I TRE PROIETTILI RINVENUTI APPARTENGONO ALLA STESSA ARMA: E' STATO IL GESTO DI UN FOLLE O UN'INTIMIDAZIONE MALAVITOSA?
POZZUOLI - E’ caccia al folle che sabato mattina ha sparato tre colpi di pistola tra la gente all’esterno di un supermercato e di un negozio di parrucchiere in via Pagano, nel quartiere di Monterusciello. Un episodio sconcertante che ha gettato un alone di mistero e timore in tutta la zona, dove i residenti temono che il folle possa di nuovo ritornare a sparare. Tre colpi esplosi con una sola arma che hanno lasciato il segno, sparati a 50 metri di distanza da una scuola elementare e una media, a pochi metri dal portone d’ingresso di una palazzina residenziale e di un supermercato. Chi è stato a sparare quei colpi? E per quale motivo qualcuno avrebbe preso la pistola e fatto fuoco tra la gente? Domande che in queste ore stanno assillando i pensieri dei residenti della zona e che sono al centro delle indagini condotte dagli agenti del commissariato di Polizia di Pozzuoli diretti dal vicequestore Michele Cante. Indagini che vengono supportate dai risultati dei rilievi effettuati dagli uomini della scientifica i quali hanno rinvenuto nello spiazzale antistante la palazzina al civico 106 di via Giuseppe Pagano tre bossoli, un frammento di ogiva e dei fori su una parete dell’edificio, proprio accanto alla rampa di accesso al supermercato “Sisa” e vicino al portone della palazzina che ospita le attività commerciali e alcune abitazioni. Fori che ora, sulla base dei rilievi scientifici, bisognerà capire se erano già esistenti o se sarebbero stati provocati dagli spari che, vista la loro posizione, farebbero presagire che chi ha sparato lo avrebbe fatto direttamente dallo spiazzale. Dopo essere giunti sul posto subito dopo che erano stati uditi gli spari gli inquirenti effettuavano una serie di controlli nella zona, alla ricerca di eventuali “tracce” e testimonianze utili per ricostruire l’intera vicenda e risalire a chi materialmente avrebbe esploso i colpi. Bisogna capire il movente e l’eventuale “destinatario” di quei proiettili: se si tratta di un gesto di un folle che in preda ad un raptus ha sparato i tre colpi; se siamo di fronte ad un atto di intimidazione; se quegli spari sarebbero collegati alla presenza delle due attività commerciali. Domande che nelle prossime ore potrebbero trovare una risposta da parte degli inquirenti che nel frattempo mantengo lo stretto riserbo sulla vicenda. L’unica certezza per ora è che a prescindere da chi sia l’esecutore, il destinatario e il movente, l’unica certezza è che tre colpi di pistola sono stati sparati tra la folla e che solo per puro caso non hanno provocato né vittime né danni. Un episodio sconcertante , che ricordiamo è avvenuto sabato mattina, intorno alle 10, nello spiazzale antistante alla palazzina che ospita uno dei punti vendita della catena di supermercati “Sisa” e un negozio di parrucchiere, in via Giuseppe Pagano 106, nella zona delle “cooperative”. Qui, dopo aver estratto una pistola, qualcuno avrebbe iniziato a sparare all’impazzata tra le persone che in quel momento affollavano la zona. In tutto venivano esplosi tre colpi, che fortunatamente non andavano a segno, ma che seminavano il terrore tra i clienti dei negozi e i residenti del posto. In un attimo lo spiazzale antistante la palazzina, a poca distanza dalla scuola media “Raimondo Annecchino” e dall’istituto elementare “Gianni Rodari” si trasformava in terreno di Far West, dove appena uditi gli spari si scatenava un “fuggifuggi” generale. Erano attimi di forte tensione, con il folle che sparava all’impazzata mentre la gente, appena accortasi di quanto stava accedendo veniva sopraffatta dal panico: c’era chi si barricava in casa, i clienti che scappavano, cercando un riparo, il tutto tra le urla e le grida di paura che rompevano un tranquillo sabato mattina. A quell’ora c’erano persone che passeggiavano, nei negozi, le auto parcheggiate fuori ai negozi, il solito via vai di donne, bambini e residenti del posto. Tranquillità che si trasformava in terrore, tre spari che gettavano nella paura un intero quartiere, che ora teme che quel “qualcuno” possa ritornare a sparare.
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