giovedì 30 dicembre 2010
"STAVAMO MEGLIO AI TEMPI DEL BRADISISMO"
Cantieri aperti in città, strade chiuse, ingorghi e mancanza di parcheggi tra le cause della crisi
di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI- Negozi e strade addobbate a festa, le luminarie nel centro storico della città, le tredicesime già intascate, ma nonostante ciò strade e negozi rimangono vuoti, le commesse con le mani conserte accanto alle vetrine e lo shopping natalizio che si trasferisce altrove. E’ questa la fotografia di Pozzuoli prima e dopo Natale, in un periodo che storicamente dovrebbe essere “prolifico” da un punto di vista commerciale “ A Pozzuoli non si vende più, la situazione che stiamo vivendo oggi è come quella che si viveva durante il periodo del bradisismo se non addirittura peggiore” è l’inquietante accostamento con uno dei periodi più bui della storia di Pozzuoli, secondo solo all’epidemia di colera che nel lontano 1887 mise in ginocchio l’intera città. Inquietante è in questi giorni passeggiare per le strade della città, specie nel centro storico letteralmente deserto in molte ore della giornata. Alla base della grave crisi che sta attanagliano il commercio a Pozzuoli, specie quello cosiddetto “di vicinato” i tanti cartelli di “lavori in corso” che campeggiano ovunque, strade chiuse o limitate ad un solo senso di marcia, ingorghi, code automobili, traffico in tilt a qualsiasi ora della giornata, mancanza di parcheggi. I lavori in via Fasano, la chiusura del tratto di strada di via pergolesi che da piazza Capomazza porta nel centro storico, i lavori allo svincolo di via Campana della Tangenziale di Napoli e la chiusura per frana di viale dell’Europa Unita fanno si che giungere nel centro storico in questi giorni sia particolarmente difficile “Stiamo vivendo una situazione di crisi allarmante, peggiore anche di quella dell’anno scorso perché quest’anno si è messo anche il maltempo a peggiorare le cose. Tutto ciò è il frutto, oltre della grave crisi economica che sta attanagliano un po’ tutti i settori anche della mancata programmazione da parte di chi negli anni addietro ha governato la nostra città facendo si che oggi divenisse deserta e mi riferisco alle due precedenti amministrazioni e a quanti hanno fatto si che venissero aperti centri commerciali in maniera indiscriminata“ spiega Vincenzo Addati, presidente dell’ Ascom di Pozzuoli che pone l’indice contro quelli che sono oramai i problemi secolari della città e che, nonostante le numerose denunce da parte di automobilisti, residenti e degli stessi commercianti continuano a rimanere irrisolti “A questo dobbiamo aggiungere anche la mancanza di parcheggi, le strade dissestate, i lavori in corso ovunque, il traffico e ultima anche la mancanza di illuminazione pubblica come accaduto domenica quando per l’intero pomeriggio il centro storico è rimasto quasi al buio. La situazione è talmente grave che non confidiamo nemmeno più nei saldi”. Così la regola del “pesce grande che mangia quello piccolo, pare essere rispettata da un punto di vista commerciale anche a Pozzuoli “le vendite quest’anno sono molto basse, almeno un 20% in meno rispetto a quelle del 2009” denuncia Giovanni Falcetti presidente di “Casa Artigiani” “ In primis la grave crisi finanziaria che però a Pozzuoli si associa ai soliti problemi con i quali la città è chiamata a fare i conti come la viabilità, la mancanza di parcheggi, l’arredo urbano per il quale quest’anno noi commercianti di via Cosenza ci siamo autotassati cacciando circa 400 euro a testa per rendere la strada più accogliente. Una volta il Natale era