lunedì 29 giugno 2009
ALLARME TRA LA GENTE PER FRUTTI DI MARE CONTAMINATI
IL DIRETTORE DEL MERCATO INVITA "A NON COMPRARE COZZE DALLE BANCARELLE"
di Gennaro Del Giudice
pubblicato dal quotidiano "ROMA" di martedì 30 giugno 2009POZZUOLI. Serpeggia la paura tra la gente per una contaminazione dei prodotti ittici, dopo il blocco degli impianti di depurazione di Cuma-Licola. A causa della protesta di due settimane fa, da parte dei dipendenti della Hydrogest, azienda che gestisce i depuratori, per oltre 72 ore in mare finirono tonnellate di liquami “non depurati”. Oltre al colore delle acque, diventate scure, e alla presenza di materiali fecali a mare, il timore per molti cittadini di Pozzuoli, Monte di Procida, Licola e delle zone interessate allo scempio ambientale, è che anche la vegetazione marina sia stata danneggiata. La paura è che pesci, crostacei, molluschi, frutti di mare, mitili, che costituiscono i “piatti forti” della gastronomia di tutta l’area flegrea e giuglianese, siano stati “infettati” dagli scarichi “non filtrati” provenienti dai depuratori. Facendo crescere, nella gente, il timore per epidemie di epatite e tifo. Paure che per ora non sembrano trovare fondamenta, visto che casi conclamati non sono stati ancora registrati, come conferma il responsabile del Settore Informazione Sanitaria e Documentazione per la Salute dell’area dipartimentale di epidemiologia e prevenzione dell’Asl 2 di Napoli, Dott. Paolo Russo, “Casi conclamati di contagio derivanti dal consumo di prodotti ittici, collegati alla vicenda dei depuratori, non sono stati per ora riscontrati. Inoltre se si dovessero verificare, sarebbe ancora presto, affinché il virus nell’organismo si sviluppi”. Mentre il direttore del mercato ittico all’ingrosso di Pozzuoli, Giuseppe Palma, smentisce probabili contaminazioni dei prodotti ittici nel golfo di Pozzuoli. “Ciò che è successo non ha intaccato i nostri prodotti. Da noi vengono attivati rigidi protocolli riguardanti sia la pesca che la coltivazione dei frutti di mare. Esistono regole ben precise ai quali i nostri operatori si attengono. Il pesce viene pescato professionalmente e lontano dalle coste, mentre per i frutti di mare, in questi casi, i centri di depurazione accentuano i controlli.” Ed invita i cittadini “a comprare solo prodotti ittici controllati e confezionati”, sconsigliando “l’acquisto di frutti di mare da canali alternativi a quelli legali”.
sabato 27 giugno 2009
POZZUOLI SI FERMA PER I FUNERALI DEI DUE PILOTI
CENTINAIA DI PERSONE PER L'ULTIMO SALUTO A MIMMO E SERGIO
E tutto intorno il dolore, immenso, grande, composto, e la consapevolezza, per chi li ha conosciuti, di aver ricevuto tanto. “Dio aveva bisogno di due capitani per guidare il suo stormo di angeli”, per un amico ecco il perché del tragico incidente. E Flavia, la figlia più grande di Domenico Annella, legge le righe scritte dalla cuginetta di nove anni, per dedicare l’ultimo pensiero al suo papà: “Zio Mimmo era un super-eroe, una figura imponente sospesa tra acqua e cielo, ora volato in paradiso per raggiungere la sua figlioletta”
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul quotidiano "ROMA" di domenica 28 giugno 2009
POZZUOLI. “Sono passati dal volo nell’aria al volo tra gli angeli, per arrivare tra le braccia di Dio”.
Con queste toccanti parole, Don Tonino Russo, ha voluto ricordare Domenico Annella e Sergio Mercuri, durante i funerali celebrati ieri nella chiesa di San Michele Arcangelo, nel rione Toiano, a Pozzuoli. Per dare l’ultimo saluto ai suoi “due angeli”, morti sabato scorso sulle colline di Ozzano, dopo essere precipitati con il loro aereo ultraleggero, tutta la città di Pozzuoli si è fermata. Lutto cittadino e serrande dei negozi abbassati. Centinaia tra parenti, amici, colleghi, commercianti, conoscenti, politici che insieme al sindaco della città, si sono stretti intorno al dolore delle famiglie dei due piloti. In una chiesa gremita, struggente è stata l’omelia di don Tonino: “Chiamateli, parlate sempre di Mimmo e Sergio, perché è un bene per tutti parlare di due uomini così, persone che si son fatte voler bene da tutti”. Due persone per bene, genuine, due esempi di vita. E’ unanime il pensiero di chi ha conosciuto Mimmo, commerciante per diversi anni e Sergio, architetto, che da un po’ lavorava in un cantiere navale. Due “modelli di vita, esempi per le nuove generazioni”, così li ha definiti don Peppino Lannia, parroco di Pozzuoli, che conobbe Sergio Mercuri alla tenera età di 12 anni. Le due bare poste l’una accanto all’altra, Sergio e Mimmo sempre vicini, inseparabili, come nelle innumerevoli avventure, come nell’ultimo viaggio, per il quale partirono sabato mattina, per volare spinti dalla loro grande passione.
Con queste toccanti parole, Don Tonino Russo, ha voluto ricordare Domenico Annella e Sergio Mercuri, durante i funerali celebrati ieri nella chiesa di San Michele Arcangelo, nel rione Toiano, a Pozzuoli. Per dare l’ultimo saluto ai suoi “due angeli”, morti sabato scorso sulle colline di Ozzano, dopo essere precipitati con il loro aereo ultraleggero, tutta la città di Pozzuoli si è fermata. Lutto cittadino e serrande dei negozi abbassati. Centinaia tra parenti, amici, colleghi, commercianti, conoscenti, politici che insieme al sindaco della città, si sono stretti intorno al dolore delle famiglie dei due piloti. In una chiesa gremita, struggente è stata l’omelia di don Tonino: “Chiamateli, parlate sempre di Mimmo e Sergio, perché è un bene per tutti parlare di due uomini così, persone che si son fatte voler bene da tutti”. Due persone per bene, genuine, due esempi di vita. E’ unanime il pensiero di chi ha conosciuto Mimmo, commerciante per diversi anni e Sergio, architetto, che da un po’ lavorava in un cantiere navale. Due “modelli di vita, esempi per le nuove generazioni”, così li ha definiti don Peppino Lannia, parroco di Pozzuoli, che conobbe Sergio Mercuri alla tenera età di 12 anni. Le due bare poste l’una accanto all’altra, Sergio e Mimmo sempre vicini, inseparabili, come nelle innumerevoli avventure, come nell’ultimo viaggio, per il quale partirono sabato mattina, per volare spinti dalla loro grande passione.
E tutto intorno il dolore, immenso, grande, composto, e la consapevolezza, per chi li ha conosciuti, di aver ricevuto tanto. “Dio aveva bisogno di due capitani per guidare il suo stormo di angeli”, per un amico ecco il perché del tragico incidente. E Flavia, la figlia più grande di Domenico Annella, legge le righe scritte dalla cuginetta di nove anni, per dedicare l’ultimo pensiero al suo papà: “Zio Mimmo era un super-eroe, una figura imponente sospesa tra acqua e cielo, ora volato in paradiso per raggiungere la sua figlioletta”
venerdì 26 giugno 2009
INGENTI I DANNI ALLE STRUTTURE BALNEARI DEL LITORALE FLEGREO E GIUGLIANESE
GLI OPERATORI DENUNCIANO: "UN INTERO SETTORE E' IN CRISI"
di Gennaro Del Giudice
dal quotidiano "ROMA" di sabato 27 giugno 2009
POZZUOLI/LICOLA. Dopo il divieto assoluto di balneazione, imposto una settimana fa dal sindaco del comune di Monte di Procida, Francesco Iannuzzi, torna balenabile il litorale tra Miliscola ed Acquamorta. E' stata, infatti, revocata l’ordinanza del primo cittadino montese, disposta a seguito del blocco degli impianti di depurazione di Cuma-Licola, che per giorni provocò un ingente afflusso di liquami in mare. Ciò a seguito delle proteste dei dipendenti della Hydrogest, società che gestisce gli impianti di depurazione, che in segno di protesta contro i mancati pagamenti degli stipendi da parte della propria azienda, per oltre 3 giorni hanno spento i depuratori facendo sì che tonnellate di liquami terminassero a mare senza essere “filtrati”. Per giorni, nei tratti di acqua che vanno da Licola a Varcaturo, fino ad arrivare alle più distanti acque di Monte di Procida, Fusaro e Miseno, lo scempio l’ha fatta da padrona. Agli occhi dei bagnanti che si dirigevano verso gli stabilimenti balneari per i primi bagni estivi, l'acqua del mare si presentava di colore marrone, con materiale fecale che galleggiava, mentre per le strade adiacenti gli impianti di depurazioni, a causa di alcuni tombini estromessi dagli scioperanti, l’aria era resa irrespirabile. Una emergenza sanitaria in piena regola. Un danno ingente all’economia della zona, che si nutre prevalentemente delle attività legate al turismo balneare. E nonostante il rientro della protesta, che ha portato ad una ritorno alla normalità nell’attività di depurazione delle acque, la situazione per i numerosi lidi balneari del giuglianese rimane precaria. Per Gennaro Di Bonito, presedente del"Consorzio Turistico del Mediterraneo" che dal 1990 raggruppa gli operatori dell’intera costa, il problema non è da circoscrivere alla sola protesta degli operai della Hydrogest. “Il problema perdura da anni, l’impianto di depurazione funziona male, l’acqua del mare non è stata sporca solo nei giorni della protesta, ma lo è sempre.” E denuncia una crisi che ha investito tutta un’intera economia turistica, che mette a serio rischio anche l’indotto lavorativo.” gli stabilimenti di Licola e Varcaturo hanno subito una enorme diminuzione di presenze. Tra il problema del mare, la chiusura di numerosi stabilimenti da parte del comune di Giugliano ad inizio stagione, si è diffuso un messaggio negativo tra la gente, che non sarà certamente invogliata a venire dalle nostre parti. E la cosa più grave è che intorno a noi non si muove nulla.”
OGGI I FUNERALI DEI DUE PILOTI
PROCLAMATO IL LUTTO CITTADINO
di Eugenio De Bellis e Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. Stamane, alle ore 8.30, le salme di Domenico Annella e Sergio Mercuri lasceranno l’obitorio della “Certosa” di Bologna, dove ieri sono stati effettuati gli esami autoptici e tossicologici sui campioni dei due corpi, disposti dal pubblico ministero incaricato per le indagini, Maria Gabriella Tavano, nominato dalla Procura di Bologna. Le salme partiranno alla volta di Pozzuoli, città nella quale risiedevano i due piloti, per la celebrazione dei funerali, che si svolgeranno, in forma congiunta, alle ore 16.30, presso la Chiesa “San Michele Arcangelo”, al rione Toiano di Pozzuoli, dove parenti, amici e i numerosi conoscenti, potranno dare l’ultimo straziante saluto ai loro cari Sergio e Domenico. Intanto il sindaco di Pozzuoli, Pasquale Giacobbe, ha dichiarato "lutto cittadino".
