martedì 29 giugno 2010

NUOVO TRIBUNALE DI POZZUOLI, APERTURA TRA POLEMICHE

PROBLEMI LOGISTICI PER LA NUOVA LOCATION DELLA CITTADELLA GIUDIZIARIA DENUNCIATI DAL SINDACATO FORENSE

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo" martedì 29 giugno 2010

POZZUOLI. Una struttura all’avanguardia, tremila metri quadrati posti su due livelli, all’interno oltre 30 locali, 4 aule adibite alle udienze penali, 3 aule per i processi civili, 8 uffici di cancelleria, la sede distaccata del Giudice di pace, 5 aule-studio per i giudici civili ai quali si aggiungono altri 8 locali, alcuni dei quali adibiti ad archivi. E’ la nuova location del Tribunale di Napoli, sezione distaccata di Pozzuoli. Locali e corridoi climatizzati, arredati con scrivanie, cassettiere, scaffali, secondo uno styling moderno. Undici gli impiegati al lavoro, 5 presso gli uffici della cancelleria civile, 6 per quella penale. Centinaia tra avvocati e utenti, vasto è il bacino d’utenza. Stimate quotidianamente oltre 200 cause civili, 30 quelle penali, condotte durante le 13 ore di attività del polo giudiziario. All’interno del perimetro che delimita la cittadella un parcheggio per il personale amministrativo, giudici, avvocati. Al vaglio anche la creazione di una zona parcheggio per gli utenti. Ieri mattina l’apertura dei locali destinati al tribunale civile, che segue di una settimana il taglio del nastro della sezione penale. La nuova location si trova al confine tra il comune di Pozzuoli e Napoli, nella zona di Agnano, in via Contrada Pisciarelli. Insieme ai faldoni traslocano dalla vecchia sede di via Celle collocata in pieno centro cittadino, anche giudici ed avvocati. La decennale sede, nei pressi della necropoli romana, ritenuta non più idonea ad ospitare gli uffici giudiziari. Un autentico scempio, indecoroso per l’intera categoria. Basti pensare che l’accesso alle aule giudiziarie per i detenuti avveniva attraverso gli ingressi pubblici, pertanto gli imputati seppur ammanettati e accompagnati dalle guardie penitenziarie, avevano la possibilità di entrare in contatto con familiari, parti offese.
Nella nuova sede ai dibattimenti i detenuti potranno accedere attraverso un accesso riservato, giungendo direttamente nella cella all’interno dell’aula. L’intera struttura di via Contrada Pisciarelli sarà vigilata durante la giornata da 8 guardie particolari giurate appartenenti al corpo di vigilanza del comune di Pozzuoli, impegnate su due turni, fin dalle 7, orario di apertura della cittadella giudiziaria. Assente un impianto di videosorveglianza, sorvegliata nelle ore notturne solo l’area riservata al tribunale penale. Ottocentomila euro circa il costo di fitto dell’interno stabile, versato nelle casse di un privato dal Ministero di Grazie e Giustizia. Nonostante ciò, serpeggia diffidenza tra gli addetti ai lavori. Mancanza di personale negli uffici, difficoltà per i collegamenti, mancanza di trasporti pubblici ( 2 sole linee di autobus raggiungono la zona dopo lunghi percorsi chilometrici e a distanza di oltre 1 ora l’uno dall’altro), mancanza di segnaletica stradale per gli automobilisti, attuale assenza di parcheggi, competenza territoriale, problematiche che potrebbero causare serie difficoltà a tutta l’attività giudiziaria. A porre l’attenzione sulle problematiche logistiche il sindacato forense di Napoli, contrario alla dislocazione della sede del tribunale ai margini del comune flegreo.
“Abbiamo richiesto una conferenza di servizi al Commissario prefettizio che ha dato disponibilità ad organizzarla, considerato che in questa zona ricadono diverse competenze, come quella dei trasporti pubblici, la cui autorità è della provincia” spiega il presidente del sindacato forense di Napoli Francesco Palmese “Fermo restando la struttura per la quale non abbiamo niente da ridire, ci sono una serie di problematiche che vanno risolte al più presto. In primis il raggiungimento della nostra sede da parte degli utenti. Chiediamo che venga potenziato il sistema di trasporti pubblici, disposta una navetta che colleghi il porto di Pozzuoli con Largo palazzine dove da lì è possibile prendere i mezzi per giungere qui. Dovrebbero essere modificati i sensi di marcia per consentire una più agevole percorribilità lungo il tragitto. Una serie di oggettive difficoltà dettate dalla tipologia di location che vanno discusse con più enti preposti, cosa che riduce ulteriormente i tempi di applicabilità. C’è poi la situazione dei parcheggi. Stamattina siamo arrivati e il parcheggio a noi riservato era chiuso. E’ in corso una trattativa con la società che gestisce il servizio di parking. Dovrebbero essere mantenute le stesse tariffe applicate al centro direzionale. Il costo giornaliero della sosta dovrebbe aggirarsi intorno a 3,80 euro per una tariffa oraria di 80 centesimi. Nel frattempo siamo costretti a parcheggiare nello spazio di un hotel nelle vicinanze. Ci hanno assicurato che la situazione si risolverà giovedì pomeriggio o al massimo entro venerdì mattina. A ciò si aggiunge la mancanza di tutta una serie di servizi, come la totale assenza di punti di ristoro, bar all’interno della cittadella e nelle vicinanze”. Problemi sottolineati anche da uno dei membri del sindacato di categoria forense, Nunzia Nigro, Le difficoltà a giungere presso questa sede si ripercuoteranno anche sull’andamento della macchina giudiziaria. Un teste che non arriva in tempo provoca il rinvio dell’udienza e di conseguenza i tempi dei processi si allungheranno” denuncia “E’ una sconfitta per tutti i Campi Flegrei spostare al confine con il comune di Napoli la sede dell’attività giudiziaria” denuncia “Non si è voluto far in modo che l’attività giudiziaria rimanesse in città, nel cuore dei Campi Flegrei. C’era la possibilità del vecchio Centro commerciale di Monterusciello, bene messo in vendita dal comune di Pozzuoli al quale la vecchia amministrazione aveva dato la destinazione d’uso. Noi accettiamo la scelta di questa struttura, ma c’è da sottolineare che siamo stati per così dire costretti visto che era l’unica possibilità percorribile in questo momento. Ma ci auguriamo che sia una locazione provvisoria con l’auspicio di poter traslocare in una sede più centrale”.

giovedì 24 giugno 2010

RIONE TERRA DI POZZUOLI, SI RISCHIA LO STOP DEI LAVORI PER MANCANZA DI FINANZIAMENTI

LA DENUNCIA DEI SINDACATI E DEL CONSORZIO CHE GESTISCE I LAVORI
A RISCHIO DISOCCUPAZIONE OLTRE 150 LAVORATORI
100 MILIONI DI EURO SPESI FINO AD OGGI SENZA ALCUN RISULTATO

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo" giovedì 24 giugno 2010


POZZUOLI. Rione Terra di Pozzuoli, dal 1992 tra le maggiori opere pubbliche in corso di realizzazione. Oltre 100 milioni di euro investiti, decine le ditte impegnate, centinaia di lavoratori impegnati nel mastodontico progetto di recupero del vecchio cuore dei Campi Flegrei. Un mix di architettura, archeologia, arte, storia, religione, un fiore all’occhiello, traino per quell’economia turistica che attende il grande slancio. Da diciotto anni sull’ingresso dell’antico rione campeggia un cartello, “work in progress”. Data di consegna dell’opera all’epoca datata 2010. Un lasso di tempo durante il quale si sono succeduti ministri, sovrintendenti, assessori, consigli comunali e regionali, completato il 60% dei lavori. Nel 1998 uno stop di 18 mesi, gravi le ripercussioni alla riapertura del cantiere, divisa in 8 lotti. Dodici anni dopo, a rischio nuovamente la realizzazione dell’opera di recupero del Rione Terra, i milioni derivanti dai finanziamenti, posti di lavoro e soprattutto i milioni finora investiti. Che negli ultimi anni sono stati finanziati dal Governo, attraverso i FAS (Fondi Aree Sottosviluppate). Grazie ai quali sono stati portati a termine metà degli 8 lotti in cui è stata divisa l’antica rocca, fino agli anni ‘70 nucleo abitativo per oltre duemila puteolani. Il pericolo per uno stop dei lavori arriva dopo l’annuncio di congelamento dei fondi da parte del Governo centrale, soldi che non arriverebbero alla Regione Campania, nelle casse del Consorzio, alle ditte che sarebbero costrette a sopperire il gap attingendo denaro dalle proprie casse. Situazione sostenibile per un lasso di tempo limitato, vista la grandezza dei lavori. Che porterebbe inevitabilmente all’interruzione dei lavori in corso d’opera, con conseguenze devastanti. “Siamo giunti al 60 percento circa dei lavori di recupero del Rione Terra, ma allo stato attuale non possiamo dire quando e se saranno conclusi” annuncia Giovanni Giannini, l’ingegnere del Consorzio “Rione Terra” che dal 2001 dirige i lavori dopo aver ereditato la commessa dal Consorzio che 18 anni fa avviò i lavori. “Le attività procedono a rilento, dal primo momento è mancato un Project Financial. Il problema è più politico che tecnico, anche se la volontà comune è quella di portare a termine l’opera. Ma bloccando i lavori si avrebbero scenari peggiori rispetto a ciò che avvenne nel 1998, quando per uno stop di 18 mesi a rimetterci furono tutti, operai, impiegati, imprenditori. Gli ultimi finanziamenti erogati sono stati quelli relativi alle finiture per il lotto 8, ora se si bloccherà tutto per dicembre dovremo smobilitare. E’ assurdo che ciò avvenga, tenendo conto che questa è un’opera nata con l’idea di dover convogliare da queste parti milioni di turisti, un posto forse unico al mondo, considerando che qui c’è tutto, archeologia, storia, religione, nulla a che vedere con Pompei”.
Uno stop con ripercussioni devastanti. Oggi in pericolo ci sarebbero oltre 150 posti di lavoro, manovali, impiantisti, impiegati delle varie ditte che fanno parte del Consorzio, un intero indotto lavorativo che da 18 anni ruota intorno al mega-progetto di recupero del Rione Terra. Eventualità con conseguenze devastanti anche per le strutture finora completate, considerando che manufatti, impianti, locali necessitano di una manutenzione continua. “Il giorno in cui tutto il Rione Terra sarà completato ci saranno palazzi già vecchi, considerato che alcuni sono stati già realizzati da tempo, come ad esempio Palazzo “Migliaresi” racconta uno degli operai che sostano all’ingresso del Rione, da quasi venti anni impegnato nella grossa opera di recupero del Rione. Oltre 150 famiglie negli ultimi giorni stanno temendo per il futuro prossimo “Si sta abbassando pericolosamente il livello occupazionale, a breve i lavoratori avranno seri problemi di impiego se non saranno erogati i finanziamenti” denunciano Valerio Medici, Ciro Giustiniano , Luigi Napolano, rappresentanti delle tre sigle sindacali Uil – Feneal, Cgil – Finlea, Cisl – Filca “il problema è stato denunciato già 6 mesi fa in Prefettura. Ad oggi ci sono 8 persone in cassa integrazione, 30 andranno nei prossimi giorni e dopo l’estate potrebbe esserci la totale smobilitazione”. Nel frattempo, ventata l’ipotesi di stop ai lavori, cassa integrazione, licenziamenti, i lavoratori annunciano già battaglia, come fecero nel 1998. “Faremo di tutto per non perdere il nostro lavoro, saremo qua giorno e notte, sono 20 anni che lavoriamo qui, vogliamo vedere completati i lavori”. Tra di loro ultraquarantenni, 50enni che, conclusa l’esperienza lavorativa da queste parti, troverebbero difficoltà per un re-inserimento lavorativo. Una tragedia anche per l’intera comunità che dopo 18 anni di lavori, oltre 100 milioni di euro spesi, si ritroverebbe punto e daccapo.

