sabato 31 gennaio 2009

RACCONTO DI CHI HA VISITATO GAZA


Angela Lano dal sito INFOPAL

Gaza, sabato 31 gennaio

"Piombo fuso", il genocidio israeliano contro il popolo palestinese della Striscia di Gaza, deve rimanere nella Memoria collettiva come una mostruosità, una follia contro l'Umanità.

La piccola Striscia è tutta macerie e crateri provocati dai missili dell'aviazione, della marina e dell'artigliaria dello stato sionista.

L'abbiamo percorsa da sud a nord: Rafah, Khan Younes, Abasan, Deir al-Balah, al-Bureij, an-Nuseirat, Gaza, Jabaliya, Beit Lahiyah..., e dovunque abbiamo visto lo stesso scempio: case, palazzi di 15-18 piani, moschee, ospedali, scuole, acquedotti, caserme della polizia urbana, industrie alimentari e per l'edilizia, cascine, strade, tutto ridotto in briciole. Ai campi agricoli, ai frutteti, agli uliveti, non è toccata sorte migliore: chilometri di terre spianate dai bulldozer, montagne di spazzatura, detriti e carcasse di animali in putrefazione. Un odore che toglie il respiro.

Le parole davvero non bastano per descrivere lo scenario da "catastrofe nucleare" che abbiamo davanti. Un'ecatombe. Che rischia di ripetersi, perché Israele, l'entità sionista che si è macchiata di crimini di guerra, non si è ancora stancata di uccidere innocenti. Anzi, sembra stia preparando un'altra offensiva.



Non ci sono più dubbi, se mai ne avessimo nutriti, che l'obiettiivo di Piombo fuso era distruggere la Striscia di Gaza, la vita stessa dei palestinesi nella loro quotidianità. Bombardare strutture civili, abitazioni, amministrazioni pubbliche significa voler annientare una intera società, farne piazza pulita.

C'erano "terroristi" nella torre al-Andalus - 15 piani di appartamenti -, ridotta a uno scheletro annerito? C'erano terroristi nelle scuole dell'Unrwa? C'erano terroristi nell'ospedale della Mezzaluna rossa palestinese? C'erano terroristi in queste, tantissime, case polverizzate?

Venite a vedere cosa succede nella Stiscia di Gaza. Venite a vedere cos'hanno fatto Livni, Barak e Olmert, criminali di guerra. Venite a vedere i bambini, che sono tantissimi e dappertutto, che cercano tra le macerie delle proprie case distrutte qualche oggetto, un quaderno, un libro, un abito, un gioco, un suppellettile. Osservateli mentre frugano tra i calcinacci, rispondete al loro sorriso contagioso e curioso, anche se sentite salire rabbia impotente per ciò che avete di fronte. Venite qua, colleghi giornalisti abituati agli agi dei grandi hotel da cui ci informate tutti i giorni sulla guerra nella Striscia di Gaza. Forse, se giraste un po' di più in mezzo alla gente e ascoltaste meno le bugie di Israele, capireste dove sta il torto e dove la ragione, i crimini contro l'umanità e il diritto internazionale violato.

martedì 27 gennaio 2009

SCONGIURATI 10 LICENZIAMENTI

Dal quotidiano "ROMA" del 28 Gennaio 2009
Un articolo di Gennaro Del Giudice


Siglato l’accordo che prevede la Cassa Integrazione Straordinaria per gli operai della CAB.
Dopo settimane di trattative precedute da scioperi e presidi fuori allo stabilimento, il pericolo di licenziamento per dieci dei ventisei dipendenti è stato scongiurato.
Per un anno, quindi, l’azienda, specializzata nella produzione di macchinari per granite e frigo bar con sede a Pozzuoli, farà ricorso a questa tipologia di “ammortizzatore sociale” che consentirà un riconoscimento di parte dello stipendio ai dipendenti che, a rotazione, resteranno a casa e che consentirà all’azienda, nel frattempo,di preparare un adeguato piano di rilancio economico ed industriale, per poi poter reintegrare a tempo pieno tutti i suoi dipendenti. E’questo il risultato di una trattativa lunga e difficile, portata avanti da lavoratori e sindacati, dopo l’iniziale chiusura da parte dell’azienda verso ogni forma alternativa ai licenziamenti. Una decisione che secondo i vertici aziendali era dettata da una “una riduzione sostanziale delle commesse” dovute al crollo del mercato nel quale la società amministrata dal Dott. Caiano opera, nonostante i bilanci in attivo dell’ultimo anno. Decisione che portò gran parte dei dipendenti a protestare fuori i cancelli della fabbrica per diversi giorni e notti, con continui scioperi, sit- in e presidi. Una protesta dura e civile appoggiata da diverse RSU (Rappresentanze Sindacali Unite) che con il loro intervento hanno contribuito ad “ammorbidire” le posizioni dell’azienda e portato ad una “apertura” verso le richieste degli operai.
Richieste accolte ed accordo ratificato in questi giorni negli uffici della Regione Campania tra i vertici aziendali, rappresentanti dei lavoratori e rappresentanti sindacali. Ma nonostante ciò gli operai non abbassano la guardi: “Adesso pretendiamo che i dipendenti da destinare alla cassa integrazione siano individuati con criteri non discriminatori e che nei mesi a venire l’azienda formuli un piano di rilancio produttivo per uscire dalla crisi” è quanto si auspica Mario Longobardo, da 8 anni dipendente della CAB.

