martedì 28 settembre 2010

STUDENTI IN "FUGA" DAL PARETO

INTERVENTI IN CORSO DA TRE ANNI, ALLIEVI DIVISI TRA DUE PLESSI: 80 RICHIESTE DI NULLA OSTA
L' SOS DEL PRESIDE: "NOI COME L' AQUILA POST- TERREMOTO"

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul quotidiano "Roma" martedì 28 settembre 2010
POZZUOLI. Una scuola divisa in due, 555 studenti costretti a traslocare, docenti che fanno la spola tra due istituti, la fuga degli alunni verso nuove strutture scolastiche. “Stiamo vivendo la stessa emergenza che hanno vissuto a L’Aquila, solo che lì in poco tempo hanno realizzato scuole nuove, noi invece siamo in attesa che finiscano i lavori da 3 anni. E’ inaccettabile quanto sta accadendo. Ci hanno assicurato che entro 18 mesi i lavori saranno conclusi definitivamente. Io voglio che entro 3 o al massimo 6 mesi ci consegnino la scuola finita e se non sarà così sono pronto ad andare a Roma dal ministro dell’istruzione Gelmini e dal presidente del consiglio Berlusconi per portarli a conoscenza della nostra situazione”. Non usa mezzi termini Biagio Cimini, preside dell’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Vilfredo Pareto” di Arco Felice, a Pozzuoli, 1013 gli iscritti in tutto. I lavori seguiti allo stato di inagibilità della struttura si protraggono dal novembre del 2007. Concluso il primo lotto di lavori, costati circa 2,5 milioni di euro, dal settembre del 2008 l’istituto è diviso in 2 parti: le classi del biennio ad Arco Felice, il triennio in via Antiniana, quartiere Agnano.Da 2 anni si attendono i lavori al II lotto, 24 mesi di annunci, smentite, il malumore di studenti, genitori, corpo docente e personale Ata, costretti a fare la spola tra i due istituti, 10 chilometri di strada percorsi tra una lezione e l’altra. Ritardi in aula, percentuale di assenze in ascesa, la fuga verso altri istituti, numerose le ripercussioni “Dal 2008 è iniziato il fenomeno “allontanamento” dal “Pareto” denuncia Cimini “Tra i motivi alla base la presenza del triennio ad Agnano, che dal 2008 ci ha fatto segnare una impennata degli allontanamenti” e sciorina i dati relativi al fenomeno: 80 richieste di “nulla osta” da giugno ad oggi. Di questi solo 30 ritenuti validi ed approvati, gli altri 50 rigettati al mittente. “Abbiamo applicato una delibera del consiglio d’istituto secondo la quale la richiesta di nulla osta verso altri istituti deve essere presentata entro il 25 giugno”. Anni travagliati per la struttura nata 44 anni fa, off limit a seguito di un sopralluogo dei tecnici incaricati dalla Provincia che la dichiararono inagibile 2 mesi dopo l’inizio dell’anno scolastico con il dislocamento degli iscritti presso 3 istituti della città, fino al gennaio del 2008, quando i circa mille iscritti (tra ragionieri, geometri e i frequentatori dei turni serali) furono trasferiti presso la sede di via Antiniana. Poi i lavori al I lotto conclusi in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico 2008/2009. Restava dare il via ai lavori del II lotto, la parte centrale dell’istituto oggi location di uffici, segreteria e presidenza. Ma da allora tutto è fermo. “Invito tutti i genitori a stare tranquilli, assicuro loro che troverò il modo per far tornare i ragazzi qui ad Arco Felice, così come chiedo agli studenti con i quali ho un continuo dialogo e per i quali la mia porta è sempre aperta, di avere pazienza”.

ALTRA TRAGEDIA SFIORATA

AMERICANO ALLA GUIDA SBANDA E FINISCE CONTRO TRE AUTO
L'UOMO ERA SOTTO L'EFFETTO DELL' ALCOL


POZZUOLI. Un tremendo incidente. Un’automobile che sbanda, invade la corsia opposta, finisce contro le auto che procedono nell’altro senso. Una pericolosa carambola, 3 vetture rimangono coinvolte, 2 feriti, tanta la paura. L’episodio intorno le ore 21 di venerdì. Alla guida di una grossa monovolume, una Honda CRV di colore grigio, c’è un americano che subito dopo il sinistro, sottoposto al test alcolemico, risulterà avere una percentuale di alcool nel sangue superiore a quella consentita dalla legge. S.B., 38 anni, stava procedendo a bordo della sua automobile in direzione Pozzuoli, proveniente da Agnano. Si trovava nei pressi della Santuario di San Gennaro, stava percorrendo Via San Gennaro Agnano. Improvvisamente, per motivi ancora da accertare, l’uomo perdeva il controllo della sua vettura. In quel tratto, la strada è delimitata sui due lati dal muro di cinta della Chiesa e dall’altro da uno di contenimento. La Honda CRV guidata dal 38enne americano, dopo aver perso la stabilità lungo il selciato, finiva per invadere la corsia opposta andandosi a schiantare contro le automobili che procedevano dall’altra parte. Una sorta di carambola effettuata da parte della grossa vettura, durante la quale rimanevano coinvolte 3 automobili. Una Opel Astra di colore bordò, all’interno della quale viaggiava una coppia di coniugi anziani che da Pozzuoli si stavano recando in direzione Napoli, Una Honda Loco di colore blu all’interno della quale viaggiavano un uomo e una bambina, una Xara Picasso a bordo della quale c’era un 47enne. Una serie di urti a catena con la grossa auto guidata dal 38enne che finiva la sua corsa di traverso lungo la strada, contro il marciapiedi. Stessa sorte per l’altra monovolume coinvolta nell’incidente, la Xara Picasso, anch’essa finita di traverso nell’opposta corsia di marcia. Tutte le auto coinvolte nel sinistro rimanevano danneggiate, gli airbag posti ai lati guida, passeggero e laterali scoppiati durante l’urto.
Forte la paura per i passeggeri delle 4 autovetture, ma fortunatamente nessuno riportava grosse conseguenze. Sul posto giungevano i sanitari del 118 a bordo di 2 ambulanze. Trasportata all’ospedale San Paolo di Napoli l’anziana donna che al momento dell’incidente viaggiava seduta sul lato passeggeri accanto al marito a bordo della Opel Astra. I conducenti delle 4 autovetture coinvolte nell’incidente come da prassi venivano sottoposti agli esami alcolemici. I cui risultati andavano oltre la soglia limite consentita dal codice della strada per S.B.,, l’americano alla guida della Honda CRV. Sul posto giungevano gli agenti di Polizia Municipale di Pozzuoli, i quali effettuavano sul selciato e sui veicoli coinvolti i rilievi utili per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Sul Luogo dell’incidente anche 3 carri attrezzi per rimuovevano i mezzi incidentati e gli operatori del servizio di ripristino stradale post incidenti. Durante le operazioni di soccorso il traffico rimaneva bloccato per quasi due ore in tutta l’area. Via San Gennaro Agnano è una importante arteria di collegamento tra Pozzuoli e i quartieri di Agnano e Bagnoli, nei week end presa d’assedio da centinaia di automobilisti. Sei ore prima un altro terribile incidente, in via Monterusciello, nell’omonimo quartiere, un 25enne a bordo di una Fiat Punto, perdeva il controllo della sua autovettura con ogni probabilità a causa della pioggia caduta sull’ asfalto. L’effetto acqua planning faceva finire nella corsia opposta l’ auto guidata dal giovane, dove in quel frangente sopraggiungeva un camion. Tremendo lo schianto tra i due mezzi: l’urto sulla parte laterale del camion, all’altezza della scala utilizzata dal conducente per salire nell’abitacolo faceva accartocciare la parte anteriore dell’auto. Ma fortunatamente per il 25enne nessuna grave conseguenza.

sabato 25 settembre 2010

AUTO CONTRO CAMION, TRAGEDIA SFIORATA

25ENNE PERDE IL CONTROLLO DELLA SUA FIAT PUNTO FINENDO CONTRO LA SCALA DI UN CAMION
TRA LE CAUSE DELL'INCIDENTE IL MANTO STRADALE RESO SCIVOLOSO DALLA PIOGGIA


POZZUOLI. Il manto stradale eroso reso ancor più scivoloso dalla pioggia, gli pneumatici che ad un certo punto paiono camminare sull’acqua, quasi una schiuma sull’asfalto, e l’effetto acqua planning che fa la sua vittima. Un’auto perde il controllo, sbanda, finisce la sua corsa contro un camion. E la tragedia che viene sfiorata in via Monterusciello, nei pressi di un noto mobilificio. L’arteria già in passato teatro di sinistri stradali, asfalto scivoloso, strada ad alta velocità. Erano da poco passate le 13 di ieri quando A.D.R., 25 anni a bordo della sua Fiat Punto di colore bianco stava viaggiando in direzione Quarto. Improvvisamente, il giovane perdeva il controllo della sua autovettura. Una sottile pioggerella aveva creato uno strato di acqua sul selciato, in questi casi anche una minima frenata rischia di provocare una perdita di controllo del mezzo. Nel frattempo, dalla corsia opposta sopraggiungeva un camion, modello Iveco 115. Il venticinquenne, perso il controllo della sua vettura, andava a finire contro il grosso mezzo in movimento. L’urto sulla parte laterale del camion, all’altezza della scala utilizzata dal conducente per salire nell’abitacolo. Scontratosi qualche centimetro dietro, l’auto sarebbe potuta finire sotto il grosso mezzo, con conseguenze ancora più tragiche. Così come gravi potevano essere le conseguenze se la corsa dell’automobile fuori controllo, finiva contro una delle abitazioni che sorgono lungo la strada.
Tremendo lo schianto tra i due mezzi. La fiat punto finiva con la parte anteriore sinistra contro la carrozzeria dell’Iveco. Nell’urto scoppiava l’airbag del volante del conducente, parte del cofano dell’automobile si accartocciava su se stessa. Grande la paura per il 25enne e per il conducente del camion. Fortunatamente per loro nessuna grave conseguenza. Sul posto giungevano i sanitari del 118 e gli agenti del corpo di polizia municipale di Pozzuoli. Entrambi gli automobilisti venivano condotti presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” per le lievi ferite e le escoriazioni riportate nell’urto. Sottoposti a test alcolemico e droga test come prassi, nessuna anomali usciva dai risultati, entrambi non erano alla guida sotto effetto di alcol o sostanze stupefacenti. Ma l’incidente poteva avere ripercussioni più gravi. Lungo la strada, specie in discesa, numerosi automobilisti sono portati a premere oltre il dovuto il piede sull’acceleratore, nonostante le precarie condizioni dell’asfalto, eroso e soggetto, nei casi di pioggia, alla formazione di uno strato d’acqua che provoca l’effetto acqua planning non permettendo a pneumatici e asfalto di aderire.