RAPINA AL MONTE DEI PASCHI DI SIENA, PORTATI VIA 25MILA EURO

RAPINATORE ARMATO DI TAGLIERINO HA MINACCIATO IL CASSIERE FACENDOSI CONSEGNARE IL DENARO
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" mercoledì 23 giugno 2010

POZZUOLI. Ha fruttato circa 25mila euro una rapina messa a segno nella tarda mattina di ieri nella sede dell’agenzia del Monte dei Paschi di Siena in via Miliscola, nella zona tra Arco Felice e Lucrino, alla periferia di Pozzuoli. Il colpo è stato portato a compimento da due individui giunti sul posto a bordo di uno scooter scuro. Uno dei due, ben vestito e dall’aria di uno insospettabile, si è introdotto senza destare il minimo sospetto nel vigilantes di servizio all’ingresso banca, né nei confronti degli altri utenti che in quel momento erano presenti all’interno dell’agenzia bancaria ed erano in attesa del proprio turno. Il malvivente ha intimato all’operatore della cassa di consegnargli tutto il danaro custodito all’interno del cassetto, minacciandolo con un taglierino che aveva con sè. Appena impadronitosi del malloppo, il badito ha guadagnato immediatamente l’uscita, dandosi alla fuga precipitosa con il complice, che nel frattempo era rimasto a fare da “palo” all’esterno dell’edificio dova ha sede la filiale della banca del Monte dei Paschi di Siena. Si è trattato di un’azione rapidissima, che non è risultata evidente ai più che erano presenti all’interno della sala e solo dopo l’uscita del malvivente è scattato l’allarme. Sul posto sono, così, intervenuti gli uomini del commissariato della polizia di stato di Pozzuoli, coordinati dal vicequestore Paolo Esposito, che hanno avviato le indagini sulla rapina da 25mila euro in contanti. Dopo alcuni minuti sul luogo della rapina anche i tecnici della polizia scientifica per compiere i rilievi del caso, mentre il personale tecnico ha prelevato le videocassette della videosorveglianza per provare a risalire agli autori del colpo attraverso le registraziioni filmate
delle telecamere a circuito chiuso. I poliziotti, poi, hanno anche provveduto a sentire il direttore dell’agenzia, gli impiegati, il vigilantes di servizio ed alcuni utenti che erano presenti all’interno della banca al momento del fatto. Quello messo a segno ad Arco Felice è il secondo colpo che viene compiuto a Pozzuoli nel giro di poche settimane ad un ufficio pubblico. Nell’altra occasione, infatti, era stata presa di mira l’agenzia centrale delle Poste Italiane di via Terracciano. Anche in questo caso i malviventi operarono in maniera molto simile e con rapidità, razziando danaro in contante solo da qualche cassa.

martedì 22 giugno 2010

MALTEMPO, SALTANO LE LINEE TELEFONICHE

NUMEROSI DISAGI, CITTA' RIMASTA ISOLATA PER DIVERSE ORE
ALLAGAMENTI, VORAGINI E DETRITI HANNO INVASO LE STRADE

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo" martedì 22 giugno 2010

POZZUOLI. Città in tilt a causa del maltempo. Saltano le linee telefoniche, le connessioni adsl, al lavoro i tecnici dei vari provider, Pozzuoli e la zona di Arco Felice per l’intera mattinata di ieri rimaste isolate. Telefoni fuori servizio, rete internet in tilt a causa di guasti occorsi a due centrali cittadine dell’azienda telefonica che detiene le infrastrutture delle telecomunicazioni. Un primo guasto di natura tecnica al quale se ne sarebbe aggiunto un secondo che, fanno sapere dal call center, dovuto alle piogge torrenziali dell’ultimo week end. Centinaia di abitazioni, uffici e attività commerciali isolate per diverse ore. Le comunicazioni con l’esterno garantite dai telefoni cellulari. I disagi hanno riguardato anche strutture pubbliche che si trovano nel centro città, come la Capitaneria di Porto e il Commissariato di Polizia, i cui uffici per diverse ore nel corso della mattinata sono stati irraggiungibili telefonicamente. La pioggia battente caduta giù negli ultimi due giorni ha provocato anche allagamenti, dissesti stradali, numerose le auto in panne, il traffico in tilt sabato e domenica sera. Numerosi gli interventi da parte dei vigili del fuoco della caserma di Monterusciello a causa di allagamenti ed infiltrazioni d’acqua in alcune abitazioni del quartiere, diversi anche i garage e i portoni allagati. Automobili con le quattro frecce lampeggianti lungo le strade tra Arco Felice, Pozzuoli e Licola, diversi gli automobilisti in panne, fermi ai margini della carreggiata a causa di profonde pozzanghere formatesi lungo le strade. Particolarmente colpite dalle forti piogge via Montenuovo Licola Patria, tratto puteolano di via Domitiana e via delle Colmate, dove numerose buche si sono aperte lungo il manto stradale, ricoperto da numerosi detriti trascinati dall’acqua. In particolare una grossa voragine, apertasi sull’asfalto nel tardo pomeriggio di domenica nei pressi di un parco privato lungo via Montenuovo Licola Patria, ha creato seri problemi agli automobilisti che vi transitavano. La grossa buca è stata riparata nella mattina di ieri, dopo che diverse automobili erano finite dentro, riportando danni alle sospensioni. In via delle Colmate numerose voragini si sono aperte lungo il terreno, diversi gli arbusti inclinatisi. Il bollettino del maltempo riporta allegamenti in diverse strade nel quartiere di Monterusciello e nel Rione Toiano. Maggiormente colpite via Modigliani, via Monterusciello e via Allodi dove, probabilmente a causa del vento e della pioggia ( non è da escludere la “mano” di qualche vandalo )un grosso contenitore per la raccolta differenziata di abiti si è rovesciato, facendo cadere lungo il marciapiedi gli indumenti contenuti, a quanto pare successivamente portati via. In ginocchio per il maltempo anche la zona di via Napoli e il centro storico della città, diverse le stradine del borgo inondate dall’acqua piovana. Disagi per gli automobilisti anche in via Fascione, l’uscita della tangenziale di Napoli di via Campana, dove sono in corso lavori stradali. Nonostante il maltempo il traffico navale ha funzionato regolarmente. Contattata telefonicamente dalla Capitaneria di Porto di Pozzuoli hanno fatto sapere che non ci sono stati particolari problemi negli ultimi due giorni.

domenica 20 giugno 2010

DUE MORTI IN POCHI MINUTI

DUE INCIDENTI MORTALI A DISTANZA DI POCHI METRI E QUASI IN CONCOMITANZA

SOTTO IL TUNNEL DEL "CAMPIGLIONE" AUTO SI SCONTRA FRONTALMENTE CON UN PULLMAN: PERDE LA VITA UN GIOVANE DI 19 ANNI

ALL'USCITA DELLA STRADA STATALE DI QUARTO UN UOMO DI 51 ANNI PERDE IL CONTROLLO DEL PROPRIO MOTORINO E CADENDO BATTE LA TESTA A TERRA
ENTRAMBE LE VITTIME MORTE SUL COLPO