venerdì 23 gennaio 2009

PROTESTANO GLI OPERATORI DEL MERCATO ITTICO DI POZZUOLI




"A NAPOLI NESSUN CONTROLLO, QUI INVECE CI TARTASSANO"
POZZUOLI.

Un articolo di Gennaro Del Giudice pubblicato sul "ROMA" del 24 Gennaio 2009

Il Mercato Ittico all’ingrosso di Pozzuoli, che appena qualche anno fu al centro di un’inchiesta per infiltrazioni camorristiche che ne provocarono la chiusura, oggi è considerata una delle strutture più efficienti e all’avanguardia nel settore. Da circa un anno è dotato di un laboratorio di Ricerca presso il quale operano numerosi operatori del settore e ricercatori scientifici. A ciò si aggiunge una capillare rete di controllo che oltre a garantire la “qualità” del prodotto pescato garantisce anche la conservabilità e il rispetto di tutti i paramentri sanitari per la vendita ed il trasporto. Continui controlli sanitari, fiscali e ai mezzi per coloro che accedono alla struttura.
Un rispetto pieno degli standard qualitativi che paradossalmente costituisce un neo per gli operatori del settore, i quali, per operare, sono stati chiamati ad ingenti investimenti in strutture, mezzi e personale. Il che, a detta dei circa trenta operatori del mercato all’ingrosso, costituisce un’eccessiva “pressione” nei loro confronti, un “accanimento” che sta mettendo in ginocchio le loro attività.
E’ questo l’appello che arriva dai venditori puteolani, che denunciano anche la mancanza di controlli da parte delle autorità verso le altre strutture del settore che si trovano nei comuni limitrofi. Una serie di mancanze o di “leggerezze” nei controlli che consentirebbero agli operatori degli altri mercati di “vendere più facilmente”e quindi, di conseguenza, abbassare anche i prezzi di vendita dei prodotti. Un mercato, quello di Pozzuoli, che verrebbe “sbaragliato” dalla concorrenza, che offrirebbe gli stessi prodotti a prezzi inferiori, grazie al non rispetto degli standard ai quali invece sono chiamati a rispondere i venditori del mercato puteolano. E’ quanto lamentano i circa trenta operatori ittici, uno dei quali è Gabriele Amoroso, da anni operante nel mercato ittico all’ingrosso, che denuncia: “il rispetto per le regole che esiste nel nostro mercato non esiste nelle altre strutture. Qui per comprare bisogna entrare con partita iva e furgoni per alimenti, altrove si può acquistare facilmente, si và con le auto e nella stessa busta ci si può trovare pesce, carne e verdura, senza alcun rispetto per le norme sanitarie alle quali noi siamo chiamati a rispettare”.

E proprio il Mercato Ittico all’ingrosso di Pozzuoli ha fatto da location al convegno su “Sicurezza alimentare e sostenibilità nella pesca marittima tra innovazione e tutela”.
Una manifestazione organizzata dal Comune di Pozzuoli in collaborazione con la Fondazione Metes e l’Osservatorio Nazionale della Pesca, nel corso della quale si è discusso dei temi riguardanti le problematiche relative alla sicurezza alimentare, alla lavorazione e al trattamento dei prodotti ittici, allo studio di nuove tecniche di conservazione e all’analisi dei progressi della ricerca scientifica nel settore ittico.