STRADA NEL CAOS, LA GENTE RIMUOVE I SEGNALI STRADALI

IN VIA COSTE DI CUMA "ELIMINATO" IL SENSO UNICO DI MARCIA


POZZUOLI. Prima una busta nera a coprire i segnali che ne vietavano l’accesso, poi la rimozione totale del pannello. E la strada che da senso unico ritorna a doppio senso di marcia. Residenti, automobilisti, ci si chiede chi si cela dietro la simbolica “protesta” contro i divieti stradali a Monterusciello, in via Coste di Cuma. “Prima dell’estate erano stati collocati dei cartelli che indicavano il percorso a senso unico lungo la strada” racconta Luigi, trentenne residente nella zona da diversi anni “Pertanto era possibile svoltare solo verso sinistra, mentre per scendere verso via Monterusciello, c’era il divieto di accesso. Dalla strada principale non si poteva salire, ma solo scendere. Inizialmente furono collocate delle buste nere sui pali a coprire i segnali, successivamente quando sono ritornato dalle vacanze dopo l’estate alcuni dei pali erano stati rimossi”. Oggi la strada pare essere ritornata al doppio senso di marcia, nonostante il provvedimento adottato dalle autorità competenti. Via Coste di Cuma è una stretta stradina che collega la principale via Monterusciello con la parte nord del quartiere, la cosiddetta “zona delle cooperative”. Uno stretto sentiero ai cui lati sorgono numerose abitazioni, reso a senso unico per i limitati spazi di manovra che provocano numerose difficoltà agli automobilisti. Spesso infatti, quando la circolazione lungo la strada è a doppio senso, in alcuni punti una delle due autovetture è costretta ad indietreggiare per permettere il passaggio dell’altra. Una soluzione che probabilmente non è stata accolta con piacere da qualche residente o automobilista che in un primo momento avrebbe collocato una grossa busta (di quelle utilizzate per la spazzatura) fino a rimuovere del tutto il segnale stradale posto sul palo lungo la strada. Pertanto, in mancanza dell’apposita segnaletica, un ignaro automobilista potrebbe ritrovarsi a percorrere via Coste di Cuma nel senso errato commettendo un’infrazione, ma convinto di seguire l’esatto senso di marcia.

venerdì 24 settembre 2010

AVVISO


Purtroppo la verità incute timore, ed oggi oltre alla violenza fisica, uno strumento utilizzato per mettere il "bavaglio" a chi fa informazione è il ricorso alla "querela". Oggi l'ennesima minaccia ai danni del sottoscritto, già querelato da un imprenditore e dalla sua galoppina con l'unica colpa di aver dato voce ai lavoratori che non percepivano stipendi da 6 mesi. Morale della favola: l'azienda ha chiuso da un giorno all'altro e i dipendenti sono rimasti senza lavoro e senza soldi. Da quel giorno continue minacce di ulteriori querela da parte di chi, forse, si sente parte del "sistema" messo su dall'abile imprenditore. E quale arma migliore se non minacciare querele?
Oggi è arrivata l'ennesima minaccia, i messaggi lasciati su questo blog da lavoratori delusi e derisi danno fastidio. Il che mi costringerà nei prossimi giorni a sospendere il servizio in via "temporanea"e nell' attesa che vengano controllati i messaggi "incrimanati". Ma rivolgendomi a chi ha fatto della minaccia di querela un'arma, dico che questa non è assolutamente una sconfitta. La regolamentazione dei blog è materia ancora in fase di studio, le vostre querele potrebbero rivelarsi "carta straccia". Leggendo questa nota quell'imprenditore e la sua galoppina ( che ha dichiarato il falso nella sua denuncia ) sgraneranno gli occhi perchè riterranno questo post "oggetto di nuova querela". Ma purtroppo rimarranno delusi, non ci sono riferimenti oggettivi a persone o cose. Il riferimento è a voi 2, lo sapete voi, lo so io, lo sanno tutti.

In attesa di ulteriori sviluppi porgo a tutti i lettori i miei più affettuosi saluti,

Gennaro Del Giudice

martedì 21 settembre 2010

TRE RAPINE IN MEZZ'ORA

ESCALATION CRIMINALE A POZZUOLI
ASSALTO DI RAPINATORI ARMATI AI DANNI DI UN SUPERMERCATO, UNA TABACCHERIA E UNA GUARDIA GIURATA

ALL'UOMO RUBATA LA PISTOLA DI ORDINANZA

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" martedì 21 settembre 2010

POZZUOLI. Scene da film d’azione, “sabato criminale” a Pozzuoli. Malviventi che assaltano una tabaccheria, un supermercato e aggrediscono una guardia giurata, impossessandosi della pistola di ordinanza. Escalation criminale nei Campi Flegrei dopo i furti al Mida Sport e al distributore di benzina Q8. Tutto in un lasso di tempo di circa mezz’ora, Monterusciello e Lucrino gli scenari. Sono le 19,30 circa, una tabaccheria viene presa di mira da due malviventi Il locale è affollato, ci sono clienti in fila per le sigarette, gratta e vinci, giocare i numeri al lotto. Una motocicletta di grossa cilindrata da moto cross si ferma all’esterno della tabaccheria, a bordo due uomini. Dalla sella posteriore un giovane scende, al viso ha una maschera di carnevale, in testa il casco da motociclista. L’uomo, alto circa 1 metro e sessantacinque, entra nel locale e noncurante della presenza dei numerosi clienti intimava al titolare di consegnare l’incasso. Bottino che non soddisfaceva il rapinatore che insisteva chiedendo altri soldi. A quel punto il malvivente si recava dietro la cassa impossessandosi di un cartone nel quale era contenuto altro denaro. Non contento, iniziava ad afferrare diverse stecche di sigarette e diverse “file” di biglietti “gratta e vinci” esposti e presenti sul bancone.. Impossessatosi del bottino che si aggirerebbe intorno ad alcune migliaia di euro, l’uomo raggiungeva il complice che lo attendeva in sella alla motocicletta dandosi alla fuga.
La scena sarebbe stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza a circuito chiuso installate all’interno del locale. Sul posto giungevano i carabinieri della Compagnia di Arco Felice, i fotogrammi della rapina veniva acquisiti nel tentativo di risalire all’identità dei due malviventi. A distanza di qualche minuto dalla rapina alla tabaccheria, nei pressi del lago lucrino, in direzione Baia, un uomo, una guardia giurata che dopo aver concluso il suo turno di lavoro ritornava a casa in sella al suo scooter, improvvisamente veniva affiancato da due uomini a bordo di una motocicletta da motocross. Con i 2 mezzi in movimento, uno dei due uomini in sella alla motocicletta riusciva a sfilare dalla fodera della cinta della guardia giurata la pistola di ordinanza. Quest’ultimo accortosi del furto ai suoi danni, tentava una reazione ma veniva urtato e fatto sobbalzare dal mezzo, cadendo in terra. La vittima una volta rialzatasi, si recava presso la tabaccheria rapinata qualche minuto prima, chiedendo aiuto al titolare. E li che, sulla base dei racconti delle due vittime emergevano indizi che inducevano all’ipotesi che a mettere a segno le due rapine siano stati gli stessi malviventi. In quei minuti, a qualche chilometro di distanza nel quartiere di Monterusciello, l’ennesima rapina era in corso ai danni del supermercato “Sisa” di via Allodi. Un uomo, secondo la descrizione di alcuni testimoni in fila alle casse, alto circa un metro e ottanta col volto semicoperto da una sciarpa entrava nel supermarket e pistola in pugno, afferrava il contenitore in plastica posto all’interno del cassetto della cassa nel quale vengono disposte banconote e monete riponendolo nella busta della spesa appena sottratta ad un cliente in fila. Circa 500 euro il bottino.