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" domenica 20 giugno 2010


POZZUOLI/QUARTO. Due incidenti mortali, quasi in simultanea, a poche centinaia di metri l’uno dall’altro. E le sirene delle ambulanze, vigili del fuoco, carabinieri, polizia municipale che corrono in due direzioni. Sembrava il finimondo ieri tra Quarto e Pozzuoli. Tragico il bilancio, due i morti. Il primo incidente quando erano da poco passate le 16, all’interno del tunnel del “Monte Corvara”, traforo di collegamento tra via Campana e via Masullo. Improvvisamente un forte boato, a seguito di un impatto frontale tra un’automobile e un autobus. Nell’auto accartocciata tra le lamiera il corpo senza vita di un ragazzo di 19 anni, Antonio Imperato, residente ad Ercolano. Il giovane era alla guida della sua auto, una Fiat Palio, viaggiava in direzione Quarto proveniente da via Campana, svincolo dell’uscita dalla Tangenziale di Napoli. Pare stesse recandosi dalla fidanzata proprio a Quarto, quando improvvisamente, probabilmente a causa di una errata manovra, forse un sorpasso, andava a schiantarsi contro un autobus di linea della “CTP” che in quel momento percorreva la corsia opposta. Terrificante lo scontro tra i due mezzi, l’auto del 19enne finita contro la parte anteriore del pullman si accartocciava su se stessa rimanendo poi incastrata sotto il grosso mezzo. Sul pullman, in quel momento “fuori servizio” e diretto verso il deposito di via Campana, stava viaggiando da solo l’autista. Subito apparse gravissime le condizioni del giovane conducente della Fiat Palio agli automobilisti che in quel momento si trovavano a transitare lungo il traforo. Il giovane pare sia morto qualche attimo dopo l’impatto. Sul posto vigili del fuoco, ambulanza del 118, agenti di polizia municipale di Quarto e Pozzuoli. Questi ultimi, diretti dal comandante Luigi De Stefano, dopo aver effettuato i rilievi sul luogo del sinistro, conducono ora le indagini per stabilire le cause dell’incidente. Probabilmente una manovra azzardata, forse un sorpasso da parte del 19enne, alla base dell’incidente. Tesi avvalorata dalla posizione dei due veicoli lungo la carreggiata a seguito dell’impatto.
Negli stessi minuti, quasi in concomitanza, mentre erano in corso le operazioni di soccorso ed i vigili urbani tentavano di sviare il traffico veicolare verso percorsi alternativi, a poca distanza dal tunnel si registrava un altro incidente, anche questo mortale. Lungo l’asfalto, al centro della carreggiata il corpo senza vita di un uomo, finito a terra insieme al proprio motorino. La seconda tragedia di un maledetto sabato pomeriggio in prossimità dello svincolo della variante SS7 Qater, all’uscita di Quarto. Luigi Di Roberto, 51 anni ( ne avrebbe compiuti 52 tra qualche giorno) e residente a Quarto, in via Crocillo, era da solo alla guida del suo motorino, un Piaggio modello “Beverly” quando, imboccato lo svincolo proprio in direzione Quarto, perdeva improvvisamente il controllo del proprio mezzo, sbandando.
Pare che il 51enne dopo aver perso il controllo del motorino, sarebbe poi andato a finire prima contro il guarda raill laterale che costeggia il lungo rettilineo della rampa di uscita della strada statale e poi a terra, cadendo insieme al proprio veicolo a due ruote. Nel tremendo impatto con l’asfalto l’uomo sarebbe morto sul colpo, dopo aver battuto la testa. Un'ora e mezza dopo il tragico incidente un automobilista avrebbe ritrovato il casco indossato dal 51enne consegnandolo agli agenti di polizia municipale impegnati sul posto.
Anche in questo caso vani i soccorsi. Sul posto oltre ai sanitari del 118 che non potevano fare altro che constatare il decesso dell’uomo, giungevano i carabinieri della vicina tenenza di Quarto. Sul corpo di Luigi Di Roberto il pubblico ministero incaricato dalla Procura per le indagini ha disposto l'autopsia utile ad accertare le cause del decesso. Nel frattempo, durante le operazioni di soccorso e nell’attesa dell’arrivo dei carri funebri, il traffico nella zona al confine tra i comuni di Pozzuoli e Quarto rimaneva paralizzato per alcune ore.

RAPINATA FARMACIA NEL QUARTIERE DI MONTERUSCIELLO

RAPINATORE ARMATO PORTA VIA MILLE EURO

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul "Roma" domenica 20 giugno 2010

POZZUOLI. Venerdì tardo pomeriggio, ore 18,30 circa, in via Monterusciello nell'omonimo quartiere un uomo con volto coperto da casco integrale è entrato nella farmacia "Elisa" dove a quanto pare in quel momento non c'erano clienti. L'uomo, una volta dentro il locale ha estratto una pistola intimando al personale presente nell'attività commerciale di consegnare i soldi. Impotenti i dipendenti non hanno potuto fare altro che consegnare al rapinatore l'incasso della giornata. Preso il bottino di circa mille euro l'uomo è uscito fuori indisturbato e a bordo di uno scooterone è scappato lungo via Monterusciello. A quanto pare sembra che il rapinatore abbia agito da solo. Sul posto subito dopo la rapina gli agenti di Polizia del commissariato di Pozzuoli coordinati dal dirigente Paolo Esposito che ora stanno indagando sull'accaduto. Il rapinatore potrebbe essere stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso installate all'interno ed all'esterno della farmacia. Quello di venerdì è l'ennesimo episodio in zona dopo i furti di qualche settimana fa avvenuti lungo la stessa strada. Obiettivi dei malviventi il "Bar Santa Chiara" e l centro di radiologia, nei pressi dell'uscita della tangenziale.

sabato 19 giugno 2010

SI LANCIA DALLA PANORAMICA DI MONTE DI PROCIDA IN UN DIRUPO, SALVATO DALLE STERPAGLIE

AVREBBE TENTATO IL SUICIDIO MA NELLA CADUTA SI SAREBBE SALVATO RIMANENDO INCASTRATO
DURANTE LE OPEZIONI DI SOCCORSO IMPIEGATI ANCHE DUE ELICOTTERI PER IL RECUPERO


di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" sabato 19 giugno 2010

MONTE DI PROCIDA. Come ogni mattina era sceso alle 7 da casa per andare in centro, comprare il giornale e poi recarsi al bar del quale è titolare. La solita routine, le solite abitudini. Ieri però qualcosa non è andato per il verso giusto. Improvvisamente si perdono notizie di Michele Coppola, 56 anni. L’allarme lanciato da un dipendente del suo locale, il giovane non vede arrivare il proprio titolare. L’uomo, descritto come una persona metodica e precisa, ogni mattina si recava nel suo bar, al Monte di Procida, nella zona denominata “Ceccone” per presenziare dietro la cassa. Il dipendente avvisa i familiari del ritardo, inizialmente ciò non desta preoccupazioni, forse un contrattempo penseranno. Passano altri minuti, una nuova chiamata, Michele non arriva. Partono le ricerche, dopo qualche minuto la sua auto viene ritrovata in via Panormica, località Montegrillo, da alcuni passanti e commercianti della zona che avvertono i carabinieri. E’ ferma vicino allo chalet “Sunrise”. Ha la porta lato guida aperta e le chiavi ancora inserite nel cruscotto, è ferma su una piazzola nel punto più alto del Monte di Procida. Si teme il peggio. Sul posto giungono i carabinieri dalla caserma di Monte di Procida e dalla compagnia di Pozzuoli, i vigili del fuoco, polizia municipale, uomini della protezione civile, 118. Mille persone affollano via Panoramica, la strada che costeggia il costone di Monte di Procida, lato mare, uno splendido panorama, a diverse centinaia di metri sopra il livello del mare.


Forte è lo strazio di familiari, amici, conoscenti, si teme il triste epilogo. Sono le ore 12, si alzano in volo due elicotteri, le eliche quasi lambiscono il costone che cade a picco sulla costa, sul versante di Miliscola, viene scorta una sagoma. E’ Michele Coppola, viene avvistato in fondo ad un dirupo. E’ laggiù da qualche ora. Si muove, alza una mano, sta bene. E’ caduto rovinosamente per decine di metri, rotolando tra la fitta vegetazione, le sterpaglie e le sporgenze della roccia lungo il costone, che hanno fortunatamente attenuato la caduta, salvandolo. Un tentativo di suicidio oppure una caduta accidentale, è giallo. Più tardi, a seguito delle prime indagini, gli inquirenti parleranno di un tentativo di suicidio, l’uomo a quanto pare era affetto da forte depressione. Le circostanze nelle quali è avvenuto l’episodio avvalorerebbero l’ipotesi. Nel frattempo, le operazioni di salvataggio sono rese difficili. Impossibile raggiungere a piedi il dirupo, complicato anche per i mezzi in dotazione ai vigili del fuoco. Dopo l’elicottero dei carabinieri si alza in volo quello giallo del 118. Con l'utilizzo di un verricello, un uomo si cala e raggiunge il 56enne, che viene imbracato e tirato fuori dall'impervia zona. Dalla balconata di via Panoramica si alza un applauso liberatorio. Il 56enne, stordito ma cosciente, chiede ai soccorritori di recuperare il proprio portafogli, finito più giù rispetto al punto nel quale era caduto. Gli uomini del 118 con una nuova manovra e con alcuni ganci ed il supporto dei Vigili del Fuoco da terra riescono così a recuperare anche i documenti e i soldi contenuti. Solo qualche escoriazione, una lieve ferita alla spalla per Michele Coppola, che viene caricato a bordo di un’ambulanza del 118 e trasferito al Pronto Soccorso dell'ospedale di Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. Non è in pericolo di vita, secondo quanto trapelato, ma sono in corso accertamenti accurati e il paziente viene sottoposto ad una Tac per verificare l'esistenza di eventuali traumi riportati nella caduta.

mercoledì 16 giugno 2010

CACCIA ALL'UOMO NELLA NOTTE A MONTERUSCIELLO

32ENNE PRIMA LITIGA E POI SCAPPA INSIEME AD UNA MINORENNE
NEL QUARTIERE SI DIFFONDE LA VOCE DI UN'AGGRESSIONE DA PARTE DELL'UOMO AI DANNI DELLA FIDANZATINA
DECINE DI PERSONE SCENDONO IN STRADA, SI SCATENA LA CACCIA ALL'UOMO IL PADRE DELLA GIOVANE DISTRUGGE L'AUTO NELLA QUALE SI TROVAVANO I DUE PRIMA DELLA FUGA
PER TUTTA LA NOTTE SETACCIATO L'INTERO QUARTIERE
DIECI VOLANTI DELLA POLIZIA IMPEGNATE NELLE RICECHE
RINFORZI GIUNTI ANCHE DA NAPOLI