mercoledì 21 gennaio 2009

ATROCITA' ISRAELIANE


Pubblicato su Il Manifesto del 21 gennaio

A Gaza solo i morti hanno visto la fine della guerra. Per i vivi non c'è tregua che tenga alla battaglia quotidiana per la sopravvivenza. Senza più acqua, senza più gas, senza più corrente elettrica, senza più pane e latte per nutrire i propri figli. Migliaia di persone hanno perduto la casa. Dai valichi entrano aiuti umanitari col contagocce, e si ha come la sensazione che la benevolenza dei complici di chi ha ucciso sia solo momentanea. Domani (ieri, 20 gennaio, ndr) il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon verrà a visitare Gaza, siamo certi che John Ging, a capo dell'agenzia per i profughi palestinesi, ne avrà da raccontargliene; dopo che Israele ha bombardato due scuole delle Nazioni Unite, ha assassinato 4 suoi dipendenti, ha colpito e distrutto il centro dell'UNRWA di Gaza city, riducendo in cenere tonnellate di medicinali e beni alimentari destinati alla popolazione civile. Le macerie di Gaza continuano a vomitare morti in superficie. Ieri fra Jabalia, Tal el Hawa a Gaza City e Zaitun, paramedici della mezza luna rossa con l'aiuto di alcuni volontari dell'ISM hanno estratto dalla rovine 95 cadaveri, molti dei quali in avanzato stato di decomposizione.

Camminando per le strade della città di Gaza senza più il costante terrore di un bombardamento chirugicamente mirato alla mia decapitazione, tremo ancora alla vista di cani randagi raccolti in circolo, a ciò che mi si protrebbe parare dinnanzi agli occhi essere il loro pasto. Gli uomini tirano un sospiro di sollievo e tornano a frequentare moschee e cafè, facilmente smascherabile è il loro atteggiarsi alla normalità, per i molti che hanno perso un familiare e per i moltissimi che non hanno più dove abitare. Fingono un ritorno alla routine per incoraggiare le mogli e i figli: in qualche modo bisogna oltrepassare anche a questa catastrofe. Con alcune ambulanze questa mattina ci siamo recati nei quartieri più colpiti della città, Tal el Hawa e Zaitun, muniti di questionario porta a porta abbiamo stilato l'entità dei danni agli edifici, e le primissime urgenze per le famiglie: medicinali per gli anziani e i malati, e riso, olio e farina, il minimo per alimentarsi. Tutto quello che abbiamo potuto consegnare al momento sono metri e metri di nylon, da apporre alle finestre laddove prima c'erano i vetri a difendere dal freddo. Compagni dell'ISM a Rafah mi hanno informato che la municipilità ha distribuito alcune migliaia di dollari, poca cosa, a quelle famiglie che hanno visto la loro casa rasa al suolo da bombe che secondo Israle erano destinate alla distruzione dei tunnels. Al termine del conflitto in Libano, gli Hezbollah staccarano milioni di dollari in assegni per ripagare i civili libanesi rimasti senzatetto. In una Gaza sotto assedio ed ambargo, ciò che Hamas potrà versare come risarcimento alla popolazione "basterà a mala pena a rimettere su un capanno per il bestiame", mi fa sapere Khaled, contandino di Rafah. La tregua è unilaterale, quindi Israele unilateralmente decide di non rispettarla. Ieri a Khan Yunis, un ragazzo palestinese ucciso e un altro ferito. A est di Gaza city elicotteri innaffiavano di bombe al fosforo bianco un quartiere residenziale. Stessa cosa si è verificata a Jabalia. Oggi, sempre a Khan Younis navi da guerra hanno cannonneggiato su uno spazio aperto, fortunatamante senza fare feriti e mentre scrivo, arriva la notizia di un incursione di carri armati. Non ci risultano lanci di razzi palestinesi nelle ultime 24 ore. Giornalisti internazionali sciamano affamati di notizie lungo tutta la Striscia, sono riusciuti a raggiungerci solo oggi. Israele ha concesso loro il lasciapassare a mattanza finita. Quelli arrivati ancora a bombardamenti in corso, hanno seriamente rischiato di rimetterci la pelle, come mi ha raccontato Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere: soldati israeliani hanno bersagliato di proiettili l'automobile su cui viaggiava. Dinnanzi allo scheletro annerito di ciò che resta dell'ospedale Al Quds di Gaza city, un interdetto reporter della BBC mi ha chiesto come è stato possibile per l'esercito scambiare l'edificio per un covo di terroristi. "Per lo stesso motivo per cui dei bambini in fuga da un palazzo in fiamme, sono entrati nei mirini dei cecchini posti sui tetti dello stesso quartiere in cui siamo ora, cecchini che non hanno esistato a ucciderli spandendo la loro materia cerebrale sull'asfalto". Ho risposto al giornalista inglese, ancora più accigliato. E' evidente l'abisso fra noi che siamo testimoni e vittime di questo massacro, e chi ne viene a conoscienza tramite i racconti dei sopravvissuti. Da Roma mi informano che l'Unione Europea avrebbe congelato i fondi per la riscostruzione fino a quando Gaza sarà governata da Hamas. Lo ha lasciato intendere il Commissario europeo per le Relazioni estere, Benita Ferrero-Waldner. "Gli aiuti per la ricostruzione della Striscia", ha detto la diplomatica europea, "potranno arrivare solo se il presidente palestinese Abu Mazen riuscirà ad imporre nuovamente la sua autorità sul territorio".


