OLTRE 200 PERSONE OSTACOLANO LE OPERAZIONI DI RIMOZIONE DELLA STRUTTURA ABUSIVAENTRO 10 GIORNI I TITOLARI DOVRANNO SGOMBERARE IL FERRAMENTA E DEMOLIREdi Gennaro Del Giudice(foto di Angelo Greco)articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" mercoledì 24 marzo 2010
BACOLI. Un autentico muro umano composto da uomini, donne e bambini, per bloccare la procedura di abbattimento di una struttura abusiva, utilizzata come negozio di ferramenta. All'interno e all'esterno dell’edificio che ospita l’azienda “Fratelli Scotto Rosato srl”sita al civico numero 209 di via Giulio Cesare oltre 200 le persone assiepatesi per impedire che i tecnici della ditta incaricata dal comune di Bacoli iniziassero ieri mattina le operazioni di sgombero e abbattimento della struttura. Sul posto anche gli agenti del commissariato di Polizia di Pozzuoli, del corpo di polizia municipale di Bacoli, vigili del fuoco, ambulanze del 118. Non sono mancati i momenti di tensione quando, intorno alle ore 10, i tecnici del comune e della ditta hanno tentato l’accesso nei locali.
I numerosi cittadini, solidali con i titolari dell’azienda che nei giorni scorsi avevano diffuso un volantino attraverso il quale invitavano i cittadini a “manifestare contro l’abbattimento”, si sono assemblati all’interno e nello spazio antistante gli oltre 150 metri quadrati della struttura da demolire.
Costruita abusivamente 10 anni fa, come ampliamento del locale già esistente posto al piano terra della palazzina, realizzata con putrelle in ferro, mattoni e cemento armato,la struttura è già stata destinataria nel 2006, di una istanza di abbattimento che, in una situazione analoga a quella di ieri non venne realizzata, nemmeno a seguito dell’impegno di ripristino dello stato dei luoghi da parte dei titolari.
Ed impedito anche ieri con la presenza di decine di cittadini assiepati per creare intralcio, insieme alle migliaia di articoli destinati alla vendita rimasti appositamente all’interno del negozio, nonostante l’avviso di abbattimento recapitato nei giorni scorsi. Ma solo temporaneamente sospeso. Entro 10 giorni i titolari dell’attività commerciale saranno chiamati a liberare il locale e provvedere all’abbattimento della struttura onde evitare un intervento coatto da parte delle autorità. Tra lo scoramento e la disperazione di proprietari e dipendenti, che allo scadere del termine ultimo si ritroverebbero senza lavoro. “Devo sposarmi tra qualche mese, ho acquistato arredamenti, fatto spese grazie a questo lavoro. Ora che fine farò?” dice disperato Paolo, 30 anni, uno dei 6 dipendenti, tutti regolari, dell’azienda.
“Abbiamo costruito 10 anni fa chiedendo e pagando il condono. Non ci hanno fatto sapere nulla e nel frattempo abbiamo pagato la tassa sull’ici e la spazzatura relative a questa quadratura” accusa Gennaro, figlio di uno dei 2 fratelli titolari della struttura “La situazione sarebbe sanabile, specie in una zona a sviluppo commerciale come questa. Chiudendo 8 famiglie andranno in povertà, rimarranno senza un lavoro. E che ne sarà dei 700mila euro di materiale che abbiamo qui dentro e che dovevamo pagare con le vendite?”
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