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul "Roma" mercoledì 16 giugno 2010



POZZUOLI. Un’autentica caccia all’uomo con decine di persone in strada e volanti della polizia che setacciano l’intero quartiere alla ricerca di una ragazzina di 17 anni portata via da un uomo di 15 anni più grande di lui. L’auto sulla quale si trovavano i due distrutta e ribaltata dal padre della minore, contrario alla relazione sentimentale. In serata circola la voce che M.A. 32 anni, residente a Melito, personaggio già noto alle forze dell’ordine abbia picchiato la sua fidanzatina Valeria, che abita nel quartiere di Monterusciello. I due sono fermi nell’auto di lui, una Y10 di colore viola, all’interno di uno spiazzale in via Umberto Saba, nei pressi dell’area che ospita il mercatino rionale. E’ lunedì sera, in corso la partita dell’Italia, nel quartiere si sente il boato per il pareggio degli azzurri. Improvvisamente da un angolo buio del parcheggio ( dove numerose coppiette di giovani si recano in cerca di intimità) si sentono delle urla, forse un litigio tra i due fidanzati.
A dare l’allarme una cuginetta di Valeria, che abita a pochi passi. Arriva il padre della 17enne, che abita nelle vicinanze, convinto che è la volta buona per “riacciuffare” la figlia, invaghitasi di quell’uomo più grande di lui. Gli inquirenti raccontano che il padre della ragazza negli ultimi tempi avrebbe denunciato diversi allontanamenti e scomparse da parte della figlia. Al cospetto dell’auto vuota il genitore va in escandescenze distrugge l’automobile mandando in frantumi i vetri. Al loro arrivo i poliziotti troveranno la macchina ribaltata su un lato. Nel quartiere rapidamente gira la voce di una brutale aggressione da parte del 32enne alla propria fidanzatina, che le avrebbe rotto la testa con un bastone di ferro e poi l’avrebbe rapita. Decine di persone si riversano in strada, parte la caccia all’uomo. Ronde spontanee di giovani, donne, uomini a piedi e in sella ai motorini, setacciano androni, edifici, villette. Almeno una quindicina di agenti di polizia battono palmo a palmo l’intero quartiere. Dalla Questura di Napoli arrivano rinforzi alle volanti del commissariato di polizia di Pozzuoli impegnate sul posto. Giungono anche gli uomini della scientifica, alla ricerca di tracce intorno e all’interno della vettura del 32enne, che risulterà poi essere sottoposta a sequestro amministrativo da diversi mesi.
Dell’uomo e della minorenne nel frattempo nessuna traccia, nonostante si siano allontanati a piedi. Si teme il peggio. Un capannello di persone si radunano nella piazzetta, tra di loro c’è anche il papà della ragazzina, che viene condotto in commissariato. L’uomo ammetterà di aver distrutto egli stesso l’automobile del fidanzato della figlia, che viene posta sotto sequestrato e caricata su un carro attrezzi. Le ricerche dei 2 proseguono per tutta la notte. Esclusa la pista del rapimento, per gli inquirenti pare si tratti di una fuga da parte della ragazzina, non nuova ad episodi del genere. La classica “fuga d’amore” di fronte alla contrarietà dei genitori. Sull’episodio ora indagano i poliziotti del commissariato di Pozzuoli diretti dal dirigente Paolo Esposito e i carabinieri della compagnia di Arco Felice, presso i quali ieri mattina il padre della ragazzina ne ha denunciato formalmente la scomparsa.

martedì 15 giugno 2010

SCENE DA FAR WEST IN VIA CAMPANA

BENZINAIO REAGISCE A RAPINATORI ARMATI METTENDOLI IN FUGA
UNO VIENE INSEGUITO E FERMATO SUI BINARI DELLA METROPOLITANA
DURANTE LA FUGA IL RAPINATORE PUNTA IL FUCILE CONTRO IL CONDUCENTE DI UN TRENO COSTRINGENDOLO A FERMARSI

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. Puntano il fucile contro un benzinaio intimandogli di consegnare i soldi. L’uomo rifiuta e reagisce inizia una colluttazione, uno dei due rapinatori in preda alla paura scappa, l’altro rimasto a terra con l’arma in pugno inizia un duello corpo a corpo con il benzinaio. Vistosi alle strette il rapinatore scappa, corre lungo i binari della metropolitana, punta il fucile contro un treno che in quel momento sopraggiungeva. Il macchinista è costretto a fermarsi ma non apre le porte. Nel frattempo viene raggiunto dalla sua vittima e da altre persone che lo fermano, disarmano e lo consegnano ai carabinieri, che lo arrestano. Sembrava un set cinematografico, nel primo pomeriggio di sabato, il tratto di strada di via Campana, a pochi passi dall’omonima uscita della tangenziale di Napoli. In atto scene da Far West, il ciack alle ore 13.15, prima scena presso il distributore di carburante “Tamoil”. A quell’ora era al lavoro Gennaro V., sulla cinquantina d’età, un fisico tozzo, robusto, quasi da pugile. L’uomo, originario e residente a Pozzuoli da oltre 20 anni gestisce, insieme alla moglie, l’impianto di rifornimento lungo la trafficata via Campana, a pochi passi dal popoloso rione Artiaco. Un tranquillo sabato mattina, il forte caldo, il solito via vai di autovetture dirette verso il centro di Pozzuoli, la tangenziale, verso Quarto.
Appena fatto il rifornimento, un’automobile lascia la piazzola, fuori non c’è il traffico degli orari di punta, è ora di pranzo. Improvvisamente Gennaro vede giungere un motorino ad elevata velocità in sella al quale ci sono due giovani, entrambi hanno il volto semicoperto, indossano una sciarpa azzurra del Napoli. “Li ho visti arrivare sparati verso di me, due ragazzi con i volti coperti per metà” racconta l’uomo. I due si fermano vicino a lui, quello seduto dietro al mezzo scende dalla sella, gli punta un fucile contro “Dammi i soldi, tutto quello che tieni” gli intimano, mentre il conducente del motorino tenta di mettergli le mani in tasca. Gennaro al cospetto del fucile puntato contro si rifiuta di consegnare i soldi ai rapinatori. In quel momento la rabbia, la voglia di non consegnare nelle mani di due rapinatori il frutto del suo duro lavoro, in piedi vicino ad una colonnina di carburante, sotto la calura estiva, prevalgono sulla paura. “Ho visto tutto nero davanti a me, non esiste che devono venire qua e togliermi i soldi del mio lavoro. Non avevo in tasca nemmeno 200 euro, non si tratta nemmeno di cifre, ma del fatto che due ragazzi devono venire qua e mettermi le mani in tasca” racconta la sua reazione Gennaro. L’uomo, con l’arma puntata contro, una calibro 16 con calcio e canna tagliati reagisce, inizia una colluttazione che dura diversi minuti, durante la quale tenta di togliere dalle mani di quel giovane il fucile. Nel frattempo l’altro rapinatore rimasto in sella al motorino ripete “Spara, spara!”. Gennaro non ha paura, la sua reazione è talmente veemente che spaventa il giovane sul motorino che si da alla fuga, lasciando il compagno in terra in un duello uno contro uno con Gennaro, che nella colluttazione tenta di togliere dalle mani dal rapinatore il fucile. Ma questi lo colpisce più volte con l’arma alla testa, ferendolo. Sono fasi concitate, inizia ad accorrere passanti, conoscenti di Gennaro che nel frattempo è ferito alla testa. Il rapinatore si divincola, dandosi alla fuga. Scappa verso una stradina che costeggia i binari della rete ferroviaria della Metropolitana, fucile in mano. Tra il trambusto, il traffico che si paralizza, la paura e il panico di quanti assistevano alla scena. Il rapinatore che correva con il fucile in mano, dietro la vittima e altre persone accorse in suo aiuto che lo rincorrevano. Una fuga che prosegue lungo i binari. Improvvisamente sopraggiunge un treno. Il malvivente da lontano punta il fucile contro il macchinista, intimandogli di fermare ed aprire le porte. Il conducente del treno, resosi conto di quanto stesse succedendo in quel momento e udite le urla della vittima e di quanti stavano inseguendo il rapinatore, non apre le porte. Stremato, il malvivente è costretto ad arrendersi. Viene raggiunto dal benzinaio che un attimo prima aveva tentato di rapinare e da altri uomini che lo bloccano, lo disarmano e attendono l’arrivo dei carabinieri, che giunti sul posto, arrestano il rapinatore, Patrizio Cuffaro 25 anni, puteolano. Il giovane veniva poi condotto ed interrogato dagli inquirenti presso la caserma della compagnia carabinieri di Arco Felice. Successivamente il 25enne avrebbe rivelato anche l’identità del suo complice che, di fronte alla reazione della vittima, in preda alla paura si era dato alla fuga, sulle cui tracce si mettevano alla ricerca i militari. Il rapinatore arrestato, secondo indiscrezioni, avrebbe deciso di mettere a segno il colpo per saldare un debito di 400 euro proprio nei confronti del complice. Nel frattempo, il benzinaio veniva condotto presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” per ricevere le cure dei sanitari. Il 50enne a seguito della colluttazione, riportava un trauma facciale e diverse escoriazioni al volto ritenute guaribili in tre giorni. “In oltre 20 anni di attività” racconta all’indomani della sventata rapina Gennaro V. titolare dell’impianto di distribuzione di carburante “Tamoil” “è la seconda volta che tentano di farmi una rapina. La prima volta circa 7 anni fa e anche allora riuscii a sventarla, reagendo a due rapinatori che avevano un’arma finta. Fortunatamente è andata bene anche questa volta, ma quello che chiedo è che ci siano maggiori controlli nella zona che, specie in questi ultimi tempi sta diventando teatro di numerosi episodi criminali, come quello capitato qualche giorno fa ad un altro distributore di benzina nella zona. Sono salite a tre le rapine negli ultimi mesi ai distributori di benzina solo nel piccolo tratto di via Campana, alla quale va aggiunto l’imponente furto di qualche settimana fa alla vicina azienda Micromaint dalla quale, nella notte, furono portati via oltre 700 notebook. Un excalation di criminalità che oltre a preoccupare i gestori delle numerose attività commerciali che sorgono nella zona, incutono timore anche nei residenti, che si sentono alla mercè dei rapinatori di turno.

