martedì 30 novembre 2010

SPROFONDA IL CIMITERO, E' ALLARME

DOPO I TEMPORALI DEGLI ULTIMI GIORNI TOMBE RIBALTATE E RICOPERTE DA ERBACCE: «NESSUNO INTERVIENE, QUI C’È SOLO DEGRADO

di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di mercoledì 1 dicembre 2010

POZZUOLI. Scempio al cimitero di Pozzuoli, triste lo scenario nella casa dei defunti: tombe distrutte, ribaltate, sprofondate e ricoperte da erbacce. Gli ultimi temporali avrebbero accentuato i danni già esistenti, a detta della direzione cimiteriale il peso del marmo e del cemento gettato su un terreno friabile, queste le cause alla base dello scempio. Smottamenti che avrebbero poi provocato i dissesti. “ Ccà dinto,'o vvuo capi,ca simmo eguale? Muorto si'tu e muorto so' pur'io; ognuno comme a 'na'ato é tale e quale”disse al nobile marchese signore di Rovigo e di Belluno Don Gennaro lo scopatore nella celebre “livella” di Totò. Ma da giorni a Pozzuoli i morti non sembrano essere “tali e quali”. Le tombe danneggiate non vengono ripristinate, la regola vorrebbe l’intervento dei familiari del defunto, oppure un decreto di rimozione da parte delle autorità comunali. Intorno la rabbia di chi, pur non avendo alcun legame di parentela con il defunto seppellito sotto la tomba distrutta, assiste allo scempio, tra quelle viuzze di 50 centimetri che separano una fossa dall’altra. “L’altro giorno quelle donne hanno alzato da terra una lastra di marmo che improvvisamente si è staccata da una tomba. Ce ne sono tante altre addirittura distrutte, sprofondate, e stanno lì senza che nessuno intervenga” racconta la signora Rosa Di Bernardo, che indica uno dei “quadranti” del cimitero particolarmente danneggiati “Accadde anche a me, diversi giorni dopo la sepoltura di mio figlio, a seguito del primo temporale trovai la tomba completamente inclinata, ho dovuto attendere mesi prima che la tomba di mio figlio venisse aggiustata, a piccoli rattoppi, e a seguito delle mie ripetute insistenze. Ed in più ogni volta ho dato una ricompensa agli operai” racconta mentre indica la copertura marmorea sotto la quale è sepolto il figlioletto Mario, deceduto lo scorso 23 maggio 2009 In tutto 52mila metri quadrati e 16 dipendenti, tra operai e impiegati, per l’ordine e la manutenzione del cimitero di Pozzuoli. Alla base dei dissesti, per la dirigenza, la decisione di seppellire i defunti in lapidi diverse da quelle “ordinarie”. Secondo il regolamento cimiteriale infatti, le tombe dovrebbero essere costruite “all’americana”, cioè composte semplicemente dal terreno a copertura del defunto, una lastra verticale e un numero. Ma per consuetudine diffusa, è possibile attraverso una autorizzazione comunale chiedere la messa in opera di “cippi straordinari”. E da qui la realizzazione dei classici cippo costituti interamente da lastre di marmo, con tanto di massetto in cemento lungo i bordi. “I marmi sono tutti cippi straordinari che per essere costruiti necessitano di una autorizzazione in quanto il cippo ordinario prevede solo il numero e una lastra verticale” specifica Francesco Mazzoni, dal 2005 direttore del cimitero di Pozzuoli “ coloro che costruiscono tombe ricoperte da marmo devono chiedere un permesso che, una volta approvato, prevede la loro manutenzione e la conservazione dello stato di decoro, a carico dei richiedenti” precisa il responsabile che conferma come davanti a tombe semidistrutte le “consegne” agli operatori cimiteriali prevedono il non ripristino delle strutture danneggiate. Dico agli operai di non toccare i marmi, anche se rotti e danneggiati, fino a quando non intervengono i familiari del defunto, onde evitare di essere poi incolpati di aver danneggiato la struttura”. Pertanto, paradossalmente, se nessuno dovesse intervenire, per 5 anni i cittadini potrebbero ritrovarsi a camminare tra tombe distrutte e sprofondate nel terreno.

ALLOGGI POPOLARI, A POZZUOLI PAGA IL 49% DEGLI ASSEGNATARI

NONOSTANTE I PIGIONI BASSI, NEL PRIMO SEMESTRE 2010, L’AMMANCO DALLE CASSE È DI OLTRE 1 MILIONE E 150MILA EURO

di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di martedì 30 novembre 2010
POZZUOLI. Alloggi popolari, locali commerciali e strutture di proprietà del comune di Pozzuoli, a pagare è solo il 49% degli assegnatari. Dati alla mano, nel primo semestre del 2010 l’ammanco dalle casse comunali è pari a 1 milione 152mila 165,92 euro a fronte di 2milioni 254mila 643,86 euro di bollettini emessi. Dal 1 gennaio al 30 giugno 2010 il 51% dei beneficiari (1 su 2) delle strutture di proprietà del comune di Pozzuoli, non ha pagato alcun centesimo, nonostante gli esigui pigioni. In totale oltre 1300 abitazioni, diverse centinaia di locali commerciali dislocati su tutto il territorio cittadino, la maggior parte nei quartieri di Monterusciello e Rione Toiano. Dato allarmante se si considera che, mantenendo questo trend negativo anche per il secondo semestre, per tutto il 2010 l’ente comunale potrebbe ritrovarsi ad avere un buco di quasi 2milioni e mezzo di euro. La parte grossa del credito vantato dal comune deriva dagli insoluti alla voce “locali commerciali” che per il solo periodo in questione (primo semestre 2010) ammonterebbe al 90%. Pertanto, su 10 commercianti beneficiari dei locali di proprietà dell’ente solo 1 finora ha pagato le mensilità attraverso il cedolino intestato al comune di Pozzuoli. Trend negativo confermato anche dai dati relativi all’anno 2009, quando a non pagare fu l’88% dei titolari delle attività commerciali beneficiari dei locali comunali, per un ammanco nelle casse del municipio pari a 1 milione 375 mila 337,19 euro per i soli locali commerciali. Dato in crescita se si considera che per il settore in questione, nell’anno 2008 secondo i dati forniti dalla società “San Matteo” alla quale nel 2007 il comune di Pozzuoli ha affidato il servizio di gestione amministrativa del patrimonio immobiliare a reddito, il tasso di morosità era stato del 55%, pertanto dei 468.323,76 euro ne erano stati riscossi 207.127,36 rimanendo con un insoluto pari a 261.196,40 euro. Cifre che con il passare degli anni paiono crescere a dismisura, dimostrando un aumento della percentuale di morosi insieme al quale viaggia, in maniera direttamente proporzionale, l’aumento del capitale di insoluto. Pertanto il comune di Pozzuoli ad oggi si ritrova a dover fronteggiare allo stesso tempo due problemi: in primis quello del fenomeno di morosità; secondo, il recupero del debito accumulato finora, che secondo un calcolo sommario, al 31 dicembre di quest’anno potrebbe ammontare ad oltre 3 milioni di euro.

sabato 27 novembre 2010

A RISCHIO ESONDAZIONE IL LAGO D'AVERNO

RIFIUTI IN UN CANALE DI SCOLO, SI RISCHIA IL DISASTRO

di Gennaro Del Giudice
su "Roma" e "Corriere Flegreo" sabato 27 novembre 2010
(foto di Angelo Greco)

POZZUOLI. Rischia di esondare il lago d’Averno a causa delle incessanti piogge che da diversi giorni stanno flagellando l’intero paese. In alcuni tratti del bacino lacustre il livello delle acque ha superato quello degli argini provocando straripamenti. In particolare nei pressi del Tempio di Apollo, dove un tratto della stradina pedonale che costeggia il lago è stato reso del tutto inaccessibile dalla quantità di acqua fuoriuscita. Condizioni per ora non particolarmente allarmanti ma che potrebbero peggiorare nelle prossime ore se le piogge dovessero continuare in maniera incessante, provocando seri pericoli per le abitazioni e le strutture commerciali che sorgono nella zona. Lungo le rive del lago infatti sorgono diversi ristoranti e discoteche, oltre ad una decina di abitazioni che nelle prossime ore, se il livello delle acque dovesse crescere, potrebbero rischiare di ritrovarsi invase dall’acqua. Pericolo di esondazione per il lago d’Averno che sarebbe causato, oltre che dalle incessanti piogge di questi ultimi giorni, anche dalle precarie condizioni del canale fluviale che dovrebbe convogliare le acque del lago direttamente in mare. Detriti e rifiuti infatti non permetterebbero alle acque del lago d’Averno di arrivare alla bocca di scolo del canale, sfociando in mare a Lucrino, nei pressi del Lido Napoli. “L’acqua del lago non riesce a scendere in mare a causa di sterpaglie e rifiuti di ogni genere, laggiù ci sono perfino dei materassi che impediscono il passaggio e il ricambio di acqua” denuncia Carmine Lusciano, residente a poca distanza dalle sponde del lago e membro dell’Associazione “Lago d’Averno” organizzazione che si occupa della tutela del famoso bacino lacustre “Ad oggi il livello è salito di almeno 50 centimetri e se dovesse continuare a piovere potrebbero essere guai seri. Purtroppo nessuno si interessa di tenere pulito questo canale. Fino a qualche tempo fa lo pulivamo noi, ma da quando è stato sequestrato non sappiamo cosa fare. Non vorremmo che essendo sotto sequestro, qualcuno ci denunci anche. Nel frattempo però nessuno si interessa e la situazione peggiora” spiega l’uomo mentre, in prossimità del Tempio di Apollo un gruppo di persone che passeggia lungo le sponde dell’Averno viene aiutato a oltrepassare la zona invasa dall’acqua. Oltre al pericolo di esondazione anche la presenza di schiuma lungo le sponde che negli ultimi giorni avrebbe creato qualche allarme, fenomeno che prontamente ci viene spiegato dal nostro interlocutore “ E’ schiuma, semplice battiggia marina che va a morire lungo la costa, se vedete si forma solo qui” ci spiega mentre raccoglie nelle mani la schiuma. A respingere ogni eventuali ipotesi di scarichi in acqua ci pensano anche i ristoratori della zona che denunciano la mancanza di un impianto fognario, oltre al degrado che circonda l’area “Due volte a settimana provvediamo alla pulizia dei pozzi a tenuta stagna dove confluiscono i nostri scarichi. Qui non c’è un impianto fognario, siamo noi che paghiamo tutte le spese nostre, spendendo di volta in volta almeno 150 euro per ogni intervento di spurgo” spiega Giona Di Meo, dipendente del ristorante “Caronte” “Non esiste alcun scarico nel lago, i rilievi vengono effettuati continuamente, l’ultimo prelievo da parte dell’Arpac prima del sequestro. La zona la manteniamo viva noi, qui non esiste nulla, ne servizi igienici, ne illuminazione. I turisti che vengono a fare un giro intorno al lago sono poi costretti a venire da noi se vogliono andare in bagno, è assurdo”

