di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" martedì 12 gennaio 2010
Ma non credo che debba essere questo l’argomento su cui oggi discutere, perché è prioritaria l’incolumità dei miei concittadini. Si resta in attesa di un cortese, urgente riscontro attraverso l’attuazione immediata degli impegni assunti da codesti Uffici”. Una lettera che segue quella del maggio 2009 inviata alla presidenza della Regione Campania e alla Protezione Civile, nella quale “si richiedeva l’assoluta urgenza dell’esecuzione dei lavori per l’aggravamento delle condizioni di stabilità del costone” E denunciando il pericolo per i cittadini “Tale situazione presenta gravi rischi per l’incolumità della popolazione residente a monte del versante in frana e pertanto di ritiene pericoloso l’ulteriore differimento del richiesto intervento. A tal fine il Comune di Monte di Procida manifesta la disponibilità ad assumere il ruolo di soggetto attuatore allorquando la Regione ritenesse opportuno provvedere al trasferimento delle com
petenze”.
Ne seguì un sopralluogo con tecnici di Regione e Protezione civile, con i quali il sindaco Iannuzzi firmò un verbale nel quale i rappresentanti regionali si impegnavano a predisporre tutti i provvedimenti necessari a consentire la ripresa dei lavori di cui in oggetto entro la seconda decade del mese di novembre”.“Lavori mai iniziati” denuncia il sindaco Iannuzzi, che lo costrinsero ad inviare una seconda missiva il 15 dicembre scorso, inviata al presidente Bassolino e all’assessore regionale Walter Ganapini ed al Prefetto di Napoli Alessandro Pansa nella quale si richiedevano nuovamente gli interventi di messa in sicurezza della zona del Cimituozzo. Ma ad oggi, secondo la denuncia del primo cittadino, a Monte di Procida nulla è stato fatto. E mentre il maltempo tiene in apprensione, anche nelle zone limitrofe i disagi sono numerosi. Come la spiaggia di Acquamorta che, in questi giorni, risulta disseminata di sacchetti e bottiglie in plastica, contenitori di vario tipo, ferraglia e rottami, pezzi di tronchi di alberi ed immondizie varie. Lo stesso dicasi per gli arenili-pattumiera di Miseno, Miliscola, sino a quelli di Licola da un verso, e di Baia, Lucrino, Arco Felice e La Pietra dall'altro. Uno scenario indecoroso che lascia spontaneo qualche interrogativo: quale Ente o Organo, una volta migliorate le condizioni meteo, sarà competente a "pulire"? Il Comune o il Demanio marittimo? Secondo un regolamento, vademecum di "Goletta Verde" di Legambiente, sono i Comuni, su delega delle rispettive Regioni, a dover intervenire "quando spiagge e fascia costiera, rientranti nel demanio marittimo, diventano un bazar del rifiuto". È questa una disposizione codificata, tale da evitare possibili diatribe e/o eventuali conflitti di competenza?
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