venerdì 25 febbraio 2011

RAID IN GIOIELLERIA, PRESO BASISTA

INDAGINI LAMPO GRAZIE AI FILMATI DELLA VIDEOSORVEGLIANZA
L’UOMO AVREBBE CONSENTITO A UN COMPLICE DI FARE RAZZIA NEL LOCALE


di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di venerdì 25 febbraio 2011


POZZUOLI - Avrebbe fatto da battistrada facendosi aprire la porta della gioielleria consentendo così al complice armato si svaligiare mercoledì sera l’oreficeria “Pezone” nel centro storico di Pozzuoli. Con l’accusa di concorso in rapina a mano armata che qualche ora dopo la rapina i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Arco Felice hanno arrestato un uomo (del quale non hanno fornito le generalità) residente a Pozzuoli, con precedenti penali proprio per furto e rapina. Secondo i militari, sulla base delle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza installate all’interno della gioielleria di corso Garibaldi, poco dopo le 19.30 di mercoledì sera il pregiudicato si sarebbe finto cliente del negozio riuscendo così a farsi aprire dal titolare del negozio la porta blindata d’ingresso. A quel punto sarebbe entrato in azione il complice che armato e con il volto semicoperto faceva irruzione nel locale. Una volta entrato all’interno della gioielleria il rapinatore esplodeva un colpo di pistola all’indirizzo del titolare del negozio, Giovanni Pezone, che in quel momento si trovava in compagnia della figlia, riuscendo a portare via tutti i gioielli e l’oro contenuti all’interno della cassaforte. In tutto un bottino di circa 80mila euro. Per poi darsi alla fuga tra i vicoli del centro storico. Il presunto complice, che nella notte veniva arrestato dai carabinieri, dopo la rapina si recava presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli per farsi curare una contusione raccontando ai medici di essersela procurata durante la colluttazione con un rapinatore proprio all’interno della gioielleria “Pezone”. Racconto che però non ha trovato riscontro nelle immagini riprese dalle telecamere installate all’interno del negozio, che in realtà non a avrebbero ripreso alcuna colluttazione tra l’uomo e il rapinatore. Anzi dai fotogrammi sarebbe emerso il “ruolo” del pregiudicato puteolano che avrebbe fatto da “battistrada” per l’irruzione del complice. Discordanze avvalorate con le testimonianze delle vittime e con le tracce rinvenute dagli uomini della scientifica giunti nei minuti successivi al raid che hanno portato al fermo giudiziario dell’uomo accusato ora di concorso in rapina a mano armata. Pozione che ora resta al vaglio degli inquirenti in quanto il presunto complice ha dalla sua parte il referto medico che “testimonierebbe” la contusione ma che ovviamente non lo scagionerebbe del tutto dall’accusa. Infatti l’uomo avrebbe potuto provocarsi da sé la ferita per poi recarsi in ospedale creandosi quindi un alibi.

LE REAZIONI
I COMMERCIANTI: "SIAMO DIVENTATI COME DEI BANCOMAT"

POZZUOLI - Nel frattempo aumenta la paura e cresce l’allarme sicurezza tra i commercianti del centro storico di Pozzuoli per l’ennesima rapina. “E’ ormai diventato un territorio da Far West, noi siamo diventati come dei bancomat. Qua la sera è da coprifuoco, chi vuole non ci mette niente a mettere a segno una rapina come è avvenuto stasera approfittando del deserto e della mancanza di controlli” è la denuncia del presidente Ascom di Pozzuoli Vincenzo Addati giunto sul posto insieme ad altri commercianti del centro storico negli attimi successivi alla rapina. "Ad un cenno di reazione del collega", ha spiegato il presidente della Confcommercio di Pozzuoli Vincenzo Addati, "stavolta è partito anche un colpo in sua direzione e solo il caso gli ha salvato la vita, il che significa che stiamo parlando di persone che agiscono anche con una certa ferocia. Non appena venuto a conoscenza dell'accaduto mi sono recato dal collega per testimoniargli la solidarietà dell'associazione, ma va detto che ormai a Pozzuoli è allarme criminalità. Negli ultimi tempi abbiamo registrato una media di almeno una rapina o furto a settimana, non solo nel centro ma anche nella parte periferica della città. Le forze dell'ordine, che ampiamente fanno il proprio dovere, sono probabilmente sprovviste di mezzi adeguati per coprire un territorio così vasto, considerando che esiste un solo commissariato di Polizia. Ma certamente non possono e non devono essere i commercianti a pagarne le conseguenze". Solidarietà che nella giornata di ieri è giunta anche dal presidente della Confcommercio di Napoli e provincia Pietro Russo, che a sua volta ha così commentato l'accaduto: "Questi episodi - ha detto - ci ricordano una volta di più che stiamo operando in una realtà malata, in cui ai problemi normali e quotidiani di chi lavora onestamente in tempo di crisi si aggiungono quelli forse ancor più gravi arrecati dalla criminalità. La Confcommercio si batte da tempo per modificare questa realtà, anche denunciando alle autorità competenti episodi segnalati in forma anonima presso la sede di piazza Carità". A breve Confcommercio Imprese per l'Italia della provincia di Napoli e l'Ascom di Pozzuoli chiederanno un incontro alle istituzioni locali.

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