il periodo delle vendite e Pozzuoli la città dove tutti venivano a fare regali, oggi purtroppo non è più così. Ora attendiamo i saldi per cercare di dare una svolta” “Il problema è più profondo e va al di là della semplice mancanza di parcheggi o della viabilità” va controtendenza il direttore della Confesercenti Pozzuoli Daniele Lattero “Non c’è mai stata una programmazione, un piano per l’economia locale tale da rendere la città accogliente per lo shopping natalizio ma anche negli altri periodi dell’anno. Invece c’è stato un processo di involuzione che piano piano ha portato alla grave situazione che oggi è sotto gli occhi di tutti”. Nel frattempo dall’unico centro commerciale presente in territorio puteolano fanno sapere che “le cose vanno abbastanza bene, nonostante il fatto che la grave crisi finanziaria che sta colpendo un po’ tutti i settori faceva presagire ad una situazione peggiore”
SEQUESTRATA L'ABITAZIONE DELL'ASSASSINO
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" giovedì 30 dicembre 2010
mercoledì 29 dicembre 2010
LICOLA, BRUCIATA L'AUTO DELL'ASSASSINO
OGGI L'AUTOPSIA. APPELLO DEL PARROCO ALLE ISTITUZIONI
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" mercoledì 29 dicembre 2010
martedì 28 dicembre 2010
VOGLIA DI VENDETTA MA NESSUNO PARLA
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" martedì 28 dicembre 2010
Una lunga scia di sangue che ha invaso questa zona. Poco distante da casa sua , al civico, 102 di via Licola Mare c’è l’abitazione dove era nato e cresciuto Salvatore Ercole, il 14enne morto sei mesi fa al largo delle acque di Lucrino dove, dopo essere caduto in mare, rimase schiacciato dall’elica del gommone sul quale salì con alcuni amici. Poi la tragedia, l’ennesima, che ancora una volta ha interessato questa zona tanto martoriata.
UCCISO CON UNA COLTELLATA AL CUORE
di Giovanna Scarano
pubblicato sul Roma martedì 28 dicembre 2010
mercoledì 22 dicembre 2010
MIASMI E LIQUAMI ALLAGANO LE STRADE
DI BONITO: "LE FOGNE NON SUPPORTANO GLI SVERSAMENTI, SISTEMA INADATTO"
Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" mercoledì 22 dicembre 2010
LICOLA/VARCATURO.Rabbia, rassegnazione e il solito remake anche all’indomani della più lieve pioggerellina che in quella zona ai margini del giuglianese provoca effetti devastanti . Ieri mattina in via “Madonna del Pantano” l’ennesima conta dei danni con i residenti a spalare la melma mista ai liquami che appena 12 ore prima avevano invaso gli oltre due chilometri di strada parallela all’antica via Domitiana che funge da collegamento tra le località di Licola e Varcaturo. Lunedì sera la pioggia ha provocato il “troppo pieno”, facendo saltare i tombini delle fogne, oltre un metro di acqua mista ai liquami ha invaso la strada, allagando le abitazioni. Con i residenti rimasti intrappolati nelle proprie case, è stato reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco, degli agenti di polizia municipale e dei tecnici del comune di Giugliano. Dopo 12 ore ieri erano ancora evidenti i segni dell’allagamento, l’aria infestata era resa irrespirabile dai liquami fognari che man mano andavano asciugandosi, miasmi e odori nauseabondi, grande il timore per un allarme sanitario. Lungo la strada anche una scuola media, la “Salvatore Vitale”, rimasta chiusa tempo fa proprio perché a seguito delle piogge la strada diventò off-limits, tanto che alto era il livello dei liquami che invasero il manto stradale. L’impianto fognario sarebbe inconsistente, non supporterebbe la portata di liquami provenienti da Napoli per poi essere convogliati nell’impianto di depurazione