SPAVENTOSO INCIDENTE LUNGO L'ASSE VIARIO "COPIN"

GRAVEMENTE FERITI I CONDUCENTI
AUTO COMPLETAMENTE DISTRUTTE
di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di sabato 27 novembre 2010

POZZUOLI. Spaventoso incidente a Pozzuoli, lungo l’asse viario Copin: un’automobile sbanda, invade la corsia opposta finendo contro un muro. Ferma di traverso lungo la carreggiata viene presa in piena da una vettura che in quel momento transitava nell’opposto senso di marcia, ribaltandosi. I due veicoli distrutti, feriti i conducenti, uno in maniera grave. Paura venerdì mattina poco dopo le 8 lungo la strada di raccordo tra la zona della Solfatara e Arco Felice. Alla guida di una Peugeot 206 di colore grigio c’è un 24enne di Napoli, Salvatore D’amico, viaggia in direzione Pozzuoli, improvvisamente perde il controllo del suo veicolo, sbanda finendo contro il muretto posto ai margini della corsia opposta a quella lungo la quale stava viaggiando. Appena dopo l’urto, con il conducente ancora all’interno dell’abitacolo, dall’altra parte giunge una seconda vettura, Golf Wolkswagen, alla guida c’è un 41enne di San Marcellino, Massimiliano Murrone. L’uomo a quanto pare non fa in tempo a scansare l’improvviso ostacolo comparso lungo la strada, prendendolo in pieno. Un urto tremendo, la Peugeot 206 si ribalta più volte. La Golf, forse a seguito dell’estremo tentativo del conducente di scansare l’auto ferma, finisce contro il muro. Notevoli i danni ai due veicoli. Sul posto giungono i sanitari del 118 e gli agenti di polizia municipale di Pozzuoli. I due conducenti vengono estratti dagli abitacoli, entrambi sono feriti. A riportare le conseguenze maggiori il conducente della Golf, che viene ricoverato in prognosi riservata presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli. Ferito ma in maniera meno grave anche il conducente dell’auto ribaltatasi, anch’esso trasportato presso il nosocomio civile puteolano. A seguito del grave incidente traffico bloccato per tutta la mattinata nell’intera zona.

giovedì 25 novembre 2010

SCONTRO FRONTALE AUTO-PULLMAN, GRAVE DONNA

L'INCIDENTE IN VIA SAN GENNARO AGNANO, FERITI I CONDUCENTI DEI MEZZI, IN PROGNOSI RISERVATA UNA 42ENNE

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" e "Corriere Flegreo"
POZZUOLI. Un’automobile semidistrutta, la parte anteriore totalmente accartocciata su se stessa, dall’altra parte un autobus con la parte bassa della carrozzeria completamente sfasciata. I due mezzi si trovano l’uno di fronte l’altro nella stessa corsia, i due conducenti sono entrambi feriti, uno è grave. Sul posto accorrono le ambulanze del 118, la donna alla guida dell’automobile è gravemente ferita, nell’impatto frontale contro il pullman avrebbe riportato diverse fratture alle gambe. Meno gravi le condizioni dell’autista del mezzo pubblico, entrambi vengono trasportati in ospedale, per la donna i medici non scioglieranno la prognosi. Sono da poco passate le 10 di mercoledì mattina, lungo via San Gennaro Agnano si è appena sentito un forte botto: una Peugeot 106 si è scontrata frontalmente contro un autobus di linea della CTP. Dal pullman scendono alcuni passeggeri, fortunatamente usciti illesi dallo scontro. Nell’altro abitacolo c’è una donna gravemente ferita, mentre guidava la sua vettura avrebbe sbandato in curva finendo nella corsia opposta dove in quel momento scendeva un pullman, inevitabile l’impatto. Emanuela Citarella, 42 anni è ora ricoverata in prognosi riservata presso l’ospedale “San Paolo” di Napoli, abita a poca distanza dal punto dove è avvenuto l’impatto, al confine tra il capoluogo flegreo e la zona di Agnano, forse era appena uscita di casa. La donna era da sola a bordo della sua Peugeot 106 di colore verde, aveva appena imboccato il curvone a gomito, in direzione Pozzuoli. Dopo la curva c’è uno spiazzo sulla sinistra, un ristorante, poi inizia la salita in direzione dell’Accademia Aeronautica. L’altra corsia in quel momento è percorsa da un autobus di linea, l’M1 sulla tratta Mondragone – Piazza Garibaldi, viaggia in direzione Napoli, a bordo ci sono diversi passeggeri. Improvvisamente il violento impatto tra i due mezzi, che si scontrano frontalmente, proprio accanto al marciapiedi nei pressi del ristorante, nella corsia occupata dall’autobus. Impressionante la scena negli attimi successivi all’incidente, ci si chiede come quell’auto sarebbe potuta finire dall’altra parte della strada. Nella curva a gomito la donna avrebbe perso il controllo della sua auto, finendo contro la parte anteriore del pullman. Sarebbe questa una prima ipotesi, ovviamente ora al vaglio degli agenti di polizia municipale di Pozzuoli accorsi sul posto. Rilievi lungo il selciato e sui mezzi, supportate da eventuali testimonianze saranno utili ad avvalorare o smentire la prima ricostruzione fatta sul posto. Non sarebbe da escludere l’ipotesi di un malore che avrebbe colpito la donna mentre era alla guida, o quella di un improvviso ostacolo comparso lungo la strada: per scansarlo la 42enne si sarebbe ritrovata nella corsia opposta. Devastante lo scontro. La Peugeot di Emanuela Citarella si accartocciava su se stessa, i vetri del parabrezza anteriore andavano in frantumi, la carrozzeria sfasciata. Notevoli danni anche all’autobus di linea, completamente distrutto nella parte anteriore bassa. Paura anche tra i passeggeri del mezzo, usciti illesi dall’impatto.
Sul posto giungevano i sanitari del 118, entrambi i conducenti dei mezzi coinvolti venivano trasportati presso l’ospedale San Paolo di Napoli. Preoccupanti le condizioni della donna per le diverse ferite riportate sul corpo a seguito dell’impatto, in particolar modo alle gambe. Nel frattempo l’auto della 42enne e l’autobus venivano posti a sequestro giudiziario e rimossi grazie all’intervento della ditta incaricata dal comune di Pozzuoli per il servizio di rimozione. A lavoro anche gli addetti al servizio di ripristino post-incidente. Ma la lunga scia di paura lungo le strade flegree non si fermava. Qualche ora dopo, nel primo pomeriggio lungo la stessa strada un secondo incidente si registrava a poca distanza, questa volta in via Solfatara, dove si scontravano un’automobile e una motocicletta. Fortunatamente questa volta nulla di grave, nell’impatto rimaneva ferito il centauro che veniva soccorso e trasportato presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” per ricevere le cure dei sanitari. Pesanti ripercussioni sul traffico veicolare si registravano in tutta la zona, paralizzata da lunghe code di autovetture in entrambe le direzione di marcia.

mercoledì 24 novembre 2010

IMPIANTI SPORTIVI, IL GIALLO DEL DEBITO

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. Tacciono al comune, del debito pubblico, dei soldi che i gestori (almeno fino ad un anno fa illegittimi) degli impianti sportivi devono all’ente, ancora nessuna notizia. “Stiamo provvedendo al recupero dei crediti maturati, entro dicembre sarà tutto a posto. Qualora non fosse così chi non ha pagato sarà cacciato, come abbiamo già fatto per due strutture. Il dato numerico non lo abbiamo sottomano pertanto non possiamo dirvelo” è quanto si limita a dire il dirigente dell’ufficio sport del comune di Pozzuoli, Carlo Pubblico. Quindi del dato quantitativo ancora nessuna notizia. Quanto devono ancora versare i gestori degli impianti sportivi nelle casse del comune di Pozzuoli non è dato saperlo, nonostante le nostre reiterate richieste. Perché? Cosa c’è dietro questo silenzio? Domande legittime che sorgono di fronte all’ennesimo immotivato rifiuto. Da qui la richiesta ufficiale da attraverso una “istanza di accesso formale agli atti” presentata e protocollata presso la sede comunale al Rione Toiano, come ennesimo tentativo per venire a conoscenza di quanto illegittimamente ci è stato finora tenuto nascosto. Che le cose fossero “poco chiare” lo si è era già capito. “Anomalie” nell’assegnazione delle gestioni che risalirebbero ai primi mesi del 2000 quando senza alcun bando di gara l’allora amministrazione comunale “assegnò” alcuni dei siti sportivi presenti in città. Attraverso una semplice autorizzazione temporanea rilasciata agli intestatari delle varie società ed associazioni sportive (alcune succedutesi nella gestione degli impianti nel corso degli anni), nell’attesa del perfezionamento dell’iter amministrativo per il rilascio della vera e propria concessione di utilizzo degli impianti. Attesa durata ben 9 anni con gli impianti sportivi concessi in maniera “protempore”, 108 mesi durante i quale le strutture sarebbero state gestite senza una concessione figlia di un bando di gara. Ma attraverso una “concessione nelle more del perfezionamento degli atti amministrativi, in gestione d’uso dell’ impianto” come si legge in una delle concessioni firmate dall’allora assessore al ramo accompagnata dal mandato ad una società esterna “di effettuare un rilievo al fine di quantizzare l’importo dei lavori eseguiti all’impianto sportivo e determinare il canone di mercato”. Bassi canoni di fitto, concessioni anomale alle quali si si aggiungeva l’insolvenza nel pagamento dei fitti di parte dei gestori. Dopo 9 anni di “anomalie” lo scorso gennaio è giunta una sorta “regolarizzazione” protempore dei concessionari “di fatto”, cioè di coloro che fino a quella data avevano gestito le vari strutture sportive presenti in città. Regolarizzazione che veniva approvata anche in consiglio comunale, ma ancora una volta senza alcun bando di gara pubblico. “Modus operandi” che riconosceva legittima la gestione “protempore” e consentiva a chi aveva gestito fino a quel momento i diversi siti sportivi dislocati su territorio cittadino. Pertanto, dopo 9 anni di illegittima gestione, i concessionari degli impianti sportivi venivano “regolarizzati”. Ma restava da sciogliere un ulteriore nodo, quello del debito nei confronti dell’ente. L’ultimo dato, risalente al 31 dicembre del 2006 quantificava in 195 mila 260 euro il debito totale da parte dei gestori dei 10 impianti sportivi presenti in città, a fronte di irrisori canoni di fitto mensile, di questi il più alto pari a 556 euro per attività che beneficiano sia di strutture all’aperto (vedi campi di calcio, calcetto, bocce) che coperte (palestre, ma anche spogliatoi e uffici). Un trend preoccupante, che farebbe presagire ad un aumento del debito che i vari gestori avrebbero nei confronti dell’ente, come preoccupante è il silenzio delle istituzioni che ancora una volta “nascondono” ai cittadini quanto sarebbero tenuti a sapere.

