I DIPENDENTI DENUNCIANO LA PESSIMA GESTIONE DELLA HYDROGEST. GRAVI DANNI IN MARE, DIVIETO DI BALNEAZIONE A MONTE DI PROCIDA
di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul "ROMA" di venerdì 19 giugno 2009
POZZUOLI/LICOLA. Rientrata, solo in parte, la protesta da parte dei dipendenti della Hydrogest, società che gestisce i depuratori di Cuma. Dopo il comunicato emesso dall’azienda, attraverso il quale veniva assicurato, da oggi, il pagamento della mensilità di maggio e parte dello stipendio di aprile non ancora erogato, i manifestanti hanno provveduto a chiudere i tombini che per 3 giorni hanno sversato, 24 ore su 24, liquami in strada, a ripulire la zona antistante i depuratori e a riattivare l’intero impianto di depurazione. Anche se, a detta della maggior parte dei 128 lavoratori dell’azienda, lo stato di agitazione continuerà, fino a che l’Hydrogest non darà maggiori garanzie per il futuro. “Non è la prima volta che ritardano nei pagamenti e poi successivamente mandano comunicati con rassicurazioni e scuse. Ogni tre o quattro mesi si ripete sempre la stessa cosa. Non ci fidiamo più di loro, chiediamo che rinuncino alla gestione degli impianti” afferma Francesco Carbone, lavoratore e sindacalista della Ugl, mentre mostra i numerosi comunicati di scuse da parte dell’azienda per i ritardi nei pagamenti succedutisi nel corso degli anni. “Ritardi che per l’azienda sono dovuti ai 65 milioni di euro di credito che vanta dalla regione Campania.”

Così giustifica i continui problemi nei pagamenti degli stipendi, la manutenzione carente e i lavori di adeguamento dei depuratori mai partiti, l’amministratore della Hydrogest, Gaetano De Bari. Ma nonostante la protesta si sia assopita, l’emergenza sanitaria non sembra essere rientrata. Ieri mattina i carabinieri del nucleo ambientale, su disposizione della procura, hanno provveduto a prelevare campioni di acqua dal mare di Licola, nei pressi della foce dove sgorgano le acque “filtrate” dai depuratori di Cuma. Poichè è proprio a mare che si sono registrate le conseguenze più gravi della protesta. Infatti, il blocco del ciclo di depurazione, durato oltre 72 ore, oltre a causare danni alle vicine spiagge di Licola e Varcaturo, rimaste deserte per l’acqua marrone dentro la quale si vedevano le feci galleggiare, ha causato non pochi problemi anche ai tratti di costa di Bacoli, Fusaro e Monte di Procida, dove alcuni cittadini hanno segnalato come l’acqua in mare fosse diventata, negli ultimi giorni, verde ed opaca. Un' l’impianto di depurazione che per tornare ad essere efficiente a pieno regime, dovrà attendere qualche giorno, come afferma uno dei responsabili della Hydrogest nella struttura, l’ ingegner Di Nardo: “Alcune macchine, essendo state ferme per 3 giorni, non sono partite subito, il che implica un funzionamento dell’intero impianto non del tutto a pieno regime”.
Ed a prendere le prime contromisure è stato il primo cittadino di Monte di Procida, Francesco Iannuzzi che, nonostante la riattivazione dell’impianto di depurazione, si è detto scettico sulle condizioni delle acque marine, annunciando che provvederà a vietare la balneazione nelle acque del comune di Monte di Procida.
vergogna
RispondiEliminaquesta non e' civilta', questa gente e' peggio delle bestie
le feci le farei galleggiare nelle loro case
va bene la protesta e appoggio il disagio, ma questa e' roba da terzo mondo
Voglio andare a mare!!!
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