44ENNE SI TOGLIE LA VITA A VIA NAPOLIdi Gennaro Del Giudicearticolo pubblicato sul quotidiano "Roma" giovedì 8 ottobre 2009
POZZUOLI. Si è impiccata fuori al terrazzino di casa sua, al terzo piano di una palazzina in via Perillo n.3, nei pressi della stazione della cumana dei “Gerolomini” a Pozzuoli. V. O., 44 anni, viveva da diversi anni in un appartamento in una palazzina situata in una delle traverse di Corso Umberto Primo, di fronte al lungomare “Sandro Pertini”. La donna, stando a quanto raccontato da alcuni residenti del luogo, la sera di martedì, prima dell’estremo gesto, avrebbe portato il suo cane, col quale viveva, in un canile. Gesto che farebbe sospettare che il suicidio, avvenuto poi qualche ora dopo, fosse stato premeditato dalla donna. Il corpo della 44enne è stato trovato, a penzoloni, fuori al balcone, con una corda stretta al collo, legata alla struttura del tettuccio del terrazzino all’ultimo piano della palazzina. Intorno alle 5 di mattina alcune persone avrebbero notato una “strana” presenza fuori al balcone, ma la scarsa luminosità non avrebbe fatto constatare che si trattasse di un corpo, cosicché quella sagoma sarebbe stata inizialmente scambiata per una statua o un oggetto di grosse dimensione posto sul terrazzino. Supposizioni che hanno purtroppo trovato una smentita intorno alle 6.45 di ieri, quando alcuni residenti si sono trovati di fronte alla tragedia: una donna si era impiccata fuori al balcone di casa sua. Da quel momento in poi il caos e l’incredulità l’hanno fatta da padrona nello stretto vicoletto di via Perillo. In un orario in cui i bambini si preparavano per andare a scuola e in molti erano in procinto di recarsi al lavoro, si sono vissute scene di panico. Subito dato l’allarme alle forze dell’ordine, sul posto sono giunti i Carabinieri della compagnia di Arco Felice e gli uomini del corpo di Polizia Municipale di Pozzuoli, che nel frattempo hanno interdetto tutta la zona per circa 3 ore, fino all’arrivo del medico legale, il quale non ha potuto fare altro che constatare il decesso della donna avvenuto per cause non naturali. Solo intorno alle 10, quando il corpo della donna è stato portato via, nella zona è tornata la “normalità”.
Nell’aria un alone di tristezza e sgomento serpeggiava tra i vicini e i residenti di questo tratto di Via Napoli. V.O. viene descritta da quelle poche persone che appena la conoscevano, come una donna solitaria, silenziosa, che aveva pochi rapporti di vicinato. “La vedevo spesso col suo cane passeggiare da queste parti”, racconta il signor Eduardo, titolare di un’attività commerciale non molto distante da via Perillo. “Era una donna taciturna, nonostante abitasse qui da diverso tempo, di lei si sapeva poco o quasi nulla. Ma dava l’impressione di essere una persona triste, sola”. Molte le persone che rallentano in auto, che si affacciavano per vedere dove è successa la tragedia. Si fermano 2 signore all’ingresso del vicoletto, in silenzio indicano forse il palazzo nel quale viveva V.O. “Sappiamo che insegnava, che viveva da sola insieme al suo cane. Era una donna silenziosa, non dava confidenza a nessuno”. Di V.O. ci dicono che era insegnante presso l’86esimo circolo di Pianura, in passato aveva lavorato a Quarto, presso il primo circolo didattico.
Ora saranno le indagini, condotte dagli inquirenti, a chiarire il movente che ha portato una donna di 44 anni, un’educatrice scolastica a compiere questo gesto estremo, maturato in uno scenario di tristezza e solitudine.
e' un bel articolo non c'e' che dire...a te certamente e' servito per andare in stampa...ma hai forse dimenticato che dietro a questo tuo romanzeggiare c'e' una famiglia che soffre per la perdita...e' assurdo che per l'ennesima volta passi il messaggio che la solitudine giustifica questi atti sempre piu' ricorrenti nella societa' di oggi che tende a emerginare il diverso...la vita e' dura per tutti quelli che hanno un cuore, per le persone sensibili le ingiustizie di una societa' ormai in decadenza e senza piu' valori sono avvertite in modo piu' forte...i media e tutto cio' che c'e' dietro non fa altro che propinare finte cure placebo....la cosa piu' teatrale di tutto il romanzo pero' ti e' sfuggita: i carabinieri non si sono degnati nemmeno di togliere il corpo dal "patibolo" perche' non avevano i guanti, ma (come si suol dire oltre al danno anche la beffa) questo compito e' spettato a mio zio ovvero il fratello!!!...prima di iniziare a scrivere gialli o romanzi o se li si puo' chiamare articoli ( e tutti sono bravi a farlo anche chi non ha una laurea e non fa parte dell'albe dei giornalisti) bisognerebbe immedesimarsi un po' in piu' e avere un po' piu' di rispetto per chi per questi eventi davvero ci soffre e non li usa solo per fare soldi!!!!....riccardoivan@hotmail.it
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