TERRIBILE INCIDENTE AD ARCO FELICE

AUTO CONTROSENSO, SCONTRO FRONTALE CON MOTOCICLETTA

di Gennaro Del Giudice


POZZUOLI. Terribile scontro nei pressi del tunnel che collega Arco Felice con la zona di Lucrino. Ed epilogo fortunatamente meno grave di quanto temuto in un primo momento. Un’automobile che per errore imbocca il senso di marcia sbagliato si scontra contro una motocicletta che sopraggiungeva seguendo il regolare senso di marcia. Nell’impatto rimaneva ferito il conducente del ciclomotore, escoriazioni per la donna seduta sul sedile posteriore, illesa la conducente dell’automobile. L’episodio nel pomeriggio di domenica, quando da poco erano passate le 16. I.C., 36enne di Pozzuoli, viaggiava in sella alla sua moto, una Ducati Monster di colore nero proveniente da Monterusciello, lungo la strada che dall’uscita della Variante Anas conduce verso Pozzuoli, seduta sul sedile posteriore della moto la fidanzata 28enne F.M. Il tratto di strada che stava percorrendo la coppia di fidanzati era a senso unico. La strada era libera, niente che potesse far presagire lungo il percorso ostacoli o pericoli imminenti. Ma improvvisamente, prima di imboccare il breve tunnel che da all’incrocio in direzione Arco Felice e via Campi Flegrei, spuntava nell’opposto senso di marcia una Renault Twingo di colore rosso alla guida della quale c’era una donna, V.A. 50 anni. La quale, nonostante la segnaletica indicasse che il tratto di strada da lei appena imboccato era off-limits, si trovava a viaggiare nell’opposto senso di marcia. La donna proveniva da Pozzuoli e viaggiava in direzione Monterusciello ma anziché proseguire lungo via Campi Flegrei girava a sinistra imboccando la strada sbagliata. Inaspettatamente i due ragazzi a bordo della motocicletta si ritrovavano di fronte l’improvviso ostacolo. Un impatto frontale tra i due mezzi, durante il quale la Ducati finiva contro la parte anteriore destra dell’auto guidata dalla 50enne. A seguito dell’incidente i due giovani cadevano rovinosamente sull’asfalto. Sul posto giungevano due ambulanze del 118 e gli agenti di polizia municipale. I due ragazzi, le cui condizioni non destavano particolari preoccupazioni, venivano trasportati presso l’Ospedale “Santa Maria delle Grazie” in località “La Schiana”. Qualche minuto dopo sul luogo dell’incidente giungevano gli addetti al servizio di ripristino post-incidenti e gli addetti al servizio di rimozione che sgomberavano la strada rimuovendo la Renault Twingo e la Ducati Monster.

venerdì 17 settembre 2010

OSPEDALE "LA SCHIANA", SCIOPERO SCONGIURATO

ACCORDO RAGGIUNTO TRA LE PARTI: RIENTRATA L'AGITAZIONE DEI 17 DIPENDENTI DELL' AZIENDA CHE GESTISCE LA MENSA PER I MALATI

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" venerdì 17 settembre 2010

POZZUOLI. Pasti garantiti anche oggi per i pazienti dell’ospedale “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli e stipendi assicurati ai lavoratori. Scongiurato lo sciopero da parte dei diciassette dipendenti della “Campania Catering srl”, l’azienda che gestisce il servizio di ristorazione, bar e fornitura pasti per i degenti all’interno del nosocomio puteolano, che per la giornata odierna avevano indetto un sit-in di protesta, contro il mancato pagamento degli ultimi stipendi. Pertanto anche oggi i fornelli della mensa al piano interrato dell’ospedale meglio conosciuto come “La Schiana” saranno accesi, cuochi, aiutanti, magazzinieri e addetti alla distribuzione garantiranno il corretto funzionamento del servizio di mensa. Il dietro – front è arrivato a meno di 24 ore dalla protesta, annunciata per stamattina alle 6, a seguito di un accordo tra le parti che sembrerebbe, almeno per il momento, aver soddisfatto lavoratori e sindacati. “L’azienda, attraverso un accordo preso con l’amministrazione sanitaria, si è impegnata entro il prossimo 21 settembre a pagare le mensilità di luglio ed entro il 20 ottobre il resto delle mensilità arretrate” annuncia Guglielmo Mastrogiovanni, rapresentante sindacale Cigl. “Attendiamo che vengano mantenute le promesse fatte, se non sarà così siamo pronti a nuove mobilitazioni. Riteniamo questo accordo una vittoria, anche alla luce della situazione di crisi attuale e la cosa che più ci rassicura è che l’impegno sia stato preso direttamente con la dirigenza dell’Azienda Sanitaria”. La minaccia di black out del servizio di mensa dell’ospedale annunciata nei giorni scorsi da parte dei diciassette dipendenti azienda, a seguito del mancato pagamento delle mensilità relative ai mesi di luglio e agosto. Una condizione insostenibile, e da qui l’intenzione di incrociare le braccia “I ragazzi avranno uno stipendio lunedì, l’altro ad inizio ottobre “ conferma lo stesso titolare della “Campania Catering srl” Gaetano Stefanino, che motiva i ritardi nei pagamenti contestati da dipendenti e sindacati – “Mi dispiace per i ragazzi, ma hanno fatto solo rumore per niente. A me dispiace che non portano il mensile a casa, ma questa situazione è nata dai ritardi da parte dell’amministrazione dell’Asl nei nostri confronti. E di conseguenza noi ci siamo ritrovati a dover anticipare le mensilità. Possiamo anticipare un mese, ma certamente non due mesi. Dall’amministrazione sanitaria ci hanno inviato un fax dicendo di aver dato mandato ai pagamenti e noi lo abbiamo comunicato al sindacato. Possiamo dire che ora la situazione è nella normalità”.

giovedì 16 settembre 2010

UBRIACO SI SCHIANTA CONTRO MURO: DUE FERITI GRAVI

INCIDENTE IN VIA FASANO, NELLA MACCHINA 5 AMICI, DAI 14 AI 19 ANNI

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" giovedì 16 settembre 2010

POZZUOLI. Uno schianto tremendo, un’auto a forte velocità che sbanda, , invade la corsia opposta, esce fuori strada, finisce contro un muro in cemento. L’abitacolo che si accartoccia, i passeggeri, 5 amici, tutti giovanissimi di età compresa tra i 14 e i 19 anni estratti dalle lamiere grazie all’intervento dei vigili del fuoco. Sono tutti feriti, 2 di essi in gravissime condizioni. Erano usciti per trascorrere una serata di divertimento. Che si è trasformata in un incubo. Poco dopo la mezzanotte, tra martedì e mercoledì a Pozzuoli, in via Fasano, di fronte ai cancelli di un cantiere nautico. Una Fiat Punto di colore grigio proveniente da Arco Felice viaggiava in direzione del porto di Pozzuoli, alla guida un 19enne, la patente conseguita da appena 6 mesi. Con lui, 2 amici e 2 amiche, di 14 e 16 anni e due di 18, tutti sono residenti a Napoli, tranne uno, puteolano. Il giovane, che a seguito del test alcolemico risulterà avere un tasso di alcool nel sangue circa 12 volte superiore al limite conseguito dalla legge, perdeva il contro della propria vettura, invadendo prima la corsia opposta, poi sul marciapiedi e finendo la corsa contro il muretto di cinta di alcune cisterne di depurazione. Nell’impatto la Fiat Punto si accartocciava su se stessa, con gli occupanti che rimanevano incastrati all’interno dell’abitacolo, gravemente feriti. I cinque giovani venivano estratti dalle lamiere solo grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco, provenienti dalla caserma di Monterusciello. Sul posto 4 ambulanze del 118, gli agenti di Polizia del Commissariato di Pozzuoli, i carabinieri della compagnia di Arco Felice. Dei feriti, tre venivano trasportati presso l’ospedale “La Schiana” di Pozzuoli, mentre gli altri due condotti presso l’ospedale “San Paolo” di Napoli. Gravissime le condizioni della 14enne ricoverata presso il nosocomio puteolano, che in queste ore sta lottando contro la morte. Grave anche un secondo passeggero. Più lievi le ferite riportate dagli altri tre, tra i quali uno già dimesso nella giornata di ieri. Per il conducente dell’automobile, scattata la denuncia per guida in stato di ebrezza. L’auto nel frattempo è stata sottoposta a sequestro. Sull’incidente, indagano gli agenti del commissariato di Polizia di Pozzuoli diretti dal dirigente Paolo Esposito.

martedì 14 settembre 2010

BOMBOLA DI GAS LANCIATA DAL CAVALCAVIA

PAURA SULLA STATALE 7 QUATER IN DIREZIONE MONTERUSCIELLO
IL CONTENITORE IN FERRO PIENO DI GAS HA COLPITO UN'AUTO CHE SI E' RIBALTATA: ILLESE LE DUE DONNE