di Cuma-Licola, queste le cause alla base del dissesto. “ Ho paura per la salute dei miei figli a causa delle condizioni igienico-sanitarie della zona, da ieri sera ho quasi un metro di liquami che hanno invaso il piano interrato di casa mia. E per evitare che l’acqua invada le nostre case siamo stati costretti ad alzare il manto stradale “ spiega Procolo Buonanno, 46 anni, che vive insieme alla moglie e suoi tre bambini ( tra cui una di appena 4 mesi) in un’abitazione lungo la strada. A pochi passi un parco privato, qui lunedì sera la melma ha invaso i giardini arrivando fino all’uscio delle abitazioni al piano terra. “Ogni volta che fa un po’ di pioggia accade questo, a furia di finire nel terreno le piante si sono bruciate” spiegano Antonietta e Salvatore Lubrano che vivono in una delle traverse della strada principale, qui tempo fa la forza dei liquami scesi da sopra buttarono parte di un muro di recinsione a terra” Se non si risolve questo problema un giorno faremo la fine dei topi, sommersi dalla melma e la gente vuole andarsene da qua”. “La fogna non riesce ad assorbire la portata dei liquami e il sistema di smaltimento delle acque piovane non è adatto” spiega l’ingegnere Gennaro Di Bonito, presidente del Consorzio Turistico del Mediterraneo “ Sono in corso dei lavori per il raddoppio del collettore fognario che potrebbero risolvere l’eccesso di portata. Non possiamo dire che il comune di Giugliano sia assente, ma che ha pochi mezzi e quelli che aveva li ha già utilizzati ed anche male purtroppo. Ci fu un intervento tampone tempo fa cin maniera tale che l’acqua venisse convogliata nelle tubazioni private della vicina campagna, ma non sembra essere servita visto quanto accaduto per l’ennesima volta anche ieri. Nel frattempo abbiamo chiesto un risarcimento danni al comune di Giugliano, ma resta il fatto che la zona è diventata invivibile “
PERICOLO FRANA IN VIA VIRGILIO
POZZUOLI. “Manca solo che qualche albero venga giù” esclama Antonio mentre guarda la facciata del Montenuovo dalla quale, a seguito delle ultime piogge, alcuni massi si sono staccati finendo sul marciapiedi sottostante. “Dovrebbero appore un cartello con scritto “Pericolo di frana” perché qui il pericolo esiste davvero. Quando piove qualcosa cade sempre dalla montagna, ecco vedete che masso stanotte è caduto, se si trovava a passare qualcuno era la fine” racconta ancora il 56enne residente ad Arco Felice ed assiduo frequentatore della vicina Oasi Naturalistica Montenuovo. Qui, in via Virgili, nel corso degli anni la forza dell’acqua e del vento ha provocato l’erosione di una facciata della montagna e diversi smottamenti. Tra questi l’ultimo, in ordine di tempo, avvenuto nella notte tra venerdì e sabato a seguito delle forte folate di vento e pioggia che hanno provocato la caduta di numerosi massi, rendendo impraticabile ai pedoni il marciapiedi che porta all’ingresso del parco naturalistico. Pertanto ieri mattina non è stato possibile camminare lungo via Virgilio, la strada che congiunge Arco Felice con questa altura, dove a pochi metri di distanza abitano numerose famiglie. Una situazione di pericolo che si protrae da tempo, da quando la forza levigatrice di acqua e vento ha iniziato a provocare l’erosione della facciata di montagna che da su via Virgilio, facendo si che numerosi alberi rimanessero senza radici nel terreno. Una condizione questa particolarmente pericolosa in quanto va a incidere sulla stabilità degli arbusti che, con le radici poco impiantate nel suolo, potrebbero addirittura cadere. I segni di tutto questo sono ben visibili a chiunque si