Erano centinaia e centinaia, le persone che ieri mattina hanno gremito la Chiesa Sant’Artema di Monterusciello per dare l’ultimo saluto ad Alessio D’Angelo, il giovane morto in un incidente stradale giovedì pomeriggio a Pozzuoli. Un’enorme folla commossa, composta da parenti, amici di scuola, amici di tutti i giorni, conoscenti e soprattutto tanta, tantissima gente comune, accorsa da ogni parte di Pozzuoli, che ha salutato con un lungo applauso il passaggio della bara bianca di Alessio, avvolta tra tante maglie e sciarpe del Napoli, quella che era la sua squadra del cuore, il suo grande amore. Gli amici hanno esposto due striscioni lungo la strada che porta alla chiesa dove si è tenuta la cerimonia, nel quartiere nel quale lui era cresciuto, dove il padre per anni ha gestito un’attività commerciale, nel quartiere dove Alessio aveva quasi tutti i suoi amici, che quotidianamente raggiungeva, anche se da un po’ non abitava più da queste parti. “Il nostro cammino nel tuo ricordo” gli amici così hanno voluto ricordare il loro “angelo”, quel ragazzo sempre sorridente, allegro, dall’aria “birbantella” e simpatica. E questi amici oggi erano tutti lì, a piangere la sua assenza, erano quasi tutti adolescenti, ragazzini dal viso ingenuo e pulito, oggi bagnato dalle lacrime, dalle tante lacrime che da giovedì, appena saputa la terribile notizia, hanno riversato. C’erano anche i quattro amici coinvolti insieme a lui nell’incidente, che mostravano ancora le ferite del terribile impatto. Uno di loro non ce l’ha fatta a reggere la tensione, è stato colto da un leggero malore, è stato preso in braccio da amici e parenti e portato via dalla chiesa, per poi essere soccorso dai sanitari dell’ambulanza, giunta immediatamente nel piazzale della Parrocchia. Struggente è stata la cerimonia officiata da Don Luigi, il parroco della chiesa, che ha parlato ad una marea di persone, persone di ogni età e ordine sociale, così tanto diverse tra loro, ma accomunate da un unico grande dolore e dalla voglia di essere vicini alla famiglia, al padre, alla madre e ai due fratelli più grandi, per i quali Alessio era la loro “mascotte”.
Alessio a luglio doveva compiere diciannove anni, era iscritto all’istituto professionale si stato per i servizi alberghieri “Petronio” di Pozzuoli, voleva conseguire un diploma per un avvenire migliore. Da poco aveva preso la patente, non aveva una macchina sua, prendeva in prestito, come spesso fanno tutti i neo-patentati, l’auto dei propri genitori. Quel giorno aveva l’auto della mamma, una fiat seicento color crema, si dirigeva verso Pozzuoli, direzione Piazza Capomazza, insieme agli inseparabili amici, quando per fatti ancora da accertare, è andato a schiantarsi contro un autobus fermo in sosta per la fermata, in Via Campi Flegrei. Un impatto che è stato fatale, che gli è costato la vita. A nulla sono valsi i primi soccorsi e il trasporto all’ospedale Santa Maria delle Grazie, dove è deceduto dopo qualche ora.
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