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" e "Il Corriere Flegreo" martedì 14 settembre 2010
POZZUOLI. Una strage, un'assurda strage sfiorata solo per una frazione di secondi e una manciata di millimetri. Una bombola di gas di 15 chili che viene lanciata da un cavalcavia, da un’altezza di circa 6 metri sulla strada sottostante, dove in quel momento numerose automobili transitano. Un gesto assurdo, terribile, ancora più devastante dell’ormai altrettanto assurdo lancio di massi dal cavalcavia. Dopo un volo di sei metri, lanciata dalla mano di un folle (nonostante che sul cavalcavia ci fosse una rete di protezione in ferro alta almeno 2 metri), la bombola si schianta sull’asfalto, cade davanti a un’auto, all’impatto col suolo quasi esplode, provocando una grossa fiammata. La conducente del mezzo vede cadere la bombola davanti a sé, il suo abitacolo viene sfiorato di pochi millimetri, nonostante l’auto in movimento e senza neppure avere il tempo di frenare, la donna tenta una disperata manovra per scansare l’improvviso ostacolo. Sbanda, finisce contro il guardrail, finisce in testa coda, poi la sua auto si ribalta, finendo sottosopra. In quel momento altre vetture transitavano, fortunatamente nessuna veniva coinvolta.
Strage sfiorata ieri mattina lungo la Strada Statale SS7 Quater, tra gli svincoli di Lago Patria e Varcaturo, al chilometro 46. Sono le 8,45 circa, quando Lucia De Cicco 48 anni, Emilia Caruso, 23 anni, rispettivamente madre e figlia, residenti nel giuglianese, stanno percorrendo la strada statale a bordo della loro vettura, una Hyundai modello Atos di colore bianco, procedono in direzione Pozzuoli. La 48enne è alla guida, al suo fianco sul sedile anteriore destro è seduta la figlia. Improvvisamente, a qualche centinaia di metri prima dello svincolo di “Varcaturo”, appena superato il primo cavalcavia, sul quale sorge una delle stradine interne all’interno della località giuglianese, una bombola di Gpl di colore beige, (di quelle classiche da cucina) viene lanciata dal ponte. Un peso di circa 15 chilogrammi che finisce sulla strada, dopo un volo di oltre 6 metri, (a tanto ammonterebbe l’altezza del viadotto) e per di più carico di gas, diventa devastante. Le due donne all’interno della Hyundai vengono sfiorate di qualche millimetro, la bombola all’impatto con l’asfalto fa una fiammata, l’auto si ribalta, la parte anteriore si accartoccia su se stessa. Madre e figlia riescono ad uscire dall’abitacolo ribaltatosi, fortunatamente illese. Se avessero oltrepassato quel cavalcavia qualche millesimo di secondo dopo, la bombola sarebbe potuta finire direttamente sul parabrezza anteriore dell’auto, l’impatto del grosso peso dopo il volo sarebbe stato fatale. Messesi in salvo, le due donne venivano soccorse da alcuni automobilisti che in quel momento si trovavano a transitare lungo la Statale. Sul posto giungevano i vigili del fuoco della squadra 5B della caserma di Monterusciello che rimuovevano la bombola provvedendo alla sua messa in sicurezza, gli agenti della sezione Polizia stradale di Napoli di Piazza Carlo III, carabinieri, sanitari del 118, uomini del servizio stradale Anas.. Sul selciato, una grossa macchia di bruciato, provocata dalla fiammata della bombola, all’interno della quale c’era una modesta quantità di gas. Delle due donne all’interno dell’automobile, la 23enne, Emilia Caruso, veniva caricata a bordo di un’ambulanza dai sanitari e trasportata presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” in località “La Schiana” a Pozzuoli in stato di shock. Per lei e la mamma fortunatamente nessuna conseguenza grave, solo tanta paura. Ripercussioni anche sul traffico in direzione Pozzuoli. La situazione tornava alla normalità intorno alle 11, quando l’auto caricata su un mezzo di soccorso, veniva rimossa.
La bombola di Gpl veniva sottoposta a sequestro da parte degli agenti di Polizia Stradale. Nel frattempo, in tutta la zona circostante al cavalcavia iniziava un’autentica “caccia all’uomo”.
L’attentatore, dopo il folle gesto, probabilmente frutto di una “bravata”, ( sarebbe questa uno delle ipotesi più accreditate) si sarebbe dato alla fuga probabilmente attraverso qualche stradina all’interno di Varcaturo. Il ponte dal quale era stata lanciata la bombola veniva battuto palmo a palmo dagli inquirenti alla ricerca di indizi utili per risalire all’attentatore. Alcuni testimoni avrebbero assistito alla scena. A quell’ora, su entrambi i sensi di marcia, numerosi gli automobilisti che viaggiavano in direzione Lago Patria e Pozzuoli. I loro racconti potranno essere utili per tracciare un identikit della persona che materialmente ha lanciato la bombola sulla strada. Il timore da parte delle autorità che indagano sul terribile episodio è che ora il folle e assurdo gesto, possa essere emulato, così come accaduto per il lancio di massi dai cavalcavia.

RAID NELL'AREA DI SOSTA "Q8", SVALIGIATO IL BAR

SFONDATA LA SARACINESCA D'INGRESSO, RAZZIATI PACCHETTI DI SIGARETTE
L'ASSALTO DEI BANDITI NELLA NOTTE, L' SOS LANCIATO DA UN DIPENDENTE

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" e "Il Corriere Flegreo" martedì 14 settembre 2010

POZZUOLI. Hanno agito nel cuore della notte, noncuranti della presenza di un dipendente, delle telecamere a circuito chiuso installate in ogni angolo, delle automobili che transitavano lungo la strada. Un vero assalto, quello compiuto ai danni del punto ristoro che sorge nella piazzola di sosta “Q8”, lungo la Variante Anas al chilometro 53, tra gli svincoli di Monterusciello e Arco Felice. Giunti sulla piazzola, il gruppo di malviventi, a quanto pare composto da quattro persone, si è diretto verso l’edificio che ospita il bar e il punto di ristoro. Dove, dopo aver forzato le porte scorrevoli dell’ingresso automatico, hanno divelto la saracinesca. Per rimuoverla, hanno legato quest’ultima al capo di una fune, e l’altra estremità della corda, al gancio traino dell’automobile. Una serie di accelerate, e la serranda veniva divelta. Fatta irruzione all’interno dell’edificio, hanno poi fatto incetta degli articoli esposti, in prevalenza sigarette. Un’azione durata una manciata di minuti, nonostante la presenza, a pochi metri di distanza, di un dipendente della società che gestisce l’area di sosta che in quel momento si trovava all’interno del locale in prossimità delle colonnine di carburante. L’uomo, alla vista dei malviventi, avrebbe più volte urlato contro di loro quali, noncuranti della sua presenza, avrebbero proseguito il loro disegno criminale per poi darsi alla fuga.
Il raid, iniziato intorno alle 3.40 di ieri mattina, sarebbe stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso installate in tutta l’area. Diverse centinaia di metri quadrati sui quali sorgono un albergo, un punto ristoro con tanto di punto shopping, bar, uffici, la piazzola con le colonnine di distribuzione, un edificio all’interno del quale viene erogato il carburante in modalità “self service”. E proprio all’interno dello stabile, composto su tre lati da vetrate, che il dipendente preposto alla riscossione del pagamento e all’attivazione del servizio automatizzato di erogazione, si accorgeva dell’arrivo dell’automobile di grossa cilindrata, con all’interno alcuni uomini a volto coperto, forse quattro in tutto. La piazzola, illuminata anche di notte, accanto la quale transitano le automobili in direzione Pozzuoli, veniva presa s’assalto. Noncuranti del fatto che, seppur in piena notte, qualche automobilista si sarebbe potuto fermare a fare rifornimento. Con una tecnica particolarmente utilizzata per scassinare serrande, dopo aver forzato, probabilmente con le mani, le due ante scorrevoli in vetro del’ingresso automatico del punto ristoro, forzavano la saracinesca posta dietro le vetrate. A quel punto, per rimuovere la protezione metallica, collegavano i due capi della fune alla lamiera e alla loro automobile, probabilmente mediante al gancio di traino, riuscendo così a scassinare l’ingresso. Una volta entrati nel locale, i malviventi facevano incetta, in prevalenza, dei pacchetti di sigarette posti alle spalle delle casse. Nel frattempo, la scena veniva ripresa dalle telecamere a circuito chiuso poste all’interno e all’esterno del locale e sotto gli occhi dell’uomo che si trovava nell’edificio a pochi metri dal punto si ristoro che, al cospetto dei ladri, non poteva fare altro che urlare con la speranza di mettere in fuga i criminali e chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Sul posto dopo qualche minuto anche gli agenti del servizio di vigilanza privata, ma dei malviventi, scappati a bordo della loro auto, nessuna traccia. Il secondo colpo, in meno di 72 ore,messo a segno a Pozzuoli, ai danni del megastore “Mida Sport” a poche centinaia di metri dall’area di sosta Q8, nei pressi dell’uscita “Arco Felice” della Variante Anas. Anche in quel caso un raid compiuto in piena notte e con una tecnica analoga a quella utilizzata ieri.

MENSA A RISCHIO ALL' OSPEDALE "LA SCHIANA",

I LAVORATORI DELLA "CAMPANIA CATERING SRL" SENZA STIPENDIO DA 3 MESI
VENERDI' INCROCERANNO LE BRACCIA PER PROTESTA, PASTI A RISCHIO PER I MALATI

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati su "Roma" e "Corriere Flegreo" martedì 14 settembre 2010