trovi a camminare lungo la stradina, basta alzare gli occhi sulla facciata della montagna ed è evidente la presenza dei rami degli alberi che escono fuori dal terreno. Tra questi quello che desta particolari preoccupazioni è un grosso arbusto inclinatosi in corrispondenza di un traliccio dell’energia elettrica. Oltre alle grosse piante che potrebbero cedere, altra particolare attenzione è data alla facciata della montagna dalla quale, ad ogni pioggia, si staccano massi. Infatti non esiste alcuna protezione quindi il terreno, che sorge ad almeno 2 metri sopra il livello della strada, è solo in minima parte “protetto” da un muro di contenimento di pietre, mentre tutta la parte superiore, dove sono radicati gli arbusti (in stragrande maggioranza pini) non risulta essere protetta da nulla. E ieri mattina i potenziali pericoli, già denunciati tempo fa dal nostro giornale, erano evidenti lungo il marciapiedi, invaso da massi di ogni grandezza. Grossi pericoli ai quali sono esposti i residenti di via Virgilio che vivono proprio di fronte alla facciata della montagna e i tanti che quotidianamente si recano in visita all’Oasi naturalistica Montenuovo. Ma i pericoli nella zona non finiscono: oltre ad un possibile cedimento degli alberi e alla caduta massi, le insidie sembrano venire anche dalla strada, che in alcuni punti risulta rialzata dal normale livello stradale e dove i sanpietrini che formano il manto risultano essere praticamente “esplosi”. Che la zona fosse “pericolosa” lo dimostrano anche alcune transenne collocate in prossimità del marciapiedi, probabilmente messe lì per rendere off-limits quel tratto particolarmente soggetto alla caduta dei massi. Durante il nostro sopralluogo nella zona, alcuni residenti delle abitazioni che sorgono in uno dei palazzi nelle immediate vicinanze della montagna ha accolto con entusiasmo la nostra presenza “Fotografate, denunciate questo schifo. Qua si sono dimenticati di noi, ma che aspettano che avvenga una tragedia prima di intervenire?” ci dice Mimmo, mentre indica la parte di montagna che gli incute “timore”. Gli echi dei dissesti idrogeologici che hanno segnato terribilmente diverse località della Campania sono negli occhi di tutti, Quindici, Sarno, Ischia, ma anche i recenti provvedimenti presi nella zona della Grotta di Cocceo a Bacoli, il pericolo di frana della facciata del Monte di Procida denunciato da tempo, tengono alto il livello di attenzione da parte dei cittadini.
martedì 21 dicembre 2010
"STAVAMO MEGLIO AI TEMPI DEL BRADISISMO"
Cantieri aperti in città, strade chiuse, ingorghi, mancanza di parcheggi, tra le cause della crisi
di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI- Negozi e strade addobbate a festa, le luminarie nel centro storico della città, le tredicesime già intascate, ma nonostante ciò strade e negozi rimangono vuoti, le commesse con le mani conserte accanto alle vetrine e lo shopping natalizio che si trasferisce altrove. E’ questa la fotografia di Pozzuoli prima e dopo Natale, in un periodo che storicamente dovrebbe essere “prolifico” da un punto di vista commerciale “ A Pozzuoli non si vende più, la situazione che stiamo vivendo oggi è come quella che si viveva durante il periodo del bradisismo se non addirittura peggiore” è l’inquietante accostamento con uno dei periodi più bui della storia di Pozzuoli, secondo solo all’epidemia di colera che nel lontano 1887 mise in ginocchio l’intera città. Inquietante è in questi giorni passeggiare per le strade della città, specie nel centro storico letteralmente deserto in molte ore della giornata. Alla base della