TELECAMERE A “GUARDIA” DEI RIFIUTI, LA CITTA’ SI DIVIDE

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. Telecamere sui cassonetti dei rifiuti, si divide la città. Polemiche per la “trovata” del comune di Pozzuoli di installare in prossimità dei siti per la raccolta rifiuti occhi elettronici come deterrente al fenomeno inciviltà. “Combattere chi getta spazzatura fuori orario consentito e all’esterno dei cassonetti, combattere chi smaltisce i rifiuti ingombranti e quelli derivanti da attività commerciali” è il diktat seguito dal comando di polizia municipale del comune di Pozzuoli, quartier generale della guerra agli incivili. Finora in poco meno di un mese oltre 100 le persone colte con “le mani nel sacco” alle quali si è risaliti grazie ai fotogrammi delle telecamere mobili installate in prossimità dei siti di raccolta rifiuti, 10 denunce penali e 8 sanzioni di tipo amministrativo. Il ricorso alla tecnologia con autentiche modalità da “intelligence” se da una parte lascia soddisfatti per l’impegno profuso nel mettere in campo forze ulteriori per combattere il fenomeno, dall’altro fa storcere il naso a qualcuno per la “sproporzionalità” del metodo, ritenuto esagerato. “Con tanti cumuli di immondizia che ci sono in giro, con i sacchetti che ci ritroviamo fin sotto casa, si mettono a vedere attraverso le telecamere chi getta la spazzatura” sembra essere il pensiero comune. Entusiasmo e critiche, pareri dicotomici per la scelta di ricorrere alla tecnologica come deterrente contro i rifiuti-selvaggi vengono discussi anche in rete, attraverso le pagine del social network Facebook.“A chi dobbiamo questa idea fantastica, mi congratulo con l'ideatore, questo si che è fare qualcosa!” afferma Achille. Gli fa eco Clemente “sono più che favorevole, oltre alla spazzatura, si potrà vedere anche altro”. “Bella questa, ma avete visto quanta spazzatura c’ è in giro?” dice Michele, allibito per la marea di rifiuti presente in strada e che vede del tutto “fuori luogo” l’installazione delle telecamere in prossimità dei cassonetti. Reazioni discordanti anche da parte dei rappresentanti sindacali dei commercianti, contro i quali i caschi bianchi hanno puntato il dito. Fatte le dovute accezioni, sarebbe diffuso il fenomeno che vorrebbe i proprietari delle attività commerciali smaltire rifiuti in maniera autonoma anziché affidarsi alle aziende specializzate allo smaltimento. “Energie che potevano essere profuse per risolvere altre problematiche che richiedono maggiori e urgenti interventi” è il pensiero del presidente di “Casa Artigiani” Giovanni Falcetti che pone l’attenzione anche su altri argomenti come il senso di civiltà dei cittadini, privacy e sicurezza “Posizionare telecamere per controllare i rifiuti è sconcertante e declassante per l’intera cittadinanza, che allo stesso tempo vede violato il diritto alla privacy. Lo ritengo un passo indietro considerato anche che ci sono problemi ben più seri come quello della sicurezza. Non bisogna dimenticare che la sera dopo le 20 la città finisce in “balìa delle onde”, non ci sono controlli, non c’è sicurezza, pertanto ritengo che le telecamere andrebbero collocate nei vari punti della città per tutelare la sicurezza dei cittadini e non per controllare lo smaltimento dei rifiuti”. Mente per Vincenzo Addati, presidente dell’ Ascom di Pozzuoli “E’ sconcertante che per far rispettare una regola di civiltà ci sia il bisogno di ricorrere alle telecamere, quando esistono regole ben precise. Ma siccome a rimedi estremi spesso c’è bisogno di estremi rimedi allora ben vengano anche le telecamere. D’altronde credo che il problema siano i singoli cittadini e non i commercianti i quali gettano rifiuti la sera dopo aver chiuso le proprie attività e quindi in orario consentito. Per quanto riguarda i ristoranti invece loro seguono un iter diverso, riempiono i contenitori di rifiuti poi nelle loro attività passano le ditte incaricate per la raccolta ” dice il rappresentante dei commercianti che accoglie positivamente il ricorso alla tecnologia. “Ben venga l’utilizzo delle telecamere ma non bisogna estremizzare la cosa, il comune deve dare la possibilità ai cittadini di essere nelle condizioni di smaltire in maniera sufficiente i rifiuti” afferma Daniele Lattero, presidente della Confesercenti di Pozzuoli che denuncia la mancanza di sufficienti cassonetti e gettacarte in città “Il numero di contenitori per la raccolta di rifiuti non è sufficiente per accogliere la spazzatura in una città di circa 100mila persone, ecco che oltre alla crisi nella raccolta c’è anche la difficoltà da parte dei cittadini di gettare la spazzatura che di conseguenza finisce anche in strada. Basti pensare ad un dato abbastanza emblematico. In tutto il centro storico non c’è un cestino gettacarte, chi mangia una pizzetta o un gelato dove deve buttare la carta? Se la deve portare a casa? A volte anche se è spiacevole dirlo, è il comune che mette nelle condizioni di essere incivili”.

sabato 20 novembre 2010

SMALTIMENTO DEI RIFIUTI, OCCHI ELETTRONICI SUGLI INCIVILI

IDENTIFICATE GIA' CENTO PERSONE

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati su "Roma" e "Corriere Flegreo"

POZZUOLI. Occhi elettronici sulla spazzatura e attività di intelligence contro gli incivili. Scende in campo la tecnologia nel comune di Pozzuoli, telecamere di videosorveglianza installate nei punti raccolta rifiuti per riprendere, risalire e sanzionare cittadini e privati che non rispettano la regolamentazione vigente in materia di smaltimento rifiuti. In pochi giorni i trasgressori assicurati alla giustizia, attraverso i fotogrammi individuati i mezzi con i quali viene gettata la spazzatura, dal numero di targa si risale all’intestatario che viene “invitato” a comparire presso il comando di polizia municipale per la contestazione del reato. Due telecamere mobili, poste l’una di fronte l’altra in maniera tale da coprire l’intero raggio di movimento dei veicoli, “leggere” targa anteriore e targa posteriore. Nella sede del comando di polizia municipale un agente scandaglia i fotogrammi, inaccettabili e irritanti alcune sequenze riprese: un uomo che dal cassone di un camioncino scarica spazzatura di ogni genere lungo il marciapiede; ancora due uomini che aprono gli sportelloni di un furgone e scaricano una pedana piena di rifiuti. L’operatore che ferma l’immagine, il fotogramma viene stampato, lo zoom sulla targa del veicolo, poi la visura attraverso la quale si risale al nome e cognome del proprietario o, nel caso di società proprietaria del veicolo, alla ragione sociale e all’amministratore delegato e così via. Da lì in poi la comunicazione al domicilio che può avvenire anche in meno di 24 ore, la sanzione che arriva fin dento casa e la chiamata “a comparire” presso gli uffici dove verrà contestato il reato. Un “modus operandi” simile a quello utilizzato per autovelox e tutor stradali. Tra le zone scandagliate, in primis quelle cosiddette “calde”, strade di periferia e luoghi isolati, spesso trasformati in sversatoi e discariche a cielo aperto. La attenzioni dell’occhio elettronico finora in via Vittorini nel quartiere di Monterusciello, via dei Platani nella zona di Licola Borgo e via Antiniana, nella zona del nuovo tribunale al confine tra Pozzuoli e il quartiere di Agnano. E proprio qui che nell’ultimo mese, grazie al lavoro delle telecamere installate che gli agenti di polizia municipale del comune di Pozzuoli sono riusciti ad identificare oltre 100 persone, colte in flagranza di reato. Movimenti che in tempo reale vengono trasmessi alla centrale operativa e memorizzati nell’hard disk, successivamente passate al setaccio dagli uomini agli ordini del comandante Luigi De Stefano “L’obiettivo è punire chi getta spazzatura di ogni genere fuori ai cassonetti. Quando questi sono pieni devono dirigersi altrove, non possono gettare tutto in strada e lungo i marciapiedi” Secondo i dati in possesso e comunicato dal capo dei caschi bianchi, negli ultimi 30 giorni sarebbero oltre 100 le persone identificate, tra queste almeno 18 già sanzionate. Tutti “colti con le mani nel sacco” nella sola zona del nuovo tribunale, dove in questi giorni le telecamere mobili sono state posizionate. Dei sanzionati, 60 sono residenti nel napoletano mentre gli altri 40 residenti nel comune di Pozzuoli. Tra queste, 10 persone sono già state denunciate penalmente in quanto intestatari di ditte o aziende, “status” giuridico per il quale è prevista la denuncia penale, mentre 8 persone sono state destinatarie di una sanzione di tipo amministrativa in quanto semplici cittadini scoperti a gettare immondizia o fuori orario consentito ( compreso tra le ore 20 e le 24) o sversando rifiuti ingombranti fuori ai cassonetti.








giovedì 18 novembre 2010

NEONATA UCCISA, LUTTO CITTADINO

IERI NELL'AVELLINESE I FUNERALI DELLA PICCOLA SOFIA
CONVALIDATO L'ARRESTO PER LO ZIO ASSASSINO AFFETTO DA TURBE PSICHICHE

di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" giovedì 18 novembre 2010