Per i palestinesi di Gaza questo è un chiaro invito dall'esterno alla guerra civile, ad un colpo di stato. Come un legittimare il massacro di 410 bambini che sono morti perchè i loro genitori hanno scelto la democrazia ed eletto liberamente Hamas. "L'unione Europea ricalca alla perfezione la criminale politica di punizione collettiva imposta da Israele. Perchè non affidano i fondi all'ONU? O a qualche organizzazione governativa?" ."Gli Stati Uniti sono liberi di eleggere un guerrafondaio come Bush, Israele di scegliere leaders con le mani sporche di sangue come Sharon e Nettanyau, e noi popolazione di Gaza non siamo liberi di scegliere Hamas...", mi suggerisce Mohamed, attivista per i diritti umani che non ha votato per il movimento islamico; non ho argomenti per contraddirlo. I palestinesi vivi imparano dai morti, imparano a vivere morendo, sin dalla più tenera età. Tregua dopo tregua, la percezione è quella di una macabra parentesi per contare i cadaveri fra una mattanza e l'altra, verso una pace che non è mai così stata distante. Perlustrando Gaza city a bordo di un ambulanza, per una volta con la sirena muta, la guerra resta presente impressa nelle rovine di una città saccheggiata di sorrisi e popolata da sguardi spauriti, occhi che insistono a scrutare il cielo verso aerei ancora incessantemente in volo. All'interno di una casa che coi paramedici abbiamo visitato, sul pavimento ho notato dei disegni in pastello, chiaramente una mano infantile li aveva abbandonati evacuando in fretta e furia. Ne ho raccolto uno, carrarmati, elicotteri e corpi ridotti in pezzi. In mezzo al foglio un bambino ritratto con una pietra riusciava a raggiungere l'altezza del sole e danneggiare una delle macchine della morte volanti. Si dice che il significato del sole in un disegno infantile è il desiderio di essere, di apparire. Quel sole che ho visto piangeva in pastello rosso, lacrime di sangue. Per lenire questi traumi, una tregua unilaterale basta? Restiamo umani. ViK Vittorio Arrigoni in GazaBlog: http://guerrillaradio.iobloggo.com/Contatto e donazioni: guerrillaingaza@gmail.comtelefono: 00972(0)59 8378945siti della missione: http://www.freegaza.org/ e www.palsolidarity.org

martedì 20 gennaio 2009

ALLUCINANTE...COMMENTATE VOI....



GAZA (Palestinian Information Center)
Un articolo pubblicato sabato 17 gennaio dal giornale saudita Al-Watan ha rivelato che i rabbini ebrei nell’entità sionista hanno proclamato un editto religioso che permette l’assassinio di donne e bambini palestinesi e assolve ogni Ebreo che commetta questi atti orribili.
Secondo il giornale, i rabbini ritengono che i massacri israeliani nella Striscia di Gaza siano in linea con gli insegnamenti ebraici che considerano queste uccisioni come “punizioni di massa dei nemici”.
Il giornale aggiunge anche che uno dei rabbini ha espresso l’opinione che non vi sarebbe nessun problema nello sterminare il popolo palestinese, anche se un milione o più di loro venisse ucciso per mano delle truppe di occupazione.
Il giornale segnala che, citando versi dal Libro della Genesi, il rabbino ebreo Mordechai Elyaho – riferimento della corrente religiosa popolare nell’entità sionista – ha inviato al premier uscente Ehud Olmert una lettera settimanale contenente articoli che permettono agli Ebrei di mettere in pratica l’idea della punizione di massa contro i nemici, in accordo con l’etica della guerra nella Torah.
"Questa regola può essere applicata anche al caso di Gaza, in quanto tutti gli abitanti di Gaza sono responsabili, perché non fanno nulla per fermare il fuoco delle Brigate Al Qassam”, ha detto Elyaho nella sua lettera ad Olmert, sollecitandolo a continuare l’aggressione militare contro i Palestinesi perché “nuocere ai Palestinesi innocenti è una cosa legittima”.
E’ stato citato anche Yesrael Rozin, un altro rabbino fanatico, che ha detto che la legge della Torah autorizza l’uccisione di uomini, donne, anziani, neonati e animali (del nemico), aggiunge inoltre il giornale.Per parte sua, il rabbino Shlomo Elyaho ha sottolineato che “Se noi uccidiamo 100 dei loro ma loro rifiutano di smetterla (di lanciare razzi), allora dovremmo ucciderne 1000; e se noi uccidiamo 1000 dei loro e loro non la smettono, allora dovremmo ucciderne 10.000 e dobbiamo continuare ad ucciderli anche se arrivano ad un milione, con tutto il tempo necessario per ucciderli. I Salmi dicono: Io devo continuare a cacciare i miei nemici ed a fermarli, ed io non smetterò fino a che non li avrò completamente finiti”, ha detto il rabbino secondo il giornale.