Due le ipotesi relative all'incidente di volo in cui hanno perso la vita i piloti Mimmo Annella e Sergio Mercuri. Tutte e due connesse con le avverse condizioni meteo nell'area di Ozzano. I piloti del P92 sarebbero entrati in una nube temporalesca,in condizioni di forte turbolenza ed assenza di visibilità orizzontale e verticale. A questo punto a causa della mancanza di visibilità sarebbero stati colti dal cosiddetto "disorientamento spaziale",con conseguente perdita di controllo del velivolo,(assetto inusuale),spirale ed impatto al suolo. Oppure il P92 a fronte del superamento della VNE(velocità massima strutturale da non superare mai) si sarebbe spaccato prima di arrivare per terra. Fra le due ipotesi di gran lunga più accreditata la prima. Quella del disorientamento spaziale è la causa primaria di un rilevante numero di incidenti dell'aviazione generale ed ultraleggera. Di essa è stato vittima anche il figlio del presidente Kennedy mentre anni or sono viaggiava di notte a bordo di un monomotore Piper Saratoga. In assenza di riferimenti visivi esterni il pilota non addestrato al volo strumentale va in vertigine perdendo il controllo del velivolo che finisce in vite o in spirale. Vale a dire che il pilota viene ingannato dai propri sensi. Si pensa di volare diritti ed invece ci si trova in volo rovescio con tutto ciò che ne consegue. In condizioni IMC cioè di volo strumentale il pilota deve credere all'indicatore di assetto(orizzonte artificiale) e non ai propri sensi ingannati dalle false indicazioni fornite dall'orecchio interno che presiede all'equilibrio.In parole povere alla base di questi incidenti ci sono la mancanza di addestramento del pilota al volo IFR(Instrumental Flight Rules) e la inadeguata valutazione delle condizioni meteo avverse che sconsiglierebbero di condurre il volo navigando a vista(VFR).Uno dei più frequenti killer dell'aviazione generale ed ultraleggera è proprio il volo VFR deliberato in condizioni IMC. Lo stabiliscono le statistiche. Alla base degli incidenti di volo il fattore umano è sempre quello di maggiore rilievo. La formazione del pilota,il suo addestramento,la sua capacità di giudizio devono migliorare per rendere il volo un'attività più sicura possibile.
di Eugenio De Bellis e Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. Stamane, alle ore 8.30, le salme di Domenico Annella e Sergio Mercuri lasceranno l’obitorio della “Certosa” di Bologna, dove ieri sono stati effettuati gli esami autoptici e tossicologici sui campioni dei due corpi, disposti dal pubblico ministero incaricato per le indagini, Maria Gabriella Tavano, nominato dalla Procura di Bologna. Le salme partiranno alla volta di Pozzuoli, città nella quale risiedevano i due piloti, per la celebrazione dei funerali, che si svolgeranno, in forma congiunta, alle ore 16.30, presso la Chiesa “San Michele Arcangelo”, al rione Toiano di Pozzuoli, dove parenti, amici e i numerosi conoscenti, potranno dare l’ultimo straziante saluto ai loro cari Sergio e Domenico. Intanto il sindaco di Pozzuoli, Pasquale Giacobbe, ha dichiarato "lutto cittadino".
Due le ipotesi relative all'incidente di volo in cui hanno perso la vita i piloti Mimmo Annella e Sergio Mercuri. Tutte e due connesse con le avverse condizioni meteo nell'area di Ozzano. I piloti del P92 sarebbero entrati in una nube temporalesca,in condizioni di forte turbolenza ed assenza di visibilità orizzontale e verticale. A questo punto a causa della mancanza di visibilità sarebbero stati colti dal cosiddetto "disorientamento spaziale",con conseguente perdita di controllo del velivolo,(assetto inusuale),spirale ed impatto al suolo. Oppure il P92 a fronte del superamento della VNE(velocità massima strutturale da non superare mai) si sarebbe spaccato prima di arrivare per terra. Fra le due ipotesi di gran lunga più accreditata la prima. Quella del disorientamento spaziale è la causa primaria di un rilevante numero di incidenti dell'aviazione generale ed ultraleggera. Di essa è stato vittima anche il figlio del presidente Kennedy mentre anni or sono viaggiava di notte a bordo di un monomotore Piper Saratoga. In assenza di riferimenti visivi esterni il pilota non addestrato al volo strumentale va in vertigine perdendo il controllo del velivolo che finisce in vite o in spirale. Vale a dire che il pilota viene ingannato dai propri sensi. Si pensa di volare diritti ed invece ci si trova in volo rovescio con tutto ciò che ne consegue. In condizioni IMC cioè di volo strumentale il pilota deve credere all'indicatore di assetto(orizzonte artificiale) e non ai propri sensi ingannati dalle false indicazioni fornite dall'orecchio interno che presiede all'equilibrio.In parole povere alla base di questi incidenti ci sono la mancanza di addestramento del pilota al volo IFR(Instrumental Flight Rules) e la inadeguata valutazione delle condizioni meteo avverse che sconsiglierebbero di condurre il volo navigando a vista(VFR).Uno dei più frequenti killer dell'aviazione generale ed ultraleggera è proprio il volo VFR deliberato in condizioni IMC. Lo stabiliscono le statistiche. Alla base degli incidenti di volo il fattore umano è sempre quello di maggiore rilievo. La formazione del pilota,il suo addestramento,la sua capacità di giudizio devono migliorare per rendere il volo un'attività più sicura possibile.
giovedì 25 giugno 2009
IDEA RESTYLING PER IL PARCO BOGNAR
IL CAMPETTO DI CALCIO POTREBBE ESSERE INTITOLATO A "LORIS E DANIELE"
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul quotidiano "ROMA"di venerdì 26 giugno 2009
POZZUOLI. “La morte di quei ragazzi è stata una delle pagine più tristi della storia della città di Pozzuoli. La volontà di tutti è sempre stata quella di dedicare quel campetto che sorge sul parco “Bognar” alla loro memoria, fin dai tempi del commissario prefettizio”. Con queste parole, il sindaco di Pozzuoli, Pasquale Giacobbe, ha voluto rafforzare il “no” alla proposta di “deviare” i 240mila euro destinati al restyling del parco e del campetto dove sono nati e cresciuti Loris Di Roberto e Daniele Del Core, i due diciottenni morti nell’ottobre del 2006, dopo essere stati accoltellati da un altro giovane, un sedicenne di Napoli, per futili motivi sentimentali. La rissa si era consumata nei pressi della Solfatara di Pozzuoli. Il sedicenne che colpì a morte Del Core e Di Roberto, aveva una relazione sentimentale con una coetanea che, in precedenza, era stata fidanzata con Di Roberto.
Un tragico episodio che colpì l’intera città di Pozzuoli e tutta l’opinione pubblica. E la volontà, fin dal primo momento, da parte di parenti, conoscenti, ma soprattutto dei tanti amici delle vittime, di dedicare quel luogo, quel posto, alla loro memoria. A “Loris e Daniele”, che tante volte su quel campetto avevano corso dietro ad un pallone, dove avevano trascorso i momenti più belli della loro adolescenza.
Ora l’iter per la realizzazione di tutto ciò sembrerebbe in discesa. E’ stato respinto, nell’ultimo consiglio comunale, l’emendamento presentato dal Presidente del Consiglio, Tommaso Pollice, che prevedeva lo spostamento della cifra destinata al restyling del parco Bognar e delle sue strutture sportive, per destinarli a strutture sportive di Monterusciello e delle zone periferiche. Una decisione, che ha suscitato non poche polemiche durante il consiglio. Volte soprattutto a voler porre maggiore attenzione alle periferie, alle quali destinare tali fondi, per zone considerate “a rischio” come Monterusicello, Rione Toiano e Licola, spesso teatri di episodi criminali. Una richiesta di priorità rispetto ad una zona della città, il parco Bognar, considerata più “vivibile” rispetto alle periferie.
Un tragico episodio che colpì l’intera città di Pozzuoli e tutta l’opinione pubblica. E la volontà, fin dal primo momento, da parte di parenti, conoscenti, ma soprattutto dei tanti amici delle vittime, di dedicare quel luogo, quel posto, alla loro memoria. A “Loris e Daniele”, che tante volte su quel campetto avevano corso dietro ad un pallone, dove avevano trascorso i momenti più belli della loro adolescenza.
Ora l’iter per la realizzazione di tutto ciò sembrerebbe in discesa. E’ stato respinto, nell’ultimo consiglio comunale, l’emendamento presentato dal Presidente del Consiglio, Tommaso Pollice, che prevedeva lo spostamento della cifra destinata al restyling del parco Bognar e delle sue strutture sportive, per destinarli a strutture sportive di Monterusciello e delle zone periferiche. Una decisione, che ha suscitato non poche polemiche durante il consiglio. Volte soprattutto a voler porre maggiore attenzione alle periferie, alle quali destinare tali fondi, per zone considerate “a rischio” come Monterusicello, Rione Toiano e Licola, spesso teatri di episodi criminali. Una richiesta di priorità rispetto ad una zona della città, il parco Bognar, considerata più “vivibile” rispetto alle periferie.