POZZUOLI. A rischio black out il servizio mensa per i malati dell’ospedale Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli. Sul piede di guerra i dipendenti della “Campania Catering srl” società che gestisce il servizio di ristorazione. In totale 17 lavoratori tra cuochi, aiutanti e magazzinieri che lavorano all’interno dei locali della struttura ospedaliera. Denunciano il mancato pagamento delle ultime mensilità, situazione per la stragrande maggioranza di loro diventata insostenibile. Uno sciopero che, fanno sapere i lavoratori, nonostante il black out delle attività, garantirà comunque i servizi minimi indispensabili per i degenti. “Questi lavoratori devono ancora ricevere gli stipendi relativi ai mesi Giugno, Luglio ed Agosto, più la quattordicesima” denuncia Guglielmo Mastrogiovanni, rappresentante sindacale della Cgil “Dipendenti che pur svolgendo la loro attività lavorativa non vengono pagati. Di questi tempi con gli stipendi che percepiscono, è difficile raggiungere due settimane, figuriamoci rimanere senza entrate per tre mesi. E’ vero che ci sono problemi in generali, che riguardano Sanità e fornitori, ma non si può scaricare sempre sui lavoratori una negligenza generale. Questi lavoratori sono stati costretti anche a chiedere soldi in prestito per andare avanti, indebitandosi.
Chi li tutelerà, chi gli pagherà gli interessi sui prestiti fatti?”. La “Campania Catering srl”, azienda che gestisce il servizio di ristorazione presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” in località “La Schiana”, opera nel nosocomio puteolano con uno staff di 17 dipendenti. Varie le mansione ricoperte, cuochi, aiutanti, magazzinieri. Tutti lavoratori assunti con contratti a tempo indeterminato, come da rapporto di lavoro stipulato con contrato nazionale, 6.40 le ore di lavoro ricoperte.
Molti di loro con moglie figli a carico, uno stipendio che si aggira in media intorno ai mille e duecento euro al mese. E che da Giugno, non percepiscono più. “ Non ci pagano, il committente non ci paga, di conseguenza non possiamo pagare gli stipendi” è la risposta arrivata ai responsabili sindacali e agli stessi lavoratori dai vertici dell’azienda. “Una spiegazione che non può accontentarci” attacca ancora Guglielmo Mastrogiovanni, “Abbiamo scritto al presidente della Regione Campania Caldoro, all’assessore regionale alla sanità, al dirigente dell’Asl Napoli 2 Nord, alla Commissione finanza della Prefettura ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta. A questo punto non ci resta che scioperare”. Dal canto loro, dall’azienda “Campania Catering srl” fanno sapere telefonicamente che si riserveranno di rispondere in merito alla situazione venutasi a creare nei prossimi giorni. Ma nel frattempo, forte è la preoccupazione che serpeggia tra gli stessi lavoratori, che annunciano di essere pronti ad ogni forma di protesta, sempre nel rispetto delle leggi e tutelando in ogni modo i degenti “Siamo pronti a scioperare fino a che non saranno garantiti i nostri diritti” dice Gennaro Solimeo, dipendente da diversi anni della società che gestisce il servizio mensa e iscritto al sindacato “Mi dicano loro come posso andare avanti senza percepire lo stipendio da tre mesi. Ho una moglie e un figlio di pochi anni, come posso garantire loro un piatto sulla tavola? E’ assurdo che ci rispondano che il committente non paga e quindi loro non possono pagare gli stipendi. E’ inaudito. Per venerdì siamo pronti a bloccare il servizio sempre nel pieno rispetto delle regole e tutelando comunque i malati, che certamente non devono risentire della nostra protesta. Ma è ora di dire basta, già in passato ci sono stati dei ritardi, non ne possiamo più di abbassare la testa, siamo stufi”.

sabato 11 settembre 2010

MEDICO ANESTESISTA INDAGATO PER OMICIDIO COLPOSO

L'UOMO LAVORA PRESSO L'OSPEDALE CARDARELLI DI NAPOLI
IERI INTANTO I FUNERALI DI ANGELO PISANO, IN CENTINAIA PER L'ULTIMO SALUTO

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. "Omicidio colposo ed omissione di soccorso": queste le accuse che pendono sul capo di Ferdinando Ebraio, noto anestesista del Cardarelli, unico indagato per la morte di Angelo Pisano, il commerciante settantaduenne morto 7 giorni fa nelle acque antistanti il circolo nautico “La Pietra” a Pozzuoli, travolto ed ucciso da un gommone mentre faceva il bagno. Ascoltato dagli investigatori, il medico ha respinto con forza tutte le accuse. Nel frattempo ieri pomeriggio sono stato celebrati i funerali. Una folla commossa ha reso l’ultimo saluto ad Angelo Pisano. Almeno 400 persone, tra parenti, amici e conoscenti del commerciante di elettrodomestici si sono stretti intorno all’immane dolore della moglie e dei tre figli. La salma di Angelo Pisano, avvolta in una bara marrone, proveniente dal Secondo Policlinico di Napoli, ha fatto il suo ingresso tra due ali di folla alle 14 nella chiesa di “San Luca e Santi Eutichete ed Acuzio” in piazza Aldo Moro, ad Arco Felice. “Non siamo venuti a celebrare la morte di Angelo ma la sua nascita” ha detto durante la sua omelia Padre Manuel Rosa “ Non siamo qui a dispiacerci, ma a consolarci, perché noi non ci scoraggiamo mai davanti alla morte” le parole del prelato che ha officiato la funzione religiosa. Poche parole, profonde, per ricordare Angelo Pisano, da tutti ritenuto una “persona per bene” e particolarmente conosciuto in città per la sua attività commerciale, portata avanti per oltre 30 anni. Una vita divisa tra famiglia, lavoro e i suoi hobby: il mare e le corse dei cavalli. Angelo Pisano viveva in un complesso residenziale al civico 76 di via Luciano, dove all’inizio della ripida salita che conduce alla sua abitazione, campeggia il cartellone pubblicitario dell’azienda di famiglia. Risposatosi per la seconda volta nel 1988, dal suo secondo matrimonio nacquero i due figli, Raffaele e Maria Cristina. Dieci anni dopo, un tragico episodio segnò la sua vita: la morte di uno dei due figli avuti durante l’unione con la prima moglie, Biagio, che perse la vita a soli 33 anni. In via Luciano si trovava il suo quartier generale, la sua abitazione al primo piano di un edificio a due livelli. Al pian terreno la sede della sua decennale attività, il suo negozio di elettrodomestici ed arredamenti. Dalla quale si staccava quotidianamente per raggiungere le sue due passioni: il mare e le corse dei cavalli. Spesso a bordo della sua Vespa Piaggio, con la quale quel maledetto sabato scorso si recò, come da consuetudine, presso il circolo nautico, dove una volta in mare, qualche minuto prima avrebbe perso la vita. Tante le passioni di Angelo Pisano, a dispetto dell’età da tutti considerato “persona dinamica ed intraprendente”. Lo specchio di mare antistante il circolo nautico “La Pietra” del quale era assiduo frequentatore, l’ippodromo di Agnano e il circolo ricreativo per anziani “Puteoli”, nel centro storico di Pozzuoli, del quale era membro.

MATRIMONIO IN 3 ATTI

COPPIA DI PUTEOLANI SI SPOSA TRE VOLTE IN DUE GIORNI

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Corriere Flegreo" sabato 11 settembre 2010

POZZUOLI.“Matrimonio in tre atti”. Non è il titolo del prossimo film da cine panettone, ma l’inizio di una nuova avventura matrimoniale. Tre cerimonie nuziali, 5 testimoni, 10 firme, per un matrimonio durato 48 ore. Paolo Castaldo e Federica Grimaldi hanno detto tre volte “si” prima di convolare definitivamente a nozze. Prima al comune di Pozzuoli, secondo il canonico rito civile, poi in chiesa, seguendo la norma prevista dal rito cattolico, infine all’aperto, per un terzo rito, questa volta rigorosamente laico. Un tour de force che ha avuto inizio mercoledì alle 12, quando presso la casa comunale i due futuri sposi sono comparsi al cospetto del funzionario con fascia tricolore. Al loro seguito Gennaro e Fabio, rispettivamente amico di lui e fratello di lei. Il “si”, le firme, e l’unione civile è cosa fatta. Alla mezza Paolo e Federica sono “ufficialmente sposi”. Ma non basta. Cinque ore dopo insieme, con entourage a seguito, gli sposi si recano presso la chiesa della “Madonna del Carmine” per il secondo rito matrimoniale. 4 testimoni, Antonio e Vincenzo gli amici di lui, Fabio e Francesco, fratelli di lei, la funzione religiosa officiata dal parroco, lo scambio di anelli, il giuramento di fede eterna. Sembrerebbe tutto finito, invece no. Il desiderio di una terza funzione, laica, fuori da ogni stereotipo è troppo forte. Così dopo ventiquattro ore va in scena il terzo rito, location il ristorante dove oltre 100, tra parenti e amici sono accorsi per festeggiare i “tre volte sposi”. Angeli custodi, ancora una volta gli amici di Paolo, già “testimoni ufficiali” nelle tre precedenti cerimonie. Gennaro, Antonio e Vincenzo, che per la seconda volta in 48 ore hanno accompagnato gli sposi all’altare e partecipato al terzo “si”, con tanto di scambio d’anelli. “Volevamo un matrimonio fuori dalla norma, ma allo stesso tempo seguire le regole di un matrimonio cattolico. Allora ecco che abbiamo deciso di sposarci sia al comune che in chiesa” raccontano i novelli sposi. Che si fosse trattato di un matrimonio “fuori dalla norma” lo si era capito fin dal primo momento. Non la classica richiesta di nozze durante una cena a lume di candela con tanto di “anello” ma una dichiarazione via sms, con tanto di messaggio tra i sottotitoli di un programma musicale. “Mi vuoi sposare?” Così Paolo, 33enne puteolano, ha dichiarato alla propria amata il suo fine ultimo. Lei, Federica, 31 anni, durante una tranquilla serata romana ( entrambi lavorano presso la sede Wind di Roma) seduta di fianco a lui, improvvisamente si è ritrovata a leggere sullo schermo l’inattesa proposta. Qualche secondo e la ovvia risposta, rigorosamente in diretta, ed il “si” sussurrato nell’orecchio dell’amato Paolo. “Ma se il buongiorno si vede dal mattino…”. Il resto è storia dei giorni nostri, conclusasi giovedì sera con la terza cerimonia nuziale. Ma c’è chi giura che i colpi di scena non sono finiti. Sabato Paolo e Federica partiranno in viaggio di nozze alla volta di Las Vegas e c’è chi già scommette che non si lasceranno sfuggire l’ennesima occasione, sposarsi per la quarta volta.