grave crisi che sta attanagliano il commercio a Pozzuoli, specie quello cosiddetto “di vicinato” i tanti cartelli di “lavori in corso” che campeggiano ovunque, strade chiuse o limitate ad un solo senso di marcia, ingorghi, code automobili, traffico in tilt a qualsiasi ora della giornata, mancanza di parcheggi. I lavori in via Fasano, la chiusura del tratto di strada di via pergolesi che da piazza Capomazza porta nel centro storico, i lavori allo svincolo di via Campana della Tangenziale di Napoli e la chiusura per frana di viale dell’Europa Unita fanno si che giungere nel centro storico in questi giorni sia particolarmente difficile “Stiamo vivendo una situazione di crisi allarmante, peggiore anche di quella dell’anno scorso perché quest’anno si è messo anche il maltempo a peggiorare le cose. Tutto ciò è il frutto, oltre della grave crisi economica che sta attanagliano un po’ tutti i settori anche della mancata programmazione da parte di chi negli anni addietro ha governato la nostra città facendo si che oggi divenisse deserta e mi riferisco alle due precedenti amministrazioni e a quanti hanno fatto si che venissero aperti centri commerciali in maniera indiscriminata“ spiega Vincenzo Addati, presidente dell’ Ascom di Pozzuoli che pone l’indice contro quelli che sono oramai i problemi secolari della città e che, nonostante le numerose denunce da parte di automobilisti, residenti e degli stessi commercianti continuano a rimanere irrisolti “A questo dobbiamo aggiungere anche la mancanza di parcheggi, le strade dissestate, i lavori in corso ovunque, il traffico e ultima anche la mancanza di illuminazione pubblica come accaduto domenica quando per l’intero pomeriggio il centro storico è rimasto quasi al buio. La situazione è talmente grave che non confidiamo nemmeno più nei saldi”. Così la regola del “pesce grande che mangia quello piccolo, pare essere rispettata da un punto di vista commerciale anche a Pozzuoli “le vendite quest’anno sono molto basse, almeno un 20% in meno rispetto a quelle del 2009” denuncia Giovanni Falcetti presidente di “Casa Artigiani” “ In primis la grave crisi finanziaria che però a Pozzuoli si associa ai soliti problemi con i quali la città è chiamata a fare i conti come la viabilità, la mancanza di parcheggi, l’arredo urbano per il quale quest’anno noi commercianti di via Cosenza ci siamo autotassati cacciando circa 400 euro a testa per rendere la strada più accogliente. Una volta il Natale era il periodo delle vendite e Pozzuoli la città dove tutti venivano a fare regali, oggi purtroppo non è più così. Ora attendiamo i saldi per cercare di dare una svolta” “Il problema è più profondo e va al di là della semplice mancanza di parcheggi o della viabilità” va controtendenza il direttore della Confesercenti Pozzuoli Daniele Lattero “Non c’è mai stata una programmazione, un piano per l’economia locale tale da rendere la città accogliente per lo shopping natalizio ma anche negli altri periodi dell’anno. Invece c’è stato un processo di involuzione che piano piano ha portato alla grave situazione che oggi è sotto gli occhi di tutti”. Nel frattempo dall’unico centro commerciale presente in territorio puteolano fanno sapere che “le cose vanno abbastanza bene, nonostante il fatto che la grave crisi finanziaria che sta colpendo un po’ tutti i settori faceva presagire ad una situazione peggiore”
STUDENTI OCCUPANO L'EX BIBLIOTECA
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" martedì 21 dicembre 2010
sabato 18 dicembre 2010
MORTO NELLA PINETA, VENDETTA NEL GIRO DELLO SPACCIO
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" sabato 18 dicembre 2010