MONTE DI PROCIDA. Si sono svolti in forma ristretta, ieri pomeriggio, i funerali della piccola Sofia Muccillo, la bimba di appena 54 giorni ammazzata domenica scorsa dallo zio, al Monte di Procida. L’ultimo saluto alla salma proveniente dall’obitorio del Secondo Policlinico di Napoli ieri pomeriggio alle 14,30 a Casalbore, nell’avellinese, dove la giovane famiglia viveva nel vicino paese di Sperone. La funzione religiosa si è svolta in forma ristretta, con familiari e amici che si sono stretti intorno all’immane dolore di mamma Francesca e papà Fausto, genitori della bimba. “Siamo tutti vicini all’immane dolore dei familiari della piccola Sofia” dice dall’altra parte del telefono un funzionario del piccolo comune di Sperone, appena 4 mila abitanti, dove la giovane coppia vive “Qui abbiamo appreso la notizia della tragedia solo attraverso i mezzi di informazione e forte è stato il dolore e lo sconcerto in paese”. Dal paesino dell’avellinese al Monte di Procida, teatro della tragedia, fino agli Stati Uniti, dove vive il nonno della piccola e “seconda patria” per la famiglia Spinelli, forte è il cordoglio. Nel frattempo, il sindaco della cittadina flegrea, Francesco Iannuzzi, ha annunciato per oggi il lutto cittadino. Nella giornata di ieri anche l’udienza di convalida dell’arresto di Antonio Raffaele Spinelli, il 29enne zio-assassino che da domenica sera è rinchiuso nel carcere di Poggioreale. Dopo il delitto l’uomo non oppose alcuna resistenza, all’arrivo dei carabinieri nell’abitazione dove qualche minuto prima era stato consumato l’efferato delitto, facendosi ammanettare senza pronunciare alcuna parola. L’inchiesta sul tragico episodio di infanticidio sono condotte dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Napoli Maria Sepe, sul delitto indagano i carabinieri della compagnia di Arco Felice che negli attimi successivi il delitto intervennero nell’abitazione al civico numero 7 di via “Seconda Traversa Filomarino”, nella zona delle cosiddette “Casevecchie”, al Monte di Procida. Qui lo zio-assassino poco dopo le 21 si trovava con la madre, la nonna della piccola Sofia lasciata in custodia dai genitori, usciti con alcuni amici. Lo zio, descritto da tutti come persona tranquilla e solitaria, con problemi mentali derivanti da una patologia, la “psicosi bipolare” per la quale da 13 anni era in cura presso “l’Unità Operativa di Salute Mentale” di Pozzuoli. Oltre alla malattia, anche l’uso di sostanze stupefacenti, un mix terribile. Domenica il tragico epilogo. Il raptus di follia, la nipotina che piange nella culla, la madre che la prende in braccio, lui che la reclama, il rifiuto della donna che viene spintonata e fatta cadere a terra dal figlio che corre in cucina, prende il coletto e uccide la neonata. A quell’ora nonna, zio e nipotina in casa, con Francesca e Fausto, i genitori della piccola usciti per una passeggiata con gli amici, col “pensiero tranquillo” di aver lasciato la figlioletta nelle mani della nonna. Poi la tragedia.

MUORE DI INFARTO FULMINANTE SUL CAMION DELLA NU

SOCCORSI INUTILI PER ANTONIO MONGELLUZZO, EX LAVORATORE SOCIALMENTE UTILE
ERA STATO ASSUNTO DALLA "DE VIZIA" LO SCORSO 1 NOVEMBRE DOPO ANNI DI PRECARIATO: IERI MATTINA IL MALORE MENTRE ERA IN SERVIZIO

di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" e Corriere Flegreo" giovedì 18 novembre 2010

POZZUOLI. Dopo lotte, sacrifici e sofferenze aveva ottenuto finalmente un contratto di lavoro, un impiego stabile dopo anni di precariato. Sedici giorni fa il destino gli sorrise, per poi voltargli nuovamente le spalle, questa volta definitivamente. Un infarto fulminante lo ha stroncato ieri mattina all’interno della cabina del camion per la raccolta rifiuti nella quale stava lavorando. E’ morto così Antonio Mongelluzzo, 54 anni, ex Lavoratore Socialmente Utile del comune di Pozzuoli, dallo scorso 1 novembre assunto dalla ditta “De Vizia Transfer”, azienda che si occupa della raccolta rifiuti in città. Come ogni mattina il 54enne, residente nel quartiere di Monterusciello in via Reginelle insieme ai figli con i quali viveva dopo la morte della moglie avvenuta appena qualche anno fa, era uscito di casa per recarsi al lavoro. La tragedia intorno alle 7,30. Antonio Mongelluzzo era a bordo del camion per la raccolta dei rifiuti, insieme a lui altri 3 colleghi con i quali si era diretto nel primo sito di raccolta nei pressi di via Celle, a pochi metri dal vecchio tribunale cittadino. Il camion era in procinto di raccogliere la massa di rifiuti prima del ponticello che conduce alle rovine dell’antica Roma. In quel momento l’uomo si trovava all’interno della cabina del camion, con lui l’autista del mezzo e altri due operatori ecologici. Improvvisamente il dramma. Un infarto fulminante gli stroncava la vita. Tutto in una frazione di secondi. Il dramma dei colleghi che in quel momento erano con lui nel mezzo, nemmeno il tempo di realizzare quanto stesse accadendo che Antoniio Mongelluzzo si era già accasciato. Inutili i tentativi di salvargli la vita, l’allarme, le urla, la disperazione di chi in quel momento era con lui. Sul posto giungeva un’ambulanza del 118, ma i sanitari non potevano fare altro che constatare il decesso, fulmineo, che lasciava tutti impotenti dinanzi alla tragedia. In via Celle nei minuti successivi la tragica morte giungevano gli agenti di polizia municipale del comune di Pozzuoli, il corpo senza vita del povero 54enne rimaneva all’interno della cabina del camion fino all’arrivo del pubblico ministero, che disponeva il trasferimento della salma presso l’obitorio del Secondo Policlinico di Napoli. Seppur chiara la causa del decesso, apparentemente avvenuta per morte naturale, il magistrato ha disposto comunque sul corpo dell’uomo gli esami autoptici. Il camion, teatro della tragedia, veniva sottoposto a sequestro e rimosso poco dopo le 11. Forte il dolore da parte di familiari, conoscenti e dei tanti Lsu cittadini con i quali Mongelluzzo aveva condiviso anni di lotte e proteste. Lo scorso 1 novembre l’assunzione, dopo anni di precariato, da parte dell’azienda “De Vizia Transfer”. Finalmente per lui un contratto a tempo indeterminato, la sua vita che da un punto di vista lavorativo andava stabilizzandosi “Una persona perbene, un grande lavoratore, serio e onesto” lo ricorda così Franco Daniele sindacalista e amico di famiglia. “Tutti i lavoratori si impegneranno per dare un sostegno alla sua famiglia” dice Pino Dardano, rappresentante sindacale della Cisl “Il mio dolore va aldilà del rapporto di lavoro che avevo con Antonio, che prima di tutto era un amico. Il destino gli ha voltato le spalle proprio quando finalmente aveva ottenuto un lavoro dignitoso dopo 3 anni di lotte, sacrifici e sofferenze”

MONTE DI PROCIDA SOTTO SHOCK

DOLORE E RABBIA IN RETE: PENA DI MORTE PER L'ASSASSINO

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" mercoledì 17 novembre 2010

MONTE DI PROCIDA. Una tragedia che ha colpito un intero paese, l’orrore che è entrato nelle case, un incubo per una comunità di appena 13mila abitanti. Una famiglia distrutta, un figlio, un fratello che diventa assassino, che ammazza la nipotina appena nata, la figlioletta portata in grembo per 9 mesi. Lui vittima delle sue turbe psichiche, della droga, che distrugge la propria famiglia. Un omicidio tanto efferato che non ammette attenuanti, che non può essere giustificato con alcunché. Da domenica sera si discute, si tenta di dare una spiegazione all’orrore. Monte di Procida, gli Stati Uniti, la piccola cittadina di Serpico nell’avellinese, appena 4mila abitanti, dove per soli 54 giorni la piccola Sofia ha vissuto sembrano vicine, unite da un unico sentimento, il dolore. Dagli States, seconda patria della famiglia Spinelli come per tante altre famiglie montesi, il cordoglio giunge attraverso le pagine del social network Facebook, dei blog. Il dolore misto alla rabbia, la voglia dei “giustizialisti” di vendicare la terribile morte di quella povera bimba. Per lo zio assassino viene invocata la pena di morte, la “legge del taglione”, alcuna pietà nei confronti di un uomo che ha sgozzato la propria nipotina di appena 54 giorni. Dall’altra, la posizione di chi vede anche l’assassino come “vittima”, della propria malattia, di quella “ psicosi bipolare” che gli avrebbe impedito di capire cosa stesse facendo in quel momento. E chi addossa le colpe alle istituzioni, ai sanitari, a chi avrebbe dovuto impedire a quell’uomo di trovarsi domenica sera in quella casa, insieme alla madre e alla nipotina, presto diventate vittime del suo raptus di follia

