di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato dal quotidiano "Roma" giovedì 1 ottobre 2009
POZZUOLI. Medici e personale del centro di igiene mentale Asl Napoli 2 di Pozzuoli smentiscono che nella notte tra venerdì e sabato scorsi, all’interno della struttura nella quale operano, sia stata consumata, da parte di un degente, una violenza sessuale ai danni di una 18enne ricoverata per problemi psichici.La secca smentita, alla versione fornita nella denuncia, presentata al drappello di polizia dell’Ospedale Cardarelli di Napoli dalla madre della giovane O.D., arriva dal primario del centro di via Antonino Pio, dottor Gennaro Perrino: “Smentiamo ed escludiamo che ci sia stato un episodio di violenza fisica e sessuale nei confronti della ragazza da parte del 30enne ricoverato presso la nostra struttura. Solo un rapporto sessuale libero non potremmo smentire al 100%, ma escludiamo anche quello perché non esistono i presupposti affinché ciò sia potuto avvenire in quanto i 4 infermieri presenti quella notte tenevano sotto osservazione gli unici 2 pazienti presenti nella struttura. Al massimo potrebbe esserci stato un approccio ma niente più” E’categorico il dirigente della struttura, che getta acqua sul fuoco per le accuse giunte al personale medico e paramedico del centro, reo, secondo la denuncia presentata da U.P., di non aver preso in considerazione le segnalazioni della figlia, sui pericoli derivanti dal comportamento di A.R. e di aver rifiutato le richieste, con le quali la ragazza chiedeva di poter dormire insieme ad una infermiera o di chiudersi a chiave nella stanza, la sera stessa in cui si sarebbe poi consumata la violenza.
“La ragazza non ha mai dato alcun allarme, né ha fatto alcuna richiesta al nostro personale. Smentiamo noi medici insieme agli operatori ciò che è stato denunciato. Venerdì sera la ragazza stava bene, era nella stanza degli infermieri con i quali scherzava”. La giovane, che la sera di venerdì era stata sottoposta ad un trattamento con neurolettici e ansiolitici, si trovava da circa 10 giorni ricoverata nel centro. Una terapia iniziata il 14 agosto, a distanza, ma che negli ultimi tempi l’aveva portata a soggiornare, anche di notte, presso la struttura, in una stanza al piano terra contigua a quella di colui che, stando a quanto denunciato, sarebbe stato il suo violentatore. “La ragazza ha un carattere forte” ha aggiunto il primario, “e nel caso di una violenza, avrebbe reagito e l’avrebbe fatto presente ai sanitari. Invece è tornata a casa per il fine settimana e solo la sera di sabato alle 21 è venuta insieme alla madre per una visita ginecologica che non era possibile effettuare da noi”. Da lì poi la giovane si sarebbe recata, accompagnata dalla madre, presso l’ospedale Cardarelli, dove i medici le riscontravano diverse lesioni e una lacerazione vulvare, con una prognosi di 5 giorni, che non lasciavano spazio ad interpretazioni.
Una versione, quella dei sanitari del centro di igiene mentale di Pozzuoli, che contraddice interamente il racconto fornito dalla giovane alla madre e poi riportato nella denuncia, e l’impianto accusatorio formulato da parte degli inquirenti del commissariato di Polizia di Pozzuoli, che nelle giornate di domenica e lunedì hanno ispezionato la struttura e sentito i dipendenti del centro, per i quali il sostituto procuratore, acquisiti gli atti di indagine, potrebbe formulare l’ipotesi di reato relativa ad “omessa vigilanza e abbandono di incapaci”.

POZZUOLI. Si indaga sul triste episodio di violenza sessuale, avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, all’interno del centro di igiene mentale Asl Napoli2 di Pozzuoli. Dalle indagini condotte dagli uomini del commissariato di polizia di Pozzuoli, diretti dal vicequestore dott. Antonio Canta, emergerebbe un quadro accusatorio da parte degli inquirenti abbastanza grave nei confronti della struttura e della gestione del servizio da parte del personale medico e paramedico tale da poter indurre il sostituto procuratore, Francesco Di Falco, a contemplare l’eventualità di misure “estreme” come il blocco totale delle attività e la chiusura del centro. Una ricostruzione dei fatti da parte degli inquirenti, sulla base dei sopralluoghi effettuati presso la struttura di via Antonino Pio n.1, nel Rione Toiano, e sulla base delle testimonianze da parte dei dipendenti del centro, che hanno delineato i contorni di quella che potrebbe presentarsi come una triste storia di degrado sociale e malasanità.