lunedì 14 giugno 2010

DEVASTATA LA SCUOLA "IMMACOLATA"

VANDALI DISTRUGGONO AULE, SUPPELLETTILI E SVUOTANO GLI ESTINTORI
IL RAID CONSUMATO NELLA NOTTE
LA RABBIA DELLA DIRIGENTE E LE ACCUSE AL COMUNE DI POZZUOLI

di Gennaro Del Giudice
aricolo pubblicato sul "Roma" martedì 15 giugno 2010

POZZUOLI. Raid vandalico nella notte, devastato l’istituto che ospita le scuole materne ed elementari del primo circolo didattico di Pozzuoli, all’interno del complesso scolastico “Immacolata”, in via Carlo Rosini. Distrutte sedie, banchi, giocattoli, distrutti e svuotati i mobiletti, gettati in terra penne, matite, libri, svuotati gli estintori. La furia dei vandali non ha risparmiato nessuno dei tre piani dell’edificio, al quale hanno avuto accesso entrando attraverso una finestra posta al piano terra. I quali hanno fatto irruzione attraverso un’aula posta a piano terra dell’istituto, facilitati dal fatto che dalla cancellata posta a protezione delle finestre, mancavano due sbarre in ferro. Varco che ha consentito ai vandali poi di sfondare la vetrata ed entrare all’interno dei locali. Una volta entrati nell’aula questi hanno rotto e rovistato nei mobiletti rovesciando in terra giocattoli, libri, penne, matite, spaccando lavagne, banchetti e sedie. Stesse scene che si ripetevano nelle altre aule, su tutti e tre i piani dell’edificio dove, lungo i corridoio venivano svuotati tutti gli estintori. Migliaia euro io danni arrecati all’edifico, gravemente danneggiate 2 aule a piano terra che ospitano la scuola materna. Un chiaro segno di vandalismo, nessun oggetto di valore portato via dai locali, eccezion fatta per 4 stereo portatili, portati via dai devastatori La triste scoperta ieri mattina, all’apertura dell’istituto. I vandali avrebbero agito nella serata di sabato o di domenica, approfittando della chiusura per week end del plesso scolastico. Sul posto anche i carabinieri della compagnia di Arco Felice, alla ricerca di tracce utili per risalire agli esecutori del raid vandalico.
“Avevo sollecitato il comune di Pozzuoli affinché intervenissero i tecnici per ristabilire le due sbarre mancanti, temevo che potesse succedere una cosa del genere” accusa da direttrice del I circolo didattico di Pozzuoli (che comprende scuole materne e ed elementari, 1020 alunni in tutto) la dottoressa Teresa Martino “una prima richiesta la inoltrai il 30 marzo scorso, poi il 3 giugno una seconda a seguito di una prima intrusione nell’istituto. Mi hanno sempre risposto che dovevano essere attivati degli iter burocratici, doveva essere assegnato il bando per la manutenzione. Per due grate non ristabilite è stata distrutta una scuola” dice amaramente la dirigente che racconta il dispiacere di un’insegnante, in lacrime di fronte ai locali distrutti “ Proprio venerdì erano giunti i mobiletti nuovi messi a disposizione dalla Provincia grazie all’attuazione di un progetto didattico. Un’insegnante era rimasta fino alle 16 per sistemare il tutto. Stamattina quando ha visto ciò che era successo è scoppiata in lacrime. Nella giornata di oggi presenterò denuncia e chiedo che venga immediatamente ripristinata la grata.”

domenica 13 giugno 2010

MERCATINO DI MONTERUSCIELLO - SCENE DA TERZO MONDO

QUINTALI DI IMMONDIZIA LASCIATI IN STRADA E NON RACCOLTI PER L'INTERA GIORNATA
RIFIUTI LUNGO LE STRADE

ALTO IL RISCHIO DI EPIDEMIE

di Gennaro Del Giudice


POZZUOLI. L’afa di un mercoledì caldo e soleggiato di inizio giugno, un lungo stradone a due corsie con i relativi marciapiedi, un uomo e una donna che corrono, fanno footing. Tutt’intorno a loro, lungo la via e su di un largo spiazzale, un’invasione di carta, plastica, sacchette della spazzatura, bottiglie, cartoni, contenitori in polistirolo, cassette in legno, contenitori di latta, rifiuti organici. Ed un’aria irrespirabile, che mette nausea. In tutto quasi 2 chilometri di strada e centinaia di metri quadrati di area adibita al verde mercoledì pomeriggio divenuta un’autentica discarica a cielo aperto, nel cuore del quartiere di Monterusciello. Inequivocabile quanto alle ore 20,33 del 9 giugno 2010 stava avvenendo, “il terzo mondo era a portata di mano”, presente davanti agli occhi di residenti, passanti, automobilisti e all’obiettivo della nostra macchina fotografica. Immagini emblematiche scattate lungo quelle strade, in via Eduardo Nicolardi, via Eugenio Scarpetta e via Antonio Petito, meglio conosciute come le “strade del mercatino”, dove in tanti vanno a correre quando le giornate si allungano, dove ci sono le scuole, le case e dove settimanalmente viene ospitato il mercatino rionale, tra i più grandi itineranti della Campania dove centinaia di bancarelle vengono allestite per la vendita di prodotti alimentari e non, e dove accorrono migliaia di clienti provenienti da tutta la zona flegrea. Ebbene, nel tardo pomeriggio di mercoledì, dopo oltre 5 ore dalla chiusura della vendita, era ancora tangibile quanto avvenuto in mattinata e fino al primo pomeriggio (quando i venditori rimuovono i propri punti vendita). Spazzatura, rifiuti di ogni genere e categoria presente dappertutto. Lungo gli stradoni i rifiuti accumulati e lasciati lungo il marciapiedi, nelle aiuole che dividono i due stradoni e sul selciato. Una distesa di carte, cartoni, grosse sacchette della spazzatura di colore blu, bottigliette, buste di carta, resti della vendita mattutina che giacevano ancora in terra. Mentre, per l’interno pomeriggio e fino all’orario della raccolta ( non prima delle 8,33 come testimoniato dalle foto) lungo i due stradoni, pedoni ed automobilisti sono stati costretti a muoversi in mezzo alla spazzatura.
A pochi metri di distanza dalle larghe carreggiate, nei pressi dell’incrocio semaforico di via Viviani, un grosso spiazzale invece ospita la vendita alimentare fatta di pesci, salumi, frutta e verdure. Qui, lo scempio mercoledì pomeriggio raggiungeva proporzioni più grandi, lo scenario era da terzo mondo: una enorme distesa di rifiuti organici che ricopriva l’intero spiazzo composta da frutta marcita e schiacciata, contenitori per la vendita di pesci e formaggi freschi accantonate sulle aiuole. Tutt’intorno un’area maleodorante accentuata dal forte calore che per l’intera giornata ha “cotto” i resti degli alimenti distesi in terra. In alcuni punti, specie intorno agli alimenti schiacciati sull’asfalto, grossi cumuli di formiche. Ingente la presenza di insetti, richiamati dalla grossa sporcizia. Decine e decine di chilogrammi di rifiuti sparsi in ogni punto, angolo delle strade e dello spiazzale. Una situazione definibile di “temporaneo allarme sanitario” se si considera che a pochi metri ci sono numerose abitazioni, c’è l’edificio che ospita il liceo scientifico “Ettore Majorana”, ci sono le piazzole di sosta degli autobus di linea. Dinanzi alla evidenza delle immagini ci si chiede come si sia potuto verificare uno scempio di queste proporzioni. La ditta preposta alla raccolta dei rifiuti sapeva che era al corrente che mercoledì (come ogni settimana avviene) era presente un mercatino rionale dove, dopo la smobilitazione, urge necessariamente un intervento di bonifica di tutta l’area?
L’ufficio tecnico comunale preposto ai mercati e il direttore Alfredo Tovecci mercoledì pomeriggio erano a conoscenza di quanto in quelle ore era presente sotto gli occhi di tutti?
Probabilmente qualcosa non avrebbe funzionato nella “macchina disposta alla pulizia e alla bonifica della zona” perché è lungi, in un paese civile come l’Italia, programmare di dover lasciare in terra per diverse ore della giornata una così tanta quantità di rifiuti.



















