di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. Lungo le sponde del Lago d’Averno si continua a vivere con il timore di nuove esondazioni. Dopo lo straripamento dello scorso 26 novembre quando piogge incessanti provocarono la fuoriuscita delle acque che andarono ad inondare un tratto di strada pedonale proprio nei pressi del Tempio di Apollo, le condizioni lungo il famoso lago di ispirazione dantesca non sono migliorate. Infatti, è bene ricordarlo, una delle cause che 2 mesi e mezzo fa provocarono l’ingrossamento del bacino d’acqua fu la presenza di un’ingente quantità di rifiuti e di sterpaglie all’interno del canale di scolo del lago. Cumuli che non facevano altro che ostruire il condotto impedendo così il normale flusso delle acque dal lago a mare e viceversa. Straripamento che suscitò grande clamore e che riportò al centro dell’attenzione le carenze e i problemi del lago d’Averno. Ebbene, a distanza di 45 giorni siamo ritornati negli stessi posto per vedere se qualcosa è cambiato dopo i tanti solleciti da parte dei residenti e dei membri dell’associazione “Lago d’Averno” agli enti preposti. Ma purtroppo, dal nostro sopralluogo fatto ieri mattina, niente di nuovo è emerso: il canale versa ancora in precarie condizioni e la presenza di detriti e rifiuti continua a non permettere un normale deflusso delle acque. Le quali, non hanno così la possibilità di arrivare alla bocca di scolo del canale, sfociando in mare a Lucrino, nei pressi del Lido Napoli. In totale circa due chilometri di canale che dovrebbe convogliare le acque da e per il mare consentendo così un ricambio e allo stesso tempo alleviare la portata di acqua del lago nelle condizioni di “piena”. Funzioni che da mesi vengono ostacolate dalla presenza di rifiuti e dalla folta vegetazione cresciuta all’interno del canale stesso. Folte erbacce che sorgono lungo le pareti del canale finendo in acqua, detriti caduti dalla strada, carte, oggetti di plastica e numerosi rifiuti che non fanno altro che ostruire. Condizioni che fortunatamente non hanno gravato eccessivamente sulla tenuta degli argini, vista la diminuzione delle piogge. Ma che però vanno ad incidere, continuamente, sulla salute del lago nel quale sembra impossibilitato un ricambio di acqua “Fortunatamente da allora non ci sono state piogge abbondanti, quindi il pericolo di esondazione è stato evitato. Però la situazione del canale resta sempre la stessa, stiamo chiedendo agli enti preposti di poter intervenire ma per ora la situazione rimane ferma” spiega Carmine Rusciano, membro del comitato Averno “Speriamo di poter fare qualcosa, di poter ripulire noi di persona anche a spese nostre quel canale perché teniamo molto alle sorti di questo posto dove siamo nati, viviamo e dove ci lavoriamo”. E’ bene ricordare come fino allo scorso 9 luglio della manutenzione del canale se ne occupava un gruppo di volontari delle varie associazioni naturalistiche e i residenti del luogo. Operazioni di pulizia “spontanee” terminate quando lo scorso mese di luglio quando, a dell’operazione “Sibilla” che portò gli uomini della Dia di Napoli ad effettuare arresti e confische di beni ritenuti appartenenti al clan dei casalesi, fini al centro delle indagini anche il lago d’Averno. Dal giorno del sequestro non sappiamo più cosa fare e per evitare di trovarci nei guai” raccontano i volontari dell’associazione “Lago d’Averno” “non abbiamo più messo le mani in quel canale e rimanendo così costretti ad assistere a questo scempio. Abbiamo più volte scritto a Provincia, Comune, al Consorzio di Bonifica responsabile del canale per ottenere l’incarico a fare manutenzione nel condotto come abbiamo fatto in passato sempre a spese nostre”
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