POZZUOLI. “Sotto al Monte, fai da te”. Non è uno slogan, ma realtà. Nel Rione Gescal di Pozzuoli, i residenti mantengono giardinetti pubblici puliti, le strade, si occupano di sicurezza, tempo fa hanno dettato i sensi di marcia, richiesto spazi per i disabili. Duemila anime, palazzine popolari costruite più di 50 anni fa, tra i primi quartieri della città, crocevia tra la zona alta di Pozzuoli e il Rione Toaino. “Qui facciamo tutto noi, dalla pulizia al taglio dell’erba nei giardinetti, siamo una grande famiglia, tutti uniti per il bene comune”. E’ il leit motiv dei residenti della zona, dettato dalle parole di Rosario Schiano, uno dei tanti giovani da “buoni propositi” del posto, presidente dell’associazione “Sotto il Monte” , una no – profit, apolitica e senza scopo di lucro impegnata nel sociale, da oltre 5 anni impegnata nel quartiere. Lo scenario è quello di una grossa famiglia, anche la strada sembra un luogo comune, la casa di tutti. Alle 13,30 un gruppetto di giovanotti è ancora lì, seduti a chiacchiere sulle panchine a margine della strada, che da viale dell’Europa Unita conduce verso il Rione Toiano. A delimitare lo spazio tra le panchine e la strada, alcuni paletti fatti collocare dagli stessi residenti.
Una delle numerose iniziative nate da questa grande comunità, dove forte è il senso di appartenenza e solidarietà. “Qui ci aiutiamo tutti, ogni cosa che viene fatta viene portata avanti per il bene di tutti. Dalle nostre parti episodi di micro criminalità come furti, scippi, rapine non avvengono quasi mai perché ognuno di noi se vede qualcosa aiuta l’altro, se c’è una persona sospetta scatta il passaparola e nel sia un malintenzionato la cacciamo” dicono. Tanta gente per bene abita in questo angolo di città, alle pendici del Monte Barbaro. “Sotto il Monte” a simboleggiare la presenza, dall’alto, della costa rocciosa che sovrasta l’intera area. Una comunità che fa gruppo anche contro i disservizi e l’assenza delle istituzioni. Qui non attendono, chiedono, segnalano e se la risposta non arriva, provvedono a spese loro. Emblematico il caso dei sensi di marcia, fatti cambiare nella zona che gira intorno al campo di calcio una volta pubblico, oggi divenuto privato. All’occhi risaltano due giardinetti, negli spiazzali antistanti alcune abitazioni. Uno è curato, al centro una staccionata, i fiori sono tenuti beni, ogni sera tutto viene annaffiato. A qualche metro di distanza, in un altro spiazzo, delle aiuole ricoperte da erbacce, qui l’assenza di manutenzione è palese. Vicino al campetto di calcio i resti dei rifiuti, un rogo qui qualche tempo fa ha bruciato uno striscione affisso alla rete perimetrale. Pare che a scaricare col suo furgone un uomo che non era della zona, che appositamente si recava nel Rione Gescal per lasciare ingombranti lungo il marciapiedi. Seguirono anche in questo caso le rimostranze degli abitanti. Rispetto a Monterusciello e il vicino Rione Toaino, “Sotto al Monte” sembra un’oasi felice, vige calma, tranquillità, silenzio. Si cammina tra i palazzi, dai balconi la gente saluta, la sensazione di pericolo incombente per il “forestiero” qui non esiste. Nel quartiere anche un campo di bocce, da tempo è richiesta la riqualificazione che sembra non arrivare. Ma da queste parti non si perdono d’animo, agire è la prima azione. “Ci facciano sapere cosa ne vogliono fare, certamente è peccato che una costruzione debba essere in queste condizioni” dice Rosario Schiano. Ogni angolo del quartiere è quotidianamente sottoposto allo screening di tutti, lo dimostra un’automobilista, residente del quartiere, che visto il gruppetto di concittadini si ferma per segnalare un altro dei problemi in zona “L’ultimo nubifragio, venerdì sera ha fatto crollare la strada qui vicina, da tempo dicevamo che bisognava fare qualcosa, da diversi mesi sembrava già che se ne stesse scendendo. Lo avevamo denunciato così come da tempo denunciamo la pericolosità della strada che taglia nel quartiere, ci sono auto che corrono e sarebbe necessario collocare e dissuasori di velocità”. Anche i questo caso, c’è da esserne certi, il quartiere non rimarrà a guardare.
Quante palle avete raccontato !
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