sabato 12 giugno 2010

FURTO IN CASA A MONTERUSCIELLO

ALCUNI UOMINI SVALIGIANO IN 10 MINUTI UN'ABITAZIONE IN PIENO GIORNO

POZZUOLI. All’improvviso le urla di una donna che, dopo essere scesa in strada insieme alla propria figlioletta, risale e trova la propria abitazione messa a soqquadro. Paura giovedì mattina in via Giovanni Pagano nel quartiere di Monterusciello. Alcuni uomini, approfittando del momentaneo allontanamento della proprietaria di un’abitazione al primo piano di una palazzina su due livelli, sono riusciti ad accedere all’interno della casa arrampicandosi lungo i muri esterni. Non accortasi di nulla la donna, che nel frattempo era scesa in compagnia della figlia per compiere alcune commissioni, al suo rientro si ritrovava dinanzi lo spiacevole spettacolo: la propria casa era stata messa sottosopra da alcuni ladri i quali, qualche secondo prima che la donna ritornasse, erano riusciti a darsi alla fuga probabilmente a bordo di un’automobile. L’episodio si verificava in pieno giorno, alle 10,30 circa del mattino, a poca distanza da alcune attività commerciali. Secondo le prime ricostruzioni, ad agire sarebbero stati in tre forse stranieri di etnia rom giunti a bordo di una ford focus, che sarebbe stata vista transitare nella zona. All’interno dell’abitazione della giovane coppia di coniugi, i ladri rovistavano in pochi minuti armadi, cassetti, mobili mettendo sottosopra i vani dell’abitazione. Dalla quale riuscivano a portare via oggetti in oro, un computer, diversi capi di abbigliamento sportivo e circa 500 euro in soldi contanti. Un’azione rapida, messa in atto in pieno giorno, probabilmente pianificata come spesso accade, dopo una serie di appostamenti fatti nei pressi delle abitazioni delle vittime. I malviventi, che a quanto pare avrebbero agito in tre, dopo il colpo si davano alla fuga facendo perdere le proprie tracce. Ritornata in casa la donna, dinanzi ai propri beni rovistati e al disordine provocato dai ladri in preda alla paura e al panico, urlava chiedendo aiuto. In suo soccorso accorrevano i vicini e quanti in quel momento si trovavano in zona. Sul posto giungevano due pattuglie dei carabinieri i quali, dopo aver ascoltato il racconto fornito dalla donna e dei presenti, ricostruita la dinamica dei fatti, effettuavano un sopralluogo nell’abitazione alla ricerca di dettagli utili per risalire all’identità dei “topi di appartamento”.

venerdì 11 giugno 2010

UNA PAGINA BIANCA IN SEGNO DI PROTESTA
































PER IL DIRITTO AD UNA INFORMAZIONE LIBERA CONTRO LA "LEGGE BAVAGLIO"

lunedì 7 giugno 2010

RIAPRE BAR 24 ORE DOPO IL CROLLO DEL TETTO

A TEMPO DI RECORD I LAVORI NEL LOCALE DEL CENTRO COMMERCIALE "QUARTO NUOVO"

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo" domenica 6 giugno 2010

QUARTO. Ventiquattro ore dopo il crollo di parte del soffitto, riapre a tempo di record il bar “Lady’s Caffè” all’interno del centro commerciale “Quarto Nuovo”. Per tutta l’intera giornata di venerdì e fino alle 6 di ieri mattina, all’interno del locale nel mega centro Ipercoop di via Masullo, a Quarto, sono stati al lavoro ininterrottamente 24 operai, tra impiantisti e manovali, per ripristinare il soffitto e mettere in sicurezza l’edificio che ospita il bar a seguito del crollo provocato, a quanto pare, dallo scoppio di un tubo dell’acqua dell’impianto anti-incendio della struttura. Un “tour de force” da parte delle varie ditte impegnate che è andato avanti per l’intera giornata di venerdì fino alle prime luci dell’alba. Ripristinati gli impianti, la controsoffittatura danneggiata, ieri mattina nel bar “Lady’s Caffè” sembrava non esserci traccia del crollo avvenuto 24 ore prima. Una “corsa contro il tempo” per evitare ulteriori danni ai gestori dell’attività commerciale derivanti dai mancati incassi. Per l’intera giornata, nonostante il bar danneggiato si trovi all’ingresso di uno dei due accessi principali, il centro commerciale è rimasto aperto regolarmente. Rimanendo aperto anche dopo le 21 quando, dopo l’orario di chiusura, la direzione dell’ipermercato ha consentito ugualmente l’accesso alla struttura da parte delle ditte impegnate e messo a disposizione gli agenti del servizio di vigilanza privata che fino alle 6 del mattino hanno “assistito” gli operai al lavoro. “Siamo riusciti ad aprire ed oggi stiamo lavorando regolarmente”- spiega Dario Amato, uno dei responsabili del bar “Lady’s Caffè” – “Hanno lavorato per tutta la notte 24 operai fino alle 6 del mattino e in più la dirigenza del centro ci ha messo a disposizione le sue guardie giurate che sono state tutta la notte sul posto”. A provocare il danno che poteva trasformarsi in tragedia se al momento del crollo erano presenti nel locale clienti o il personale del bar, a quanto pare la rottura di una condotta la quale, sotto la forte pressione dell’acqua, avrebbe ceduto nella notte travolgendo parti degli impianti elettrico e di areazione che passano al di sopra dei pannelli di cartongesso che compongono la controsoffittatura del locale. I quali, insieme a parti di impiantistica crollavano nello spazio sottostante tutto ciò che in quel momento era presente nel locale. Tra gli altri venivano danneggiati e completamente distrutti macchinari elettrici, suppellettili, oggetti e alimenti presenti all’interno del bar. Restano ora da verificare eventuali responsabilità sull’accaduto. Contattata telefonicamente, dalla direzione del centro commerciale non è pervenuta alcuna dichiarazione.

sabato 5 giugno 2010

CENTRO COMMERCIALE "QUARTO NUOVO", CROLLA SOFFITTO NEL BAR

SEMIDISTRUTTO IL"LADY'S CAFFE'" NEL CENTRO COMMERCIALE, INGENTI I DANNI
IL CEDIMENTO E' STATO CAUSATO DALLO SCOPPIO DI UNA TUBATURA IDRICA

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo" sabato 5 giugno 2010


QUARTO. Tragedia sfiorata all’interno del centro commerciale “Quarto Nuovo” di via Masullo, a Quarto. Nella notte il crollo del soffitto all’interno di un bar ha provocato la distruzione di parte del locale. Pannelli in cartongesso, tubi dell’impianto di areazione, pezzi dell’impianto elettrico sono caduti nello spazio sottostante travolgendo e distruggendo diversi macchinari, vetri, suppellettili e la merce presente nel bar. Il crollo, stando a quanto raccontato dai titolari dell’attività commerciale, sarebbe stato provocato dallo scoppio di un tubo dell’acqua, la cui pressione avrebbe poi travolto gli impianti sottostanti facendo cedere la controsoffittatura.
L’episodio si è verificato all’interno del bar “Lady’s Caffè” nella notte tra giovedì e venerdì. Ingenti i danni per l’attività commerciale nella quale fortunatamente al momento del crollo non era presente nessuno.
A dare l’allarme, intorno alle 6 del mattino uno degli addetti alle pulizie che nei pressi della saracinesca del locale notava il locale devastato. Agli occhi dell’uomo una parte del soffitto completamente sventrata e finita a terra, una grande quantità di acqua presente sul pavimento, oltre alla distruzione di macchinari ed oggetti presenti nel bar, come tazzine, bicchieri, piatti, bottiglie andati in frantumi. Sul posto intervenivano il responsabile dell’attività e i suoi collaboratori insieme alla dirigenza del centro commerciale “Quarto Nuovo”. Subito al lavoro una squadra di operai di alcune ditte edili che rimuovevano i detriti e le parte della controsoffittatura in gesso crollate. Per l’intera mattinata le dipendenti del bar sono state impegnate nel recupero degli oggetti, portando a deposito quelli usciti “illesi” dal crollo.
Nel frattempo iniziava la conta dei danni: “Alcuni macchinari elettrici sono andati distrutti nel crollo e successivamente a contatto con l’acqua, come la macchina per il caffè e quella per le granite.” racconta Dario Amato, responsabile dell’attività commerciale “Una stima approssimativa mi farebbe dire che i danni potrebbero ammontare intorno ai 40-50 mila euro, ma è ancora presto per dirlo. C’è da considerare che ora dovremo stare chiusi fino a quando il danno non sarà riparato. Ci hanno inoltre assicurato che a coprire i danni sarà la dirigenza del centro commerciale”. Dalla direzione del centro commerciale, contattata telefonicamente in mattinata, assente il direttore l’interlocutore al telefono ha dichiarato “Sono in corso i lavori di manutenzione per la risoluzione di un problema tecnico”. Un analogo episodio si verificò nell’ottobre del 2009 al centro commerciale “Le Porte di Napoli” ad Afragola. In quell’occasione a crollare fu Una intelaiatura in ferro che sosteneva fari e microfoni. La grossa struttura finì sulle casse e sul punto d’Ascolto del mega-supermercato fortunatamente, anche in quel caso, senza provocare vittime. Una donna di 41 anni rimase leggermente ferita. Grande fu invece la paura e lo choc per i clienti in fila e le cassiere.