VIOLENTO SCONTRO TRA AUTO: ILLESI I CONDUCENTI

L'ENNESIMO INCIDENTE LUNGO L'ASSE VIARIO COPIN

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. L’ennesimo incidente dopo appena qualche minuto di pioggia. Saranno le indagini condotte dalla sezione sinistri stradali del comando di polizia municipale di Pozzuoli a ricostruire l’esatta dinamica, ma il sospetto è che ancora una volta ad incidere sul sinistro siano state le condizioni del manto stradale e la pioggia. Mix micidiale che genera il pericoloso fenomeno di acquaplaning. Gli pneumatici che non aderiscono all’asfalto, il manto stradale che diventa “saponetta” e la perdita di controllo della vettura che diventa inevitabile. Ieri l’ennesimo incidente sulle strade flegree, ancora una volta lungo l’asse viario “Copin”, strada di collegamento tra Arco Felice e la Solfatara, importante snodo viario verso via Campana e la cittadina di Quarto. Poco dopo le 9 l’impatto tra due automobili, una Audi A2 e un fuoristrada della Ford, alla cui guida c’era un giovane militare americano di servizio presso la base Nato di Gricignano d’Aversa. L’uomo a quanto pare viaggiava in direzione della Solfatara, dall’altra parte scendeva l’altro automobilista, in direzione Arco Felice. Improvvisamente il militare, secondo le prime ricostruzioni effettuate sul luogo dell’incidente, perdeva il controllo del mezzo finendo in un pericoloso testacoda. Mentre in quel momento dalla corsia opposta sopraggiungeva l’Audi, con la quale avveniva l’impatto. Spaventose le sequenze dell’incidente, con l’Audi che a seguito dell’urto si ritrovava contro il muro laterale sul margine della corsia, con la parte lato-passeggero contro il guard raill e la parte lato-guida con le ruote poggiate sull’altro abitacolo, finito in testa coda. Fortunatamente i due occupanti delle vetture uscivano illesi, per loro solo la paura per le tremende sequenze di un incidente che viste le modalità poteva avere conseguenze ben più gravi . Sul posto giungevano gli agenti di polizia municipale di Pozzuoli per i rilievi del sinistro. I due mezzi dopo qualche ora venivano rimossi dai carri attrezzi. Dalle nove fino alle undici si registravano traffico e rallentamenti in tutta la zona, per la presenza dei mezzi lungo la carreggiata e per la concomitante chiusura, in entrata, di via Fascione per i lavori all’uscita della Tangenziale di Napoli di via Campana. Quello di ieri l’ennesimo incidente a quanto pare provocato ancora una volta da pioggia e condizioni del manto stradale. Prima di ieri un’altra tragedia sfiorata lo scorso 24 settembre in via Monterusciello, nell’omonimo quartiere. Anche in quel caso, giornata piovosa e un automobile che perde il controllo finendo contro un camion nella corsia opposta. Fortunatamente anche quel giorno, tanta paura ma conducenti illesi.

martedì 16 novembre 2010

ORRORE AL MONTE DI PROCIDA - LA NEONATA UCCISA DALLO ZIO CON UNA LAMA DI 22 CENTIMETRI

IL MEDICO LEGALE: "IN TANTI ANNI MAI VISTA UNA COSA DEL GENERE"

di Gennaro Del Giudice
in primo piano sul "Roma" martedì 16 novembre 2010

MONTE DI PROCIDA. Un profondo taglio alla gola provocato da un coltello con una lama lunga 22 centimetri e larga 5 centimetri. Uno squarcio che dall’orecchio sinistro ha raggiunto l’orecchio destro. Ed ecchimosi sul piede e sulla manina sinistra della piccola Sofia. Orrore che si aggiunge alla tragedia, la bimba di appena 54 giorni decapitata dallo zio assassino. Sarebbe questa una prima ricostruzione da parte del medico legale dell'Asl Luigi Aldorisio, a seguito di una prima perizia esterna sul corpicino della piccola Sofia Muccillo. "In tanti anni di questo lavoro non ho mai visto nulla del genere: sono sconcertato e addolorato". Agghiacciante la scena del delitto: la bimba sgozzata avvolta in uno scialle, sul pavimento un mare di sangue, orrore agli occhi dei primi soccorritori e dei carabinieri giunti sul posto. Scene strazianti, mentre lo zio assassino si faceva trovare nella sua stanza, portato via dai militari mentre al grido “assassino”. Aperto un fascicolo di indagine dal pubblico ministero incaricato dalla Procura della Repubblica di Napoli, Maria Sepe, sul corpicino della piccola disposta l’autopsia. Sembrano ricostruiti quei minuti che hanno preceduto l’orrendo delitto. Erano le 21 circa domenica sera quando Antonio Raffaele Spinelli, 29 anni, pizzaiolo, si trovava all’interno dell’abitazione dei genitori al civico numero 7 di via “Seconda Traversa Filomarino”, nella zona delle cosiddette “Casevecchie”, al Monte di Procida. Con lui la mamma, Regina Schiano di Cola, 54 anni, e la nipotina Sofia, nata lo scorso 21 settembre. La piccola era stata lasciata dalla mamma Francesca, e dal compagno Fausto, alla nonna per un’uscita serale con gli amici. Il freddo, l’umidità della sera e la piccola che viene lasciata a casa della nonna materna, un classico specie per le coppie di giovani. Improvvisamente la piccola Sofia iniziava a piangere, a quel punto l’intervento di nonna Regina che dalla culla la prendeva in braccio. Poi l’intervento dello zio, affetto da “ psicosi bipolare” alternava stati di maniacalità a fasi depressive, con un passato recente da cocainomane, che sentendo piangere la piccola, chiedeva alla mamma di poterla prendere in braccio. A quel punto la donna, probabilmente a conoscenza dei problemi mentali del figlio e preoccupata per eventuali conseguenze pericolose si sarebbe rifiutata di cedere la piccola. Rifiuto che non sarebbe andato giù al 29enne il quale, in preda ad un raptus di follia, avrebbe spinto la madre in terra dopo averle strappato la piccola dalle mani. A quel punto l’uomo, si sarebbe diretto in cucina per prendere un coltello, una lama lunga 22 e larga 5 centimetri, con la quale sgozzava la piccola. Le urla della donna, il corpicino della piccola Sofia ancora avvolto nello scialletto in una pozza di sangue. L’assassino che subito dopo l’omicidio saliva al primo piano della sua abitazione, dove veniva trovato dai carabinieri della compagnia di Pozzuoli giunti sul posto. Senza opporre alcuna resistenza nè dire una parola veniva ammanettato e condotto presso il carcere di Poggioreale mentre fuori la folla urlava “assassino”.

ORRORE AL MONTE DI PROCIDA - PARLANO I MEDICI

L'ASSASSINO DUE SETTIMANE PRIMA AVEVA AGGREDITO LA MADRE
MA PER I MEDICI CHE LO TENEVANO IN CURA NON ERA PERICOLOSO

di Gennaro Del Giudice
in primo piano sul "Roma" martedì 16 novembre 2010

MONTE DI PROCIDA. All’indomani della tragedia si cercano risposte, “perché quell’uomo affetto da psicosi bipolare che alternava stati di maniacalità a fasi depressive e che faceva uso di sostanze stupefacenti domenica sera si trovava in quella casa”. Antonio Raffaele Spinelli, il 29enne assassino della piccola Sofia, appena 54 giorni di vita, era in cura, da tempo presso l'Unità Operativa di Salute Mentale di Pozzuoli. Tredici anni fa era anche stato in una comunità terapeutica con “doppia diagnosi”, per quelle persone che hanno disturbi psichici ma anche problemi di tossicodipendenza. Respingono ogni alone di dubbio i medici su una possibile “leggerezza” commessa da chi avrebbe dovuto vegliare sulla pericolosità di quell’uomo "Non si è trattato di una situazione di allarme non ascoltata. Come dire: niente faceva presagire un gesto del genere". A 16 anni Antonio Raffaele faceva già uso di sostanze stupefacenti, cocaina "Aveva seguito l'intero percorso e ne era uscito bene - spiega Gennaro Perrino, primario del centro di via Antonino Pio, al Rione Toiano - ma poi, secondo quanto ci risulta, ha ripreso a fare uso di droga". Problemi psichici e droga, un mix che non avrebbe fatto presagire alla “pericolosità” del 29enne. Lo scorso 27 ottobre, qualche giorno dopo il rimpatrio dagli Stati Uniti d’America, dove il padre Carlo Raffaele, 62enne pizzaiolo è titolare di un ristorante, Antonio Raffaele aggredì la madre nell’abitazione dove 18 giorni dopo commetterà l’orribile delitto ai danni della nipotina. Urla e spintoni contro la madre 54enne quel giorno, la segnalazione della violenza domestica che giunse al comando di polizia municipale di Monte di Procida. Sul posto agenti e medici dell'Unità Operativa del centro di Igiene mentale. ”Quel giorno tra le 13,30 e le 14,30 presso l’abitazione di via Seconda Traversa Filomarino, intervennero tre nostri agenti” racconta il comandante del corpo di polizia municipale del comune di Monte di Procida Ugo Mancino mentre a conferma del suo racconto mostra i turni di servizio riportati sul “brogliaccio” “A quanto pare c’erano stati spintoni e un’aggressione verbale da parte dell’uomo ai danni della madre, al nostro ufficio arrivò una segnalazione e immediatamente intervenimmo. Tre vigili seguirono la vicenda sul posto, intervennero anche i sanitari dell’Asl, ma successivamente non fu data nessuna segnalazione agli organi preposti pertanto l’uomo rimase nella sua abitazione. Diversamente, saremmo dovuti intervenire come polizia sanitaria scortando sanitari e paziente presso il primo centro di igiene mentale disponibile ”I sanitari ritennero quindi di non condurre quello che 18 giorni dopo si scoprirà un assassino in un centro di igiene mentale “Quel giorno fu sottoposto ad un intervento di cure domiciliari. Poi, il giorno dopo, si presentò regolarmente al controllo. Rifiutò di assumere i neurolettici, decidendo di fare uso solo degli stabilizzanti dell'umore” spiega ancora il primario Gennaro Pennino “Gli fu riscontrata un'ansia reattiva, ma non c'era una situazione di grosso allarme”. Fatto che dimostra come l’uomo non fu sottoposto ad un trattamento obbligatorio da parte dei sanitari “Non c'erano gli estremi. Del resto che la situazione non fosse allarmante, lo dimostra anche il comportamento dei suoi stessi familiari che non ci hanno mai segnalato situazioni particolarmente pericolose".