QUARTO CITTA' DEL CORNICELLO
DAL 3 AL 5 LUGLIO FESTA IN PIAZZA NEL SEGNO DEL CORNICELLO
QUARTO. «Benvenuti nella città del cornicello». Dal 3 al 5 luglio Quarto diventerà ufficialmente la città del famoso oggetto portafortuna, famoso in tutto il mondo, con la prima edizione della «Festa del cornicello», ideata e realizzata da Salvio Corcione alias Mr. Cornicello, tour-operator di Quarto. Tutto sarà incentrato sulla figura «apotropaica» del cornicello: le vetrine dei negozi, gli ingressi delle abitazioni, alcuni lampioni, i varchi di ingresso alla cittadina flegrea e persino la sfilata di moda e la lotteria creata per l’occasione e dal titolo «A’ corta», con in palio un’autovettura come primo premio. La manifestazione, organizzata anche dalla Pro Loco di Quarto in collaborazione con il Comune di Quarto e con il patrocinio, tra gli altri, dell’Esercito Italiano, partirà venerdì 3 luglio alle 18 con la esibizione della Banda storica Cecilia di Castellabate e l’ingresso della barca a remi usata per visitare la Grotta Azzurra di Capri, mentre alle 20 ci sarà l’esibizione della Fanfara dei Bersaglieri ed alle 20.30 taglio del nastro ufficiale con la esibizione di Peppino di Capri. «Mostreremo la collezione di oltre 1500 cornicelli e nel corso dei tre giorni di festa distribuiremo migliaia di corni portafortuna – spiega Salvio Concione – Las nostra è l’operazione simpatia, che vedrà a Quarto anche la presenza dei più famosi Dj del momento ed una sfilata di moda, domenica 5 luglio. Vogliamo promozionare il nome di Quarto, come città portafortuna del cornicello, in giro per il mondo». Alla presentazione della kermesse, ieri mattina, era presente anche il maggiore Antonio Grilletto. «Patrociniamo la festa del cornicello, che è la prima delle 18 tappe del consueto tour promozionale estivo dell’Esercito italiano – ha detto il maggiore Grilletto – Il cornicello è il simbolo scherzoso e scaramantico della napoletaneità e nella festa ci sarà anche l’esibizione della Fanfara dei Bersaglieri». All’iniziativa ha dato il suo contributo anche la Pro Loco di Quarto, di recente colpita dalla morte del suo storico presidente Francesco Baiano. «Grazie a Corcione ed alla Pro Loco abbiamo realizzato la prima edizione della festa che vuole essere anche un modo per riscoprire la millenaria storia del cornicello, oggetto portafortuna per antonomasia – ha sottolineato il sindaco Sauro Secone – Dobbiamo dare un futuro alla fantasia e sono onorato che ci sia anche l’Esercito italiano a patrocinare la manifestazione. L’Esercito è amico di questa città, che ha tra i suoi concittadini illustri anche il generale Giannini ed il tenente colonnello Ferraro».
Di Nello Mazzone (comunicato stampa comune di Quarto)
QUARTO. «Benvenuti nella città del cornicello». Dal 3 al 5 luglio Quarto diventerà ufficialmente la città del famoso oggetto portafortuna, famoso in tutto il mondo, con la prima edizione della «Festa del cornicello», ideata e realizzata da Salvio Corcione alias Mr. Cornicello, tour-operator di Quarto. Tutto sarà incentrato sulla figura «apotropaica» del cornicello: le vetrine dei negozi, gli ingressi delle abitazioni, alcuni lampioni, i varchi di ingresso alla cittadina flegrea e persino la sfilata di moda e la lotteria creata per l’occasione e dal titolo «A’ corta», con in palio un’autovettura come primo premio. La manifestazione, organizzata anche dalla Pro Loco di Quarto in collaborazione con il Comune di Quarto e con il patrocinio, tra gli altri, dell’Esercito Italiano, partirà venerdì 3 luglio alle 18 con la esibizione della Banda storica Cecilia di Castellabate e l’ingresso della barca a remi usata per visitare la Grotta Azzurra di Capri, mentre alle 20 ci sarà l’esibizione della Fanfara dei Bersaglieri ed alle 20.30 taglio del nastro ufficiale con la esibizione di Peppino di Capri. «Mostreremo la collezione di oltre 1500 cornicelli e nel corso dei tre giorni di festa distribuiremo migliaia di corni portafortuna – spiega Salvio Concione – Las nostra è l’operazione simpatia, che vedrà a Quarto anche la presenza dei più famosi Dj del momento ed una sfilata di moda, domenica 5 luglio. Vogliamo promozionare il nome di Quarto, come città portafortuna del cornicello, in giro per il mondo». Alla presentazione della kermesse, ieri mattina, era presente anche il maggiore Antonio Grilletto. «Patrociniamo la festa del cornicello, che è la prima delle 18 tappe del consueto tour promozionale estivo dell’Esercito italiano – ha detto il maggiore Grilletto – Il cornicello è il simbolo scherzoso e scaramantico della napoletaneità e nella festa ci sarà anche l’esibizione della Fanfara dei Bersaglieri». All’iniziativa ha dato il suo contributo anche la Pro Loco di Quarto, di recente colpita dalla morte del suo storico presidente Francesco Baiano. «Grazie a Corcione ed alla Pro Loco abbiamo realizzato la prima edizione della festa che vuole essere anche un modo per riscoprire la millenaria storia del cornicello, oggetto portafortuna per antonomasia – ha sottolineato il sindaco Sauro Secone – Dobbiamo dare un futuro alla fantasia e sono onorato che ci sia anche l’Esercito italiano a patrocinare la manifestazione. L’Esercito è amico di questa città, che ha tra i suoi concittadini illustri anche il generale Giannini ed il tenente colonnello Ferraro».
APPROVATO IL BILANCIO AL COMUNE DI POZZUOLI
IL SINDACO PASQUALE GIACOBBE AZZERA LA GIUNTA
POZZUOLI. Dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2009 per il comune di Pozzuoli, il sindaco, Pasquale Giacobbe, azzera la giunta comunale. Annullate le deleghe ai vari assessori, a distanza di un anno dal suo insediamento, ora il primo cittadino si prepara ad un “rimpasto” della giunta. Una decisione pianificata e “già annunciata all’inizio del mio mandato”, tende a precisare il primo cittadino, avvenuta all’indomani dell’approvazione del documento economico presentato dall’assessore al bilancio Vincenzo Aulitto. Bilancio approvato da tutta la maggioranza di coalizione con 20 voti a favore, contro i 9 contrari dell’opposizione, e i 2 dei consiglieri che si sono astenuti, è passato il documento economico presentato dall’assessore al bilancio Vincenzo Aulitto, nel corso del consiglio comunale, tenutosi presso la sala consiliare del Rione Terra e conclusosi nella tarda nottata. Aumento della Tarsu del 25% con introiti per 1,8 milioni, riduzione della spesa per il personale, che costerà all’ente 47milioni di euro, spesa pari al 50% di quella corrente. Previste entrate nelle casse comunali derivanti da condono, strisce blu, Ici, affitti locali commerciali. Alla voce “uscite” i tagli statali alla spesa della politica, il ritorno di un’amministrazione politica al posto della commissione straordinaria, i mancati trasferimenti statali e perdite erariali. Previsti investimenti contenuti nel piano triennale delle opere pubbliche, con 2,55 milioni destinati alle scuole, 2,85 milioni alle strade e 575mila euro destinati alle spese di progettazione. Sono questi alcuni dei punti salienti del testo economico 2009
All’ordine del giorno anche 4 emendamenti. Due, presentati dal consigliere Pd, Paolo Ismeno, sono stati approvati dalla maggioranza del consiglio, e riguardano lo stanziamento di fondi da destinare a servizi ed assistenza sociale per anziani e minori di famiglie in difficoltà. Un terzo, presentato dal consigliere Cossiga, anch’esso approvato, prevede lo stanziamento di 137mila euro per l’acquisto di nuovi cassonetti per rifiuti.Mentre non ha trovato parere favorevole l’emendamento presentato dal Presidente del Consiglio Tommaso Pollice, che prevedeva lo spostamento di una cifra pari a 240mila euro, destinata ad un restyling del parco Bognar e delle strutture sportive presenti, per destinarli a strutture sportive di Monterusciello e delle zone periferiche. Nel corso del consiglio sono state presentate interrogazioni da parte dei consiglieri Manzoni e Gloria sui danni ambientali provocati dal blocco dei depuratori di licola ed annunciata la nascita di tre nuovi gruppi consiliari: “Pdl Futura”, “Sinistra e Libertà” e “Pozzuoli Futura”.
di Gennaro Del Giudice
un articolo pubblicato sul quotidiano "ROMA" di venerdì 26 giugno 2009
POZZUOLI. Dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2009 per il comune di Pozzuoli, il sindaco, Pasquale Giacobbe, azzera la giunta comunale. Annullate le deleghe ai vari assessori, a distanza di un anno dal suo insediamento, ora il primo cittadino si prepara ad un “rimpasto” della giunta. Una decisione pianificata e “già annunciata all’inizio del mio mandato”, tende a precisare il primo cittadino, avvenuta all’indomani dell’approvazione del documento economico presentato dall’assessore al bilancio Vincenzo Aulitto. Bilancio approvato da tutta la maggioranza di coalizione con 20 voti a favore, contro i 9 contrari dell’opposizione, e i 2 dei consiglieri che si sono astenuti, è passato il documento economico presentato dall’assessore al bilancio Vincenzo Aulitto, nel corso del consiglio comunale, tenutosi presso la sala consiliare del Rione Terra e conclusosi nella tarda nottata. Aumento della Tarsu del 25% con introiti per 1,8 milioni, riduzione della spesa per il personale, che costerà all’ente 47milioni di euro, spesa pari al 50% di quella corrente. Previste entrate nelle casse comunali derivanti da condono, strisce blu, Ici, affitti locali commerciali. Alla voce “uscite” i tagli statali alla spesa della politica, il ritorno di un’amministrazione politica al posto della commissione straordinaria, i mancati trasferimenti statali e perdite erariali. Previsti investimenti contenuti nel piano triennale delle opere pubbliche, con 2,55 milioni destinati alle scuole, 2,85 milioni alle strade e 575mila euro destinati alle spese di progettazione. Sono questi alcuni dei punti salienti del testo economico 2009
All’ordine del giorno anche 4 emendamenti. Due, presentati dal consigliere Pd, Paolo Ismeno, sono stati approvati dalla maggioranza del consiglio, e riguardano lo stanziamento di fondi da destinare a servizi ed assistenza sociale per anziani e minori di famiglie in difficoltà. Un terzo, presentato dal consigliere Cossiga, anch’esso approvato, prevede lo stanziamento di 137mila euro per l’acquisto di nuovi cassonetti per rifiuti.
DISASTRO AEREO
SI ATTENDONO GLI ESAMI AUTOPTICI E TOSSICOLOGICI SULLE VITTIME
di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "ROMA" di mercoledì 24 giugno 2009
POZZUOLI.
