LE TELECAMERE HANNO RIPRESO 2 UOMINI MENTRE APPICCAVANO IL FUOCO
POZZUOLI - Dal primo momento fu chiara la “matrice dolosa” dell’incendio che distrusse completamente il deposito di mobili e ben 14 appartamenti. Sul posto gli attentatori fecero ritrovare due latte di benzina vuote, segno inequivocabile di un messaggio voluto lasciare alla loro vittima. La sequenza del raid venne in parte ripresa dalle telecamere di videosorveglianza installate all’esterno del mobilificio di Cacciapuoti. Dai fotogrammi si vedrebbe un auto lasciare la zona e due uomini, con i volti coperti da cappucci “armeggiare” nello spazio tra la porta di emergenza del punto vendita e la discesa che porta al deposito nel piano interrato del palazzo. Riprese che ad un certo punto termineranno perché i due malviventi, probabilmente fino a quel momento non ancora accortisi della telecamere, offuscheranno l’obiettivo con una bomboletta spray di colore blu. E proprio negli ultimi fotogrammi, che riportano come orario l’una e ventinove del 17 marzo 2011, che si vedono i due uomini, spostarsi dall’angolo nel quale avevano operato verso il deposito. Il primo mantiene nella mano sinistra un tubicino, probabilmente utilizzato per far cadere la benzina dalle taniche attraverso le grate. Dietro di lui l’altro complice, anche lui incappucciato che lo segue. Di lì a poco i due cospargevano l’intero deposito facendo finire sul pavimento una cinquantina di litri di benzina per poi appiccare il fuoco. Pochi minuti e le fiamme divampavano, investendo anche un camion che si trovava nel garage del deposito e alcune automobili ferme fuori al palazzo, e fino a giungere all’ultimo piano della palazzina, distruggendo in poche ore l’intero stabile. Dopo aver appiccato il fuoco i due uomini si davano alla fuga, probabilmente scappando dal lato opposto a Via Domitiana, verso il Rione Toiano. Chi erano quei due uomini? Perché hanno appiccato il fuoco? Quale mandante e movente di un’azione così tanto devastante? La matrice, viste le modalità sembrerebbe essere chiaramente di origine mafiosa, una spedizione punitiva verso un obiettivo che sembrerebbe essere Carmine Cacciapuoti, il quale però fin dal primo momento agli inquirenti che indagano sull’accaduto ha smentito di aver ricevuto richieste di racket, intimidazione o minacce.
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