CUMA/LICOLA. “Ignoto” c’è ancora scritto sulla targhetta apposta sulla cella della camera mortuaria del Secondo Policlinico di Napoli. Nelle prossime ore quel corpo in avanzato stato di decomposizione ritrovato mercoledì mattina nella “Foresta di Cuma” potrebbe avere “ufficialmente” un nome, solo dopo che il medico legale nominato dal Pubblico Ministero della Procura di Napoli avrà effettuato nella giornata di oggi gli esami autoptici e confrontato il Dna e le tracce biologiche del cadavere con quelle di Vincenzo Chirollo, 40 anni. Sarebbe lui infatti, presunto affiliato al clan Verde di Sant’Antimo, la cui scomparsa è stata denunciata due mesi fa, l’uomo ritrovato cadavere nella pineta di Licola. Ad avvalorare l’ipotesi un indizio su tutti: il logo della marca del pantalone griffato, uno dei “segni distintivi” denunciati al momento della scomparsa, lo stesso rinvenuto addosso al cadavere ritrovato mercoledì mattina da un passante tra la boscaglia di Licola. Nel frattempo, indagano i carabinieri della Compagnia di Pozzuoli diretti dal comandante Roberto Spinola e i militari della tenenza di Sant’Antimo, dove due mesi fa venne denunciata l’improvvisa scomparsa di Chirollo. Anche se il 40enne pare non fosse considerato un uomo di spicco del clan Verde né un affiliato. Il suo sarebbe stato un ruolo quasi marginale, spaccio ed estorsione sarebbero state le sue attività, pista verso la quale in questo si starebbero dirigendo le indagini. In queste ore gli inquirenti stanno scavando nella vita nell’uomo, una ricerca a ritroso negli ultimi giorni prima della scomparsa, vengono ascoltati parenti e conoscenti. Probabilmente un’esecuzione i piena regola: portato nel bosco e poi trucidato oppure ammazzato altrove e poi occultato il cadavere. Nel frattempo, emergono altri particolari raccapriccianti sul ritrovamento del cadavere nella pineta: il tronco del corpo sarebbe risultato mangiato dagli animali e la testa staccata, avvolta da un sacchetto di plastica. Orrore che si aggiunge ad altro orrore. La macabra scoperta mercoledì mattina fatta da un passante, fermatosi nei pressi di un cespuglio, l’orrore seppellito tra terreno e sterpaglie, una scena raccapricciante: a terra, il cadavere ormai scheletrizzato di un uomo, la sagoma impressa nel suolo, dove le ossa e i pochi brandelli di carne rimasti si erano quasi appiccicati, il tronco mangiato dagli animali, la testa staccata, avvolta da un sacchetto di plastica e un foro nel cranio.
venerdì 17 dicembre 2010
CADAVERE NELLA FORESTA DI CUMA
LA MORTE RISALIREBBE A 3 MESI FA
SAREBBE SCOMPARSO DA SANT'ANTIMO
di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di venerdì 17 dicembre 2010
CUMA/LICOLA. Una forte puzza, un tanfo insopportabile proveniente da alcune sterpaglie, preludio alla macabra scoperta: un cadavere in avanzato stato di decomposizione ormai scheletrizzato. E due segni inequivocabili: una busta intorno alla testa e un foro nel cranio. Orrore nella tarda mattinata di ieri a Licola, nella “Foresta di Cuma”, quando il cadavere di un uomo è spuntato dalla fitta vegetazione della pineta che sorge in via delle Colmate, area demaniale di competenza della Regione Campania e gestita dall’assessorato “Agricoltura e Foreste”. Intorno alle 11,30 il rinvenimento nei pressi della stradina parallela alla stazione ferroviaria della linea “Circumflegrea” della Sepsa. Tra la fitta vegetazione nel terreno il cadavere di un uomo intorno alla trentina d’anni, con maglia e pantaloni griffati, ormai scheletrizzato, la sagoma impressa nel suolo al quale le ossa e i