Il Pm di Bologna Maria Gabriella Tavano ha affidato al professore Gian Marco Saggiani, docente
di Meccanica del Volo dell'Università di Bologna, la consulenza tecnica che dovrà stabilire le cause dell'incidente aereo di sabato pomeriggio sulle colline di Ozzano, quando un ultraleggero è precipitato in località Settefonti uccidendo le due persone a bordo, i due puteolani Sergio Mercuri di 45 anni, e Domenico Annella, di 53 anni, che erano diretti al campo volo di Ozzano per la manifestazione ”Cielo e volo”. L'incarico verrà affidato il 30 giugno. Intanto domani mattina verrà eseguita l'autopsia che, come accade in questi casi, prevede anche l'esame tossicologico. Il pubblico ministero Maria Gabriella Tavano della Procura di Bologna ha aperto un'inchiesta contro ignoti per disastro aereo colposo e omicidio colposo. L'inchiesta dovrà far luce, in particolare, sulle cause dell'incidente aereo nei pressi di Ozzano di Bologna, costato la vita ai due puteolani Sergio Mercuri di 45 anni e Domenico Annella di 53 anni. Un incidente sul quale possono aver influito in particolare le condizioni del tempo, di certo ben poco ideali per un ultraleggero. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, i due puteolani che erano a bordo dell’ultraleggero P92 forse avevano perso la cognizione spazio-temporale a causa della fittissima nebbia e si sarebbero trovati ad un’altitudine eccessiva, che ha causato la perdita del controllo e l’incidente aereo mortale. Le cause della morte, comunque, potrebbero chiarirsi soltanto dopo l’autopsia dei corpi dei due puteolani. Sergio Mercuri era architetto, mentre Domenico Annella era commerciante. Le loro salme potrebbero fare ritorno nella loro città natale soltanto per il fine settimana per la celebrazione dei funerali. È questo, infatti, il tempo necessario per eseguire l’autopsia sui due cadaveri, come disposto dal pubblico ministero Maria Gabriella Tavano della
Procura di Bologna, che coordina le indagini sull’incidente aereo avvenuto nel primo pomeriggio di sabato scorso nella zona di Settefonti. Il pm ha ricevuto il rapporto dei carabinieri che si occupano della vicenda. Parallelamente ci sarà anche una consulenza tecnica di parte. Solo dopo
sarà possibile dare l’ultimo saluto a Mimmo e Sergio. A vegliare il corpo senza vita di Sergio, nell’obitorio della Certosa a Bologna, è rimasto il papà 79enne Stanislao Mercuri, che fino al 1985 è stato il comandante della Capitaneria di porto di Pozzuoli. Mentre un fratello e la moglie vegliano sul cadavere di Domenico
di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "ROMA" di mercoledì 24 giugno 2009
POZZUOLI.
Il Pm di Bologna Maria Gabriella Tavano ha affidato al professore Gian Marco Saggiani, docente
di Meccanica del Volo dell'Università di Bologna, la consulenza tecnica che dovrà stabilire le cause dell'incidente aereo di sabato pomeriggio sulle colline di Ozzano, quando un ultraleggero è precipitato in località Settefonti uccidendo le due persone a bordo, i due puteolani Sergio Mercuri di 45 anni, e Domenico Annella, di 53 anni, che erano diretti al campo volo di Ozzano per la manifestazione ”Cielo e volo”. L'incarico verrà affidato il 30 giugno. Intanto domani mattina verrà eseguita l'autopsia che, come accade in questi casi, prevede anche l'esame tossicologico. Il pubblico ministero Maria Gabriella Tavano della Procura di Bologna ha aperto un'inchiesta contro ignoti per disastro aereo colposo e omicidio colposo. L'inchiesta dovrà far luce, in particolare, sulle cause dell'incidente aereo nei pressi di Ozzano di Bologna, costato la vita ai due puteolani Sergio Mercuri di 45 anni e Domenico Annella di 53 anni. Un incidente sul quale possono aver influito in particolare le condizioni del tempo, di certo ben poco ideali per un ultraleggero. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, i due puteolani che erano a bordo dell’ultraleggero P92 forse avevano perso la cognizione spazio-temporale a causa della fittissima nebbia e si sarebbero trovati ad un’altitudine eccessiva, che ha causato la perdita del controllo e l’incidente aereo mortale. Le cause della morte, comunque, potrebbero chiarirsi soltanto dopo l’autopsia dei corpi dei due puteolani. Sergio Mercuri era architetto, mentre Domenico Annella era commerciante. Le loro salme potrebbero fare ritorno nella loro città natale soltanto per il fine settimana per la celebrazione dei funerali. È questo, infatti, il tempo necessario per eseguire l’autopsia sui due cadaveri, come disposto dal pubblico ministero Maria Gabriella Tavano della
Procura di Bologna, che coordina le indagini sull’incidente aereo avvenuto nel primo pomeriggio di sabato scorso nella zona di Settefonti. Il pm ha ricevuto il rapporto dei carabinieri che si occupano della vicenda. Parallelamente ci sarà anche una consulenza tecnica di parte. Solo dopo
sarà possibile dare l’ultimo saluto a Mimmo e Sergio. A vegliare il corpo senza vita di Sergio, nell’obitorio della Certosa a Bologna, è rimasto il papà 79enne Stanislao Mercuri, che fino al 1985 è stato il comandante della Capitaneria di porto di Pozzuoli. Mentre un fratello e la moglie vegliano sul cadavere di Domenico
lunedì 22 giugno 2009
POZZUOLI PIANGE I SUOI 2 PILOTI
LE SALME ANCORA A BOLOGNA
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul quotidiano "ROMA" di martedì 23 giugno 2009
POZZUOLI. Ci vorranno almeno un paio di giorni prima che le salme di Sergio Mercuri e Domenico Annella possano fare ritorno a Pozzuoli, città nella quale i due piloti, morti dopo essere precipitati con il loro aereo biposto ultraleggero P92 sulle colline del bolognese, vivevano con le loro famiglie. Il tempo necessario per eseguire gli esami autoptici disposti dal pubblico ministero incaricato per le indagini,Maria Gabriella Tavano, su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, utili ad accertare le cause del decesso. Autopsia che verrà effettuata presso l’obitorio della Certosa, a Bologna, dove si trovano le salme dei due napoletani, e che solo successivamente potranno poi essere consegnate ai familiari per i funerali, che con ogni probabilità potrebbero tenersi nel fine settimana.
Appresa la notizia del tragico incidente, immane è stato il dolore in città. In piazzetta santa Maria, tutti conoscevano Domenico Annella, 56 anni, quel grosso signore alto e brizzolato, dall’aria sempre allegra. Lì per anni aveva condotto prima un negozio di bomboniere e successivamente lo aveva “trasformato” in un’attività per la vendita di articoli casalinghi e di ogni genere, un “tuttomillelire”. Attività poi chiusa due anni fa. Ma nonostante ciò, Domenico era spesso lì, in piazzetta, tra gli amici. “E’ un dolore troppo forte quello che stiamo vivendo, una tragica notizia che ha scosso tutti noi” sono le uniche parole che riesce a pronunciare Franco, commerciante della zona. “Come? Quel signore alto e brizzolato? Certo che lo conoscevo, era così gentile, parlavamo spesso di voli, di ultraleggeri, una passione che condivido anche io.” Così lo ricorda Diego, titolare di una oreficeria in piazza. Annella viveva a Pozzuoli con la moglie, Maria Rosaria Capasso, casalinga, sua coetanea, e con le loro due figlie, di 13 e 29 anni, in un parco in via Contrada “La Schiana”, nei pressi dell’ospedale. Una famiglia per bene, che tutti stimavano e volevano bene, e che anni fa fu colpita da un altro grave lutto, la perdita della loro figlioletta, di appena otto anni.
Un amore per il volo, una passione incontrastata, che condivideva con Sergio, da quattro anni suo amico di avventure, che si è spenta tra le colline di Ozzano, tra vento e pioggia, con ogni probabilità le cause principali del tragico incidente.
Sergio, figlio di Stanislao Mercuri, fino al 1985 Comandante della Capitaneria di porto di Pozzuoli. Sergio aveva 45 anni, era divorziato, dal precedente matrimonio con Carla, e viveva in via Celle, a Pozzuoli, nei pressi della Necropoli romana. Di professione faceva l’architetto, anche se negli ultimi anni lavorava presso un cantiere navale a Napoli. Ma nonostante ciò, trovava sempre il tempo per dedicarsi alla sua grande passione, il volo. Passione che lo aveva spinto anche questa volta a partire di prima mattina insieme al suo amico Domenico, alla volta di Bologna, per partecipare alla manifestazione “Cielo e Volo”e per vivere insieme l’ebbrezza del volo.
Appresa la notizia del tragico incidente, immane è stato il dolore in città. In piazzetta santa Maria, tutti conoscevano Domenico Annella, 56 anni, quel grosso signore alto e brizzolato, dall’aria sempre allegra. Lì per anni aveva condotto prima un negozio di bomboniere e successivamente lo aveva “trasformato” in un’attività per la vendita di articoli casalinghi e di ogni genere, un “tuttomillelire”. Attività poi chiusa due anni fa. Ma nonostante ciò, Domenico era spesso lì, in piazzetta, tra gli amici. “E’ un dolore troppo forte quello che stiamo vivendo, una tragica notizia che ha scosso tutti noi” sono le uniche parole che riesce a pronunciare Franco, commerciante della zona. “Come? Quel signore alto e brizzolato? Certo che lo conoscevo, era così gentile, parlavamo spesso di voli, di ultraleggeri, una passione che condivido anche io.” Così lo ricorda Diego, titolare di una oreficeria in piazza. Annella viveva a Pozzuoli con la moglie, Maria Rosaria Capasso, casalinga, sua coetanea, e con le loro due figlie, di 13 e 29 anni, in un parco in via Contrada “La Schiana”, nei pressi dell’ospedale. Una famiglia per bene, che tutti stimavano e volevano bene, e che anni fa fu colpita da un altro grave lutto, la perdita della loro figlioletta, di appena otto anni.
Un amore per il volo, una passione incontrastata, che condivideva con Sergio, da quattro anni suo amico di avventure, che si è spenta tra le colline di Ozzano, tra vento e pioggia, con ogni probabilità le cause principali del tragico incidente.
Sergio, figlio di Stanislao Mercuri, fino al 1985 Comandante della Capitaneria di porto di Pozzuoli. Sergio aveva 45 anni, era divorziato, dal precedente matrimonio con Carla, e viveva in via Celle, a Pozzuoli, nei pressi della Necropoli romana. Di professione faceva l’architetto, anche se negli ultimi anni lavorava presso un cantiere navale a Napoli. Ma nonostante ciò, trovava sempre il tempo per dedicarsi alla sua grande passione, il volo. Passione che lo aveva spinto anche questa volta a partire di prima mattina insieme al suo amico Domenico, alla volta di Bologna, per partecipare alla manifestazione “Cielo e Volo”e per vivere insieme l’ebbrezza del volo.
venerdì 19 giugno 2009
RAPINA AL DISTRIBUTORE "AGIP" DI LUCRINO
UNO DEI RAPINATORI PRESO TRA I BAGNANTI DEL "LIDO GIARDINO" DOPO UNA ROCAMBOLESCA FUGA
articolo pubblicato sul quotidiano "ROMA" di sabato 20 giugno 2009
articolo pubblicato sul quotidiano "ROMA" di sabato 20 giugno 2009
di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. Rapina con inseguimento ed arresto tra i bagnanti. Scene da film d’azione in piena regola.
E’ quanto accaduto ieri, intorno alle 12.30 a Pozzuoli, in via Miliscola 508, a Lucrino. Due uomini, a bordo di un motorino, con i volti coperti da caschi integrali ed armati di pistola, una berretta 765, hanno assaltato il distributore di benzina Agip, lungo la strada che da Pozzuoli porta verso Bacoli.
