritenute guaribili in 3 giorni. I due assi americani, Dee Brown, 25 anni e Chevon Troutman, 28 anni, venivano quindi arrestati per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Durante ulteriori controlli inoltre, il conducente della Mercedes, Chevon Troutman sottoposto all’esame dell’alcol test risultava avere un tasso alcolemico di gran lunga superiore ai limiti consentiti dalla legge e pertanto veniva anche denunciato per guida in stato di ebbrezza. I due, ammanettati, venivano condotti in mattinata presso l’aula giudiziaria del tribunale di Napoli e sottoposti al processo con rito direttissimo. Nella giornata di ieri apparsa una nota sul sito della società: “In merito alle vicende occorse la scorsa notte agli atleti Chevon Troutman e Dee Brown, la società, pur stigmatizzando il comportamento tenuto da entrambi i propri tesserati e riservandosi la possibilità di prendere provvedimenti sanzionatori nei loro confronti, intende esprimere una posizione di attesa in relazione alle eventuali conseguenze giudiziarie cui gli atleti potranno incorrere. Tutto ciò tenuto conto che, nella odierna udienza tenuta presso il Tribunale di Napoli, il giudice competente, in virtù della non chiarezza dei fatti accaduti, nessuna sentenza ha emesso, rimandando il procedimento in altra data in attesa di acclarare con certezza lo svolgersi dei fatti”.