ORRORE AL MONTE DI PROCIDA - LE REAZIONI

PAESE SOTTO SHOCK, INCREDULITA' TRA I CITTADINI
NESSUNO SI ASPETTAVA UN SIMILE GESTO

di Gennaro Del Giudice
in primo piano sul "Roma" martedì 16 novembre 2010

MONTE DI PROCIDA. Paese di emigranti e marinai, pizzaioli e ristoratori in cerca di fortuna negli States. Degli oltre 13 mila residenti del Monte di Procida, la stragrande maggioranza almeno una volta è volata oltreoceano, da un parente, un amico, qui tutti hanno la carta verde, il visto di residenza permanente, permesso di soggiorno illimitato. Una comunità unita e coesa, anche un sito internet, una “chat montese” per sentirsi vicini, accorciare la distanza che separa questo paesino a picco sul mare, dagli Stati Uniti d’America. Prima del civico numero 7 alla “Seconda Traversa Filomarino”, nella zona delle “Casevecchie” c’è una ripida salita, dalle prime ore dell’alba una macchina dei vigili urbani è messa di traverso per sbarrare la strada. Cameramen, giornalisti, curiosi vengono allontanati gentilmente, i familiari della piccola Sofia non vogliono che venga ripresa l’abitazione su due livelli dove 12 ore prima si è consumato l’orrendo delitto. Lungo la traversa che conduce alla strada privata si sentono i rumori di un martello pneumatico, ci sono lavori in corso in una palazzina lungo il tragitto. Rompono la tranquillità di questo piccolo paesino arroccato sul punto più alto dei Campi Flegrei. Nella casa c’è nonna Regina, con lei la madre, la bisnonna delle piccola di appena 54 giorni ammazzata dallo zio e i familiari più stretti, presidiano la viuzza alla quale si giunge dopo essere passati per la piazzetta a centro città. Monte di Procida sembra essersi svegliata da un incubo, purtroppo divenuto realtà, tutti increduli per quanto accaduto nella notte, i flash, le sirene delle automobili dei carabinieri che sfrecciano, la volante che porta via l’assassino mentre tra le viuzze dei paesino. Dei genitori della piccola nessuna traccia, in mattinata la mamma Francesca, 33 anni, impiegata sarebbe stata vista in comune, poi via la fuga dal paese e da quella casa dove si è consumato l’orrore. Insieme al compagno Fausto, papà della piccola, scappati nella loro casa a Baiano, nell’avellinese. Occhi sbarrati e incredulità, la rabbia che ti stringe il petto, il sonno rotto dal pensiero per quell’assurda tragedia, sbigottimento, “quell’uomo silenzioso e tranquillo” diventato omicida “Sapevamo che aveva disturbi psichici ma qui non è mai stato considerato una persona da temere". L’assassino spesso andava a fare la spesa dalla signora Antonietta Donatore, un piccolo market vicino alla casa degli Spinelli. "Aspettava sempre il suo turno, era molto educato, tranquillo - racconta - per noi è stato un brutto colpo, una tragedia che nessuno si aspettava".

venerdì 12 novembre 2010

ANCORA UN ASSALTO, SPARI IN ARIA

PRESO DI MIRA IL "VIBIAN" AL FUSARO
IN 4 FANNO IRRUZIONE E PUNTANO UN'ARMA CONTRO IL CASSIERE
PANICO TRA I PRESENTI

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" venerdì 12 novembre 2011

FUSARO/BACOLI. Non si placa l’ondata di criminalità nei Campi Flegrei, rapinatori armati assaltano l’ennesimo supermercato. E per coprire la fuga anche diversi colpi di arma da fuoco sparati in aria. Terrore nel tardo pomeriggio di mercoledì al Fusaro, all’interno del supermercato “Vibian”. Dopo le rapine ai punti vendita della catena “Sisa” al Rione Toiano e a Monterusciello di qualche giorno fa, è toccato questa volta al supermarket nella zona del Fusaro, a Bacoli. Poco dopo le 18,30 in via Cuma al civico 159 due uomini pistole in pugno facevano irruzione all’interno dei locali, fuori ad attenderli a quanto pare altri due complici, probabilmente all’interno di una vettura. Nel pomeriggio alcune persone del luogo avrebbero notato aggirarsi più volte nella zona una Fiat Punto di colore grigio con a bordo 4 uomini, probabilmente coloro che qualche ora dopo avrebbero messo a segno il raid. I malviventi dopo aver “scelto” la vittima di turno hanno poi atteso il momento giusto per entrare in azione e mettere a segno il colpo. L’irruzione nei locali del punto vendita “Vibian” quando all’interno c’erano dipendenti e clienti, all’esterno lo shopping dei negozi limitrofi. Noncuranti di eventuali “testimoni oculari” e della presenza di telecamere installate nei pressi del locale, i malviventi entravano nel supermercato, volti semicoperti e pistole in pugno. Un’azione fulminea, la solita sequenza che da diverse settimane a questa parte si ripete all’interno dei supermercati, dopo Pozzuoli mercoledì sera anche Bacoli finisce nel mirino. L’arma puntata verso l’operatore alla cassa, la minaccia di consegnare l’incasso e il denaro contante che viene prelevato dallo sportello, in tutto un bottino di circa mille euro. Poi la fuga, coperta da alcuni spari, per intimorire eventuali reazioni. Il raid durava in tutto una manciata di minuti, l’irruzione, la rapina e i due malviventi che appena usciti dal supermercato, esplodevano diversi di colpi di pistola a salve, per “coprire” la fuga. Probabilmente ad attenderli fuori al supermercato gli altri due complici, che avrebbero ricoperto nel disegno criminale il ruolo di “palo” e autista. Poi la fuga lungo via Cuma, in direzione Bacoli o Licola. Sul posto giungevano i carabinieri della stazione di Bacoli diretti dal comandante Carmine Napolitano. Ascoltati i racconti dei testimoni si cercano ora eventuali “tracce” lasciate dai rapinatori all’interno di qualche telecamera installata nei pressi del supermercato. Lo scorso 21 gennaio a poche centinaia di metri di distanza la rapina ai danni del supermercato “Crai” di via Ottaviano Augusto. Quella sera, sempre di mercoledì e sempre alla stessa ora, mentre all’interno del locale erano presenti numerosi clienti, 2 rapinatori con i volti coperti da sciarpe e berretti ed armati di pistole, minacciarono le cassiere facendosi consegnare in tutto circa 1200 euro in contanti. Anche in quel caso fuori ad attenderli due complici, a bordo di una Fiat Panda pronti per la fuga.

giovedì 11 novembre 2010

CAMBIO AL VERTICE DEL COMMISSARIATO

LO HA DECISO IL QUESTORE DI NAPOLI NELL'AMBITO DI UNA SERIE DI SPOSTAMENTI DI FUNZIONARI
IL VICE QUESTORE PAOLO ESPOSITO TRASFERITO AL VOMERO: DA LUNEDI' ARRIVA A POZZUOLI IL PRIMO DIRIGENTE MICHELE CANTE

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. Cambio al vertice al commissariato della Polizia di Stato di Pozzuoli. Dopo un anno esatto dal suo insediamento negli uffici flegrei, il Vice Questore Aggiunto Paolo Esposito lascia, al suo posto il prossimo 15 novembre arriva il primo dirigente Michele Cante, Vice Questore Aggiunto attualmente alla guida del commissariato Arenella. Il cambio dopo 365 giorni rientra in una serie di avvicendamenti messi in atto in un complessivo quadro di riorganizzazione degli uffici centrali e periferici della Questura di Napoli, attraverso il quale il questore Santi Giuffrè ha disposto il turnover di alcuni funzionari. Avvicendamenti che oltre Pozzuoli, riguarderanno i locali commissariati di Vasto/Arenaccia, Pompei e Portici/Ercolano. L’attuale primo dirigente del commissariato di polizia di Pozzuoli da lunedì prossimo assumerà il controllo del commissariato del quartiere Vomero. Il vice Questore Paolo Esposito giunse lo scorso 15 novembre 2009 alla guida degli uffici di piazza Italo Balbo, nel suo curriculum il primo incarico alla Questura di Napoli come funzionario addetto all’Ufficio Prevenzione Generale. Incarico giunto dopo il corso quadriennale per funzionari di Polizia iniziato nel 1986. Dopo un anno all’Ufficio Prevenzione Generale il trasferimento presso il Commissariato Borsa dove è rimasto fino al 1997, poi il trasferimento con l’incarico a vice dirigente del Commissariato Pianura, dove nel 2002 divenne primo dirigente. Successivamente ha assunto le dirigenze dei Commissariati cittadini Dante e Decumani dove ha gestito il trasferimento dell’Ufficio dalla precedente sede di Corso Umberto I a quella attuale di Via S. Biagio dei Librai con la nuova denominazione “Decumani”. Dal 2008 fino al novembre 2009 è stato invece vice Dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Napoli. Poi l’arrivo commissariato di polizia di Pozzuoli e l’avvicendamento con l’ex primo dirigente Antonio Canta, quest’ultimo per 3 anni alla guida del commissariato flegreo. Oltre all’incarico di primo dirigente, il Vice Questore Paolo Esposito a capo del Gos, il Gruppo operativo di sicurezza all’interno dello Stadio san Paolo di Napoli. E’ lui a capo della centrale operativa, telecamere e schermi per il controllo ai “raggi x”. Un’attenta e scrupolosa dimestichezza nelle attività d’indagine attraverso fotogrammi, file video e attività di intelligence che hanno consentito numerosi arresti su tutto il territorio flegreo nell’ultimo anno.

mercoledì 10 novembre 2010

RAID DA 600MILA EURO A "ExDATA", E' ALLARME FURTI IN CITTA'

PRIMA HANNO SMONTATO L'IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA, POI HANNO "RIPULITO" IL CAPANNONE
E' IL QUINTO "GRANDE COLPO" MESSO A SEGNO NEGLI ULTIMI MESI

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" mercoledì 10 novembre 2010

POZZUOLI. A muoversi abili professionisti, hanno messo le loro mani sui “megastore” con colpi pianificati messi in atto nei minimi particolari, nulla viene lasciato al caso. Finora due target di vittime su tutti, grossisti e rivenditori di articoli sportivi e informatica. Dal 23 maggio scorso 5 colpi di “qualità”, quasi 2 milioni di euro di merce rubata. Due volte “Mida Sport”, poi “Elefantino Sport”, “Micromaint” e la scorsa notte “ExData”, ancora a Pozzuoli. Campanello d’allarme per una escalation criminale che non tende a scemare, dati alla mano sono in aumento i cosiddetti “furti di qualità”, i grossi colpi, messi in campo da autentici “guru” del settore. “La situazione è tenuta costantemente sotto controllo” fanno sapere dal commissariato di Polizia cittadino diretto dal vice questore Paolo Esposito. Controlli e perquisizioni mirate nelle ultime due settimane, cresce il livello di allarme in città. L’ultimo raid notturno pare non abbia lasciato “tracce”, perfino le telecamere dell’impianto di videosorveglianza sono state rimosse dai ladri, smontate e portate via. Hanno agito nella notte in via Campana, per entrare nei locali della società d’informatica Exdata all’interno del capannone al civico 252 hanno divelto anche le grate di protezione con l’ausilio di un flex. Personal computer, monitor, notebook, centinaia i pezzi di materiale informatico portati via, probabilmente a bordo di un furgone. Notte fonda, i vialetti di via Campana illuminati dai riflettori posti fuori i capannoni del polo industriale, gli occhi elettronici che guardano in ogni angolo. Che nulla hanno potuto contro il “colpo perfetto”, nessuna traccia lasciata dalla banda, smontato l’intero impianto di videosorveglianza, i poliziotti giunti sul posto cercano qualche fotogramma utile nei file video delle telecamere poste nelle vicinanze. Nulla hanno potuto nemmeno le guardie giurate giunte in serata sul posto, dopo l’allarme pervenuto alla sala operativa sul posto nessuna traccia. Probabilmente erano già dentro, il progetto criminale era in corso d’opera. La scoperta il mattino seguente , all’apertura fatta da alcuni dipendenti, centinaia di pezzi di materiale informatico portato via, oltre 600 mila euro il bottino. In tutto sono oltre 1000 finora i pc e i computer portatili rubati ai due megastore “Exdata” e “Micromaint” e migliaia anche i capi d’abbigliamento trafugati ad “Elefantino Sport” e “Mida Sport”, quantità che confermano che ad agire con ogni probabilità sarebbe gente esperta, ben attrezzata e con strutture per il trasporto e il deposito della merce, indirizzata poi attraverso dei canali ben precisi verso le “piazze di smercio“.

