LICOLA. Continua la protesta dei dipendenti della Hydrogest, azienda che gestisce gli impianti di depurazione di Cuma. Oltre ai continui ritardi nei pagamenti, ultimi quelli relativi a metà delle spettanze del mese di aprile e dell’intera mensilità di maggio, i dipendenti contestano la totale “assenza” da parte dell’azienda, rea di non aver mai attuato alcun piano di rilancio economico, finanziario e strutturale degli impianti. E puntano l’indice contro le istituzioni, in primis la regione Campania, ente che ha ereditato dal Commissariato di Governo la gestione degli impianti, rea, insieme all’azienda, di non aver mai accolto la richiesta da parte dei lavoratori di tavoli di trattative, atte a migliorare le condizioni lavorative all’interno della struttura.
E con la protesta che non si accinge a placarsi, cresce la paura da parte dei residenti e dei commercianti delle zone limitrofe, per il continuo fuoriuscire in strada dei liquami, derivante da un tombino “saltato” in prossimità dell’impianto, in via dei Platani. Infatti, dalle 11 di lunedì mattina i depuratori sono stati spenti e i liquami, oltre a finire in strada, stanno finendo in mare senza ricevere alcun trattamento. Intorno alla zona dei depuratori, teatro della protesta, l' aria è irrespirabile, un odore nauseabondo da oltre 72 ore sta investendo tutta la zona. Ed attimi di tensione si sono vissuti nel pomeriggio di martedì quando alcuni residenti del posto, nauseati dalla puzza che, specie nelle ore di maggiore calura diventa insopportabile, si sono recati fuori allo stabilimento per chiedere ai manifestanti un ritorno alla “normalità”.
Il Presidente del “Consorzio Marina di Licola”, Scotto di Clemete Luigi, intervenendo sulla questione, ha annunciato di voler chiedere un intervento del responsabile della protezione civile Dott. Bertolaso, in quanto “La situazione che si sta vivendo è diventata una calamità straordinaria”.
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