POZZUOLI. Scendendo a piedi da “Pozzuoli alta” diretti verso via Napoli e il lungomare “Sandro Pertini”, due sono gli accessi utili a “tagliare” il lungo percorso: le cosiddette “scale dei Carabinieri” e quelle che un tempo venivano definite “scale della montagnella”. Rampe attraverso le quali rispettivamente, si accede da via Carlo Rosini, svoltando l’angolo a sinistra del cinema “Sofia” e, da via Guglielmo Marconi, nei pressi dell’ex Municipio. Entrambe, a distanza di qualche centinaia di metri l’una dall’altra, “tagliano” all’interno dei rioni popolari di via Napoli, conducendo tra quelle che furono le “case dei marocchini” nei pressi della fermata della cumana “Cappuccini”. E tra le case di via Tranvai, nei pressi del tunnel che collega la zona portuale da via Napoli. Sentieri “secolari”, percorsi giornalmente da centinaia di persone, tra semplici residenti, passanti diretti verso il lungomare e visitatori. I pericoli, per i pedoni, si presenterebbero principalmente lungo la rampa che dalla zona ex Municipio porta in via Tranvai. Segni di totale abbandono in questa sorta di “insenatura” ripida. Scalini lesionati, spaccati, nei quali sarebbe facile inciampare. Barre antiscivolo erose, sulle quali quella sorta di colla quando integra crea attrito con la pedata evitando scivolamenti. Ma che oggi, consumata, con l’acqua diventa scivolosa. E pericolosa. Due pali dell’illuminazione e tre lampioni (uno dei quali distrutto) posti lungo i muri laterali alle scale non funzionanti. Spenti da tempo. Forse, non rientrati ancora tra i 7500 punti luce numerati e gestiti da una ditta romana per conto del comune di Pozzuoli. Ancora passanti arrugginiti, ringhiere divelte, rifiuti in ogni angolo, sterpaglie e numerosi insetti.
Bottiglie a terra, segno che qualcuno ogni tanto “sosta” da queste parti. E la paura, tanta, dei residenti che dopo il tramonto non si azzardano a percorrere queste scale. “La sera non passo per paura. E’ tutto buio, spesso ci sono gruppi di giovani appostati negli angoli. Fumano, bevono.” Racconta un signore mentre scende le scale con alcune buste della spesa in mano. “Quando non c’è nessuno il pericolo è che qualcuno possa spuntare all’improvviso e farti una rapina. Oppure violentare una donna che cammina da sola, talmente che è isolato qua dietro” gli fa eco Marco, 25 anni, mentre sale le scale diretto verso la “Villa Avellino”. “E’ uno schifo che non si faccia niente e che non ci siano controlli. Qui è tutto abbandonato e dimenticato”. Scendendo, alla fine di queste scale ci sono numerosi palazzi.
Quest’area abitata, con una forte densità di popolazione, è definita anche “Aret ‘o tram”. Dal nome del mezzo di trasporto che circolava decine di anni fa da queste parti. Numerose famiglie, che una volta affacciatesi dalle proprie abitazioni, si ritrovano questa grossa struttura di scale, erosa dal tempo. Dall’incuria. Spostandoci qualche centinai di metri più su, in direzione “zona del Carmine” accediamo alle ”scale dei carabinieri” dove qui, una volta, i militari dell’arma avevano la loro sede cittadina. Migliori sono le condizioni dell’altro accesso a via Napoli. Più utilizzate delle altre, anche per la comodità di essere meno ripide, con meno scalini. Famiglie, studenti, ragazzini. Tantissimo passano di qua. Scendendo si spunta sui binari della tratta Montesanto – Torregaveta, alla fermata dei “Cappuccini”. Si passa attraverso le case, che sorgono ai lati delle scale. Fino ad arrivare tra i palazzi dei “marocchini”.
Qui non è evidente lo stato di abbandono. Ma i pericoli si. Una grossa discesa, larga. Poi le scale. Una pavimentazione fatta con una sorta di grossi blocchi di pietra, erosi anche questi dal tempo. Che ha reso la pavimentazione liscia. Potrebbe causare scivolamenti, cadute. Qualche fessura a terra, qualche buca pericolosa, dove anche qui non sarebbe difficile inciampare. Cadere. 