I malviventi, appena arrivati in prossimità delle colonnine di benzina, hanno avvicinato uno dei due benzinai, intimandogli di consegnare l’incasso. Ma l’uomo, sotto minaccia della pistola, consegnava solo una piccola quantità di denaro, mentre gran parte dell’incasso era in possesso dell’altro collega, il quale, appena resosi conto che era in atto una rapina, scappava all’interno del bar del distributore. Presi i soldi, il malvivente, armato di pistola, rincorreva il benzinaio all’interno del bar del distributore, col complice che nel frattempo lo attendeva fuori. E, una volta entrato nel locale, si dirigeva verso la cassa del bar, minacciando e facendosi consegnare, dal proprietario, Ciro Barbera, 50 anni, di Bacoli, anche i soldi derivanti dalla vendita dei gratta e vinci e del super enalotto.
Ma proprio in quel momento, mentre si stava consumando la rapina, si trovava a passare, in prossimità del distributore, una volante dei carabinieri della stazione mobile di Pozzuoli, proveniente da Bacoli. Alla vista di quest’ultimi, il malvivente, che nel frattempo voleva rapinare anche il benzinaio rifugiatosi nel bar, tentava di nascondersi dietro al bancone, per poi scappare successivamente verso l’esterno del locale. Il complice, nel frattempo, appena visti i carabinieri, scappava a bordo del motorino con parte dell’incasso. A quel punto, col proprietario del locale che urlava ed avvertiva i carabinieri di quanto stava accadendo, il rapinatore, scappava verso la strada, tentando una disperata fuga. Dopo aver scavalcato il muro con le alte inferriate che divide via Miliscola dai binari della cumana, si sbarazzava della pistola e saltava un secondo muro, per dirigersi verso i bungalow del complesso turistico balneare “Lido Giardino”.
Una volta entrato nel lido, l’uomo cercava di camuffarsi tra i bagnanti spogliandosi e rimanendo solo con gli slip. Ma le vistose e profonde ferite, provocate nella fuga dopo il salto delle due inferriate alte circa 3 metri, lo costringevano a chiedere aiuto agli assistenti sanitari presenti nell’infermeria del lido. Quest’ultimi, insospettitisi dall’uomo visibilmente agitato, segnalavano la presenza del rapinatore ai carabinieri che nel frattempo erano sulle sue tracce. L’uomo, G. S., 36 anni, residente a Monterusciello, con numerosi precedenti penali, e con addosso una parte della refurtiva, circa 400 euro, veniva bloccato, ammanettato e portato nella vicina caserma dei carabinieri di Arco Felice. Dove, dopo essere stato interrogato dagli inquirenti, riceveva le cure dei sanitari del 118. Per poi essere trasferito, in serata, presso il carcere di Poggioreale. A farla franca il complice di Sannino che, scappato con l’altra parte della refurtiva, faceva perdere le sue tracce.
E’ quanto accaduto ieri, intorno alle 12.30 a Pozzuoli, in via Miliscola 508, a Lucrino. Due uomini, a bordo di un motorino, con i volti coperti da caschi integrali ed armati di pistola, una berretta 765, hanno assaltato il distributore di benzina Agip, lungo la strada che da Pozzuoli porta verso Bacoli.
I malviventi, appena arrivati in prossimità delle colonnine di benzina, hanno avvicinato uno dei due benzinai, intimandogli di consegnare l’incasso. Ma l’uomo, sotto minaccia della pistola, consegnava solo una piccola quantità di denaro, mentre gran parte dell’incasso era in possesso dell’altro collega, il quale, appena resosi conto che era in atto una rapina, scappava all’interno del bar del distributore. Presi i soldi, il malvivente, armato di pistola, rincorreva il benzinaio all’interno del bar del distributore, col complice che nel frattempo lo attendeva fuori. E, una volta entrato nel locale, si dirigeva verso la cassa del bar, minacciando e facendosi consegnare, dal proprietario, Ciro Barbera, 50 anni, di Bacoli, anche i soldi derivanti dalla vendita dei gratta e vinci e del super enalotto.
Ma proprio in quel momento, mentre si stava consumando la rapina, si trovava a passare, in prossimità del distributore, una volante dei carabinieri della stazione mobile di Pozzuoli, proveniente da Bacoli. Alla vista di quest’ultimi, il malvivente, che nel frattempo voleva rapinare anche il benzinaio rifugiatosi nel bar, tentava di nascondersi dietro al bancone, per poi scappare successivamente verso l’esterno del locale. Il complice, nel frattempo, appena visti i carabinieri, scappava a bordo del motorino con parte dell’incasso. A quel punto, col proprietario del locale che urlava ed avvertiva i carabinieri di quanto stava accadendo, il rapinatore, scappava verso la strada, tentando una disperata fuga. Dopo aver scavalcato il muro con le alte inferriate che divide via Miliscola dai binari della cumana, si sbarazzava della pistola e saltava un secondo muro, per dirigersi verso i bungalow del complesso turistico balneare “Lido Giardino”.
Una volta entrato nel lido, l’uomo cercava di camuffarsi tra i bagnanti spogliandosi e rimanendo solo con gli slip. Ma le vistose e profonde ferite, provocate nella fuga dopo il salto delle due inferriate alte circa 3 metri, lo costringevano a chiedere aiuto agli assistenti sanitari presenti nell’infermeria del lido. Quest’ultimi, insospettitisi dall’uomo visibilmente agitato, segnalavano la presenza del rapinatore ai carabinieri che nel frattempo erano sulle sue tracce. L’uomo, G. S., 36 anni, residente a Monterusciello, con numerosi precedenti penali, e con addosso una parte della refurtiva, circa 400 euro, veniva bloccato, ammanettato e portato nella vicina caserma dei carabinieri di Arco Felice. Dove, dopo essere stato interrogato dagli inquirenti, riceveva le cure dei sanitari del 118. Per poi essere trasferito, in serata, presso il carcere di Poggioreale. A farla franca il complice di Sannino che, scappato con l’altra parte della refurtiva, faceva perdere le sue tracce.
giovedì 18 giugno 2009
RIENTRATA LA PROTESTA MA L'EMERGENZA CONTINUA
I DIPENDENTI DENUNCIANO LA PESSIMA GESTIONE DELLA HYDROGEST.
GRAVI DANNI IN MARE, DIVIETO DI BALNEAZIONE A MONTE DI PROCIDA
di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul "ROMA" di venerdì 19 giugno 2009
POZZUOLI/LICOLA. Rientrata, solo in parte, la protesta da parte dei dipendenti della Hydrogest, società che gestisce i depuratori di Cuma. Dopo il comunicato emesso dall’azienda, attraverso il quale veniva assicurato, da oggi, il pagamento della mensilità di maggio e parte dello stipendio di aprile non ancora erogato, i manifestanti hanno provveduto a chiudere i tombini che per 3 giorni hanno sversato, 24 ore su 24, liquami in strada, a ripulire la zona antistante i depuratori e a riattivare l’intero impianto di depurazione. Anche se, a detta della maggior parte dei 128 lavoratori dell’azienda, lo stato di agitazione continuerà, fino a che l’Hydrogest non darà maggiori garanzie per il futuro. “Non è la prima volta che ritardano nei pagamenti e poi successivamente mandano comunicati con rassicurazioni e scuse. Ogni tre o quattro mesi si ripete sempre la stessa cosa. Non ci fidiamo più di loro, chiediamo che rinuncino alla gestione degli impianti” afferma Francesco Carbone, lavoratore e sindacalista della Ugl, mentre mostra i numerosi comunicati di scuse da parte dell’azienda per i ritardi nei pagamenti succedutisi nel corso degli anni. “Ritardi che per l’azienda sono dovuti ai 65 milioni di euro di credito che vanta dalla regione Campania.”
Così giustifica i continui problemi nei pagamenti degli stipendi, la manutenzione carente e i lavori di adeguamento dei depuratori mai partiti, l’amministratore della Hydrogest, Gaetano De Bari. Ma nonostante la protesta si sia assopita, l’emergenza sanitaria non sembra essere rientrata. Ieri mattina i carabinieri del nucleo ambientale, su disposizione della procura, hanno provveduto a prelevare campioni di acqua dal mare di Licola, nei pressi della foce dove sgorgano le acque “filtrate” dai depuratori di Cuma. Poichè è proprio a mare che si sono registrate le conseguenze più gravi della protesta. Infatti, il blocco del ciclo di depurazione, durato oltre 72 ore, oltre a causare danni alle vicine spiagge di Licola e Varcaturo, rimaste deserte per l’acqua marrone dentro la quale si vedevano le feci galleggiare, ha causato non pochi problemi anche ai tratti di costa di Bacoli, Fusaro e Monte di Procida, dove alcuni cittadini hanno segnalato come l’acqua in mare fosse diventata, negli ultimi giorni, verde ed opaca. Un' l’impianto di depurazione che per tornare ad essere efficiente a pieno regime, dovrà attendere qualche giorno, come afferma uno dei responsabili della Hydrogest nella struttura, l’ ingegner Di Nardo: “Alcune macchine, essendo state ferme per 3 giorni, non sono partite subito, il che implica un funzionamento dell’intero impianto non del tutto a pieno regime”.
Ed a prendere le prime contromisure è stato il primo cittadino di Monte di Procida, Francesco Iannuzzi che, nonostante la riattivazione dell’impianto di depurazione, si è detto scettico sulle condizioni delle acque marine, annunciando che provvederà a vietare la balneazione nelle acque del comune di Monte di Procida.
Ed a prendere le prime contromisure è stato il primo cittadino di Monte di Procida, Francesco Iannuzzi che, nonostante la riattivazione dell’impianto di depurazione, si è detto scettico sulle condizioni delle acque marine, annunciando che provvederà a vietare la balneazione nelle acque del comune di Monte di Procida.
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mercoledì 17 giugno 2009
PROTESTANO I DIPENDENTI DELLA HYDROGEST DA 2 MESI SENZA STIPENDIO
BLOCCATI I DEPURATORI, LIQUAMI PER STRADA E IN MARE
LICOLA. Continua la protesta dei dipendenti della Hydrogest, azienda che gestisce gli impianti di depurazione di Cuma. Oltre ai continui ritardi nei pagamenti, ultimi quelli relativi a metà delle spettanze del mese di aprile e dell’intera mensilità di maggio, i dipendenti contestano la totale “assenza” da parte dell’azienda, rea di non aver mai attuato alcun piano di rilancio economico, finanziario e strutturale degli impianti. E puntano l’indice contro le istituzioni, in primis la regione Campania, ente che ha ereditato dal Commissariato di Governo la gestione degli impianti, rea, insieme all’azienda, di non aver mai accolto la richiesta da parte dei lavoratori di tavoli di trattative, atte a migliorare le condizioni lavorative all’interno della struttura.