PRESENTATA L'OFFERTA "FORMATIVA"


POZZUOLI.

Si è tenuto presso il Settimo Circolo Didattico di Pozzuoli il “Convegno di presentazione dell’offerta scolastica” per l’anno 2009/2010. All’incontro, svoltosi in un salone dell’istituto “Viviani” di Monterusciello, hanno preso parte, oltre all’assessore alla pubblica istruzione del comune di Pozzuoli, Vincenzo Aulitto, numerosi dirigenti degli istituti scolastici di primo e secondo grado del comprensorio flegreo. Leit - motiv della manifestazione è stato quello di presentare ai dirigenti delle scuole “medie” la proposta formativa per l’anno venturo da parte dei colleghi delle scuole “superiori”. Orientare ed informare gli studenti su quale sarà il ciclo di studi che dovranno scegliere per i prossimi cinque anni”, è stato il tema dell’incontro, introdotto dal preside del settimo circolo, Rosario Testa e dalla dirigente scolastica, Dott.ssa Scala.
Nel corso della manifestazione sono state proiettate in sala “slide” di presentazione riguardanti l’offerta formativa scolastica relativa agli istituti tecnici, commerciali e ai licei del comprensorio flegreo.
Un’offerta che quest’anno interesserà quasi 2400 studenti, in procinto di concludere i 3 anni di “scuola media inferiore”.
Annunciata anche la costituzione del “GIBUS”, un camper informativo per studenti e genitori, che sarà ubicato perennemente presso l’istituto “Falcone” di Pozzuoli e la prossima distribuzione del nuovo “Cercascuole”.
“L’obiettivo di queste iniziative è di dare un orientamento e direttive precise ai giovani“ spiega l’assessore Aulitto, che sottolinea come troppo spesso “ i ragazzi sbagliano nella scelta della scuola superiore per scarso orientamento e totale disinformazione.
L’assessore durante il suo intervento ha ricordato gli ultimi traguardi raggiunti grazie alla maggiore attenzione data alle problematiche degli studenti, come l’ingresso del comune di Pozzuoli nel Consorzio Unico che consentirà gli studenti che da Pozzuoli si trasferiscono a Napoli di poter usufruire dei mezzi pubblici utilizzando un unico biglietto.
Mentre per la riqualificazione delle strutture scolastiche, l’assessore Aulitto, ha preannunciato il bando di gara da undici milioni di euro per la messa a punto degli edifici scolastici secondo la legge 626 e la presentazione dei progetti preliminari per interventi strutturali che riguarderanno gli isitituti del comprensorio.
Una serie di interventi che tutti auspicano dopo l’ennesimo episodio di fatiscenza che ha coinvolto un’altro edificio scolastico, il plesso C. Rosini in via Vigne, dove la caduta di calcinacci da un solaio ha portato alla chiusura per una settimana della scuola materna, nell’attesa che i tecnici comunali intervengano per constatare l’agibilità della struttura.




Gennaro Del Giudice

lunedì 19 gennaio 2009

ISRAELE DEVE ESSERE GIUDICATA DA UNA CORTE INTERNAZIONALE

Da INFOPAL

Varie associazioni ed organizzazioni vogliono una petizione per chidere che Israele venga giudicata da una Corte penale internazione

ecco il link:

http://www.infopal.it/leggi.php?id=10490&PHPSESSID=e6613e06e0baaec05b92e44f1786c6c8

sabato 17 gennaio 2009

MENTRE OGGI SI SDEGNAVANO PER LE PAROLE DI SANTORO....


GENOCIDIO A GAZA,
21° giorno di massacri: 1155 morti e 5200 feriti.


Gaza - Infopal, venerdì 16 gennaio, ore 18. Un missile israeliano si è abbattuto contro una casa del campo profughi di al-Bureij, nella Striscia di Gaza centrale: uccisa una madre e i suoi 5 figli.

Si tratta di Manal al-Badran, 30 anni, Wala, 12, Islam, 11, Bilal, 10, Izz- Ad-Din, 8, Ihsan, 7.
Il bilancio dei palestinesi uccisi oggi è salito a 34, mentre quello totale, dal 27 dicembre a oggi, è di 1.155 morti.

