venerdì 20 marzo 2009

DOPO LE "INFILTRAZIONI CAMORRISTICHE" IL MERCATO DI POZZUOLI SI RILANCIA

Un articolo di Gennaro Del Giudice
Dal quotidiano "ROMA" del 20 marzo 2009


POZZUOLI - Una risorsa per la città e una struttura all’avanguardia.
E’ ciò che si appresta a diventare il Mercato Ittico all’ingrosso di Pozzuoli, che appena qualche anno fa, fu al centro di un’inchiesta della magistratura che ne provocò la chiusura per infiltrazioni da parte della camorra.
Una struttura ritenuta oggi tra le più efficienti e moderne del settore e che a breve potrà avvalersi di un nuovo laboratorio didattico. Infatti, ad appena un anno dall’apertura del laboratorio di Ricerca scientifico, presso il quale operano numerosi operatori del settore e ricercatori della Facoltà di Veterinaria della Federico II, apre i battenti il laboratorio didattico “Fucina del mare”. Un nuovo laboratorio che ha come obiettivo, quello di promuovere i principi dell’educazione e della sicurezza alimentare. Destinatari del progetto, portato avanti dalla direzione del mercato ittico insieme all’Azienda Sanitaria Locale e alle istituzioni cittadine, sono i giovani e gli studenti dei vari istituti scolastici dell’area flegrea.
Il laboratorio, costato alle casse comunali dodicimila e seicento euro, è dotato di un acquario all’interno del quale è stato riprodotto per intero l’ecosistema marino del golfo di Pozzuoli, dove pesci, crostacei ed altre specie marine ritrovano il loro habitat naturale. A questo si aggiunge una “vasca tattile”, una sorta di acquario all’aperto attraverso la quale si potrà entrare in “contatto diretto” con le diverse specie animali. La struttura, che sarà operativa a partire dalla prossima settimana, ospiterà lezioni e visite di scolaresche, guidate da uno staff di esperti composto da biologi, medici veterinari, e nutrizionisti.
“Questo laboratorio è l’atto conclusivo del percorso iniziato tempo fa insieme ad Asl, istituzioni e università. Una ulteriore risorsa che si va ad aggiungere al Laboratorio universitario” ha dichiarato il direttore del mercato, Giuseppe Palma, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto “Fucina del Mare” tenutosi oggi presso i locali del mercato ittico all’Ingrosso e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del magistrato della Procura di Napoli, Antonello Ardituro, titolare nel 2003, insieme al sostituto procuratore Raffaele Marino, dell’indagine sulle infiltrazioni camorristiche all’interno del Mercato ittico di Pozzuoli.Una presenza, quella del P.m. Ardituro, che il sindaco di Pozzuoli, Pasquale Giacobbe, ha definito “forte ed incoraggiante”.
“Il fatto che oggi tra noi ci sia il Giudice Ardituro è un forte segnale di legalità e di rinascita della nostra città” sottolinea il primo cittadino che ricorda come “La struttura del Mercato ittico rappresenti per la città un volano per lo sviluppo sostenibile” e annuncia nuove iniziative da attuare per il rilancio dell’area destinata al Mercato Ittico “L’area in questione, nel corso dei prossimi mesi, sarà oggetto di importanti protocolli d’intesa finalizzati alla valorizzazione delle bellezze storico artistiche ed alla funzionalità delle strutture”.



QUELL'INCHIESTA CONDOTTA DAL PM ARDITURO

All’alba del 22 maggio 2003, un imponente blitz da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli su disposizione della Direzione distrettuale antimafia, portò dietro le sbarre numerosi affiliati al clan Longobardi, sodalizio camorristico egemone a Pozzuoli.
Dalle indagini, condotte dai sostituti procuratori Antonello Ardituro e Francesco Marino, emerse uno scenario agghiacciante. Tutti i commercianti puteolani erano costretti a versare nelle casse del clan una “quota” in denaro. Operatori del mercato ittico, negozianti, albergatori e imprenditori edili, nessuno veniva risparmiato dal racket delle estorsioni. E proprio il mercato Ittico costituiva una delle maggiori fonti di guadagno per l’attività del clan, che oltre ad imporre il racket a tutti gli operatori, gestiva direttamente tramite presta nomi, numerose aziende ittiche presenti nel mercato di Pozzuoli. Un’inchiesta, quella delle infiltrazioni da parte del clan Longobardi, che aprì a vari filoni d’indagine, tra le quali quella che portò, otto mesi dopo il blitz, agli avvisi di garanzia per l’allora sindaco, Vincenzo Figliolia, e per altri cinque funzionari e tecnici. Un terremoto giudiziario che portò allo scioglimento dell’intero consiglio comunale.
Abuso ed omissioni di atti d' ufficio «con l' aggravante dell' articolo 7 per reati connessi alla criminalità organizzata», fu l’accusa per l’ex sindaco, oggi prosciolto da ogni accusa in quanto i fatti a lui contestatigli non hanno trovato alcun fondamento.
Rimangono in attesa di giudizio da parte della Cassazione, dopo le numerose condanne in secondo grado, il boss Gennaro Longobardi e numerosi suoi affiliati.

Nessun commento:

Posta un commento

INSERISCI UN COMMENTO ALL'ARTICOLO:
(GLI UTENTI SONO PREGATI DI FIRMARE I PROPRI COMMENTI COL PROPRIO NOME/COGNOME O INDIRIZZO E-MAIL)