POZZUOLI. Quotidianamente, caos, ingorghi e disagi la fanno da padrona nelle strade antistanti le scuole elementari e medie “Raimondo Annecchino” e “Gianni Rodari”, nel quartiere di Monterusciello. Avviene sistematicamente, due volte al giorno, al suono della campanella, all’orario di entrata e di uscita. Tra urla, suoni di clacson, ingorghi stradali, parcheggi selvaggi, è l’anarchia a farla da padrona, con genitori-automobilisti che, nell’attesa, parcheggiano le proprie auto su marciapiedi, davanti ai cancelli, in doppia e addirittura tripla fila. Ovunque ci sia spazio per fermare la propria automobile. Spesso, denunciano i residenti dei parchi antis





POZZUOLI. Allarme sicurezza a Pozzuoli e nel resto dei Campi Flegrei. Dopo gli ultimi episodi criminosi che hanno avuto come vittime di furti e rapine diverse attività commerciali, uffici postali, bancomat e diverse abitazioni private, oltre a vari episodi di micro delinquenza ai danni di cittadini, l’escalation criminale non sembra placarsi. E per far fronte al problema che nella mattinata di ieri, presso gli uffici della Procura di Napoli, si è tenuto un incontro interforze tra i rappresentanti di polizia e carabinieri, per discutere sul tema della sicurezza in città e per studiare interventi di prevenzione e contrasto del fenomeno criminale. Nel corso della riunione tra i provvedimenti che saranno adottati, l’intensificazione dei controlli su tutto il territorio cittadino, azioni di intelligence, coordinamento delle forze dell’ordine da parte di tre magistrati della Procura partenopea. Infatti, saranno tre i magistrati che coordineranno il lavoro di polizia e carabinieri, impegnati sul campo. Una sinergia di forze, per garantire una maggiore sicurezza ai cittadini, in un territorio, quello flegreo, spesso teatro di episodi legati alla criminalità organizzata e alla micro delinquenza. Anche a seguito degli ultimi avvenimenti. Ultime, in ordine di tempo, le due rapine, entrambe messe a segno da malviventi armati, che hanno avuto come vittime due supermercati a Pozzuoli. La prima, il 5 gennaio scorso, quando alcuni rapinatori entrarono all’interno di un’attività commerciale nei pressi dell’Anfiteatro Flavio, mettendo a segno il colpo davanti al personale del supermercato e ai clienti, ma portando via un magro bottino. E qualche giorno fa, la rapina ai danni di un supermercato Decò, nei pressi di piazza Capomazza. In questo caso, i malviventi portarono via alcune migliaia di euro. Episodi preceduti, tra gli altri, dalla rapina ai danni dell’ufficio postale di Cappella, dove anche qui rapinatori armati portarono via circa 40mila euro. Un grosso colpo, come quello messo a segno ai danni di uno sportello bancomat di un istituto di credito a nei pressi del lungomare “Pertini”, quando nella notte malviventi rubarono, con l’ausilio di una fiamma ossidrica, il denaro contenente nel dispositivo bancomat. A questi si aggiungono, sempre nell’ultimo mese, le rapine ai danni di distributori di benzina a Fusaro e Licola, che portarono all’arresto di 2 giovani delinquenti armati. Oltre ai diversi furti perpetrati in varie abitazioni e villette tra Licola, Pozzuoli e nel quartiere di Monterusciello. Alle quali si aggiungono alcuni episodi di scippi, “filo di banca” e vari tentativi o furti di automobili. Una escalation di criminalità contro la quale le forze dell’ordine hanno deciso di intensificare la lotta, per garantire maggiore vivibilità e sicurezza alla cittadinanza.
POZZUOLI. Per il terzo giorno consecutivo è andata avanti la protesta delle centinaia di precari che lavorano come infermieri negli ospedali che rientrano nel territorio di riferimento dell’Azienda Sanitaria Locale della Napoli 2 Nord, che protestano per colpa di un‘ipotesi di ricorso alla mobilità da fuori regione per trovare una quarantina di infermieri che mancano nell’ospedale di Ischia. Da giovedì mattina gli infermieri precari, che attendono da oltre dieci anni una stabilizzazione del loro posto di lavoro, hanno occupato le stanze della sede del rione Monterusciello di Pozzuoli della Dirigenza Amministrativa dell’Asl Napoli 2 Nord. I sindacati di categoria che in questa battaglia contro la mobilità extraregionale e per la stabilizzazione sono al fianco dei precari, hanno chiesto ed ottenuto dalla Regione Campania un incontro che si terrà domani mattina nella sede dell’assessorato regionale alla Sanità. «All’assessore Santangelo ribadiremo con forza che vogliamo subito l’attivazione di un tavolo regionale con il commissario governativo per contrastare il debito sanitario della Campania, Giuseppe Zuccatelli, al fine di definire le procedure per la stabilizzazione dei precari dell’Azienda Sanitaria Locale della Napoli 2 Nord – dicono le segreterie provinciali, regionali e confederali della Cisl - I lavoratori precari dell'Asl Napoli 2 Nord, che abbraccia una trentina di comuni, che vanno dall'ex comprensorio flegreo fino all'area nord di Napoli, continuano nell’assemblea permanente presso la direzione generale dell'Asl a Monterusciello. L'iniziativa è stata posta in essere per bloccare sul nascere la richiesta dell'Asl Napoli 2 Nord di avviare la mobilità extraregionale, mentre i lavoratori precari sono in attesa della graduatoria per la stabilizzazione. Si tratta di un atteggiamento gravissimo, che va stigmatizzato e che richiede una presa di posizione urgente da parte dei vertici della sanità campana. Senza i precari, reclutati per anni attraverso il meccanismo degli avvisi pubblici, molte delle iniziative sanitarie sul territorio non si sarebbero potute avviare, con notevoli disagi per gli utenti». Domani mattina un gruppo di precari resterà a Monterusciello, mentre la stragrande maggioranza di loro si recherà con i rappresentanti sindacali in Regione, per l’incontro con l’assessore Mario Santangelo, dal quale si attendono notizie positive sul loro futuro occupazionale.