E con la protesta che non si accinge a placarsi, cresce la paura da parte dei residenti e dei commercianti delle zone limitrofe, per il continuo fuoriuscire in strada dei liquami, derivante da un tombino “saltato” in prossimità dell’impianto, in via dei Platani. Infatti, dalle 11 di lunedì mattina i depuratori sono stati spenti e i liquami, oltre a finire in strada, stanno finendo in mare senza ricevere alcun trattamento. Intorno alla zona dei depuratori, teatro della protesta, l' aria è irrespirabile, un odore nauseabondo da oltre 72 ore sta investendo tutta la zona. Ed attimi di tensione si sono vissuti nel pomeriggio di martedì quando alcuni residenti del posto, nauseati dalla puzza che, specie nelle ore di maggiore calura diventa insopportabile, si sono recati fuori allo stabilimento per chiedere ai manifestanti un ritorno alla “normalità”.
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "ROMA" di gioved' 18 giugno 2009
LICOLA. Continua la protesta dei dipendenti della Hydrogest, azienda che gestisce gli impianti di depurazione di Cuma. Oltre ai continui ritardi nei pagamenti, ultimi quelli relativi a metà delle spettanze del mese di aprile e dell’intera mensilità di maggio, i dipendenti contestano la totale “assenza” da parte dell’azienda, rea di non aver mai attuato alcun piano di rilancio economico, finanziario e strutturale degli impianti. E puntano l’indice contro le istituzioni, in primis la regione Campania, ente che ha ereditato dal Commissariato di Governo la gestione degli impianti, rea, insieme all’azienda, di non aver mai accolto la richiesta da parte dei lavoratori di tavoli di trattative, atte a migliorare le condizioni lavorative all’interno della struttura.
E con la protesta che non si accinge a placarsi, cresce la paura da parte dei residenti e dei commercianti delle zone limitrofe, per il continuo fuoriuscire in strada dei liquami, derivante da un tombino “saltato” in prossimità dell’impianto, in via dei Platani. Infatti, dalle 11 di lunedì mattina i depuratori sono stati spenti e i liquami, oltre a finire in strada, stanno finendo in mare senza ricevere alcun trattamento. Intorno alla zona dei depuratori, teatro della protesta, l' aria è irrespirabile, un odore nauseabondo da oltre 72 ore sta investendo tutta la zona. Ed attimi di tensione si sono vissuti nel pomeriggio di martedì quando alcuni residenti del posto, nauseati dalla puzza che, specie nelle ore di maggiore calura diventa insopportabile, si sono recati fuori allo stabilimento per chiedere ai manifestanti un ritorno alla “normalità”.
Allarmati e preoccupati per quanto sta succedendo i gestori dei numerosi lidi balneari che sorgono lungo il litorale che da Licola arriva fino a Varcaturo che, in questi 2 giorni, pur rimanendo aperti, non hanno registrato alcuna presenza di bagnanti. Il che ha spinto numerosi gestori dei lidi balneari a riunirsi in assemblea per trovare una soluzione atta ad arginare il grave fenomeno, in quanto denunciano come sia “alto il pericolo di infezioni, in quanto con i liquami che finiscono in mare senza essere depurati fanno si l'acqua del mare sia di colore marrone lasciando intravedere a pelo d'acqua addirittura il materiale fecale”.
Il Presidente del “Consorzio Marina di Licola”, Scotto di Clemete Luigi, intervenendo sulla questione, ha annunciato di voler chiedere un intervento del responsabile della protezione civile Dott. Bertolaso, in quanto “La situazione che si sta vivendo è diventata una calamità straordinaria”.
Il Presidente del “Consorzio Marina di Licola”, Scotto di Clemete Luigi, intervenendo sulla questione, ha annunciato di voler chiedere un intervento del responsabile della protezione civile Dott. Bertolaso, in quanto “La situazione che si sta vivendo è diventata una calamità straordinaria”.
Ed il sindaco di Pozzuoli, Pasquale Giacobbe, oltre a chiedere, nella giornata di martedì, un intervento della Prefettura e dell’Asl, ha dichiarato, in un comunicato stampa, di essere solidale nella causa ma non nella forma della protesta con i dipendenti della Hydrogest.
"E' inammissibile che una protesta sindacale, per quanto comprensibile nel merito, produca danni ambientali di questa portata". “Un' agitazione irresponsabile” così la definisce il primo cittadino. “Adesso bisognerà far fronte alla grave situazione igienico sanitaria che si è determinata con la fuoriuscita in strada dei liquami e con lo sversamento in mare di materiale non depurato, con conseguenti danni per la stagione turistica appena iniziata. Convocherò subito ad un tavolo di discussione sia la Hidrogest che la Regione per chiedere l'immediata bonifica dell'intera area danneggiata".
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martedì 16 giugno 2009
DISCARICA A CIELO APERTO
IN VIA MODIGLIANI RIVERSATI RIFIUTI DI OGNI GENERE
di Gennaro Del Giudice
MONTERUSCIELLO. “Vengono a gettare rifiuti di ogni genere sotto casa nostra, convinti che qui ci sia un sito di stoccaggio”. E’ quanto denunciano i residenti di via Modigliani, nel quartiere di Monterusciello, a Pozzuoli, strada lungo la quale rischia di prendere proporzioni sempre più grandi una vera e propria “discarica a cielo aperto”, utilizzata per lo smaltimento di rifiuti ingombranti. Frigoriferi, lavatrici, sedie, pannelli in legno, tegole, gomme di auto, ed altri rifiuti di “grossa stazza” vengono riversati dai cittadini e da ditte private, convinti che prima o poi il comune provveda allo smaltimento. Un’errata convinzione, nata dal fatto che, fino a qualche mese fa, nello spazio antistante la struttura che sorge lungo la strada, realizzata per ospitare il primo centro commerciale della città e mai aperto, furono collocati grossi cassoni in ferro dentro i quali venivano scaricati i rifiuti cosiddetti “ingombranti”. Una sorta di sito di stoccaggio temporaneo, poi chiuso dopo qualche mese.
Ma, nonostante ciò, privati e piccole ditte continuano a riversare rifiuti di ogni genere fuori ai cancelli dello spiazzale. Materiali che, oltre ad invadere la strada, risultano essere dannosi anche per la salute e l’ambiente. Basti pensare ai frigoriferi, composti da materiali e gas particolarmente inquinanti i quali, per essere smaltiti, richiedono un particolare trattamento volto al recupero di tutti i componenti dannosi, e che lì giacciono per terra. La paura dei residenti è che in mezzo a quei cumuli di immondizia ci possano essere, o possano finirci col tempo, anche scarti industriali e materiali cancerogeni.
Ma, nonostante ciò, privati e piccole ditte continuano a riversare rifiuti di ogni genere fuori ai cancelli dello spiazzale. Materiali che, oltre ad invadere la strada, risultano essere dannosi anche per la salute e l’ambiente. Basti pensare ai frigoriferi, composti da materiali e gas particolarmente inquinanti i quali, per essere smaltiti, richiedono un particolare trattamento volto al recupero di tutti i componenti dannosi, e che lì giacciono per terra. La paura dei residenti è che in mezzo a quei cumuli di immondizia ci possano essere, o possano finirci col tempo, anche scarti industriali e materiali cancerogeni.
“Su segnalazione ad un numero telefonico, ditte incaricate provvedevano al recupero presso la propria abitazione dei rifiuti ingombranti, che venivano successivamente stoccati in questo spazio” racconta Pasquale Patricelli, avvocato ed amministratore del parco che sorge di fronte al cumulo di immondizia, “Ora la gente è convinta che funzioni ancora così. E pur vedendo il cancello chiuso vengono a scaricare di tutto, l’altro giorno un camioncino si fermò e lasciò a terra un intero salotto. Gli unici che passano a prendere questi rifiuti ingombranti sono solo gli zingari che, quotidianamente, arrivano con i loro furgoni e prendono ciò che gli può tornare utile”.
lunedì 15 giugno 2009
EMERGENZA RIFIUTI - MERCOLEDI' SCIOPERO DELLA MULTISERVIZI
IL SINDACO SECONE CHIEDE RISPETTO ORDINANZA DEPOSITO RIFIUTI
a cura di Nello Mazzone (addetto stampa comune di Quarto)
QUARTO. «Invitiamo la cittadinanza al rispetto degli orari di deposito dei sacchetti della spazzatura e, soprattutto, ribadiamo che è fatto divieto assoluto di depositare in strada rifiuti speciali o provenienti da scarti edilizi, in modo da evitare l’inquinamento del territorio». E’ il monito ed insieme l’invito che il sindaco di Quarto, Sauro Secone, ribadisce ai suoi concittadini a seguito del rinvenimento in via Casalanno, domenica notte, di alcuni sacchi di plastica con all’interno materiale proveniente da scarti industriali. «Il materiale è stato rimosso dagli operatori della società “Quarto Multiservizi spa”, ma la zona del ritrovamento, al confine con Marano, fa presumere che questi depositi siano compiuti non da cittadini di Quarto, bensì da qualcuno che arriva dai Comuni limitrofi di Marano e Giugliano – sottolinea il primo cittadino Sauro Secone – Come Amministrazione comunale siamo molto attenti al recupero ed alla tutela ambientale del nostro territorio e per questo motivo richiamiamo tutti al rispetto delle norme in tema di deposito dei rifiuti speciali ed indifferenziati». Intanto, l’Amministrazione comunale di Quarto è alle prese con lo stato di agitazione degli operatori della “Quarto Multiservizi spa”, che hanno preannunciato uno sciopero per mercoledì, con il blocco totale delle attività di pulizia e di spezzamento delle strade. Uno sciopero motivato dal paventato rischio del ricorso a tagli occupazionali, attraverso un piano di prepensionamenti ed esodi incentivati che l’azienda mista avrebbe progettato per un intervento di contenimento della spesa corrente e di rientro dal debito. I lavoratori della Multiservizi hanno chiesto scusa alla cittadinanza per i disagi che saranno arrecati per il mancato prelievo della spazzatura, ma hanno anche sottolineato il difficile momento che stanno vivendo, chiedendo la solidarietà dei cittadini di Quarto.
mercoledì 10 giugno 2009
RAPINA AL DISTRIBUTORE DI BENZINA "AGIP"
BOTTINO DI CIRCA MILLE EURO
Preso l’incasso, di circa mille euro, il malvivente, armato di pistola, che a detta del cliente presente al momento della rapina sembrava essere “a salve”, ha raggiunto il complice che lo attendeva a bordo del motorino scappando verso la strada statale in direzione Monterusciello.
Dopo qualche minuto sono giunti sul posto gli uomini della Polizia stradale che nel frattempo stavano effettuando controlli in prossimità del vicino svincolo autostradale di “Cuma”.
