mercoledì 7 aprile 2010

VIA DOMITIANA ALLA MERCE' DI TUTTI

TRA PROSTITUTE, DEGRADO, RIFIUTI E LE PRECARIE CONDIZIONI DEL MANTO STRADALE ORAMAI LISCIO E PERICOLOSO

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI/LICOLA. Lungo quella che fu la più grande strada costruita dall’imperatore romano, Domitiano realizzata per migliorare i collegamenti tra il porto di Puteoli e il resto dell'impero, scempio e degrado prevaricano. A prescindere dalla competenza territoriale sui vari tratti stradali. A Pozzuoli, il tratto di via Domitiana secondo la toponomastica è chiamato anche via Monte Nuovo Licola Patria e termina, provenendo dalla città flegrea, in prossimità dell’istituto tecnico Agrario. Lì una linea immaginaria pone il confine con il tratto di via Domitiana di competenza del comune di Giugliano. Una competenza che sembrerebbe immaginaria considerando le condizioni nelle quali versa l’arteria e il territorio circostante. Fatte salve alcune attività commerciali e turistiche, le quali appaiono come autentiche oasi nel deserto: strutture strabilianti, all’avanguardia, ultramoderne, alle situate in un’area abbandonata e dimenticata dalle istituzioni. Un degrado attenuato dalla magnanimità degli stessi proprietari delle strutture i quali, dinanzi all’ impasse dei governanti, provvedono a tenere pulita la zona, cercando di apportare uno sviluppo turistico oltreché economico. Qui tanti scenari si alternano, durante la giornata fino a notte inoltrata, rimanendo inalterato l’unico fattore predominante: il degrado.
La strada la si percorre tra 2 ali di terreno, un tempo palude, sulla quale sono state edificate case e strutture commerciali. Tra canneti, arbusti, vegetazione spontanea, si trovano rifiuti, non tanti da gridare alla presenza di una discarica a cielo aperto, ma spazzatura messa lì e rimasta lì nel tempo, frutto della noncuranza da parte di chi dovrebbe tutelare la zona. Rifiuti segno tangibile della presenza umana, delle tante prostitute di colore che quotidianamente, fin dalla mattina, presenziano a destra e a sinistra della carreggiata. Proprio a 2 passi da locali, abitazioni e perfino dell’ istituto superiore per l’agricoltura, dove quotidianamente tanti minorenni si recano per studiare.
Camminare lungo la strada comporta è missione impervia, non esiste marciapiede, il ciglio del suolo stradale è smussato, irregolare. Il manto è liscio, consumato dal tempo, talmente eroso quasi da divenire grigiastro. E le conseguenze sono evidenti. Calpestandolo sembra quasi di scivolarci sopra. Quando piove il pericolo di acqua planning è elevatissimo, numerosi gli incidenti registrati, numerosi i morti lungo questa strada. Tanto sangue, tante lacrime versate. Una mattanza che sembra non conoscere fine, alla quale nessuno sembra opporsi, porre una fine. Camminando ai margini della carreggiata ci si imbatte in preservativi, bottigliette, contenitori di latta rimasti lì dalle operatrici del sesso come sedie. Quando fa freddo ci si imbatte anche in resti di falò accesi per riscaldarsi. Poco distante una fermata del bus: sembra che un bidone sia stato svuotato interamente rimanendo lì a terra tutto quanto era contenuto. Ci sono finanche due sediolini ed altrettanti pneumatici di auto. Il bidone, semidistrutto ed accartocciato, sembrerebbe essere stato buttato a ridosso della strada, su di un muretto di tufo. Nei tanti cespuglietti ancora rifiuti, così come lungo il canale che costeggia un lato di strada, all’interno del quale sembra esserci di tutto. Un racconto che potrebbe andare avanti ad oltranza, un drammatico bollettino di degrado che, seppur riguarda il breve tratto di confine tra i comuni di Pozzuoli e Giugliano, si ripete sistematicamente lungo tutta l’intera via Domitiana, fino ad arrivare a Mondragone. Degrado, abbandono, sporcizia, prostituzione che accompagnano chilometri interi di strada, rovinando l’immagine di quella che una volta fu una delle maggiori strade dell’ Impero romano e rovinando, vanificando, gli sforzi dei tanti imprenditori e abitanti che, lasciati soli dalle istituzioni, tentano almeno di salvare il salvabile.

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