pochi brandelli di carne rimasti si erano quasi appiccicati. Pioggia, vento, terreno, la salinità e l’umidità nella zona hanno accentuato il processo di decomposizione, dalle tremende condizioni nelle quali si trovava quel cadavere era lì da almeno tre mesi. Nelle tasche dei pantaloni nessun documento d’identità, fatto che ha complicato l’identificazione del corpo. Ma quel foro nel cranio e quella busta segnali che farebbero ipotizzare una vera e propria esecuzione e dirigere le ricerche tra gli ambienti malavitosi. Sul posto, allertati da una telefonata, immediatamente giungevano i carabinieri della vicina stazione di Licola e i militari della compagnia di Pozzuoli diretti dal comandante Roberto Spinola. Oltre quattro ore prime che il corpo venisse portato via dal carro funebre e condotto presso l’obitorio del Secondo Policlinico di Napoli dove nelle prossime ore sarà effettuata l’autopsia utile per risalire all’identità di quel corpo ed appurare le modalità del decesso anche se l’ipotesi più accreditata sarebbe quella di un omicidio, probabilmente nato in ambienti malavitosi. Resta da appurare, se di omicidio si tratta, se quel corpo sia stato portato lì già cadavere o se quella che sembrerebbe essere una vera e propria esecuzione sia avvenuta tra quei cespugli della “Foresta di Cuma”. Intanto durante l’intera giornata di ieri sono stati scandagliati i database delle forze dell’ordine per trovare analogie tra il corpo ritrovato e le denunce di persone scomparse. Alcuni indizi - a quanto pare proprio quel pantalone griffato - condurrebbero ad una persona scomparsa tempo fa nel comune di Sant’Antimo. Si potrebbe trattare di Vincenzo Chirollo, un presunto affiliato al clan Verde, la cui scomparsa è stata denunciata due mesi fa. Al momento però, non c'è stato nessun riconoscimento ufficiale e non è esclusa nessuna pista. La verita si attende dagli esiti dell'autopsia.
giovedì 16 dicembre 2010
ULTIMISSIMA
lunedì 13 dicembre 2010
POZZUOLI BLOCCATA DA UN ACCENDINO
di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicato sul "Roma" e "Corriere Flegreo"
POZZUOLI. Momenti di apprensione quando uno degli addetti alla raccolta dei rifiuti in strada ha rinvenuto una busta rossa tra la montagna si spazzatura. Dentro, un oggetto a forma di bomba a mano con tanto di linguetta, di quelle denominate “ananas”. In pochi minuti l’allarme bomba fa il giro della città, forte è il timore che quell’oggetto potesse deflagrare da un momento all’altro. Sul posto giungono immediatamente i carabinieri, per motivi di sicurezza l’intera area di Via Campana viene isolata e messa in sicurezza, il traffico bloccato dagli agenti di polizia municipale, fino all’arrivo degli artificieri che fanno l’incredibile scoperta: quell’oggetto a forma di bomba a mano in realtà è un accendino. Dalla paura al sospiro di sollievo il passo è stato lungo, oltre 2 ore prima della notizia che ha fatto sorridere un po’ tutti. Ma veniamo ai fatti di quella che si è rivelata una “tragicomica” mattinata di un sabato prenatalizio, con la città di Pozzuoli “bloccata” da un accendino. Dalle prime ore del mattino di sabato lungo via Campana erano al lavoro un gruppo di ex Lsu ora impegnati nella rimozione dei rifiuti per conto della ditta “De Vizia Transfer”. Circa 6/7 operatori, con loro un mezzo bobcat per la raccolta della spazzatura e un camion per il trasporto. E in una città dove la raccolta differenziata non supera il 15% che a dover “dividere” le tipologie di rifiuti in questi giorni siano paradossalmente proprio loro, gli addetti alla raccolta e non i cittadini che la producono.
