I MEZZI DI SOCCORSO NON RIESCONO AD ENTRARE PER LA PRESENZA DI STRADE STRETTE E DI UN TUNNEL BASSO
di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul quotidiano "Roma" e sul "Corriere Flegreo" giovedì 8 aprile 2010
POZZUOLI.“In caso di terremoto rischiamo di fare la fine dei topi”. E’ la paura, ma anche l’allarme lanciato da un 78enne, Raffaele D’Oriano, che da 33 anni vive in via Domenico Fatale a via Napoli, all’interno di una delle numerose case popolari. Una lunga linea di abitazioni stretta tra le pendici della collina sulla quale sorge “Pozzuoli alta” e la principale Corso Umberto I. Ed in mezzo appunto, il grosso agglomerato urbano, con una grande densità di popolazione. Al rione si accede attraverso strette ed anguste viuzze: Via Domenico Fatale, via Vincenzo Barletta, via Pasquale Lubrano, Traversa Cappuccini. Accessi che costituiscono perenni pericoli, potenziali minacce per i numerosi residenti da almeno un trentennio “Nel caso di una forte scossa di terremoto rischiamo di fare la fine dei topi, rimanendo schiacciati e senza vie di fuga” ripete l’uomo, “a causa della larghezza ridotta della strada e della presenza del tunnel che non supera i 2 metri nessun mezzo di soccorso potrebbe arrivare”.
Insidie che i residenti, oltre a denunciare, sembra abbiano deciso di prevenire come nel caso dell’installazione di impianti anti-incendio, laddove l’accesso ai mezzi dei vigili del fuoco non sarebbe consentito “Abbiamo fatto installare una presa d’acqua in prossimità del nostro palazzo perché nel caso in cui dovesse scoppiare un incendio i pompieri potrebbero prendere acqua da qui visto che i loro mezzi non riescono ad entrare” spiega Raffaele D’Oriano, che denuncia i potenziali pericoli per le migliaia di residenti che vivono nel popoloso rione di Via Napoli “ Spesso quando è intervenuto il 118 i barellieri sono stati costretti a lasciare l’ambulanza all’ingresso del vicolo per poi raggiungere a piedi l’abitazione della persona da soccorrere. Così come quando c’è un morto. Per caricarlo in macchina devono portarlo fuori la strada”.
Proprio come avvenne lo scorso 30 luglio quando in via Barletta un’ambulanza fu impossibilitata ad accedervi, oltre che per le ridotte dimensioni della stradina, anche a causa della presenza di numerose automobili che ostruirono ulteriormente il passaggio. Così da costringere i due sanitari a dover scendere e dirigersi a piedi verso la casa dell’uomo da soccorrere il quale fu poi trasportato a bordo del mezzo del 118 tra i numerosi passanti e dopo l’intervento di una seconda squadra di sanitari giunti per dar man forte ai colleghi in difficoltà.

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