FURTO AL MEGASTORE "MIDA SPORT"

RAID NOTTURNO CON SPACCATA, BOTTINO DI CIRCA 10MILA EURO

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" sabato 11 settembre 2010

POZZUOLI. Hanno fatto irruzione in piena notte. tra giovedì e venerdì scorso nel punto vendita "Mida Sport"di Arco Felice razziando i soldi del fondo cassa, capi di abbigliamento, altro materiale sportivo tra cui scarpe e attrezzature varie che erano posizionate all'interno degli stand di vendita diretta al pubblico e il denaro presente in cassa, circa 500 euro. Al momento non è ancora definita l'entità del danno, ma lo stesso ammonterebbe a non meno di 8-10 mila euro. Rubati anche decine anche i capi di abbigliamento sportivo della collezione autunno-inverno già in magazzino e pronta per l'esposizione e le vendite. Proprio la merce costituirebbe il bottino maggiore del furto messo a segno ai danni del megastore di via Montenuovo Licola Patria. Per l'intera giornata di venerdì è andato avanti il lavoro da parte dei dipendenti del negozio di abbigliamento al fine di definire l'ammontare preciso dei danni economici subiti. Gli agenti del commissariato di Polizia di Pozzuoli, diretti dal dirigente Paolo Esposito sono intervenuti alle prime luci dell'alba su segnalazione del servizio di sicurezza notturno della vigilanza privata, che nel corso del giro di controllo ha scoperto il cancello di ingresso forzato, una vetrata del parcheggio e una vetrina del magazzino sfondate probabilmente da una violenta martellata. "Un'operazione fulminea" ha sottolineato il titolare dell'attività "durata 4-5 minuti". I ladri, con ogni probabilità giunti a bordo di un furgone, messo a segno il colpo potrebbero essere poi scappati in direzione Monterusciello dopo aver imboccato lo svincolo "Arco Felice" della SS7 Qater , di fronte al megastore. Effettuati i rilievi, or all'esame degli inquirenti ci sono le registrazioni delle videocamere di sorveglianza presenti sia all'interno che all'esterno della struttura commerciale, in modo da poter verificare la presenza di eventuali indizi e risalire all'identità degli autori dell'azione criminale.

venerdì 10 settembre 2010

GOMMONE - KILLER, INDAGATO MEDICO

L'UOMO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI PER LA MORTE DI ANGELO PISANO

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI.
Un medico napoletano risulta iscritto nel registro degli indagati per la morte di Angelo Pisano, il 72enne travolto ed ucciso in mare da un gommone mentre faceva il bagno. L’uomo, secondo gli inquirenti, sabato scorso si sarebbe trovato alla guida del natante che, dopo aver investito il commerciante puteolano, non si sarebbe poi fermato a soccorrerlo. “Omicidio colposo e omissione di soccorso” sono le accuse alle quali il professionista, che lavorerebbe in un noto ospedale napoletano, dovrà rispondere. La svolta alle indagini nel pomeriggio di mercoledì quando, l’autopsia sulla salma di Pisano disposta dal magistrato incaricato dalla Procura per le indagini, Aldo Ingangi, veniva rinviata. Uno slittamento degli esami autoptici dovuto al rinvenimento di nuove tracce emerse sul gommone sequestrato a Nisida, che secondo l’accusa sarebbe stato quello al cui timone, qualche minuto dopo le 17 di sabato scorso, si sarebbe trovato il professionista napoletano finito nel registro degli indagati. Un riscontro tra i segni dell’urto riportati sul natante, presenti sulla carena e sull’elica di uno dei due motori del gommone e i segni presenti sul corpo del 72enne. Una “caccia all’uomo” e al “gommone-killer” iniziata nelle ore successive alla tragedia. In campo una task force composta dagli uomini della capitaneria di porto di Pozzuoli diretti dal comandante Caterina Piccirilli, agenti del commissariato di polizia cittadino, carabinieri, coadiuvati dagli specialisti del reparto Scientifica della Questura di Napoli. Sei giorni durante i quali sono stati passati al setaccio porticcioli, diporti, ormeggi, costantemente cinto d’assedio lo spazio marino della costa flegrea e finanche nelle acque calabresi e del basso Lazio. Decine i gommoni controllati, tre quelli “indiziati” sottoposti a sequestro preventivo e condotti presso il deposito giudiziario di via S. Nullo a Licola scortati da agenti di polizia e uomini della capitaneria di porto. “Un’imbarcazione lunga circa 10 metri, colore beige con due motori neri, a bordo della quale c’erano due persone” è stata la traccia seguita dagli inquirenti, sulla base di racconti e testimonianze fornite da quanti, poco dopo le 17 di sabato pomeriggio, assistevano alla tragedia. L’elica del motore di un gommone squarciava la spalla destra di Angelo Pisano, ferendolo mortalmente. Si era da poco conclusa la gara veloce della penultima tappa del mondiale di Off-shore “Powerboat”, occupanti delle imbarcazioni ferme ad assistere alla gara, bagnanti che dalla pedana del circolo nautico “La Pietra”, dalla quale qualche decina di minuti prima si era tuffato il 72enne con la sua ciambella di colore rosso. A seguito dell’impatto il conducente del natante, procedeva la sua corsa virando a largo della costa flegrea. L’uomo, formalmente indagato, dovrà dare ora una propria ricostruzione dei fatti e rispondere alle accuse di omicidio colposo e omissione di soccorso. Bisognerà ricostruire gli attimi precedenti alla tragedia e quelli successivi. Se alla base del tragico incidente ci sia una distrazione del conducente del natante, se nelle fasi successive alla sciagura l’uomo alla guida del gommone non si sarebbe accorto di aver investito l’uomo in mare o se la fuga sia stata dettata dal panico una volta resosi conto di aver provocato l’incidente.

mercoledì 8 settembre 2010

GOMMONE-KILLER, SEQUESTRATE ALTRE DUE IMBARCAZIONI

TASK FORCE PER LE INDAGINI, IN CAMPO ANCHE GLI AGENTI DELLA SCIENTIFICA
NELLA GIORNATA DI LUNEDI' POSTI SOTTO SEQUESTRO DUE DEI NATANTI INDIZIATI

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" mercoledì 8 settembre 2010

POZZUOLI. Proseguono serrate le ricerche del gommone-killer che ha investito ed ucciso Angelo Pisano. Un primo gommone, con caratteristiche simili a quelle tracciate nell’identikit, era stato sottoposto sotto sequestro preventivo. Successivamente gli indizi si sarebbero spostati verso altri due mezzi, anch’essi messi prelevati e trasportati nella tarda serata di lunedì presso il deposito giudiziario di via S. Nullo a Licola, scortati dagli uomini della Guardia costiera e sui quali, nelle prossime ore, i periti di parte effettueranno i rilievi tecnici per appurare il coinvolgimento dei mezzi.Una task force composta dagli uomini della Capitaneria di Porto di Pozzuoli diretti dal nuovo comandante Caterina Piccirilli, gli agenti del commissariato di Polizia di Pozzuoli e del reparto scientifica della Questura di Napoli, sta dando la caccia a natante e conducente. “Un’imbarcazione lunga circa 10 metri, colore beige con due motori neri, a bordo della quale c’erano due persone”. E’ l’identikit del gommone-killer, una descrizione unanime giunta da quanti hanno assistito al tragedia, qualche minuto dopo le 17, quando da poco si era conclusa la gara veloce della penultima tappa del mondiale di Off-shore “Powerboat” che si è corsa durante lo scorso week end nelle acque flegree tra Miseno e Nisida. Occupanti delle imbarcazioni ferme ad assistere alla gara, bagnanti che dalla pedana del circolo nautico “La Pietra”, dalla quale qualche decina di minuti prima si era tuffato il 72enne con la sua ciambella di colore rosso. Immediata la mobilitazione dei testimoni, crollato quel muro di omertà che troppo spesso accompagna questi tragici eventi. Al setaccio porticcioli, diporti, ormeggi, costantemente cinto d’assedio lo spazio marino della costa flegrea, da sabato sera sorvolato anche da elicotteri della Polizia. Il killer, a bordo del gommone, sapendo di essere ricercato, potrebbe essere scappato oltre i mari pattugliati, pertanto le ricerche si sono estese oltre i confini campani. Nel frattempo Si attende l’esito degli esami autoptici disposti sulla salma di Angelo Pisano, il 72enne ucciso in mare dall’elica di un gommone nello specchio d’acqua antistante “La Pietra”, a Pozzuoli. La salma dalle 21 di sabato sera si trova presso l’obitorio del Secondo Policlinico di Napoli, dove nel primo pomeriggio il medico legale nominato dal pm Aldo Ingangi effettuerà l’autopsia utile a determinare le cause del decesso dell’uomo. Resta da chiarire se il commerciante puteolano, a seguito dell’impatto con l’elica del motore di un gommone che dopo averlo investito si è dato alla fuga, sia deceduto sul colpo o, ipotesi più accreditata vista la profonda ferita da taglio riportata alla spalla destra, morto dissanguato. Solo successivamente la salma, dopo la cerimonia di benedizione nella cappella dell’ospedale, potrà essere riconsegnata ai familiari per i funerali che potrebbero essere celebrati nella mattinata di domani presso la chiesa di “San Luca” in piazza Aldo Moro, ad Arco Felice.