POZZUOLI/QUARTO/LICOLA. Continuano i roghi nei campi flegrei. Dopo gli incendi che a Pozzuoli hanno coinvolto il Monte Barbaro, la Solfatara, gli Astroni e la collina di Cigliano, anche ieri numerosi sono stati i roghi che hanno investito vaste porzioni di territorio. Per tutta la notte, tra lunedì e martedì, un vasto incendio ha interessato il costone del Monte Sant’Angelo che affaccia sulla strada statale 7Quater, in corrispondenza degli svincoli di Arco Felice e Monterusciello. Per l’intera notte numerosi ettari di terreno sono andati distrutti e momenti di apprensione si sono vissuti nella zona del “Rione Toiano”, area sottostante alla porzione di montagna che veniva avvolta dalle fiamme. Paura tra gli abitanti del quartiere per il fuoco che avvolgeva l’intera area, resa irrespirabile dalla grossa nube di cenere e fumo che circondava le abitazioni. Numerose le squadre di vigili del fuoco, protezione civile e guardia forestale, impegnate per l’intera notte e fino alle prime ore del mattino, per sedare le fiamme. Solo alle undici di ieri mattina, anche grazie all’intervento di elicotteri e Canadair, della protezione civile provenienti da Roma, le fiamme sono state spente del tutto facendo rientrare l’emergenza nella zona. Intervento delle unità aeree che è risultato di fondamentale importanza viste le impervie condizioni del terreno che rendevano difficili gli spostamenti via terra delle numerose unità di vigili del fuoco, intervenuti dalla vicina caserma di Monterusciello con la squadra 5B di Pozzuoli e con le unità provenienti dagli altri 18 distaccamenti dislocati sul tutto il territorio di Napoli e provincia. Alle 12,30 circa, un altro rogo veniva segnalato ai centralini del 115, in una zona già interessata da un incendio l’altro ieri.
Sul Monte Corvara, nei pressi del Country Park, altri ettari di terreno venivano interessati dalle fiamme. Una situazione di emergenza che per il secondo giorno consecutivo ha richiesto un grosso dispiegamento di uomini e mezzi durante l’intera giornata di ieri, quando altri due grossi roghi hanno interessato le città di Quarto e Licola. Il primo, nelle prime ore del pomeriggio, ha visto andare in fiamme la collina che sorge tra i comuni di Quarto e Marano, lungo il tratto di strada di via Quarto Marano, crocevia tra i due comuni. Mentre a Licola, versante giuglianese, in via dei Platani, roghi hanno interessato numerose aree di terreno che sorgono lungo la strada parallela alla via Domitiana. Per oltre cinque ore, oltre 40 tra uomini dei vigili del fuoco, protezione civile e guardia forestale e quatt
POZZUOLI. Due giorni di roghi che hanno interessato numerosi punti della zona flegrea, scatenatisi in alcuni casi in concomitanza e in altri, a poca distanza l’uno dall’altro. Con in vigili del fuoco costretti a doversi spostare, senza pause, da un rogo all’altro. Forte vento che persiste da diversi giorni, basso tasso di umidità ambientale, i due fattori, che combinati insieme, hanno provocato, secondo il rapporto del Comando Corpo Forestale, redatto dal Comandante Provinciale Vincenzo Stabile, un ambiente ideale e pericoloso per l'innesco dei forti incendi. Ma alle cause “naturali” che hanno scatenato le fiamme, anche l’operato dell’uomo non è esente da imputazioni. Secondo le indagini condotte sulle cause che hannoprovocato l'incendio lungo il costone montano a ridosso della Solfatara di Pozzuoli, anche l’uomo ha fatto la sua parte. E’ infatti risultato, dopo il sequestro dei materiali ritenuti d'innesco dell'incendio, che il rogo sia stato causato da una negligenza di natura prettamente colposa. Derivante dall’uso, da parte di qualcuno, di una macchina saldatrice le cui “scintille” avrebbero dato il là ad un primo focolaio di incendio rapidamente sviluppatosi in tutta la zona della Solfatara. Mentre per il rogo che ha coinvolto via dei Platani, a Licola, gli uomini dei vigili del fuoco di Pozzuoli, denunciano “negligenza” da parte degli abitanti e ristoratori della zona. “E’ un diffuso malcostume appiccare fuoco a sterpaglie, in zone laddove non avviene alcuna bonifica, senza prendere le giuste misure di sicurezza” denuncia Aurelio Magnetti, caposquadra della reparto 5B dei vigili del fuoco di Monterusciello. “Incendiano per pulire i loro terreni da sterpaglie e canneti. Ed in condizioni ambientali precarie, col forte vento di questi giorni, basta un niente per causare in rapida successione roghi incontrollati”. Denunciando le precarie condizioni nelle quali sono chiamati ad intervenire “In queste zone i terreni spesso sono disconnessi, il che rende difficili gli interventi via terra e in alcuni casi i pericoli provengono anche da rifiuti pericolosi, come nel caso dei rimasti inesplosi in via dei Platani”.






POZZUOLI. Allarme sicurezza a Pozzuoli. Dopo l’ennesimo furtomesso a segno all’interno di una villetta, lungo la collinetta di via Trepiccioni, nei residenti cresce la paura. La zona, infatti, non è nuova a episodi di questo genere. Già quattro furti messi a segno negli ultimi mesi ai danni di abitazioni e villette che sorgono lungo una delle principali traverse di via Domitiana, nei pressi degli impianti di depurazione di Cuma-Licola. Una zona oggetto di “attenzioni particolari” da parte dei malviventi, dove sorgono numerose villette, parchi residenziali, e dove risiedono diversi imprenditori e professionisti della zona. Oltre ai furti nelle abitazioni, numerosi sono stati gli “avvistamenti” da parte dei residenti, di persone sospette che notte e giorno si aggirano lungo la strada, costeggiata da grossi tratti di terreni incolti, spesso vie di fuga per i delinquenti, che messi a segno i colpi, scappavano verso le campagne di Monterusciello. Ciò nonostante la presenza di guardie giurate di alcuni istituti vigilanza privata, alle quale sono stati costretti a chiedere protezione e sicurezza, a spese proprie, alcuni residenti della zona, Presenza che però non ha né spaventato e nè allontanato i malviventi.