martedì 9 novembre 2010

SPAVENTOSO INCIDENTE IN VIA CAMPI FLEGREI

AUTO SI RIBALTA TRAVOLOGENDO ALTRE 3 VETTURE

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" martedì 9 novembre 2010

POZZUOLI. Tremendo incidente stradale, notte di paura a Pozzuoli e strage sfiorata. Un’automobile in corsa che tampona un’altra, spaventoso l’urto, il mezzo si impenna, si ribalta finendo contro altre 2 vetture in quel momento ferme sul ciglio della strada, schiacciandole. Una sequenza spaventosa, attimi di terrore, sul selciato rimangono 4 automobili, una completamente distrutta che ha appena finito la sua folle corsa finendo sottosopra. Si teme una strage. Sono le 3,15 circa della notte tra sabato e domenica, in giro per le strade flegree ancora i tanti avventori dei locali della movida flegrea. In via Campi Flegrei una Nissan Micra di colore grigio sta viaggiando in direzione della Piazza dell’Annunziata, a bordo c’è un uomo. Improvvisamente, secondo le prime ricostruzioni, l’auto probabilmente ad elevata velocità sbatte contro un’altra vettura, una Opel Corsa, che in quel momento si stava muovendo nello stesso senso di marcia. A bordo c’è una giovane donna, fortunatamente uscirà illesa. Il punto dell’impatto è lungo la salita che dall’incrocio conduce verso l’ex stabilimento “Olivetti” di Pozzuoli. A seguito del tremendo tamponamento la Nissan Micra si capovolge, finisce fuori strada sbattendo contro altre due vetture, una Opel Corsa di colore blu e una Peugeot 107 in quel momento ferme sul ciglio della strada. Mezzi parcheggiati probabilmente dagli avventori dei locali che sorgono nella zona, fortunatamente vuoti in quel momento. Una sequenza terribile, la Nissan Micra finisce al suolo sottosopra, ha i vetri in frantumi, la carrozzeria accartocciata, è completamente distrutta. Il conducente viene tirato fuori dall’abitacolo, le sue condizioni non sono gravi. Soccorso, viene condotto dai sanitari del 118 presso il vicino ospedale “Santa Maria delle Grazie” in località “La Schiana”, l’uomo successivamente sarà sottoposto a test alcolemico per appurare la presenza o meno di alcool nel sangue. Gli esiti saranno negativi, l’uomo a quanto pare non era sotto l’effetto di alcool né tantomeno di sostanze stupefacenti. Sul posto oltre ai sanitari del 118 giungevano i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Arco Felice che effettuavano i rilievi del sinistro, raccogliendo le testimonianze delle persone coinvolte.

LIVERPOOL-NAPOLI, COSI' HANNO TRUFFATO I TIFOSI NAPOLETANI

ANCHE 20 TIFOSI PARTITI DA POZZUOLI TRA I 1200 SUPPORTER RIMASTI FUORI L'ANFIELD ROAD
SUI LORO BIGLIETTI D'INGRESSO ALLO STADIO C'ERANO NOMI INGLESI: ACCESSO VIETATO AGLI SPALTI, 550 EURO SPESI PER NULLA E ORA SI TENTA UN'AZIONE LEGALE PER IL RISARCIMENTO DANNI

di Gennaro Del Giuidce

POZZUOLI. Un Gennaro che diventa William, nomi emblema di paesi e culture diverse. Il celebre Gennaro made in Naples trasformato in uno dei più noti nomi di persona anglosassoni, alla base, un disegno truffaldino. Vittime, ebbene si, napoletani, “esportatori” biblici di truffe, paese Napoli dei pacchi e del gioco delle “tre campane”. Mille e duecento napoletani raggirati, tra loro anche 20 ragazzi di Pozzuoli insieme agli oltre 5mila tifosi al seguito del Napoli, per vivere l’emozione di veder giocare la propria squadra del cuore nel leggendario Anfield Road di Liverpool. Un sogno, per dire un domani “io c’ero”, in una delle trasferte storiche del calcio Napoli, forse la più prestigiosa in campo europeo insieme a quelle dell’88 a Monaco di Baviera e Stoccarda. La lunga attesa iniziata a settembre dopo la partita di qualificazione ai gironi di Europa League, il primo pensiero quando davanti alla Tv l’urna pescò le rivali del Napoli quello di volare a Liverpool, in quel mitico stadio. Le richieste dei biglietti che superano il numero dei ticket messi a disposizione dalla società inglese, il canale per acquistarli non i bagarini ma un’agenzia di viaggi. Su tutte la “Sg Travel” con sede al Vomero e la “Madura Viaggi” di Ponticelli, che a loro volta smistano i tagliandi ad altre agenzie. Probabilmente un canale preferenziale tra le due società di viaggi napoletane e il servizio di emissione di biglietti per la partita. “L’offerta era di 550 euro per voli charter andata e ritorno, il trasporto in navetta allo stadio più il biglietto d’ingresso. Tutto riportato in un contratto che noi abbiamo sottoscritto con l’agenzia del Vomero” racconta Gennaro Bruno, 28 anni, titolare del ristorante “Bobò” partito giovedì mattina da Pozzuoli insieme ad un gruppo di amici “per me era la prima trasferta, e rimarrà anche l’ultima” sottolinea deluso. Un’odissea durata 24 ore, senza soldi, cibo, acqua, l’attesa sotto la pioggia all’esterno dello stadio, le cariche della polizia a cavallo, il pericolo di aggressione da parte dei sostenitori inglesi, 550 spesi per vivere un incubo. L’avventura dei 20 ragazzi puteolani inizia giovedì mattina, partiti dal capoluogo flegreo, sciarpe, bandiere, il sogno dell’Anfield Road”. Che non fosse una giornata ad “Hoc” Gennaro e gli amici lo si capiscono appena giunti all’aeroporto di Capodichino “Li abbiamo fatto due ore di fila al check-in, c’erano migliaia di tifosi del Napoli, charter che partivano uno dietro l’altro, il nostro è stato il penultimo a decollare con un’ora di ritardo”. Oltre 1200 napoletani, divisi sui vari voli, con biglietti di volo regolari e in attesa del ticket d’ingresso allo stadio che non glie era stato ancora consegnato dal fratello del titolare dell’agenzia di viaggio con la quale avevano stipulato il contratto, 550 euro cash e il documento di riconoscimento per personalizzare il biglietto per la partita, che ovviamente come in Italia anche in Inghilterra è nominativo. “Sull’area con noi c’erano il fratello del titolare dell’agenzia e un accompagnatore, chiedemmo di consegnarci i biglietti ma risposero che ce li avrebbero dati in aeroporto appena giunti in Inghilterra, risposta che iniziò a puzzarci. Perché non darceli subito?” racconta Gennaro, che rivive passo dopo passo la drammatica avventura “Giunti all’aeroporto venimmo controllati dalla polizia, poi chiedemmo di cambiare i soldi, gli euro che avevamo noi in sterline, ma la cosa ci fu negata. Non avevamo quindi la possibilità nemmeno di poter acquistare qualcosa, cibo, bevande, nulla”. Dall’aeroporto il successivo trasferimento a bordo dei pullman, la scoperta del raggiro, il mondo che inizia a crollare addosso “Nel pullman i due dell’agenzia iniziarono a distribuire i biglietti per l’ingresso allo stadio, ed allora iniziammo a capire che qualcosa davvero non andava. Li davano così alla rinfusa, senza controllare i nomi. A me capitò un biglietto con su riportato “William” quando invece sul mio biglietto doveva essere scritto Gennaro Bruno. Inoltre il settore riportato sopra non era quello ospiti ma il settore corrispondente ai nostri Distinti, quindi destinato ai tifosi del Liverpool. E alcuni dei biglietti sembravano rifatti, come se ristampati, delle copie.”. Giunti all’esterno dell’Anfield Road, i 1200 tifosi vengono ammassati in un parcheggio, con loro agenti della Digos italiani, tutt’intorno un impotente cordone di polizia inglese e agenti a cavallo. “Quando videro i biglietti anche gli inglesi si meravigliarono, inizialmente ci dissero che ci avrebbero fatti entrare, magari nel settore dove c’erano i tifosi del Liverpool, divisi da un cordone di Stewart”. Ma così non fu. Il timore che la trasferta dei sogni si trasformasse in incubo diventava si concretizzava attimo dopo attimo. “Ad un cero punto ci dissero che era impossibile per noi entrare allo stadio, non si poteva assolutamente. Eravamo 1200 tifosi del Napoli chiusi in quest’area di sosta, sotto la pioggia per due ore senza poter mangiare né bere né andare in bagno, eravamo tutti brave persone, tra di noi ragazzi, cinquantenni e coppie di fidanzati, trattati come bestie, dovevamo rimanere lì fino alla fine della partita per attendere i tifosi entrati e poi insieme ripartire per l’aeroporto”. Al fischio d’inizio della gara l’incubo diventa realtà, sale la tensione, la rabbia quando la consapevolezza di essere stati vittime di un raggiro si concretizza. Gennaro racconta quegli attimi di nervosismo fuori lo stadio, la paura delle aggressioni da parte degli hooligans “Eravamo stati divisi in 2 gruppi. Messi su dei marciapiedi dove accanto passavano le auto con i tifosi inglesi. Alcuni di questi scesi da un’auto con dei bastoni hanno aggredito alcuni napoletani, la tensione era alle stelle, se non è successo niente di grave è perché eravamo tutte persone perbene. Qualcuno chiese di andare in qualche pub nelle vicinanze, ma era pericoloso. Ci sono stati degli scontri con i tifosi inglesi, non è vero che si poteva vedere la partita nei locali”. 1200 tifosi azzurri all’esterno dello stadio, ad un certo punto il boato degli oltre 3mila napoletani dentro al gol di Lavezzi, gioia e disperazione che si mescolano, e un episodio su tutti rimasto impresso nella mente di Gennaro “Al gol di Lavezzi un signore accanto a me ha ricevuto la telefonata della figlioletta che le chiedeva del gol. Lui ha fatto finta di trovarsi nello stadio, sarebbe stata una delusione dire alla figlia cosa stava accadendo realmente in quel momento. Poi improvvisamente quell’uomo è scoppiato in lacrime” Dallo spiazzale i 1200 tifosi vengono spostati nei pullman, per evitare contatti con i tifosi del Liverpool che al termine della gara sarebbero usciti ritrovandoseli di fronte. Altre ore di attesa, senza acqua né cibo né soldi. Nel frattempo dileguatisi i due dell’agenzia che aveva venduto loro i biglietti. Terminato il match il viaggio di ritorno all’aeroporto, poi la partenza alle 5,30 del mattino (6,30 ora italiana) e l’arrivo a casa per Gennaro e gli amici alle 11,30. 24 ore di odissea e la rabbia di essere stati vittime di un raggiro. Al ritorno in Italia le agenzie chiuse, di coloro che hanno venduto il pacchetto di viaggio per la partita nessuna traccia. “Non credo che recupereremo questi soldi, acne se nei prossimi giorni faremo qualcosa attraverso un avvocato. Nel frattempo c’è una pagina su Facebook attraverso la quale siamo tutti in contatto. Pacchetto viaggio venuto a 550 euro, biglietti di volo validi, viaggio effettuato, solo il ticket di ingresso allo stadio “non utilizzato” perché con nomi diversi da quelli reali. Frutto di un disegno truffaldino? L’unica certezza nel frattempo, il sogno alimentato dalla passione trasformatosi in un’odissea.

