RISCHIA LO SMANTELLAMENTO L'UNICA PRESENZA DELLO "STATO" IN UNA ZONA A RISCHIO
di Gennaro Del Giudice
“Fare di necessità virtù” sembra essere il motto di chi quotidianamente lavora in una realtà così tanto difficile lo si capisce leggendo le poche righe di presentazione scritte sul sito della “Oriani” “ Lo spazio è un po' ridotto ma viene sfruttato al massimo: i bambini e le bambine, dentro e fuori
dalle aule, oltre alle attività disciplinari, partecipano ad attività laboratoriali e creative; studiano e giocano in spazi diversi, manipolano e si esprimono dal punto di vista grafico-pittorico” “ Ogni anno la richiesta di iscrizioni c’è ed è anche elevata. Infatti anche quest’anno siamo stati costretti a trasferire 5 classi da questa sede presso la sede centrale di piazza “San Massimo”. Qui organizziamo numerose attività per tenere impegnati i giovani. Purtroppo dobbiamo constatarlo, non esiste una palestra pertanto gli alunni non possono praticare attività sportive. Abbiamo più volte sollecitato gli enti preposti ed anche gli stessi nostri alunni attraverso le letterine del Natale, hanno fatto la loro richiesta al commissario. Speriamo che prima o poi qualcosa si muova” ha concluso il direttore Antonio Vitagliano. Scuola che la domenica si “trasforma” anche in parrocchia ospitando la celebrazione della messa domenicale. Alla quale si accede dalla strada principale di Licola Mare, lungo la quale ad ogni ora scorazzano auto e motorini ad alta velocità. Intorno all’edificio scolastico il solito desolante scenario di degrado e abbandono che caratterizza l’intera zona.
Quella che dovrebbe essere l’entrata principale per gli studenti è resa inagibile a causa delle precarie condizioni della palazzina e che attualmente funge da uscita
d’emergenza. Dentro l’edificio è reso accogliente dai murales realizzati da insegnanti e bambini. “Questo è un presidio, l’unica presenza dello stato nella zona. A Licola Mare non c’è nulla, nemmeno una farmacia, questo è l’unico luogo dove poter far sentire la presenza delle istituzioni alla gente” spiega Pina, una delle insegnanti e responsabile del reparto di scuola materna “In un posto tanto difficile come questo noi insegnanti siamo chiamati a dare di più che in altri posti e andare oltre al lavoro da semplice insegnante”. Una oasi nel deserto che in caso di chiusura potrebbe provocare conseguenze disarmanti nella zona ormai abbandonata. Una presenza, quella di una scuola, tenuta a cuore anche dagli stessi residenti, anche di coloro che non hanno un figlio iscritto in quell’istituto “Qui non c’è nulla, non esiste un luogo di aggregazione per i giovani, come un campo di calcio, una sede di un’associazione. Per i ragazzi che vanno a scuola il pomeriggio non resta che scendere in strada, chi invece la scuola non la frequenta passa l’intera giornata qui, seduto su un muretto ed esposto alle insidie della strada” spiega Salvatore, 30 anni, residente a due passi dalla scuola “Oriani” “Ormai da queste parti aprono solo sale da gioco, niente più. Nemmeno più negozi tanto chi volete che venga ad investire. Chiudere quella scuola sarebbe un disastro, la fine”
(foto Angelo Greco)
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