POZZUOLI. Indagini ad oltranza dopo lo sconcertante ritrovamento di 85 tessere elettorali e 5300 euro in contanti nascosti in una busta di plastica all’interno della sala giochi “Big Sasy” in via Umberto Saba, nel quartiere di Monterusciello. Una decina di indagati e diverse persone denunciate, oltre al proprietario del locale, per il reato di voto di scambio: sarebbero questi i primi provvedimenti adottati nei confronti di parte degli 85 possessori delle tessere elettorali, a seguito delle indagini effettuate dai militari della compagnia carabinieri di Arco Felice, condotte dai capitani Maurizio Petrarca e Roberto Spinola e coordinate dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia, Alessandro Pennasilico. Si cerca di risalire anche al candidato che avrebbero messo a disposizione il budget utile per acquistare il voto degli 85 elettori, a quanto pare tutti residenti nei quartieri di Monterusciello e Rione Toiano, che per avvalorare la promessa del voto in cambio di soldi, avrebbero ceduto le proprie tessere elettorali, in segno del proprio impegno. Finora gli inquirenti hanno interrogato una parte dei possessori delle schede ritrovate escludendo categoricamente che fino a questo momento siano stati interrogati anche alcuni dei candidati alle elezioni regionali. Intestatari delle tessere elettorali chiamati a dare una risposta sul perché i loro certificati si trovassero all’interno di una sala giochi e non nelle proprie abitazioni. Una presenza massiccia di documenti che non lascerebbe spazio alle ipotesi. Qualcuno avrebbe comprato quelle 85 preferenze, pagandole con quei 5300 euro o con una parte dei contanti contenuti in quella busta. Il proprietario del locale, P.C. denunciato per violazione della legge elettorale per il reato di “incetta di certificati elettorali” avrebbe fornito due versioni diverse sul perché quei certificati si trovassero nei locali della sua attività: in un primo momento l’uomo avrebbe detto agli inquirenti di non sapere come quelle schede fossero finite nel bagno del suo locale; successivamente avrebbe giustificato la presenza di quelle tessere perché i nomi riportati appartenevano alle persone con le quali si doveva organizzare un party. L’uomo a quanto pare sarebbe un galoppino di un politico per il quale si sarebbe impegnato a portare voti alla sua causa. E quelle tessere gli sarebbero servite per compiacersi dinanzi al suo “capo” mostrando la sua “forza elettorale”. E quelle 85 tessere sarebbero solo una tranche di chissà quante altre già consegnate? Si cerca in queste ore di ricostruire anche la modalità con la quale avveniva il voto di scambio: quando quelle tessere sarebbero state ritirate dai legittimi proprietari per andare a votare? Il giorno stesso delle votazioni o la sera prima? Oppure, ipotesi più sconcertante, sarebbero state consegnate all’ingresso del seggio elettorale da qualche galoppino? E seppure fantasiosa, l’eventualità che quelle schede sarebbero dovute finire nelle mani di qualche presidente di seggio compiacente con le quali avrebbe potuto “votare” il candidato compratore di voti? Numerosi sono gli interrogativi che si susseguono in queste ore ai quali gli inquirenti cercano di dare una risposta. Il ritrovamento avvenuto nella notte tra venerdì e sabato getta anche sospetti su una rete di reclutamento di voti che avrebbe mosso in città le preferenze per questo o quel candidato. “Chissà in quanti altri posti avveniva ciò che è stato scoperto nella sala giochi di Monterusciello” è l’interrogativo che si pongono in tanti, così come il nome del mandante, di colui per il quale le 85 persone avrebbe dovuto dare la propria preferenza.
martedì 30 marzo 2010
VOTO DI SCAMBIO A MONTERUSCIELLO
DENUNCE E AVVISI AI POSSESSORI DELLE TESSERE RITROVATE NELLA SALA GIOCHI
POZZUOLI. Indagini ad oltranza dopo lo sconcertante ritrovamento di 85 tessere elettorali e 5300 euro in contanti nascosti in una busta di plastica all’interno della sala giochi “Big Sasy” in via Umberto Saba, nel quartiere di Monterusciello. Una decina di indagati e diverse persone denunciate, oltre al proprietario del locale, per il reato di voto di scambio: sarebbero questi i primi provvedimenti adottati nei confronti di parte degli 85 possessori delle tessere elettorali, a seguito delle indagini effettuate dai militari della compagnia carabinieri di Arco Felice, condotte dai capitani Maurizio Petrarca e Roberto Spinola e coordinate dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia, Alessandro Pennasilico. Si cerca di risalire anche al candidato che avrebbero messo a disposizione il budget utile per acquistare il voto degli 85 elettori, a quanto pare tutti residenti nei quartieri di Monterusciello e Rione Toiano, che per avvalorare la promessa del voto in cambio di soldi, avrebbero ceduto le proprie tessere elettorali, in segno del proprio impegno. Finora gli inquirenti hanno interrogato una parte dei possessori delle schede ritrovate escludendo categoricamente che fino a questo momento siano stati interrogati anche alcuni dei candidati alle elezioni regionali. Intestatari delle tessere elettorali chiamati a dare una risposta sul perché i loro certificati si trovassero all’interno di una sala giochi e non nelle proprie abitazioni. Una presenza massiccia di documenti che non lascerebbe spazio alle ipotesi. Qualcuno avrebbe comprato quelle 85 preferenze, pagandole con quei 5300 euro o con una parte dei contanti contenuti in quella busta. Il proprietario del locale, P.C. denunciato per violazione della legge elettorale per il reato di “incetta di certificati elettorali” avrebbe fornito due versioni diverse sul perché quei