lunedì 8 novembre 2010

IMPIANTI SPORTIVI, TRA CONCESSIONI "ANOMALE" E FITTI NON PAGATI

TRA 2 MESI SCADONO LE CONCESSIONI, E' GUERRA AI DEBITORI
DECINE DI MIGLIAIA DI EURO ANCORA DA VERSARE NELLE CASSE DEL COMUNE, PER IL 2011 INDETTO NUOVO BANDO

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" domenica 7 novembre 2010

POZZUOLI. Scadrà il prossimo 31 gennaio 2011 la concessione per gli impianti sportivi a Pozzuoli, ma è guerra ai debitori. Sarebbero decine le migliaia di euro che i concessionari devono ancora versare nelle casse dell’ente, nonostante una gestione “anomala” delle strutture. “Anomalie” che risalirebbero al 2000 quando senza alcun bando di gara l’allora amministrazione comunale “assegnò” alcuni dei siti sportivi presenti in città. Attraverso una semplice autorizzazione temporanea rilasciata agli intestatari delle varie società ed associazioni sportive (alcune succedutesi nella gestione degli impianti nel corso degli anni), nell’attesa del perfezionamento dell’iter amministrativo per il rilascio della vera e propria concessione di utilizzo degli impianti. Attesa durata 9 anni e impianti sportivi concessi “protempore”, 108 mesi durante i quale le strutture sarebbero state gestite senza una concessione figlia di un bando di gara. Ma attraverso una “concessione nelle more del perfezionamento degli atti amministrativi, in gestione d’uso dell’ impianto” come si legge in una delle concessioni firmate dall’allora assessore al ramo accompagnata dal mandato ad una società esterna “di effettuare un rilievo al fine di quantizzare l’importo dei lavori eseguiti all’impianto sportivo e determinare il canone di mercato”. Bassi canoni di fitto, concessioni anomale alle quali si si aggiungeva l’insolvenza nel pagamento dei fitti di parte dei gestori. “Le concessioni date per la gestione degli impianti ad oggi non esistono da un punto di vista giuridico e sono da definirsi improprie, questo è inutile nasconderlo. Ma c’è da considerare che avendole date in concessione si è evitato che facessero la fine di tante altre strutture nel corso degli anni vandalizzate e distrutte” afferma Carlo Pubblico, dirigente dell’ufficio sport del comune di Pozzuoli “Stiamo recuperando tutti i debiti pregressi da parte di coloro che gestiscono gli impianti sportivi in città, tutti devono restituire le somme pendenti, qualora non dovessero saldare il debito con l’ente al 31 gennaio 2011 saranno cacciati e non parteciperanno al bando di gara per l’assegnazione degli impianti. Due delle strutture in questione, nel quartiere di Monterusciello, sono già state riprese dal comune, una delle quali ci deve ancora 35mila euro”. Bando pronto ma in attesa dei dati sul reale valore dei beni da concedere, al lavoro i funzionari dell’ufficio tecnico del comune impegnati in un’attività di “screening” per ridare “una congrua valutazione alle strutture”. “La ricognizione da parte dei tecnici comunali è partita già dalla vecchia amministrazione Giacobbe nello scorso febbraio e solo al termine di questa potremo avere dei dati e dare il via ad un bando di gara con un reale valore del canone d’affitto la cui concessione delle strutture avrà durata 6 anni”. Concessioni che potrebbero a distanza di un decennio, rientrare nella “normalità”. Dopo 9 anni lo scorso gennaio è giunta una sorta “regolarizzazione” protempore dei concessionari “di fatto”, cioè coloro che fino a quella data avevano gestito le vari strutture sportive presenti in città. Approvata anche in consiglio comunale, attenendosi al regolamento in materia e senza alcun bando pubblico, con l’assegnazione dei concessionari “di fatto”, sarebbe stata ulteriormente riconosciuta legittima la gestione “protempore”. Ma resta da sciogliere il nodo debito. Ad oggi l’ente è impegnato nel recupero del credito verso parte dei gestori insolventi. Non ancora resi ufficiali i dati, ma il credito che vanterebbe il Comune di Pozzuoli ammonterebbe a decine di migliaia di euro. L’ultimo dato, risalente al 31 dicembre del 2006 quantificava in 195 mila 260 euro il debito totale da parte dei gestori di 10 impianti sportivi presenti in città, a fronte di irrisori canoni di fitto mensile, di questi il più alto pari a 556 euro per attività che beneficiano sia di strutture all’aperto (vedi campi di calcio, calcetto, bocce) che coperte (palestre, ma anche spogliatoi e uffici).

sabato 6 novembre 2010

ANCORA RAPINE A "MANO ARMATA", E' ALLARME IN CITTA'

RAPINATO IL SUPERMERCATO "SISA" AL RIONE TOIANO, E' CACCIA AI MALVIVENTI
SALGONO A SEI I "COLPI" MESSI A SEGNO NELL'ULTIMA SETTIMANA AI DANNI DI ATTIVITA' COMMERCIALI

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo"

POZZUOLI. Sequenze di un disegno criminale che si ripetono per l’ennesima volta all’interno di un supermercato. Arrivano a bordo di un ciclomotore, volti coperti, pistole in pugno, passo spedito verso le casse, l’arma puntata verso l’operatrice di turno, la minaccia che la costringe a consegnare il denaro contante. Attimi di interminabile paura, secondi che diventano ore per quanti assistono alla scena, il timore che da un momento all’altro possa succedere qualcosa di irreparabile. Il rapinatore che prende i soldi, allenta la minaccia, raggiunge il complice che lo attende fuori e insieme in sella ad un motorino si danno alla fuga. Descrizione di un sequel iniziato da tempo, che sembra avere come protagonista sfortunato della storia la catena di supermercati “Sisa” presenti in città. L’ultima in ordine di tempo, la rapina messa a segno ai danni del supermercato “Sisa-Catania” di via Antonino Pio, nel rione Toiano. Ad una settimana esatta dalla rapina ai danni del punto vendita di via Allodi, nel quartiere di Monterusciello quando anche in quell’occasione rapinatori armati intimarono pistola in pugno si fecero consegnare i soldi contenuti nelle casse per poi scappare Giovedì sera intorno le 18,30 circa a fare irruzione sarebbero stati ancora una volta due uomini, giunti a bordo di un motorino. All’interno del supermercato clienti e dipendenti, presenza che non scoraggiava i rapinatori. Giunti dalla strada principale, dopo aver imboccato la traversa che conduce al parcheggio della struttura dalla quale si ha l’accesso al locale, uno dei malviventi scendeva dal veicolo entrando del supermercato. Una volta dentro l’uomo con volto semicoperto, si avvicinava alle tre casse e sotto la minaccia della pistola, si faceva consegnare dai cassieri il denaro in contante. Svariate centinaia di euro, un raid fulmineo, per poi dirigersi fuori, dove insieme al complice si dava alla fuga. Il tutto davanti agli occhi dei presenti e delle telecamere a circuito chiuso installate all’interno del locale. A quanto pare la terza rapina messa a segno ai danni del punto vendita di via Antonino Pio che insieme alle quattro contro il supermercato di Monterusciello porta a sette le rapine contro negozi della catena Sisa nei due quartieri. Bersaglio casuale o alla base un’azione pianificata contro la catena di supermercati? Sette rapine contro due supermercati della stessa catena risultano essere un dato oggettivamente allarmante. Titolari che non vogliono piegarsi a richieste estorsive o semplici bersagli di rapinatori? Sulla scorta dei fotogrammi presi dai circuiti di videosorveglianza installati nei locali, delle testimonianze, indagano gli inquirenti per risalire alla “mano” o alle “diverse mani” che avrebbero agito nelle varie occasioni. Dopo la rapina di giovedì sera sul posto giungevano i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della compagnia di Pozzuoli. Un’escalation criminale che sembra non fermarsi in città, nell’ultima settimana salgono a 6 i colpi messi a segno ai danni di altrettante attività commerciali. I due supermercati “Sisa” nel Rione Toiano e a Monterusciello, il centro scommesse di via Tranvai a via Napoli, l’Elettroforno nella piazzetta di Arco Felice, il negozio di abbigliamento in pieno centro storico a Pozzuoli e il negozio di telefonia di via Roma, nei pressi del porto. Episodi che lanciano un serio campanello d’allarme in città.