Ricevo e pubblico

Complimenti a Santoro: ha disseppellito da una montagna di parole vuote il corpo sofferente di un popolo umiliato. L'ambasciatore di Israele si vergogna del programma di Santoro, dovrebbe vergognarsi di quello che Israele sta facendo agli abitanti di Gaza. Lo stesso il coro di politici, giornalisti, ecc. ecc. dovrebbero vergognarsi di non far nulla per fermare questo massacro.

giovedì 15 gennaio 2009

IL COMUNE VINCE IL RICORSO


Dal quotidiano "ROMA"
un articolo di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI.

Il Comune di Pozzuoli ha vinto il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar della Campania sull’affidamento della gestione del ciclo integrato delle acque.
Una sentenza che ribalta quella emessa, nel novembre 2008, dal Tribunale amministrativo regionale, il quale bloccò il bando di gara del Comune di Pozzuoli per la realizzazione di un progetto da 18 milioni di euro. Un progetto che prevedeva lavori di adeguamento della rete idrica e fognaria, la progettazione esecutiva di tali lavori, nonché la “gestione”, la conduzione e la manutenzione degli impianti e delle strutture.
Tale progetto trovò anche l’ approvazione, nel 2007, della Commissione Straordinaria del Comune di Pozzuoli.
Ma il bando fu da subito osteggiato dall’ente ATO2 , l’ Ambito Territoriale Ottimale per la gestione del servizio idrico, ente al quale appartengono, tra l’altro, vari comuni della Provincia di Napoli e del basso Volturno.
Così come numerosi comitati cittadini, che non videro di buon occhio l’iniziativa, temendo una sorta di “privatizzazione” di tutto il servizio idrico cittadino.
I comitati temevano che la cessione della “gestione del ciclo integrato delle acque” ad un’azienda privata, potesse incidere anche sulla tariffazione del servizio.
Ma la sentenza del Consiglio di Stato, emessa il 9 gennaio 2009, ha rilevato che il bando della gara indetto dal Comune di Pozzuoli non concerne la gestione integrata delle acque, bensì una gestione puramente tecnica delle strutture e degli impianti. Grossa soddisfazione da parte degli organi del comune di Pozzuoli, rappresentato dallo studio legale Francesco Miani, per la sentenza del Consiglio di Stato.
“Una sentenza che finalmente dà ragione alla buona fede della nostra amministrazione” dichiara in un comunicato stampa il sindaco di Pozzuoli, Pasquale Giacobbe, “ E, laddove fosse necessario, è una conferma che questo intervento consentirà il miglioramento della rete idrica e un sostanziale risparmio per tutte le famiglie di Pozzuoli».
La parola adesso torna ai tecnici del Comune di Pozzuoli che dovranno
provvedere a rifare di nuovo la gara d'appalto per il sistema idrico e
la gestione delle utenze.



Gennaro Del Giudice

BOMBARDATO UN OSPEDALE A GAZA


LA PULIZIA ETNICA CONTINUA
Dal sito www.infopal.it
Gaza - Infopal, ore 12,30.
Le forze israeliane hanno bombardato l'ospedale Al-Quds della Mezzaluna Rossa a Gaza. All'interno ci sono 500 persone, tra feriti, malati e personale medico.

Avanzano dentro la città di Gaza le forze di terra israeliane, appoggiate dai corazzati e dall'aviazione, che bombarda senza sosta.

La popolazione cerca scampo fuggendo dalle proprie case, ma la Striscia è sigillata e divisa ormai in settori controllati dall'esercito, e non ci sono vie di fuga reali. 1,5 milioni di essere umani sono braccati come animali in gabbia, contro i quali criminali di guerra stanno facendo il tiro al bersaglio.

Poco fa ci è giunto un messaggio da Vittorio Arrigoni che parlava di "ospedale al-Quds circondato dai cecchini israeliani". L'ospedale, che appartiene al Palestine Red Crescent (la Luna Rossa palestinese) è andato a fuoco a seguito di un bombardamento israeliano. Il personale teme che possa esplodere da un momento all'altro, a causa della presenza di combustibile stoccato nei magazzini.

Poco distante, le forze di invasione israeliane hanno circondato un altro ospedale, Al-Aqsa. All'interno ci sono feriti, personale sanitario e volontari internazionali.

“Abbiamo ricevuto 150 chiamate da persone disperate che chiedevano aiuto - ha affermato uno dei volontari presenti nell'ospedale -, ma i soldati israeliani circondano l'ospedale impedendo al personale di soccorso e alle ambulanze di uscire".

Colpita sede UNRWA: tre operatori feriti. Nel quartiere occupato dall'Agenzia per i profughi delle Nazioni Unite si trovano anche altri uffici e una scuola, che sono stati bombardati. Gli edifici stavano dando ospitalità a centinaia di palestinesi scappati dalle proprie case, distrutte dagli attacchi israeliani di queste settimane.