POZZUOLI. Ieri mattina i sindacati ed un gruppo di lavoratori precari dell’Azienda sanitaria locale Napoli 2 Nord hanno inscenato una nuova manifestazione di protest
POZZUOLI. Di notte, anche quando la temperatura sfiora i zero gradi, sono sempre lì, vicino a quei bidoni dell’immondizia. Non a rovistare tra la spazzatura, in cerca di un qualche rifiuto recuperabile, ma per offrire un servizio alla gente, per lavorare. Infatti, a chiunque si avvicina ai contenitori con le auto o a piedi, gli vanno incontro, e togliendo le sacchette dall’immondizia da mano o dal cofano delle auto, le gettano nei cassonetti. Con la speranza di una ricompensa, pochi spiccioli, quando capita. Ecco in cosa consiste il lavoro per 4 giovani immigrati, originari del Ghana, che per 24 ore, a turno, si alternano vicino i contenitori della spazzatura in via dei Platani, zona di Licola appartenente al comune di Pozzuoli. Una presenza silenziosa e discreta, che specie di notte e fin dalle prime ore del mattino non passa inosservata, per chi percorre quella strada. Spesso, anche una sedia e un materasso poggiato vicino ad un albero, per rendere meno pesante la nottata. Uno di loro, Giovanni, 28 anni, alle 14 è ancora lì, dopo aver dato il “cambio” alle 8 del mattino ad un suo collega, sotto la pioggia battente, con in mano un ombrello, in attesa che qualcuno, seppur fuori orario consentito, si rechi a gettare l’immondizia. Apre la mano, mostra il guadagno di 6 ore di fatica, sotto l’acqua. Poche monete, nemmeno 3 euro. Al massimo, se va bene, non ci si porta a casa più di 10 euro. Una miseria, a fronte delle 150 di fitto che deve pagare mensilmente per l’abitazione che condivide con i suoi connazionali, per mangiare, vestirsi e, prima di tutto, per inviare soldi al figlioletto di 6 anni che lo attende con la moglie, in Ghana. “Purtroppo non c’è lavoro in questo periodo” dice con un pizzico di tristezza ma con l’orgoglio di chi fa di tutto, in maniera onesta, pur di lavorare “solitamente lavoriamo come manovalanza e le cose vanno meglio di ora, che guadagniamo 5 o la massimo 10 euro al giorno”. Col rischio di poter incappare in una multa salata da parte della polizia municipale. Infatti, spesso i bidoni risultano pieni anche di giorno. Il che farebbe presagire che qualcuno, fuori dall’orario consentito, vada a gettare la spazzatura. Ma cedendo l’immondizia a questi giovani, nel momento in cui dovessero essere notati da una pattuglia di vigili, potrebbero del tutto discolparsi e non essere soggetti a sanzioni, in quanto materialmente non sarebbero gli autori dello scarico di immondizia. Uno dei tanti lavoretti che questi giovani s’inventano, con indiscutibile fantasia, pur di racimolare qualcosa per sopravvivere. Innovativo, come la tendenza a presidiare durante le ore di chiusura dei distributori di benzina, le colonnine di carburante quando è in atto la modalità self service. Facendo rimanere comodamente in macchina gli automobilisti, questi giovani inseriscono la banconota nella macchinetta ed erogano la benzina nell’automobile. Il tutto, sempre in cambio di una ricompensa, spesso nemmeno richiesta.