IN CENTINAIA PER L'ULTIMO SALUTO A "SASY"

STRAZIO E DISPERAZIONE AI FUNERALI
GLI AMICI INDOSSAVANO LE MAGLIETTE CON INCISA LA FOTO DEL LORO AMATO "SASY"
DAVANTI ALLA BARA BIANCA IL PRESIDE DELLA SUA SCUOLA CONSEGNA ALLA MAMMA IL DIPLOMA CHE IL FIGLIO LE AVEVA PROMESSO

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo" sabato 5 giugno 2010


POZZUOL/LICOLA. Ragazzini che piangono, imprecano, tentano di aggrapparsi alla bara bianca che esce dalla chiesa, si gettano in terra, corrono verso la strada per raggiungere il carro funebre. Strazio, disperazione, dolore ieri pomeriggio per i funerali di Salvatore Ercole, il 14enne morto in mare dilaniato dall’elica di un gommone. Tante lacrime giovani, innocenti. “Una tragedia vedere così tanti ragazzini piangere e disperarsi” dice tra le lacrime all’esterno della chiesa di “San Luca Evangelista” una donna mentre un lungo applauso accompagna il feretro ricoperto da gigli bianchi e da una maglia del Napoli che esce dalla chiesa. Ragazzini con magliette raffiguranti il volto di “Sasy”, striscioni, cartelloni. “Hey Sasy, qui il tuo posto è un vuoto riempito dal silenzio, lì sarai felice e amato”. In centinaia, un intero paese accorso nella chiesa di Varcaturo per rendere a Sasy “quel grosso e bel giovincello, sempre sorridente” l’ultimo saluto e per stringersi intorno all’immane dolore dei genitori. Struggente l’omelia officiata da Padre Carlo, parroco della chiesa “Con il suo corpo e la sua anima Salvatore è ancora in mezzo a noi. E con la sua anima ci parla e ci ascolta dall’alto”. Durante la messa nella chiesa gremita, gli amici, i familiari, i compagni di classe hanno ascoltato le parole del prelato intorno la bara bianca, dinanzi all’altare, quasi in segno di protezione per lo sfortunato amico che non c’è più. La disperazione, le lacrime i singhiozzi stretti in gola che hanno accompagnato l’intera funzione religiosa.
“Affidiamo Salvatore nelle braccia del padre” le parole del parroco raggiungono l’esterno della chiesa dove tra l’entrata e il carro funebre ragazzini e ragazzine con le maglie con su inciso il volto di Sasy attendono il passaggio della bara bianca, gigli bianchi in mano. Accanto alla bara bianca la mamma Veronica e il papà Ciro. Commozione quando a prendere la parola durante la cerimonia è stato il preside dell’istituto tecnico per geometri “Vilfredo Pareto” al quale da un anno era iscritto Salvatore. “Ricordo quando l’ho conosciuto il primo giorno” ha raccontato il dirigente Biagio Cimmino “Mi disse: devo conseguire la qualifica professionale di elettricista, la devo regalare a mia madre. Parole indelebili che non dimenticherò mai” e rivolgendosi alla madre in lacrime lo stesso preside ha consegnato il diploma tanto sognato e desiderato da Sasy “Signora, Salvatore il diploma lo ha avuto, eccolo”. Al termine della cerimonia il carro funebre si è diretto in via Licola Mare sotto l’abitazione dove Salvatore Ercole viveva insieme alla mamma, accompagnato da un grosso corteo formato da centinaia di persone.

venerdì 4 giugno 2010

OGGI I FUNERALI DI SALVATORE ERCOLE

POZZUOLI/LICOLA. Saranno celebrati oggi pomeriggio alle 15.30 presso la chiesa di “San Massimo Cumano e Santa Maria Goretti” in piazza San Massimo a Licola i funerali di Salvatore Ercole, il 14enne morto dilaniato dall’elica di un gommone martedì pomeriggio a largo dell’arenile di Lucrino, a Pozzuoli. Parenti, amici e conoscenti potranno regalare l’ultimo saluto al povero Salvatore, per tutti “Sasy” e stringersi intorno al dolore dei genitori. La bara bianca giungerà direttamente dal Secondo Policlinico Federiciano dove ieri pomeriggio è stata effettuata l’autopsia disposta dal medico legale nominato dal pubblico ministero della Procura di Napoli, Eva Scalfati, che conduce le indagini insieme ai carabinieri della compagnia di Pozzuoli. Il giovane sarebbe morto sul colpo a causa di una profonda ferita alla “regione parietale” del cranio provocata dall’elica del motore del gommone che il 14enne aveva abbordato insieme ad altri 3 amici mentre si trovava a bordo di un pedalò. Alla base della tragedia a quanto pare una bravata da parte di 4 giovani. Indagato per concorso in omicidio il più grande del gruppo, l’unico maggiorenne, un 20enne residente a Monterusciello. Per gli altri due minori ( 16 e 17 anni, uno residente a Licola a pochi passi dall’abitazione di Salvatore Ercole) sarà la Procura dei minori a pronunciarsi. Da martedì sera, appresa la notizia della tragedia, un’intera città è sotto choc. L’intera comunità di Licola mare, dove Salvatore viveva nella frazione giuglianese insieme alla giovane mamma Veronica, si è stretta intorno al dolore della donna. Un continuo presidio da parte di parenti, amici e conoscenti al civico 102 di via Licola mare. Anche ieri mattina numerosi ragazzini riunitisi lungo il marciapiedi e nello spiazzale antistante la casa di Salvatore. Per i funerali grande la mobilitazione. Gli amici, quelli di sempre, del suo rione, i compagni di classe della prima superiore dell’Istituto Tecnico Commerciale “Vilfredo Pareto” di Arco Felice, starebbero preparando cartelloni e striscioni in suo ricordo. Anche in rete, attraverso il social network facebook forte è la mobilitazione. Oltre 800 gli utenti iscritti in poche ore ai due gruppi creati in sua memoria. Tanta la disperazione, i messaggi di cordoglio, i ricordi dei momenti vissuti insieme a “Sasy”. E forte la rabbia verso i tre amici “rei” di non aver aiutato il povero 14enne, che dopo la mortale ferita veniva lasciato in acqua dagli amici che probabilmente in preda al panico scappavano verso riva a bordo del pedalò sul quale avrebbero dovuto trascorrere una giornata di sole e di mare.

giovedì 3 giugno 2010

SASY VIVEVA INSIEME ALLA GIOVANE MAMMA

PER LA DONNA QUEL FIGLIO ERA LA GIOIA DI UNA VITA
"VIVEVA PER LUI" RACCONTANO I VICINI

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" giovedì 3 giugno 2010


POZZUOLI/LICOLA. Una palazzina al civico numero 102 di via Licola mare che affaccia su uno spiazzo circondato da alte lamiere, in alcuni punti rimosse per trarne dei varchi di accesso. E’ lì che al secondo piano Salvatore Ercole abitava insieme alla sua giovane mamma, Veronica. Una modesta casa presa in affitto dalla donna a seguito della separazione con il papà di Salvatore, che dopo la fine del matrimonio si era trasferito nella vicina città di Quarto, dove tutt’oggi vive insieme alla propria compagna. L’uomo lavora come muratore, spesso in trasferta, fuori regione. Mamma Veronica invece vive di piccoli espedienti, una vita fatta di sacrifici per portare avanti la casa, pagare il fitto e garantire un futuro migliore al suo unico figlio per il quale, raccontano i vicini, aveva un amore spasmodico. “Viveva in funzione di suo figlio, ogni cosa che faceva era legata a lui” racconta la signora Luisa, che teme possibili ripercussioni psicologiche per la donna “mi auguro che non faccia una sciocchezza in preda al forte dolore ed alla disperazione. Per lei quel figlio era tutto!” “Persone per bene, educate e rispettose” così viene descritta la famiglia di Salvatore che a differenza di molti suoi coetanei, finita la scuola media aveva deciso di continuare gli studi iscrivendosi all’Istituto Tecnico Commerciale “Vilfredo Pareto” di Arco Felice.
In via Licola mare abitano anche alcuni familiari di Salvatore e a pochi passi da casa sua uno degli amici coinvolti nella tragedia. Alle 19 di martedì, quando si è diffusa la notizia della sua morte, raccontano di gente che correva per strada, lacrime, urla e pianti. E la corsa verso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” dove credevano fosse stato ricoverato. “Ieri sera appena sparsa la notizia oltre 20 macchine sono partite da qui. Ci siamo recati anche al Secondo Policlino dove ci avevano detto che era stata portata la salma. Qui siamo tutta una famiglia” racconta una vicina. Per l’intera notte e durante l’intera giornata di ieri un capannello di familiari, amici e conoscenti si sono stretti intorno al dolore della povera mamma, quasi in segno di protezione verso la donna, chiusi all’interno di quello spiazzale circondato da lamiere.

DURANTE LA NOTTE UNA FESTA A POCHI METRI DALLA CASA A LUTTO

MUSICA E CAOS FINO ALL'ALBA IN UNO STABILIMENTO BALNEARE TRASFORMATO IN DISCOTECA

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" giovedì 3 giugno 2010

POZZUOLI/LICOLA. La notizia dell’assurda tragedia,la disperazione, la corsa in ospedale, all’obitorio, lo straziante riconoscimento della salma presso la caserma dei carabinieri. Il ritorno a casa, con i parenti, amici, e vicini di casa che si stringevano intorno al dolore della povera mamma di Salvatore Ercole. Una notte trascorsa nell’androne del palazzo, in strada, nella sua abitazione, al civico 102 di via Licola mare per i tanti che hanno vegliato insieme alla donna. Mentre contemporaneamente, dall’altro capo della strada, a meno di 500 metri dalla casa del 14enne, giungeva il trambusto, il caos e la musica assordante da un vicino lido dove era in corso una festa. Per tutta la notte e fino alle prime ore del mattino seguente, centinaia di giovani si divertivano tra drink e i ritmi di una musica techno assordante, con urla e parole dello speaker che si udivano a chilometri di distanza. “Lungo la strada” raccontano i residenti “stanotte scorazzavano macchine e motorini con gli occupanti che ci hanno urlato contro frasi ingiuriose, specialmente contro le donne apostrofate in maniera poco edificante”. Parenti, amici e conoscenti del povero Salvatore che in preda alla disperazione per una tragedia da poche ore consumata che hanno dovuto sopportare anche l’inciviltà e la stupidaggine di alcuni giovani.