lunedì 6 settembre 2010

UNA CITTA' SOTTO SHOCK

LO SGOMENTO DEI BAGNANTI
CLIENTE DI UN CIRCOLO NAUTICO, STIMATO E VOLUTO BENE DA TUTTI

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" lunedì 6 settembre 2010

POZZUOLI. All’ingresso del circolo nautico “La Pietra” del quale Angelo Pisano era cliente c’è un giovanotto seduto, con maglietta bianca che ad accedere siano i soli clienti e soci. “Era un cliente del circolo, dalla nostra pedana è sceso per andare in mare. Ieri si era allontanato abbastanza, a qualche centinaia di metri da qui” racconta, indicando lo specchio di mare dove è avvenuta la tragedia “Stamattina c’è poca gente in mare, qualche ora fa gli uomini della Guardia Costiera sono venuti ed hanno fatto avvicinare dei sub che se ne erano andati al largo”. Dopo la rampa di scala presidiata dal giovane attraverso la quale si scende ad almeno 2 metri sotto il livello della strada, si accede alla pedana in legno adibita a solarium. La struttura ha un’architettura simile a quella di una palafitta, alti pali in legno reggono la superficie di calpestio. Proprio da lì, come da consuetudine, nel pomeriggio di sabato il 72enne si era tuffato in mare, con sé una grossa ciambella di colore rosso. La lenta nuotata in mare in direzione delle grosse boe galleggianti di colore rosso e giallo, poste a circa un chilometro di distanza dalla riva. Su due lati circoscrivono “la strada acquatica” lungo la quale passano i bolidi del mondiale di Offshore. Da qui alcuni testimoni avrebbero visto il gommone di colore beige lungo almeno 10 metri investire Angelo Pisano. Raccontano di aver visto la ciambella dell’uomo rimbalzare dopo l’urto. “Era uno dei gommoni fermi ad assistere la gara” dice un uomo capelli brizzolati, che meno di 24 ore prima ha assistito alla scena. Il tratto di costa bagnato dalla specchio d’acqua dove è avvenuto il drammatico incidente è composto da una lunga fila di scogli, che partono dalla fine del lungomare “Sandro Pertini” fino ad arrivare al pontile dell’ex stabilimento “Italsider” di Bagnoli. Poca la sabbia lungo gli almeno 3 chilometri di costa, costeggiati dalla stradina che collega Pozzuoli con Napoli. Ieri mattina pochissime persone in mare a fare il bagno, sugli scogli gruppetti di persone parlano di quanto accaduto, i tanti habituè chiedono chi fosse quell’uomo anche lui frequentatore del club nautico. In tanti nella zona hanno assistito alle operazioni di soccorso, vissuti gli attimi shoccanti seguiti alla notizia dell’incidente. Dai numerosi locali che sorgono lungo la strada, tra Via Napoli e “La Pietra”, appena diffusasi la notizia in tanti si sono precipitati sul luogo della tragedia. Massimo, 33 anni, cameriere in una pizzeria lungo la strada, racconta i momenti di panico vissuti meno di 24 ore prima “Improvvisamente abbiamo sentito le sirene dell’auto della Guardia Costiera, siamo usciti fuori ed abbiamo visto gente correre in direzione del mare” racconta il giovane indicando il muretto lungo il marciapiedi dal quale è possibile vedere il mare. “C’era gente che urlava dicendo che era morta una persona in mare, pensavamo che si trattasse di un partecipante alla gara di Offshore. Poi abbiamo saputo che la vittima era Pisano, una persona molto conosciuta in città”.
COMMERCIANTE DA OLTRE 30 ANNI, CONOSCIUTO IN CITTA'

Angelo Pisano viveva in un complesso residenziale in via Luciano, a Pozzuoli, a pochi passi dal comando di Polizia Municipale e dal cimitero cittadino. La sua abitazione, al primo piano di un edificio a due livelli, è posta alla fine di una ripida traversa. Sotto, la sede della sua decennale attività, un negozio di elettrodomestici ed arredamenti che portava avanti da oltre 30 anni. Un gruppetto di persone all’indomani della tragedia staziona all’ingresso dell’abitazione, si abbracciano, i volti segnati dalla disperazione, le lacrime, l’incredulità per una morte assurda. Qui c’era il quartier generale di Angelo, casa e lavoro, dai quali si staccava quotidianamente per raggiungere le sue due passioni: il mare e le corse dei cavalli. Una passione che si divideva tra lo specchio di mare antistante “La Pietra” e l’ippodromo di Agnano. E spesso trovava il tempo per dirigersi al circolo ricreativo per anziani nel centro storico di Pozzuoli, del quale era membro. “Si spostava sempre a bordo della sua vespa, era una persona molto attiva, non dimostrava di avere 72 anni” racconta Saverio, commesso di un negozio nelle vicinanze. “Una persona affabile, gentile e disponibile. Qualche giorno fa andai a comprare una televisione da lui, ci mettemmo a chiacchierare. Ci conoscevamo da tempo, spesso lo vedevo in sella alla sua vespa andare a fare il bagno al circolo “La Pietra”.

E' CACCIA AL GOMMONE - KILLER

NELLA SERATA DI SABATO POSTO SOTTO SEQUESTRO UN' IMBARCAZIONE

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul quotidiano "Roma" lunedì 6 settembre 2010


POZZUOLI. Tracciato l’identikit del gommone-killer, ai raggi x rimessaggi e ormeggi dell’area flegrea. “Un’imbarcazione lunga circa 10 metri, colore beige con due motori neri”, è la traccia seguita dagli inquirenti per dare un volto al killer del mare che ha travolto e ucciso il 72enne Angelo Pisano nelle acque del Golfo di Pozzuoli, in località “La Pietra”. “Omicidio colposo ed omissione di soccorso l’accusa che pende sul capo del colpevole”. “Diverse sono le imbarcazioni indiziate, che rispondono alle descrizioni fatte dai testimoni che abbiamo sottoposto a fermo e per le quali dobbiamo attendere i rilievi tecnici” fa sapere la neo comandante della Capitaneria di Porto di Pozzuoli, Caterina Piccirilli che conduce le indagini coordinate dal Pm Aldo Ingangi. Si cercano le “tracce” dell’impatto. Due le imbarcazioni che sarebbero state sequestrate. Il 72enne ucciso dall’elica di un motore sabato pomeriggio si era recato col proprio motorino presso il circolo nautico “La Pietra”. Tuffatosi dalla pedana a picco sul mare, ciambella intorno al busto per farsi notare in mare, a bracciate si era allontanato ad oltre 200 metri dalla riva. A poca distanza, il campo di gara off-shore del «Powerboat». Intorno alle grosse boe galleggianti numerose imbarcazioni, la voglia di vedere i bolidi del mare scorazzare, sentire il rombo dei motori. “Angelo”, raccontano i parenti, “non era lì per la gara, ma per nuotare in mezzo al mare,come da sua consuetudine”. Conclusa la gara, poco dopo le 17 i natanti ripartono, si accendono i motori, come spesso avviene nelle accensioni il mezzo si impenna sull’acqua, il campo di visione oltre la prua è limitato. Il 72enne viene colpito da un’elica tra il collo e la spalla destra. Una profonda ferita. In tanti assistono alla scena, si vede l’uomo con la ciambella schizzare sul mare. Scattano i soccorsi, il gommone-killer si da alla fuga. Via mare e via terra giungono le motovedette e le auto della Capitaneria di Porto, polizia e carabinieri. Inizia la caccia all’uomo. Il corpo straziato di Angelo Pisano viene trasportato da una motovedetta via mare sulla banchina di Pozzuoli, l’uomo sarà riconosciuto più tardi da uno stretto familiare. Viveva a Pozzuoli, in via Luciano, sotto la sua abitazione il negozio di arredamenti ed elettrodomestici, un’attività iniziata oltre 30 anni fa. Sposato due volte, qualche anno fa perse uno dei due figli avuti dalla prima moglie in un tragico incidente stradale. A poca distanza da casa sua, lo studio dentistico dell’altro figlio, Zaccaria (detto Paolo). Che sabato pomeriggio dopo la tragedia, insieme alla sorella e all'altro fratello non è riuscito a vedere il corpo del povero genitore. La salma è stata trasportata presso il Secondo Policlinico Federiciano, nelle prossime ore gli esami autoptici. Polemiche sulla manifestazione di Offshore sono arrivate da Verdi e Pd "Avevamo avvisato gli organizzatori e l' amministrazione di Bacoli che una gara mondiale di Offshore nel Golfo - spiegano il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli ed il consigliere comunale del PD Emilio Di Marzio - era inopportuna a pericolosa, troppa improvvisazione, chiediamo un’inchiesta al Prefetto. Oggi dovevano fermare le gare e invece hanno continuato come se non ci fosse stato un morto".