Bombardata la Torre dei giornalisti, "Ash-Shuruq", in strada Umar Al-Mukhtar, nel centro della città di Gaza: feriti un reporter e un cameraman di Abu Dhabi TV. L'edificio ospitava diverse agenzie stampa e networks, compresi Reuters, NBC e Al-Arabiya. I giornalisti feriti sono stati ricoverati presso l'ospedale Ash-Shifa: si tratta di Muhammad As-Susi, colpito alla testa, e Ayman Ar-Rezi.

I colleghi della Reuters hanno evacuato la redazione, lasciando in funzione una macchina fotografica che continua a scattare foto dei bombardamenti.

martedì 13 gennaio 2009

GAZA: Meglio non sapere



da Peacereporter


La censura e la propaganda sono le armi con cui si combatte sul terreno della verità

La verità è sempre la prima vittima di ogni conflitto. È un luogo comune che è valso per tutto il '900 e trova conferma anche in questi anni di guerre futuristiche, in cui la propaganda e la censura giocano un ruolo sempre più importante. L'aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza, però, evidenzia come la frattura tra i fatti e i resoconti sia sempre più grande. La verità su quel che accade è in tutto e per tutto un terreno di scontro tra Israele e Hamas, ma anche il prezzo di questo conflitto parallelo viene pagato dalla popolazione civile della Striscia. "La verità è stata raggiunta da tre nuove vittime: la decenza, la compassione e la vergogna", commenta Dimitri Reider, un giornalista israeliano piuttosto atipico.
Tra le vittime della battaglia nella Striscia dei giorni scorsi si contano un giornalista algerino e un cameraman della televisione palestinese, Ihab al Wahidi, noto per essere stato il preferito di Arafat. Altri reporter sono stati arrestati, ma soprattutto molti, molti ancora, non hanno potuto fare il proprio lavoro perché Israele ha bloccato l'accesso alla Striscia. Sabato mattina l'ex ministro dell'Informazione di quello che era il governo palestinese di unità nazionale, Mustafa Barghouti, ha condannato l'attacco israeliano che ha distrutto le Jawwhara media towers, che ospitavano 20 redazioni di tv e canali satellitari. Barghouti sostiene che questi attacchi fossero voluti, per "distruggere gli aquipaggiamenti che consentono alle immagini dei crimini israeliani nella Striscia di Gaza di raggiungere il mondo". "Aprite Gaza ai giornalisti" è anche l'appello lanciato ieri da Reporter Sans Frontieres, che definiscono la chiusura del territorio "indifendibile e pericolosa", perché si tratta di "eventi che riguardano tutti". Di "severa violazione della libertà di stampa" ha invece parlato l'Associazione per la Stampa Estera in Israele, che contesta la mancata applicazione del verdetto della Corte Suprema di Gerusalemme, che aveva affermato il diritto dei suoi membri a recarsi a Gaza. Una decisione poi bloccata dal ministero della Difesa del governo Olmert.
A compensare l'imprecisione delle informazioni dalla Striscia, ci pensa però la stampa israeliana e, in generale, il clima ostile verso la libera informazione che si respira in Israele. "Giornalisti stranieri sono stati arrestati e a diversi forum online è stato richiesto di rimuovere le conversazioni considerate 'pericolose per la sicurezza e il morale' dall'Idf (l'esercito israeliano, ndr.)" spiega ancora Dimitri Reider, il quale cita anche un parlamentare israeliano che aveva proposto di "chiudere al Jazeera e al Arabiya, per via dell'effetto demoralizzante che hanno sulla popolazione araba-israeliana". Reider sostiene che la stampa israeliana asseconda questo clima con "secchiate di autocensura", ad esempio la notte in cui Israele distrusse la scuola dell'Unrwa, uccidendo molti bambini: "i resoconti israeliani erano dominati dalla morte di un soldato israeliano. Sfogliando i siti si trovava tutto sui suoi amici, la sua famiglia, i suoi hobby e quanto gli piaceva stare nell'esercito. Solo scendendo a fondopagina si poteva constatare che 'I Palestinesi sostengono che molti bambini sono rimasti uccisi in una scuola', con il sommario che subito sparava: 'Idf: miliziani si nascondevano nell'edificio". Israele - conclude Reider - non è la Corea del Nord. Sull'altra sponda dell'incubo ci sono certi monumenti del giornalismo, come Gideon Levy e Amira Hass, e qua e là un po' di spazio viene concesso anche alle opinioni critiche, o persino antisioniste. Ma l'effetto sul pubblico medio è sconfortante: oltre il 93 percento degli israeliani ritiene che i media siano troppo liberali e dovrebbero invece essere più leali. Oltre due terzi sostengono completamente l'intera operazione, mentre i commenti sui forum abbondano di odio genocida".

lunedì 12 gennaio 2009


Un articolo di Riccardo Volpe

POZZUOLI.

