giovedì 23 aprile 2009

NUMEROSE LE DISCARICHE A CIELO APERTO

POZZUOLI. Girando per le strade di Napoli e provincia non si vedono più le montagne di rifiuti che fino a qualche mese fa “caratterizzavano” le strade. Un’emergenza che sembrerebbe rientrata, perché in questo caso il condizionale è d’obbligo. E’ vero che i rifiuti sono stati tolti dalle strade, ma quelli che finora inquinavano le strade erano rifiuti “leggeri”, rifiuti “civili”, cioè prodotti in civili abitazioni, per la maggior parte rifiuti organici, plastica, carta e derivati, che al massimo sporcavano, facevano “massa” per le strade, ma non facevano “male”. Ma che ne è stato dei rifiuti pericolosi? Quelli che per essere smaltiti hanno bisogno di una serie di trattamenti particolari, costosi, quei rifiuti prodotti nelle industrie, composti da elementi chimici spesso cancerogeni? Amianto, acciaio, nichel, derivati chimici, continuano ad essere sversati allo stesso modo nel quale venivano sversati nel periodo dell’emergenza, cioè nelle discariche abusive. Quelle continuano ad esistere, costituendo un trend negativo che diventa sempre più fenomeno. Via Celle, nei pressi della Necropoli romana, Via Pisani, Monterusciello 2 nei pressi della circumflegrea, Via Trepiccioni a Licola, Lago d’Averno, sono alcune delle zone destinate a “discariche”.
Terreni nei quali vengono sversati ogni tipo rifiuti, per lo più rifiuti pericolosi, provenienti dalle industrie. Allucinante è il caso di Via Celle (nella foto) dove da tempo vengono riversati notevoli quantitativi di amianto, lega metallica fortemente cancerogena. Mentre a Via Trepiccioni, al confine tra Pozzuoli e Licola, un intero “cavone” negli ultimi tempi è stato riempito da rifiuti di ogni genere. Carcasse d’auto, frigoriferi, lavatrici, eternit, materiali di risulta edili, sono stati gettai in questa sorta di burrone che negli ultimi anni riempiendosi ha raggiunto il livello della collina. In sostanza, una parte di collina alta circa 50 metri, che va dalla Via Domitiana fino a metà di Via Trepiccioni, con un diametro di circa 15 metri, è costituito da rifiuti. Una montagna di immondizia, che col tempo, ricoperta da terreno e sterpaglie, è andata a formare un costone della collina. Un riversamento continuo, più volte denunciato dai residenti e noto alle forze dell’ordine, al corpo di polizia forestale e ai vigili del fuoco, spesso intervenuti per spegnere gli incendi appiccati nella zona. Incendi che spesso son durati giorni interi, per i quali nemmeno l’intervento dei pompieri è stato utile per sedare il fuoco sprigionato dai rifiuti bruciati. Un autentico scempio, perpetrato da gente senza scrupoli, imprenditori della zona che, incuranti della salute altrui e delle conseguenze irreversibili che tali azioni provocano, distruggono la vegetazione, inquinando le falde acquifere, avvelenando tutti i prodotti della vegetazione.

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