certificati si trovassero nei locali della sua attività: in un primo momento l’uomo avrebbe detto agli inquirenti di non sapere come quelle schede fossero finite nel bagno del suo locale; successivamente avrebbe giustificato la presenza di quelle tessere perché i nomi riportati appartenevano alle persone con le quali si doveva organizzare un party. L’uomo a quanto pare sarebbe un galoppino di un politico per il quale si sarebbe impegnato a portare voti alla sua causa. E quelle tessere gli sarebbero servite per compiacersi dinanzi al suo “capo” mostrando la sua “forza elettorale”. E quelle 85 tessere sarebbero solo una tranche di chissà quante altre già consegnate? Si cerca in queste ore di ricostruire anche la modalità con la quale avveniva il voto di scambio: quando quelle tessere sarebbero state ritirate dai legittimi proprietari per andare a votare? Il giorno stesso delle votazioni o la sera prima? Oppure, ipotesi più sconcertante, sarebbero state consegnate all’ingresso del seggio elettorale da qualche galoppino? E seppure fantasiosa, l’eventualità che quelle schede sarebbero dovute finire nelle mani di qualche presidente di seggio compiacente con le quali avrebbe potuto “votare” il candidato compratore di voti? Numerosi sono gli interrogativi che si susseguono in queste ore ai quali gli inquirenti cercano di dare una risposta. Il ritrovamento avvenuto nella notte tra venerdì e sabato getta anche sospetti su una rete di reclutamento di voti che avrebbe mosso in città le preferenze per questo o quel candidato. “Chissà in quanti altri posti avveniva ciò che è stato scoperto nella sala giochi di Monterusciello” è l’interrogativo che si pongono in tanti, così come il nome del mandante, di colui per il quale le 85 persone avrebbe dovuto dare la propria preferenza.
INDAGINI CONDOTTE DA CARABINIERI E DDA
SI CERCA DI RISALIRE AL CANDIDATO CHE COMPRAVA I VOTI
di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. Indagini ad oltranza dopo lo sconcertante ritrovamento di 85 tessere elettorali e 5300 euro in contanti nascosti in una busta di plastica all’interno della sala giochi “Big Sasy” in via Umberto Saba, nel quartiere di Monterusciello. Una decina di indagati e diverse persone denunciate, oltre al proprietario del locale, per il reato di voto di scambio: sarebbero questi i primi provvedimenti adottati nei confronti di parte degli 85 possessori delle tessere elettorali, a seguito delle indagini effettuate dai militari della compagnia carabinieri di Arco Felice, condotte dai capitani Maurizio Petrarca e Roberto Spinola e coordinate dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia, Alessandro Pennasilico. Si cerca di risalire anche al candidato che avrebbero messo a disposizione il budget utile per acquistare il voto degli 85 elettori, a quanto pare tutti residenti nei quartieri di Monterusciello e Rione Toiano, che per avvalorare la promessa del voto in cambio di soldi, avrebbero ceduto le proprie tessere elettorali, in segno del proprio impegno. Finora gli inquirenti hanno interrogato una parte dei possessori delle schede ritrovate escludendo categoricamente che fino a questo momento siano stati interrogati anche alcuni dei candidati alle elezioni regionali. Intestatari delle tessere elettorali chiamati a dare una risposta sul perché i loro certificati si trovassero all’interno di una sala giochi e non nelle proprie abitazioni. Una presenza massiccia di documenti che non lascerebbe spazio alle ipotesi. Qualcuno avrebbe comprato quelle 85 preferenze, pagandole con quei 5300 euro o con una parte dei contanti contenuti in quella busta. Il proprietario del locale, P.C. denunciato per violazione della legge elettorale per il reato di “incetta di certificati elettorali” avrebbe fornito due versioni diverse sul perché quei certificati si trovassero nei locali della sua attività: in un primo momento l’uomo avrebbe detto agli inquirenti di non sapere come quelle schede fossero finite nel bagno del suo locale; successivamente avrebbe giustificato la presenza di quelle tessere perché i nomi riportati appartenevano alle persone con le quali si doveva organizzare un party. L’uomo a quanto pare sarebbe un galoppino di un politico per il quale si sarebbe impegnato a portare voti alla sua causa. E quelle tessere gli sarebbero servite per compiacersi dinanzi al suo “capo” mostrando la sua “forza elettorale”. E quelle 85 tessere sarebbero solo una tranche di chissà quante altre già consegnate? Si cerca in queste ore di ricostruire anche la modalità con la quale avveniva il voto di scambio: quando quelle tessere sarebbero state ritirate dai legittimi proprietari per andare a votare? Il giorno stesso delle votazioni o la sera prima? Oppure, ipotesi più sconcertante, sarebbero state consegnate all’ingresso del seggio elettorale da qualche galoppino? E seppure fantasiosa, l’eventualità che quelle schede sarebbero dovute finire nelle mani di qualche presidente di seggio compiacente con le quali avrebbe potuto “votare” il candidato compratore di voti? Numerosi sono gli interrogativi che si susseguono in queste ore ai quali gli inquirenti cercano di dare una risposta. Il ritrovamento avvenuto nella notte tra venerdì e sabato getta anche sospetti su una rete di reclutamento di voti che avrebbe mosso in città le preferenze per questo o quel candidato. “Chissà in quanti altri posti avveniva ciò che è stato scoperto nella sala giochi di Monterusciello” è l’interrogativo che si pongono in tanti, così come il nome del mandante, di colui per il quale le 85 persone avrebbe dovuto dare la propria preferenza.
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