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "ROMA" di giovedì 11 giugno 2009
POZZUOLI. Ennesima rapina, a distanza di pochi mesi, ai danni del distributore di carburante “Agip”, in via Domitiana, all’altezza del Km 55, a Pozzuoli. Ieri pomeriggio, intorno alle 18.40, due uomini a bordo di uno scooter, con volto coperto da caschi integrali ed armati di pistole, hanno prima minacciato e poi sottratto ai due dipendenti del distributore di benzina, parte dell’incasso della giornata. I due ladri, arrivati nei pressi del distributore, hanno atteso che i clienti si allontanassero, per poi entrare in azione. Uno dei due malviventi, sceso dal motorino, ha avvicinato il benzinaio che aveva appena finito di mettere il carburante in un’auto, facendosi consegnare parte dell’incasso che aveva in tasca. Presi i soldi dall’uomo, che in un primo momento aveva tentato di proteggere parte dei soldi in suo possesso, ha chiesto dove si trovasse l’altro benzinaio, per poi dirigersi negli uffici del distributore di benzina. Col complice che lo aspettava a bordo del ciclomotore, il rapinatore è entrato nell’edificio dove l’altro benzinaio era intento ad effettuare il “mazzetto” di incasso da inserire nella cassaforte sotterranea. E lì che, in presenza di un cliente che nel frattempo era entrato per chiedere una fotocopia, il malvivente si è fatto consegnare il resto dei soldi, urlando: “state tranquilli, non vi facciamo niente, vogliamo solo i soldi della pompa”.
Preso l’incasso, di circa mille euro, il malvivente, armato di pistola, che a detta del cliente presente al momento della rapina sembrava essere “a salve”, ha raggiunto il complice che lo attendeva a bordo del motorino scappando verso la strada statale in direzione Monterusciello.
Dopo qualche minuto sono giunti sul posto gli uomini della Polizia stradale che nel frattempo stavano effettuando controlli in prossimità del vicino svincolo autostradale di “Cuma”.
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lunedì 8 giugno 2009
INCIDENTE NEI PRESSI DELL'OSPEDALE "LA SCHIANA"
SCONTRO AUTO-MOTO: GRAVE UN VENTENNE
POZZUOLI. Un giovane ventenne ricoverato in prognosi riservata ed una ragazza ferita dopo uno scontro tra una motocicletta ed un’automobile. E’ quanto accaduto domenica notte, intorno alle 22.30, lungo la via Domitiana, nei pressi dell’ospedale “La Schiana”, a Pozzuoli. Il giovane, C.F., 20 anni, puteolano, era in sella alla sua moto, una Honda, in compagnia di una donna, sua coetanea. I due si dirigevano verso lo svincolo che conduce a Monterusciello e, dopo aver oltrepassato la rotatoria in località la Schiana, per motivi ancora da accertare, si andavano a scontrare contro l’auto che li precedeva lungo la strada, una Wolkswagen Golf, guidata da B.A., 23 anni di Villaricca. Che, a quanto pare, dai primi rilievi effettuati dagli uomini della Polizia Municipale di Pozzuoli accorsi sul luogo dell’incidente, avrebbe effettuato una improvvisa inversione di marcia, all’altezza del distributore di benzina Tamoil. Una manovra che sarebbe risultata fatale per il conducente della motocicletta, che a quanto pare, non avrebbe fatto in tempo a frenare e a scansare l’improvviso “ostacolo”, forse anche per la sostenuta velocità e per il non rispetto della distanza di sicurezza. Il conducente della moto, soccorso dai sanitari del vicino ospedale “La Schiana”, riportava un trauma cranico e toracico e la rottura del femore ed è tutt’ora ricoverato in prognosi riservata presso il nosocomio puteolano. Nell’incidente rimaneva ferita, in maniera meno grave, anche la donna che era con lui, la quale riportava la rottura del femore. Uscito illeso dallo scontro il conducente dell’automobile. I due mezzi, nel frattempo, venivano sottoposti a sequestro da parte dei vigili urbani, che dovranno ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente ed appurare le responsabilità per quanto accaduto. Quello di ieri è stato l’ennesimo incidente lungo una strada, la via Domitiana, causati, oltre che dalla elevata velocità, dalle precarie condizioni del manto stradale, in particolare dall'asfalto liscio che al primo piovigginare crea pericolose situazioni di aquaplaning.
di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "ROMA" di martedì 09 giugno 2009
POZZUOLI. Un giovane ventenne ricoverato in prognosi riservata ed una ragazza ferita dopo uno scontro tra una motocicletta ed un’automobile. E’ quanto accaduto domenica notte, intorno alle 22.30, lungo la via Domitiana, nei pressi dell’ospedale “La Schiana”, a Pozzuoli. Il giovane, C.F., 20 anni, puteolano, era in sella alla sua moto, una Honda, in compagnia di una donna, sua coetanea. I due si dirigevano verso lo svincolo che conduce a Monterusciello e, dopo aver oltrepassato la rotatoria in località la Schiana, per motivi ancora da accertare, si andavano a scontrare contro l’auto che li precedeva lungo la strada, una Wolkswagen Golf, guidata da B.A., 23 anni di Villaricca. Che, a quanto pare, dai primi rilievi effettuati dagli uomini della Polizia Municipale di Pozzuoli accorsi sul luogo dell’incidente, avrebbe effettuato una improvvisa inversione di marcia, all’altezza del distributore di benzina Tamoil. Una manovra che sarebbe risultata fatale per il conducente della motocicletta, che a quanto pare, non avrebbe fatto in tempo a frenare e a scansare l’improvviso “ostacolo”, forse anche per la sostenuta velocità e per il non rispetto della distanza di sicurezza. Il conducente della moto, soccorso dai sanitari del vicino ospedale “La Schiana”, riportava un trauma cranico e toracico e la rottura del femore ed è tutt’ora ricoverato in prognosi riservata presso il nosocomio puteolano. Nell’incidente rimaneva ferita, in maniera meno grave, anche la donna che era con lui, la quale riportava la rottura del femore. Uscito illeso dallo scontro il conducente dell’automobile. I due mezzi, nel frattempo, venivano sottoposti a sequestro da parte dei vigili urbani, che dovranno ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente ed appurare le responsabilità per quanto accaduto. Quello di ieri è stato l’ennesimo incidente lungo una strada, la via Domitiana, causati, oltre che dalla elevata velocità, dalle precarie condizioni del manto stradale, in particolare dall'asfalto liscio che al primo piovigginare crea pericolose situazioni di aquaplaning.
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sabato 6 giugno 2009
INCENDIATE DUE AUTO NEL RIONE TOIANO
UN ATTO VANDALICO SECONDO GLI INQUIRENTI
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul ROMA di domenica 7 giugno 2009
POZZUOLI. Incendiate nella notte due automobili nel Rione Toiano, a Pozzuoli. In via Gavia Marciana, una fiat Panda e una fiat Duna station wagon, di proprietà di una donna residente nel rione e titolare di un’attività ortofrutticola, sono state date alle fiamme. Scampata all’incendio una terza auto, di proprietà del figlio della donna, un muratore di 36 anni, che si trovava a poca distanza dalle due autovetture bruciate. Sul luogo dell’accaduto sono intervenuti i vigili del fuoco, che allertati dai residenti del luogo, sono giunti prontamente sul posto per sedare l’incendio di chiara martrice dolosa. Successivamente sono intervenuti anche i carabinieri del reparto mobile di Pozzuoli, i quali, giunti sul posto, hanno eseguito i primi rilievi ed effettuato il sequestro dei due mezzi incendiati. Si indaga ora a trecentosessanta gradi sulle cause che abbiano portato “qualcuno” ad appiccare il fuoco ai due mezzi, entrambi di proprietà di un’unica persona, anche se, a detta degli inquirenti, la pista più accreditata sembrerebbe essere quella di un atto vandalico, frutto di una “bravata” da parte di giovani in preda ad alcool o droghe.
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OPERATORI TURISTICI SUL PIEDE DI GUERRA
DOPO LA CHIUSURA DI 6 LIDI BALNEARI
“ E’ assurdo quello che sta succedendo” afferma Gennaro Di Bonito, presidente del Consorzio Turistico del Mediterraneo. “ Qui ci sono attività che operano da oltre cinquant’anni e che possiedono tutti i requisiti richiesti. Il comune è stato inadempiente nei nostri confronti, mettendoci nelle condizioni di non poter lavorare. In una zona spesso dimenticata dalle istituzioni, dove il degrado e l’abbandono la fanno da padrona. Inadempienze che vanificano il lavoro e gli investimenti profusi dagli imprenditori della zona, che hanno scelto, nonostante mille difficoltà, di scommettere su un rilancio turistico ed ambientale.”
Imprenditori e anche residenti della zona che da anni chiedono la costituzione di un unico comune che comprenda Licola, Varcaturo e Lago Patria, dove risiedono circa 45mila abitanti, per non essere più considerata la “periferia” di Giugliano.
di Gennaro Del Giudice
un articolo pubblicato sul "ROMA" di sabato 6 giugno 2009
LICOLA. Sul piede di guerra i proprietari dei complessi turistici che sorgono lungo il tratto di costa compreso tra Licola mare e Lago Patria, dopo la raffica di sequestri di strutture balneari ritenute “non in regola” da parte di carabinieri e vigili urbani di Giugliano. E’ arrivato infatti a sei il numero delle attività recettive chiuse per “occupazione abusiva di area demaniale” . Un’accusa che i titolari, organizzatisi nel “Consorzio Turistico del Mediterraneo”, che dal 1990 racchiude gran parte degli operatori turistici che operano lungo il litorale che da Pozzuoli si estende fino a Formia, contestano in modo veemente. I consorziati, infatti, sostengono di possedere tutti i requisiti necessari per esercitare le proprie attività recettive, in quanto in possesso di concessioni demaniali, regolari contratti di fitto stipulate con la Regione Campania, regolari concessioni per bar ed alberghi che sorgono all’interno delle strutture e con richieste di condoni edilizi, ove richiesto, inoltrate nei tempi e nei modi opportuni e in attesa di giudicato da oltre vent’anni.
Inoltre considerano un controsenso, oltrechè un paradosso, la richiesta di rinnovo delle licenze che cade annualmente, da parte del comune di Giugliano, in quanto le concessioni vengono regolate secondo l’art.10 legge 88/2001, che prevede una “durata di sei anni, alla scadenza dei quali le licenze vengono rinnovate automaticamente per altri sei anni e così successivamente ad ogni scadenza”.
Inoltre considerano un controsenso, oltrechè un paradosso, la richiesta di rinnovo delle licenze che cade annualmente, da parte del comune di Giugliano, in quanto le concessioni vengono regolate secondo l’art.10 legge 88/2001, che prevede una “durata di sei anni, alla scadenza dei quali le licenze vengono rinnovate automaticamente per altri sei anni e così successivamente ad ogni scadenza”.
