STAZIONE DI LICOLA
di Gennaro Del Giudice
Alla stazione della Sepsa si accede giunti dalla suddetta strada, dopo un percorso a senso unico. Prima un ampio spiazzale, dove i marciapiedi lungo i quali si parcheggiano le auto si presentano dissestati, il manto stradale poco uniforme con diverse buche che con la pioggia sembrano prendere le proporzioni di voragini.
Poi un cancello verde con tanto di catena a volte aperto per metà altre per intero, quasi ad “uso privato”, che da accesso ad un secondo spiazzale a quanto pare anche questo privato all’interno del quale alcune auto vengono parcheggiate, presumibilmente, dai dipendenti ferroviari. Poi la stazione, con la sala d’attesa e la biglietteria, la banchina per la sosta in prossimità dei binari. Tutt’intorno disegni e testi dei “graffitari”, dai più ritenuti i teppisti di turno. All’ingresso della stazione c’è la passerella per gli handicappati, che da accesso ad una porta di fianco a quella principale. E’ chiusa. Forse perché non ci sono carrozzine in vista. “Ma se un disabile vorrebbe passare” si chiede Luca, uno studente di 23 anni residente a Varcatuto e diretto lunedì mattina a Montesanto “Sarebbe costretto a dover aprire lui la porta e nel caso fosse chiusa chiedere la chiave ed attendere che qualcuno venga ad aprire?” All’interno le macchinette obliteratrici con apertura automatica e panchine per l’attesa. Ma dentro fa freddo, se c’è il sole meglio stare fuori, sulla banchina. Un alto marciapiede che porta verso il passaggio a livello poco distante.

Nonostante le disposizioni di sicurezza attuate dopo gli attentati dell’11 settembre, le misure cautelative per un regolare flusso e deflusso dei viaggiatori sembra che non siano adottate in maniera impeccabile. Tranne che per il fotografo di turno al quale è vietato scattare fotografie per “motivi di sicurezza”.
Lungo un tratto dove tranquillamente ci si cammina a piedi, specie la sera quando i numerosi extracomunitari reduci dal lavoro s’incamminano verso le proprie abitazioni calpestando i binari. Dal quale l’accesso alla stazione è possibile anche di notte quando la struttura è chiusa, i treni sono fermi e l’addetto al passaggio ha concluso il suo turno di lavoro.

Per giungere alla stazione di Licola, la segnaletica non sembrerebbe agevolare un ignaro turista proveniente da un “resort village” della costa domitiana. Lungo le strade che conducono allo snodo ferroviario le indicazioni non sembrerebbero esaudienti, tanto per usare un eufemismo. La sera, quando l’ultima corsa è sopraggiunta, la paura sembra accompagnare chi sceso dal treno, oltrepassa i tornelli esterni alla stazione, quando è chiusa, ed accede all’antistante spiazzale. Fortuna vuole che un parcheggio adiacente alla fermata resti aperto fino a tardi, rasserenando un po’ i viaggiatori.
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