Non erano nemmeno le otto di sera quando, venerdì scorso, tre malviventi si sono avvicinati al distributore di benzina Shell in Via Campana, per mettere a segno una rapina. A meno di due ore dalla chiusura, infatti, uno dei due distributori di benzina presenti in zona, è stato preso di mira dai rapinatori, nonostante la strada fosse a quell’ora molto frequentata, trattandosi della principale arteria di collegamento tra i comuni di Quarto e di Pozzuoli. Questa, per ora, la ricostruzione dei fatti. A commettere il reato sarebbero stati in tre, due con il volto scoperto e solo uno resosi non identificabile, tutti muniti di arma da fuoco. Solo due erano i dipendenti che quella sera stavano in servizio; i ladri hanno prima intimato alle due vittime di consegnargli tutto l’incasso della giornata, poi, vedendo le auto che accostavano per rifornirsi di benzina, hanno iniziato a minacciare anche i passanti affinché andassero via e non opponessero intralci al loro colpo. Fortunatamente, nessuno tra i passanti e i dipendenti ha riportato ferite a seguito dell’accaduto. La somma prelevata dai rapinatori non superava nemmeno le cinquecento euro, questo il “bottino” ricavato dai tre malviventi. Appena passato lo shock della rapina, i due lavoratori hanno subito provveduto a chiamare le forze dell’ordine, nonché ad avvertire il proprietario del distributore. “Eravamo solo in due venerdì sera - dichiara uno dei dipendenti che preferisce rimanere nell’anonimato - ed abbiamo visto i tre malviventi avvicinarsi, per fortuna non ci sono state conseguente alle nostre persone. I rapinatori hanno preso quanto avevamo, qualche centinaia di euro, ed hanno iniziato a mandar via un paio di macchine che si erano fermate per rifornirsi di benzina. Da parte nostra, non abbiamo potuto fare altro che sporgere denuncia e chiamare il nostro titolare”. Le forze dell’ordine stanno già indagando sui possibili malviventi che hanno potuto compiere l’atto efferato.

venerdì 9 gennaio 2009

L'OLOCAUSTO DEI TEMPI MODERNI

E' sconcertante e vergognoso ciò a cui il mondo, inerme, sta assistendo. Hanno ridotto all'osso un'intera popolazione, riducendo sempre di più gli spazi di vita, i diritti e quant'altro appartiene ad un essere umano. Un processo di "logoramento" iniziato da tempo e che ora sembra giunto all'atto finale. La cosa sconcertante è che nessuno abbia il coraggio di prendere una posizione di condanna, tutti tacciono. Sembra che abbiano paura di mettersi contro coloro che, a questo punto, credo siano i padroni del mondo.Se solo si abbozza una minima condanna piovono giù critiche, accuse di razzismo nei confronti degli ebrei. Mi hanno sconcertato le parole di Capezzone del Pdl (che seppur è un emerito imbecille) che la dicono lunga sul clima che si respira. Il deputato ex Pannella disse, mentre scorrevano le immagini di bambini morti durante i bombardamenti israeliani, e qualcuno nel mondo aveva le "palle" di condannare Israele, "che si stava respirando una brutta aria antisemita". Ecco la parola che zittisce quando li condanni, quando non stai dalla parte loro. Sconcertante il Tg5 qualche giorno fa, 5 minuti di servizio nel mostrare le sirene che suonavano in una città Israeliana e un bambino che piangeva dalla paura ( per l'amor del cielo i bambini sono tutti uguali da entrambe le parti). Era emblematico perchè agli occhi dello spettatore sembrava che la palestina stesse bombardando Israele, mentre dall'altra parte morivano 400 palestinesi e Gaza era completamente sotto le macerie. Stanno distruggendo perfino le Moschee, uccidono civili, tutto per la "lotta al terrorismo". Perchè oggi la resistenza non esiste più, oggi se difendi la tua terra sei chiamato miliziano, terrorista!!!! E' tutto inaudito! Chissà se un domani tutte le vittime palestinesi morte durante gli oltre 40 anni di invasione israeliana saranno ricordati come oggi sono ancora ricordati e commemorati quei poveri ebrei uccisi da Hitler.....Ma non sarà così, perchè ogni morto ha un suo "peso specifico", è come se metti 1 Kilo di oro e 1 kilo di stagno....parliamo sempre di 1 Kilo ma con una differenza: il valore! E purtroppo un morto palestinese non vale un morto ebreo, la dignità di un palestinese non vale quella di un ebreo, la casa di un palestinese non vale quella di un ebreo, la vita di un palestinese non vale quella di un ebreo.....


Aiutiamo il popolo palestinese,Salviamo Gaza!