LA GRANDE COMPOSTEZZA E IL SILENZIO DEGLI AMICI SOTTO LA CASA DI SALVATORE ERCOLE

SU FACEBOOK ANCHE DUE GRUPPI IN MEMORIA DI SASY

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" giovedì 3 giugno 2010

POZZUOLI/LICOLA. Un gruppetto di ragazzini è seduto su un muretto lungo la strada, di fronte l’abitazione dalla quale ventiquattro ore prima Salvatore Ercole era sceso per andare al mare. Tutti piccoli di età, coetanei, in media avranno 14 anni. Hanno la testa bassa, lo sguardo rivolto a terra, gli occhi rigati dalle lacrime. Non una parola tra di loro, quasi a voler rispettare il silenzio che regna in tutta la zona. Improvvisamente uno di loro si alza, arriva un amico, al massimo dodicenne, i due si abbracciano e scoppiano in lacrime. Forte il dolore per la perdita del loro caro amico, al quale in tanti volevano bene. Lo chiamavano Sasy, un vezzeggiativo che gli amici avevano dato a “quel bravissimo ragazzone, alto, bello ed educato” come lo ricorda una vicina di casa. Sasy pare avesse anche una fidanzatina, tra le amiche di scuola e della comitiva con la quale si divertiva e con la quale martedì mattina era andato al mare. Gli amici rimangono seduti lungo il muretto per tutta la mattinata quasi a voler vegliare quella casa dove chissà quante volte si sono recati per invitare a scendere il loro amico.
Chissà quanti i ricordi nel vedere quel balcone.
Ricordi che di li a poco affioravano anche in rete “Sasy Ercole sempre nei nostri cuori” e “Per chi ha conosciuto Sasy Ercole, resterai sempre nei nostri cuori” attraverso due gruppi fondati proprio dagli amici di Salvatore sul social network “Facebook”. Oltre 250 i visitatori, in lacrime dietro i monitor, molti piccolissimi, bambini di 6-7 anni che in poche ore hanno sfogliato le pagine e le numerose foto che ritraggono Sasy in momenti gioiosi e di divertimento. “Sasy, ci hai lasciato giovanissimo a causa di una tragedia non è giusto.Dio ti ha portato con se a quest'età ingiustamente, e anche se non ci sei più, sarai sempre in ognuno di noi nei nostri cuori!” scrive Anna. “Dio ieri si e preso l'angelo più bello che c'era sulla terra ora lo ha accanto a sé, un angioletto di 14 anni è volato via, Salvatore rimarrai sempre nei nostri cuori. Ti amo di bene” Ed ancora “sto pensando a te che sei stato sempre giocherellone che sei stato sempre un ragazzo speciale, ma forse dio aveva bisogno di un angelo speciale e quell’ angelo sei tu Sasy, non ti dimenticherò mai ti voglio bene” scrivono Francesco e Marcella.Sulla bacheca postati anche duri commenti di accusa verso i tre amici che erano a bordo del natante al momento della tragedia insieme a Salvatore Ercole “rei” di averlo lasciato solo in acqua “vorrei tanto vedere le facce degli "amici" che lo hanno lasciato la che schifo questa non è amicizia è infamità possiate morire tutti voi mangiati dal rimorso di avere un morto sulla coscienza!” “Hanno fatto schifo lo hanno lasciato lì e non hanno neanche chiesto aiuto, non è giusto, li odio”.

mercoledì 2 giugno 2010

UNA CITTA' SOTTO CHOC

GRANDE IL DOLORE PER LA MORTE DEL 14ENNE

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" mercoledì 2 giugno 2010

POZZUOLI. Un’ora dopo la tragedia la spiaggia di Lucrino è deserta, presenti solo tre giovani probabilmente i gestori del lido che mestamente si allontanano. Sulla battigia alcuni pedalò, manca quello blu, col quale Salvatore Ercole e i suoi amici si erano diretti verso il largo. “C’erano delle ragazzine che urlavano, piangevano dalla disperazione” racconta ancora col dramma negli occhi un giovane con addosso una tuta della Juventus , che era sceso sulla spiaggia di Lucrino per fare footing “Volevo fare un bagno ma dopo quel trambusto, dopo aver visto tante lacrime e dolore non ce la faccio”. Dolore, commozione e anche rabbia per un’assurda tragedia che in pochi minuti ha fatto il giro della città, sotto shock per quanto accaduto. A Lucrino, lungo la strada a pochi metri dall’arenile al largo del quale si è consumata la tragedia, la gente bisbiglia, si chiede come sia potuto accadere tanto. Mentre sull’altra sponda, nel porto di Pozzuoli , di fronte allo spicchio di spiaggia privata dove Salvatore Ercole (nella foto) aveva fittato il pedalò insieme ai suoi 3 amici, dopo le 19 giunge la salma a bordo di una motovedetta della Guardia costiera. Un capannello di curiosi, molti non sanno il perché di tanto dispiegamento di forze dell’ordine. Curiosità che diventa commozione quando si apprende la notizia “Un ragazzino di appena 14 anni morto in mare dopo essere stato colpito da un’elica. Assurdo!” Poco dopo le 20, arriva una seconda motovedetta della guardia costiera. Dietro, trainato e ricoperto per metà dall’acqua proprio quel pattino blu, col quale Salvatore ed i suoi amici avevano deciso di divertirsi.

MUORE A 14 ANNI DILANIATO DALL'ELICA DI UN GOMMONE

IL RAGAZZINO ERA A LARGO DELLA SPIAGGIA DI LUCRINO A BORDO DI UN PEDALO'
INSIEME A 3 AMICI HA TENTATO DI PRENDERE UN GOMMONE FERMO IN MEZZO AL MARE DI PROPRIETA' DI UN SUB CHE IN QUEL MOMENTO ERA SOTT'ACQUA

DOPO LA MESSA IN MOTO DEL GOMMONE IL 14ENNE VENIVA FERITO DA UN'ELICA
ALLA VISTA DEL SANGUE GLI AMICI IN PREDA ALLA PAURA SI DAVANO ALLA FUGA LASCIANDOLO IN ACQUA DOVE MORIVA DISSANGUATO

INUTILI I TENTATIVI DI SOCCORSO
I 3 AMICI DELLA VITTIMA IDENTIFICATI E PORTATI IN CASERMA DAI CARABINIERI
SONO ACCUSATI DI OMICIDIO COLPOSO E OMISSIONE DI SOCCORSO


di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" mercoledì 2 giugno 2010


POZZUOLI. La giornata calda e soleggiata aveva spinto 4 amici ad andare in spiaggia. Poi la decisione di fittare un pedalò per dirigersi a largo, lontani dalla riva. Ad un certo vedono un gommone, apparentemente vuoto, decidono di salirci sopra, lo mettono in moto. Poi la tragedia. Un’elica perfora la gamba del più piccolo del gruppo, Salvatore Ercole, 14 anni, residente a Licola, in via Licola Mare, 102, che qualche attimo dopo morirà dissanguato in acqua. Gli amici alla vista di tanto sangue scappano, forse in preda al panico. Inutili i soccorsi del proprietario del gommone, un maresciallo dell’aeronautica impegnato in un’immersione nel momento in cui il gruppetto di amici saliva a bordo del proprio mezzo. Dramma ieri pomeriggio nelle acque del golfo di Pozzuoli. Erano le 16.45 circa quando Salvatore Ercole insieme ai suoi tre amici di 16, 17 e 18 anni, (tutti residenti a Pozzuoli e nella frazione di Licola) prendevano in noleggio un pattino di colore blu presso uno degli stabilimenti balneari privati nella zona di Lucrino, ad Arco Felice. Saliti a bordo dell’imbarcazione i quattro si avviavano verso il largo, pedalando in direzione del porto di Pozzuoli. Giunti in prossimità del pontile dell’ex stabilimento della Pirelli i 4 amici notavano un gommone ancorato fermo in acqua.
A quel punto, forse per fare un bravata o immaginando che il mezzo fosse incustodito, i quattro decidono di salire a bordo del gommone il cui proprietario in quel momento si trovava sott’acqua impegnato in una immersione a diversi metri di distanza. A quel punto, per cause ancora al vaglio degli inquirenti che indagano sull’accaduto, dopo aver acceso il motore il più piccolo del gruppo Salvatore Ercole, veniva ferito da un’elica a quanto pare ad una gamba ( anche se successivamente gli amici parleranno di una profonda ferita dietro l’orecchio) rimanendo in acqua. Una ferita profonda, che provocava una grossa fuoriuscita di sangue alla vista del quale gli amici del 14enne forse in preda al panico, si davano alla fuga dirigendosi verso la spiaggia dalla quale erano salpati col pedalò. Salvatore Ercole moriva subito dopo in acqua. Nonostante i primi soccorsi prestati dal proprietario del gommone che attirato dal trambusto riemergeva dall’acqua. L’uomo, dopo aver caricato sul gommone il ragazzo lanciava l’allarme alla capitaneria di porto di porto e trasportava sulla battigia della spiaggia di Lucrino il giovane ferito. Nel frattempo, i tre amici del 14enne ritornati in spiaggia, raccontavano ai proprietari del pedalò che il proprio amico aveva avuto un incidente. “Ho visto delle ragazzine piangere, ragazzini che correvano” racconta un uomo sulla quarantina che in quel momento si trovava sull’arenile di uno dei lidi privati lungo la costa di Arco Felice. Sul posto giungevano motovedette delle capitanerie di porto di Ischia e Pozzuoli, i vigili del fuoco della squadra 5b della caserma di Monterusciello. Sul posto anche carabinieri e agenti di polizia i quali raccoglievano le testimonianze di quanti, dalla riva avevano assistito alla scena e nel tentativo di risalire all’identità dei tre amici del povero 14 enne che nel frattempo si erano dati alla fuga. Il corpo senza vita di Salvatore Ercole veniva caricato a bordo di una motovedetta e trasportato al porto di Pozzuoli dove la salma veniva trasportata presso la caserma della compagnia carabinieri di Arco Felice, dove alle 21.10 giungevano i genitori per il riconoscimento. E dove fino a tarda serata venivano ascoltati dai militari e dal magistrato di turno incaricato dalla Procura gli amici della vittima, che qualche ora dopo il tragico episodio veniva identificati e fermati. I tre giovani, interrogati alla presenza dei genitori e dei propri legali, rischiano ora l’accusa di omicidio colposo e di omissione di soccorso. In tarda serata la salma veniva trasportata presso il Secondo Policlinico di Napoli dove sarà effettuata l’autopsia.