FAMIGLIA AGGREDITA DA COMMANDO: BOTTINO 200MILA EURO
di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di giovedì 31 marzo 2011
itario internazionale” e per la sua famiglia, tenuti in ostaggio nella notte tra lunedì e martedì nella loro villetta al Monte di Procida, saccheggiata dai malviventi che hanno portato via un bottino di circa 200 mila euro. L’incubo per la famiglia Schiano iniziava intorno all’una e venti quando, attraverso una porta secondaria della cucina facevano irruzione 5 malviventi, tutti con i volti coperti, pistole in pugno e guanti da giardinaggio per non lasciare tracce. L’incursione dopo aver immobilizzato il pastore tedesco di guardia alla villetta, che veniva narcotizzato. Una volta entrati, i banditi si precipitavano nella stanza da letto dei coniugi, mentre gli altri tenevano sotto tiro la figlia 26enne della coppia che in quel momento si trovava nella propria stanza e il figlio di 21 anni, sul divano della depandance. Quest’ultimo, alla vista dei malviventi, avrebbe tentato la fuga cercando di dare l’allarme, ma sarebbe stato bloccato, preso a calci e pugni e tenuto sotto minaccia di una pistola. Nel frattempo, l’altra parte del gruppo di rapinatori faceva irruzione nella stanza da letto del generale Schiano, che veniva svegliato nel sonno insieme alla moglie. “Dove sono i soldi, dacci i soldi” gli gridavano i banditi mentre gli sferravano schiaffi, pugni e calci a ripetizione. I proprietari dell’abitazione erano costretti a consegnare la chiave della cassaforte, che veniva completamente svuotata. Non contenti, i malviventi, che come raccontato dalle vittime avevano un accento tipico dell’est, continuavano a chiedere soldi, inveendo contro il capo famiglia. Erano attimi terrore, mentre la coppia di coniugi chiusi nella stanza da letto, minacciati dalle pistole, chiedeva ai malviventi di poter far entrare nella loro stanza i due figli, che nel frattempo erano sotto il tiro degli altri banditi. Oltre 2 ore e mezza di terrore, vittime della ferocia dei 5 banditi, che alla ricerca dei soldi, mettevano a soqquadro l’intera abitazione, sfasciando perfino una parete a muro perché convinti che lì dietro fosse nascosta una seconda cassaforte. “Dopo avermi riempito di schiaffi, calci e pugni mi hanno tenuto inginocchiato con la pistola puntata alla tempia. Mi chiedevano dove avevo i soldi, non erano contenti dell’oro, dei rolex, di tutti i beni di famiglia che si sono presi. Io dicevo di non avere denaro e loro si accanivano di più, non mi credevano. Ad un certo punto uno mi ha detto “adesso ti sparo” e mia moglie si è buttata addosso facendo da scudo “ è il drammatico racconto di Angelo Schiano, che rivive quei momenti drammatici, vittima a più riprese della violenza dei banditi “Quando hanno visto la mia divisa, hanno pensato che fossi un carabinieri, volevano la pistola ma io non ce l’ho. A quel punto hanno continuato ad inveire con violenza. Uno di loro ha poi staccato il filo del telefono e si è avvicinato a me agitandolo, a quel punto ho temuto il peggio”. Dall’una e venti fino alle 4 meno un quarto la famiglia Schiano è stata prigioniera della violenza dei 5 rapinatori, che hanno lasciato l’appartamento portando con loro un bottino di circa 200 mila euro. Immediatamente dopo essere stati avvertiti dalle vittime, sul posto giungevano i carabinieri della stazione di Monte di Procida e della Compagnia di Pozzuoli, oltre agli agenti del servizio di vigilanza privata. Per Angelo Schiano e il figlio 21enne erano necessarie le cure dei sanitari: 8 giorni di prognosi per il primo a seguito delle ferite riportate alla testa e alla fronte, ferite e contusioni alla testa per il giovane.














POZZUOLI - “Non pensate a Cacciapuoti, pensate a questa gente che ha perso tutto e che ha rischiato di morire. Non importa che io abbia perso 300mila euro, i soldi sono carta straccia, la cosa più importante è che vengano aiutate queste persone. Metterò a disposizione loro tutto quello che ho e chiederò alle mie aziende fornitrici di aiutarli” è questo l’accorato appello lanciato da Carmine Cacciapuoti titolare della “Cacciapuoti Arredo Design” all’indomani del rogo che gli ha distrutto il deposito di mobili e incendiato 14 abitazioni. “Faccio un appello a tutte le aziende del settore e ai miei fornitori affinché aiutino queste 14 famiglie quando ritorneranno a vivere in una casa. Letti, materassi, mobili, chiedo che gli vengano regalati o venduti a prezzi bassi. Nessuno deve pensare al guadagno, se faranno un’azione del genere prima o poi avranno anche dei benefici. Io metterò a disposizione gli operai, il montaggio e tutto quello che posso. Purtroppo non ho più niente, tutta la merce appena arrivata è stata bruciata, perfino il furgone” dice l’imprenditore puteolano che non si scoraggia davanti a quello che sembra essere un attentato in piena regola del quale non si considera un “bersaglio” “. E’ l’opera di due ragazzini che hanno fatto questo per 50 euro, che hanno rischiato di uccidere 60 persone. Forse non sapevano nemmeno loro cosa stessero facendo” dice Cacciapuoti “Quando ti fanno trovare due latte di benzina vuol dire che c’è un messaggio. Ma ripeto che non è racket, nessuno mai è venuto da me a chiedermi tangenti o altro. Se l’avessero fatto li avrei presi a calci, li avrei denunciati subito. Inoltre se avessi saputo di essere bersaglio di qualcuno mica avrei consentito a mia sorella di comprare casa proprio nel palazzo dove ho il deposito? Ma io non ho paura, vado avanti ripartiremo. Ma ora la cosa più importante è pensare a questa gente che deve essere aiutata”

















