giovedì 18 giugno 2009

RIENTRATA LA PROTESTA MA L'EMERGENZA CONTINUA

I DIPENDENTI DENUNCIANO LA PESSIMA GESTIONE DELLA HYDROGEST.
GRAVI DANNI IN MARE, DIVIETO DI BALNEAZIONE A MONTE DI PROCIDA

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul "ROMA" di venerdì 19 giugno 2009

POZZUOLI/LICOLA. Rientrata, solo in parte, la protesta da parte dei dipendenti della Hydrogest, società che gestisce i depuratori di Cuma. Dopo il comunicato emesso dall’azienda, attraverso il quale veniva assicurato, da oggi, il pagamento della mensilità di maggio e parte dello stipendio di aprile non ancora erogato, i manifestanti hanno provveduto a chiudere i tombini che per 3 giorni hanno sversato, 24 ore su 24, liquami in strada, a ripulire la zona antistante i depuratori e a riattivare l’intero impianto di depurazione. Anche se, a detta della maggior parte dei 128 lavoratori dell’azienda, lo stato di agitazione continuerà, fino a che l’Hydrogest non darà maggiori garanzie per il futuro. “Non è la prima volta che ritardano nei pagamenti e poi successivamente mandano comunicati con rassicurazioni e scuse. Ogni tre o quattro mesi si ripete sempre la stessa cosa. Non ci fidiamo più di loro, chiediamo che rinuncino alla gestione degli impianti” afferma Francesco Carbone, lavoratore e sindacalista della Ugl, mentre mostra i numerosi comunicati di scuse da parte dell’azienda per i ritardi nei pagamenti succedutisi nel corso degli anni. “Ritardi che per l’azienda sono dovuti ai 65 milioni di euro di credito che vanta dalla regione Campania.”

Così giustifica i continui problemi nei pagamenti degli stipendi, la manutenzione carente e i lavori di adeguamento dei depuratori mai partiti, l’amministratore della Hydrogest, Gaetano De Bari. Ma nonostante la protesta si sia assopita, l’emergenza sanitaria non sembra essere rientrata. Ieri mattina i carabinieri del nucleo ambientale, su disposizione della procura, hanno provveduto a prelevare campioni di acqua dal mare di Licola, nei pressi della foce dove sgorgano le acque “filtrate” dai depuratori di Cuma. Poichè è proprio a mare che si sono registrate le conseguenze più gravi della protesta. Infatti, il blocco del ciclo di depurazione, durato oltre 72 ore, oltre a causare danni alle vicine spiagge di Licola e Varcaturo, rimaste deserte per l’acqua marrone dentro la quale si vedevano le feci galleggiare, ha causato non pochi problemi anche ai tratti di costa di Bacoli, Fusaro e Monte di Procida, dove alcuni cittadini hanno segnalato come l’acqua in mare fosse diventata, negli ultimi giorni, verde ed opaca. Un' l’impianto di depurazione che per tornare ad essere efficiente a pieno regime, dovrà attendere qualche giorno, come afferma uno dei responsabili della Hydrogest nella struttura, l’ ingegner Di Nardo: “Alcune macchine, essendo state ferme per 3 giorni, non sono partite subito, il che implica un funzionamento dell’intero impianto non del tutto a pieno regime”.
Ed a prendere le prime contromisure è stato il primo cittadino di Monte di Procida, Francesco Iannuzzi che, nonostante la riattivazione dell’impianto di depurazione, si è detto scettico sulle condizioni delle acque marine, annunciando che provvederà a vietare la balneazione nelle acque del comune di Monte di Procida.

2 commenti:

  1. vergogna
    questa non e' civilta', questa gente e' peggio delle bestie
    le feci le farei galleggiare nelle loro case
    va bene la protesta e appoggio il disagio, ma questa e' roba da terzo mondo

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  2. Voglio andare a mare!!!

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