POZZUOLI/LICOLA. Lungo quella che fu la più grande strada costruita dall’imperatore romano, Domitiano realizzata per migliorare i collegamenti tra il porto di Puteoli e il resto dell'impero, scempio e degrado prevaricano. A prescindere dalla competenza territoriale sui vari tratti stradali. A Pozzuoli, il tratto di via Domitiana secondo la toponomastica è chiamato anche via Monte Nuovo Licola Patria e termina, provenendo dalla città flegrea, in prossimità dell’istituto tecnico Agrario. Lì una linea immaginaria pone il confine con il tratto di via Domitiana di competenza del comune di Giugliano. Una competenza che sembrerebbe immaginaria considerando le condizioni nelle quali versa l’arteria e il territorio circostante. Fatte salve alcune attività commerciali e turistiche, le quali appaiono come autentiche oasi nel deserto: strutture strabilianti, all’avanguardia, ultramoderne, alle situate in un’area abbandonata e dimenticata dalle istituzioni. Un degrado attenuato dalla magnanimità degli stessi proprietari delle strutture i quali, dinanzi all’ impasse dei governanti, provvedono a tenere pulita la zona, cercando di apportare uno sviluppo turistico oltreché economico. Qui tanti scenari si alternano, durante la giornata fino a notte inoltrata, rimanendo inalterato l’unico fattore predominante: il degrado.
La strada la si percorre tra 2 ali di terreno, un tempo palude, sulla quale sono state edificate case e strutture commerciali. Tra canneti, arbusti, vegetazione spontanea, si trovano rifiuti, non tanti da gridare alla presenza di una discarica a cielo aperto, ma spazzatura messa lì e rimasta lì nel tempo, frutto della noncuranza da parte di chi dovrebbe tutelare la zona. Rifiuti segno tangibile della presenza umana, delle tante prostitute di colore che quotidianamente, fin dalla mattina, presenziano a destra e a sinistra della carreggiata. Proprio a 2 passi da locali, abitazioni e perfino dell’ istituto superiore per l’agricoltura, dove quotidianamente tanti minorenni si recano per studiare.
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