domenica 5 settembre 2010

UCCISO DA UN PIRATA DEL MARE

TRAGEDIA DOPO UNA GARA DI OFF-SHORE
ANGELO PISANO, 72 ANNI, AMMAZZATO DALL’ELICA DI UN MOTOSCAFO IN FUGA

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" domenica 5 settembre 2010

POZZUOLI. Un gommone che lo travolge mentre fa il bagno, l’elica che gli squarcia una spalla, la corsa del natante che non si ferma, le urla dei bagnanti, i tentativi di soccorso, la disperazione dei parenti. E l’ennesima tragedia che si consuma in mare. Ieri, a Pozzuoli, nello specchio d’acqua antistante la località “La Pietra”, nei pressi del lungomare “Sandro Pertini”. A finire dilaniato sotto l’elica di un gommone Angelo Pisano, 72 anni, di Pozzuoli, titolare di un negozio di elettrodomestici nei pressi del cimitero cittadino, in via Luciano, dove l’uomo risiedeva con la propria famiglia. Pisano, amante del mare, si era spinto a nuoto ad oltre duecento metri di distanza dalla riva, con sè la classica ciambella gialla di salvataggio. Erano da poco trascorse le 17, da qualche minuto era terminata la gara del mondiale di Offshore che in questi giorni si sta svolgendo nelle acque flegree tra Miseno e Nisida. Pare che l’uomo si fosse spinto nei pressi del campo di gara, delimitato ed interdetto da alcune boe galleggianti. E lì che improvvisamente un gommone lo travolgeva. Nell’impatto, l’elica del motore squarciava la spalla destra del povero 72enne, provocando una profonda ferita. Dopo aver travolto l’uomo, il conducente del gommone non si fermava, dandosi alla fuga. In queste ore è caccia all’uomo da parte degli uomini della Capitaneria di Porto di Pozzuoli diretti dal comandante Amedeo Nacarlo e dagli agenti del commissariato di Polizia cittadino diretti dal dirigente Paolo Esposito fino alla tarda serata di ieri hanno ascoltato diversi proprietari delle imbarcazioni individuate nello specchio di mare dove si è consumata la tragedia ed i testimoni che hanno assistito alla scena. Si cerca di dare un volto ed un nome al pirata del mare, capire se con lui c’erano altre persone. Secondo alcune indiscrezioni non confermate dagli inquirenti, si parlerebbe di 2 persone a bordo di un gommone lungo circa 6 metri e mezzo. La persona che in quel momento era alla guida dell’ imbarcazione dovrà rispondere di omicidio colposo ed omissione di soccorso. E nelle prossime ore i natanti indiziati potrebbero essere sottoposti a rilievi tecnici utili per appurare il coinvolgimento nella tragedia. A dare l’allarme alcuni dei bagnati che si trovavano in quel momento sulla spiaggetta nei pressi della grossa roccia che da la denominazione alla zona, i quali tentavano di soccorrere l’uomo mortalmente ferito in mare. Sul posto intervenivano diverse motovedette della Capitaneria di Porto di Pozzuoli che non potevano fare altro che prelevare il corpo senza vita del 72enne che veniva trasportato, via mare, sulla banchina del porto flegreo. Dove qualche minuto dopo giungevano i familiari della vittima. Un capannello di persone, conoscenti dell’uomo noto in città per l’attività decennale di negoziante. Forte lo strazio, lo sconcerto, l’incredulità, per una morte assurda. Sul corpo dell’uomo il pubblico ministero incaricato dalla Procura di Napoli per le indagini disponeva gli esami autoptici utili a stabilire le esatte cause del decesso. Alle 20 la salma del povero Angelo Pisano lasciava il porto di Pozzuoli per essere trasportata presso il Secondo Policlinico di Napoli.

giovedì 2 settembre 2010

L'APPELLO

"CHI HA VISTO L'INCIDENTE PARLI"
ANTONIO MORRA MORIVA LO SCORSO LUGLIO IN UN INCIDENTE SULLA STRADALE SS7 QATER
L'APPELLO ACCORATO DEI FRATELLI

di Gennaro Del Giudice
servizio pubblicato sul quotidiano "Roma" giovedì 2 settembre 2010


POZZUOLI/LICOLA. “Chiediamo, se qualcuno abbia assistito all’incidente di nostro fratello, di farsi vivo con noi. In maniera tale che possa aiutarci a far luce su quanto accaduto quel sabato pomeriggio. Vorremmo sapere come sono andate realmente le cose, come nostro fratello sia finito contro quel camion, se a causa di un ostacolo improvviso, magari per scansare un cane o per colpa sua. Basta che ce lo dicano. Così almeno potremmo mettere finalmente l’animo in pace e farcene una ragione, perché così non riusciamo a vivere ”. E’ l’accorato appello lanciato da Angelo e Tiziana Morra, fratello e sorella di Antonio Morra, il 48enne morto lo scorso 31 luglio a seguito di un incidente stradale lungo la Strada Statale SS7 Qater. Erano le 16.30 circa quando l’uomo, coltivatore diretto, sposato con due figli di 14 e 19 anni, residente a Giugliano in un parco privato in località Lago Patria stava facendo ritorno a casa, dopo aver terminato il proprio turno di lavoro come cassiere presso un bar di Piazza Vanvitelli, nel quartiere Vomero. Durante il tragitto, a bordo della sua Peugeot 307,di colore blu elettrico, all’altezza del km 46, tra gli svincoli di Licola e Varcaturo, il 48enne finiva per schiantarsi contro un camion Fiat Iveco di colore bianco. Il mezzo era fermo sul ciglio sinistro della carreggiata utilizzato dagli addetti dell’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti e la rimozione delle sterpaglie lungo la statale, per i lavori di pulizia del manto stradale. Il lato anteriore sinistro della Peugeot di Morra contro la parte posteriore destra del grosso veicolo, in frantumi il vetro del parabrezza, l’automobile accartocciata su sé stessa.
L’uomo moriva sul colpo. Sull’asfalto nessun segno di frenata. Questa la scena che si presentava ai soccorritori. Sul posto sanitari del 118, vigili del fuoco, volanti della sezione Polizia Stradale di Napoli. “Come nostro fratello sia potuto finire contro quel camion?” è l’interrogativo al quale i familiari del 48enne non riescono a dare una risposta. “Sull’asfalto non è stato trovato nessun segno di frenata, mio fratello al volante era una lumaca, una persona prudente, escludiamo che ci sia stata una distrazione da parte sua, non utilizzava il cellulare durante la guida. Entrati in possesso del suo telefonino abbiamo potuto constatare che l’ultima chiamata risaliva a due ore prima l’impatto” raccontano Tiziana ed Angelo “In via ufficiosa dall’autopsia effettuata sulla sua salma abbiamo saputo che nostro fratello non è stato colto da nessun malore mentre era alla guida, né tantomeno che era sotto effetto di alcuna sostanza stupefacente o alcool. Come sia potuto finire, senza nemmeno frenare contro quel mezzo fermo sulla corsia di sorpasso? Chi ha visto qualcosa, chi è al corrente di quanto accaduto ci aiuti, se nostro fratello sia finito contro il mezzo per colpa sua ce lo dicano, se l’ha visto scansare un ostacolo lungo il tragitto che ce lo facciano sapere. Così almeno potremmo metterci l’animo in pace e dare una risposta ai tanti interrogativi che ci inquietano, che non ci fanno più vivere. Per noi, per la moglie e per i suoi due figlioletti che hanno il diritto di sapere la verità. Chi sa qualcosa ci chiami ad uno di questi numeri: 3881193644 - 3666592981 - 3478104629 - 0544497688 - 0815298224”

AUTO FINISCE IN UN CANALE, SALVI PADRE E FIGLIO DI 7 ANNI

TRAGEDIA SFIORATA IN VIA DELLE COLMATE

di Gennaro Del Giudice
servizio pubblicato sul "Roma" giovedì 2 settembre 2010

POZZUOLI. Stavano ritornando a casa quando, a causa della mancanza di barriere laterali lungo la strada, l’auto sulla quale viaggiavano finiva sospesa su un canale di scolo, rischiando di cadere nel vuoto. E il terrore che si faceva vivo negli occhi di un genitore e del proprio figlioletto di 7 anni. Luigi, 58 anni, imprenditore, nel tardo pomeriggio di martedì era a bordo della sua Fiat Stilo di colore blu. Percorreva via delle Colmate, la tortuosa e stretta stradina di collegamento tra Licola e Cuma quando, per consentire il passaggio ad un’altra automobile che percorreva il senso opposto di marcia nell’effettuare la manovra finiva oltre il ciglio stradale, con metà del suo abitacolo sospeso nel vuoto. A quel punto l’uomo, accortosi dell’imminente pericolo di finire nel canale sottostante, afferrava il proprio figlioletto riuscendo ad aprire la porta e a mettersi in salvo. I due, soccorsi da alcuni passanti e conoscenti accorsi sul posto, uscivano fortunatamente illesi, nonostante la forte paura. La strada, che su entrambi i lati è costeggiata da canali di scolo, è da tempo al centro di polemiche e denunce da parte dei residenti proprio per la mancanza di guarda raill, barriere laterali, asfalto sul manto stradale e per la presenza di numerose buche.

mercoledì 1 settembre 2010

CAMION CONTRO IL PONTE DELLA METROPOLITANA

PAURA E CAOS IN VIA SOLFATARA
STRADA CHIUSA PER OLTRE 3 ORE, NUMEROSI DISAGI PER GLI AUTOMOBILISTI

di Gennaro Del Giudice
servizio pubblicato sul "Roma" mercoledì 1 settembre 2010

POZZUOLI. Un camion con gru urta il ponte ferroviario, si inclina, il braccio meccanico invade la corsia opposta, la collisione provoca la rottura dei tubi a pressione del mezzo, l’asfalto viene invaso dall’olio. Tragedia sfiorata nel primo pomeriggio di ieri a Pozzuoli, in via Solfatara, nei pressi della stazione della metropolitana. Erano le 14,45 circa quando un grosso camion, che viaggiava in direzione Agnano con a bordo un braccio gru collegato alla motrice, ha urtato il ponte sul quale passa la linea ferroviaria della metropolitana. Nella collisione, che ha provocato anche la rottura di una piccola parte di pietra del viadotto, il grosso mezzo si inclinava sul lato sinistro provocando la fuoriuscita dall’asse del motore e del braccio gru collegati alla cabina guida. Paura tra i passanti che si trovavano a transitare lungo i due marciapiedi ai margini degli opposti sensi di marcia. Fortunatamente in quel momento nessun mezzo si trovava a transitare, nonostante la strada sia particolarmente trafficata, in quanto importante arteria di collegamento tra Pozzuoli e Napoli. Per oltre 3 ore la zona rimaneva interdetta al traffico per permettere le operazioni di soccorso, con ripercussioni sulla circolazione veicolare. Sul posto gli agenti del corpo di polizia municipale di Pozzuoli ed un secondo mezzo con braccio gru che veniva utilizzato per rimettere in posizione il camion inclinatosi.