Gli associati al consorzio, inoltre, puntano, il dito contro l’indifferenza da parte del comune di Giugliano, reo di non aver realizzato un piano di riqualificazione della zona costiera, nonostante le numerose sollecitazioni e la richiesta di intavolare tavoli di trattative, ultima in ordine di tempo, la richiesta di un tavolo tecnico richiesta il 20 maggio scorso.
Nel frattempo, l’attività turistica nella zona è costretta a chiudere anzitempo i battenti, con l’estate ormai alle porte portando con sé numerosi effetti collaterali. Primo fra tutti la perdita di oltre 100 posti di lavoro e una crisi commerciale che potrebbe investire i numerosi commercianti della zona, che gravitano intorno all’indotto generato dall’afflusso di migliaia di bagnanti, che in estate prendono d’assalto il litorale giuglianese.
Nel frattempo, l’attività turistica nella zona è costretta a chiudere anzitempo i battenti, con l’estate ormai alle porte portando con sé numerosi effetti collaterali. Primo fra tutti la perdita di oltre 100 posti di lavoro e una crisi commerciale che potrebbe investire i numerosi commercianti della zona, che gravitano intorno all’indotto generato dall’afflusso di migliaia di bagnanti, che in estate prendono d’assalto il litorale giuglianese.
“ E’ assurdo quello che sta succedendo” afferma Gennaro Di Bonito, presidente del Consorzio Turistico del Mediterraneo. “ Qui ci sono attività che operano da oltre cinquant’anni e che possiedono tutti i requisiti richiesti. Il comune è stato inadempiente nei nostri confronti, mettendoci nelle condizioni di non poter lavorare. In una zona spesso dimenticata dalle istituzioni, dove il degrado e l’abbandono la fanno da padrona. Inadempienze che vanificano il lavoro e gli investimenti profusi dagli imprenditori della zona, che hanno scelto, nonostante mille difficoltà, di scommettere su un rilancio turistico ed ambientale.”
Imprenditori e anche residenti della zona che da anni chiedono la costituzione di un unico comune che comprenda Licola, Varcaturo e Lago Patria, dove risiedono circa 45mila abitanti, per non essere più considerata la “periferia” di Giugliano.
venerdì 5 giugno 2009
PROTESTA FUORI AL CARCERE FEMMINILE
SIT - IN DA PARTE DEI PARENTI DELLE DETENUTE
pubblicato sul ROMA di sabato 6 giugno 2009
di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. Caos ieri mattina all’esterno del carcere femminile di Pozzuoli. Un nutrito gruppo di parenti delle detenute ha inscenato una protesta per denunciare le precarie condizioni di vita all’interno della casa circondariale. Ma la causa principale che ha portato alla protesta è stata la denuncia da parte della figlia di una detenuta, la quale chiedeva di far uscire la madre dalla cella in quanto la donna sembra che sia in gravi condizioni fisiche, non idonee con la detenzione. I manifestanti, inoltre, hanno voluto richiamare l’attenzione sui problemi strutturali del carcere e sul problema della lunghezza dei processi. Infatti, accusano la dirigenza del carcere puteolano di tenere le detenute in celle fatiscenti, piccole, sovraffollate ed in precarie condizioni igienico-sanitarie, il che metterebbe in serio pericolo la salute delle donne detenute. Inoltre hanno voluto protestare contro la lunghezza dei processi, i quali obbligherebbero le detenute, in attesa di giudizio, a rimanere oltre il dovuto dietro le sbarre.
Una protesta inizialmente pacifica, con i manifestanti che hanno dapprima esposto striscioni e urlato slogan di denuncia all’esterno del carcere, paralizzando il traffico di via Pergolesi, una delle arterie principali della città. Successivamente il sit-in ha rischiato di degenerare, quando, ad un certo punto, alcuni familiari delle detenute hanno tirato fuori delle taniche piene di benzina minacciando di cospargersi del liquido infiammabile e di darsi fuoco. Il che, inizialmente, poteva far presupporre a semplici minacce verbali per attirare l’attenzione, ma che poi si sono tramutate in fatti quando proprio la figlia della donna “malata” si è riversata addosso una grossa quantità di benzina. A quel punto sono intervenute le forze dell’ordine e i vigili urbani, che nel frattempo erano giunti sul posto, convincendo la donna a desistere dal gesto estremo. Dopo alcuni attimi di tensione, la situazione è tornata alla normalità anche grazie all’intervento di alcuni dirigenti del carcere femminile di Pozzuoli, i quali hanno assicurato sulle condizioni della donna detenuta, sottoposta anche alle visite dei medici dell’Asl che hanno appurato come il regime di detenzione non andrebbe ad incidere sulle sue condizioni di salute.
Una protesta inizialmente pacifica, con i manifestanti che hanno dapprima esposto striscioni e urlato slogan di denuncia all’esterno del carcere, paralizzando il traffico di via Pergolesi, una delle arterie principali della città. Successivamente il sit-in ha rischiato di degenerare, quando, ad un certo punto, alcuni familiari delle detenute hanno tirato fuori delle taniche piene di benzina minacciando di cospargersi del liquido infiammabile e di darsi fuoco. Il che, inizialmente, poteva far presupporre a semplici minacce verbali per attirare l’attenzione, ma che poi si sono tramutate in fatti quando proprio la figlia della donna “malata” si è riversata addosso una grossa quantità di benzina. A quel punto sono intervenute le forze dell’ordine e i vigili urbani, che nel frattempo erano giunti sul posto, convincendo la donna a desistere dal gesto estremo. Dopo alcuni attimi di tensione, la situazione è tornata alla normalità anche grazie all’intervento di alcuni dirigenti del carcere femminile di Pozzuoli, i quali hanno assicurato sulle condizioni della donna detenuta, sottoposta anche alle visite dei medici dell’Asl che hanno appurato come il regime di detenzione non andrebbe ad incidere sulle sue condizioni di salute.
"FILO DI BANCA" IN VIA SOLFATARA
RAPINATO DIRIGENTE DELLA SCUOLA MEDIA "GIACINTO DIANO"
pubblicato sul ROMA di sabato 6 giugno 2009
di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. Non si placa l’allarme criminalità a Pozzuoli. Ennesima vittima di delinquenti senza scrupoli, un dirigente scolastico. L’uomo, dipendente della scuola media statale “Giacinto Diano” di Pozzuoli, ieri mattina si era recato in una banca della città per effettuare un versamento a nome dell’istituto scolastico. Entrato nella filiale, si era accorto di non avere con sé tutta la documentazione necessaria per effettuare l’operazione, ritrovandosi così costretto a tornare indietro. E proprio in quel momento che all’interno della banca accadeva qualcosa a sua insaputa. Infatti, qualcuno all’interno dell’istituto creditizio, metteva il classico “filo di banca” addosso all’uomo, segno distintivo per qualche complice appostato fuori l’istituto. Infatti, dopo qualche centinaia di metri, mentre percorreva via Solfatara, il dirigente scolastico veniva affiancato da due uomini a bordo di uno scooter. I due, a volto coperto ed armati di pistola, intimavano all’uomo di consegnare i soldi, facendo cenno verso la tasca del pantalone, dove il dirigente aveva circa tremila euro.
L’uomo veniva poi colpito in diversi punti del corpo col calcio della pistola e gli veniva così sottratta l’intera somma di denaro. Una volta effettuata” l’operazione”, i due malviventi si dileguavano ad alta velocità.
L’ennesimo episodio di una criminalità in continua excalation e che negli ultimi tempi sta avvolgendo l’intera area flegrea, nonostante gli sforzi da parte delle forze dell’ordine le quali quotidianamente devono far fronte anche alla carenza di uomini e mezzi che hanno a disposizione sul territorio. E che incute timore nei cittadini puteolani, i quali con l’estate ormai alle porte e con l’arrivo di visitatori da ogni parte della provincia richiamati dalla “movida flegrea”, chiedono maggiore sicurezza e vivibilità.
L’uomo veniva poi colpito in diversi punti del corpo col calcio della pistola e gli veniva così sottratta l’intera somma di denaro. Una volta effettuata” l’operazione”, i due malviventi si dileguavano ad alta velocità.
L’ennesimo episodio di una criminalità in continua excalation e che negli ultimi tempi sta avvolgendo l’intera area flegrea, nonostante gli sforzi da parte delle forze dell’ordine le quali quotidianamente devono far fronte anche alla carenza di uomini e mezzi che hanno a disposizione sul territorio. E che incute timore nei cittadini puteolani, i quali con l’estate ormai alle porte e con l’arrivo di visitatori da ogni parte della provincia richiamati dalla “movida flegrea”, chiedono maggiore sicurezza e vivibilità.
martedì 2 giugno 2009
CRISI RIFIUTI A QUARTO
SI E' DIMESSO L'ASSESSORE ALL'AMBIENTE RAVELLINO
QUARTO. L’assessore alla Tutela Ambientale del Comune di Quarto, Pierluigi Ravellino, ha rassegnato le dimissioni dall’incarico. Ravellino, 36 anni laureato in economia e commercio e da anni impegnato in una società che opera nel settore del riciclo del materiale plastico, fu nominato assessore l’8 luglio dello scorso anno, prendendo il posto dell’esponente dei Verdi Diego Formati. Le dimissioni di Ravellino sono dettate da motivazioni personali, anche se al momento il sindaco Sauro Secone si è riservato di accettarle, rimandando ogni discorso sulla delega all’Ambiente alla prossima settimana, dopo la tornata elettorale del 6 e 7 giugno prossimi. Intanto qualche piccolo miglioramento si registra nella crisi dovuta alla difficoltà nel prelievo e smaltimento dei rifiuti, che aveva portato la scorsa settimana a far accumulare per le strade di Quarto oltre 100 tonnellate di pattume.
Comunicato stampa a cura di Nello Mazzone
QUARTO. L’assessore alla Tutela Ambientale del Comune di Quarto, Pierluigi Ravellino, ha rassegnato le dimissioni dall’incarico. Ravellino, 36 anni laureato in economia e commercio e da anni impegnato in una società che opera nel settore del riciclo del materiale plastico, fu nominato assessore l’8 luglio dello scorso anno, prendendo il posto dell’esponente dei Verdi Diego Formati. Le dimissioni di Ravellino sono dettate da motivazioni personali, anche se al momento il sindaco Sauro Secone si è riservato di accettarle, rimandando ogni discorso sulla delega all’Ambiente alla prossima settimana, dopo la tornata elettorale del 6 e 7 giugno prossimi. Intanto qualche piccolo miglioramento si registra nella crisi dovuta alla difficoltà nel prelievo e smaltimento dei rifiuti, che aveva portato la scorsa settimana a far accumulare per le strade di Quarto oltre 100 tonnellate di pattume.
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