IL RACCONTO DEGLI EX LSU
"ABBIAMO TEMUTO IL PEGGIO"
POZZUOLI. Dopo qualche minuto dalla scoperta e dato l’allarme sono ripartiti con la raccolta, ma sui loro volti c’è ancora l’agitazione e la paura per il pericolo appena scansato. “Era di un colore scuro, aveva una pinzetta e una linguetta, pesava almeno mezzo chilo. Stavamo differenziando i rifiuti, togliendo quelli ingombranti quando ho notato quell’oggetto, la prima cosa che ho fatto è stata quella di spostare la busta per evitare che il bobcat ci finisse sopra perché se quella bomba era piena potevamo saltare tutti in aria” racconta quei momenti di forte tensione Salvatore Antacido, l’operatore del servizio di raccolta rifiuti che ha materialmente trovato la busta contenente quella che poi si rivelerà una “falsa bomba”. Ma la paura in quel momento è stata forte come il timore che da un momento all’altro quell’oggetto simulacro di una bomba a mano potesse esplodere. “Ci riteniamo fortunati che non sia successo niente, chissà che la dentro non ce ne siano altre” incalza Vitale Restivo, uno del gruppo di ex Lsu oggi dopo anni di battaglie diventati lavoratori ì della “De Vizia Transfer”. Mentre stanno effettuando la raccolta lungo via Campana, nel tratto di strada che passa per il Rione Artiaco, sfogano la loro rabbia per una situazione paradossale che li vede costretti ad eccedere in quelle che sono le loro competenze. Non solo la rimozione e la raccolta ma anche la differenziazione perché in città sono poche le persone che differenziano l’immondizia, solo il 15%, un triste primato condiviso ex equo con i vicini comuni di Quarto e Bacoli. Al momento del ritrovamento dell’ordigno insieme a loro c’erano anche Francesco Casalini, Antonio Taschino e Liborio Lubrano che pongono l’attenzione sui pericoli che il loro lavoro presenta quotidianamente “Abbiamo paura che possa succedere qualcosa, chi ci garantisce che scavando tra la spazzatura non possa veramente uscire fuori un ordigno esplosivo o qualcosa di pericoloso? Purtroppo siamo costretti a lavorare perennemente esposti ad alto rischio per la nostra incolumità”
CIMITERO DI POZZUOLI AL COLLASSO
di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati su "Roma" e "Corriere Flegreo"
venerdì 10 dicembre 2010
COCCEO, VERIFICHE PER LA STABILITA'
di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" venerdì 10 dicembre 2010
LAGO D'AVERNO, CANALE OSTRUITO DAI RIFIUTI: E' POLEMICA
di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" venerdì 10 dicembre 2010
giovedì 9 dicembre 2010
SCOPPIA CENTRALINA ELETTRICA, E' PANICO
di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di giovedì 9 dicembre 2010
QUARTO. Paura l’altra sera per lo scoppio di una centralina elettrica dell’ Enel a Quarto, in via Corso Italia. Improvvisamente un forte botto subito seguito da un rumore di “sfiato” che ha preceduto le fiamme, sprigionatesi nei pressi di alcune abitazioni. Lo scoppio intorno le 20,30 circa quando i numerosi negozi che sorgono lungo l’importante arteria erano ancora aperti, la zona affollata dai clienti del centro di scommesse sportive che sorge in una delle traverse di Corso Italia. Ad andare in fiamme una centralina elettrica collocata proprio sotto al balcone di un’abitazione, probabilmente a causa di un corto circuito. In pochi attimi la zona viene invasa dal fumo e dalle fiamme, forte la paura di quanti, inermi, assistono al rogo. Si vivono attimi di terrore, il timore è che quelle fiamme possano investire l’intera zona circostante, si teme che quell’incendio improvviso scatenatosi in pochi secondi possa assumere proporzioni più ampie. Nel frattempo l’intera zona rimane senza energia elettrica, lo scoppio della centralina ha provocato un black out generale, abitazioni, negozi e strade rimangono senza luce. Grande la negli occhi dei residenti del palazzo dove si è scatenato il rogo, nel viale ci sono automobili parcheggiate, inzia un “fuggi fuggi” generale. Partono le richieste di soccorso al 115 dei vigili del fuoco, ma il timore è che nel frattempo giungano dalla vicina caserma di Monterusciello il rogo abbia assunto proporzioni maggiori. Provvidenziale ad un certo punto è l’intervento di un uomo che grazie ad un estintore riesce a spegnere le fiamme. Sulla parete del palazzo annerita rimangono i segni della centralina scoppiata e l’intera zona rimane senza luce per l’intera serata.
mercoledì 8 dicembre 2010
PASSEGGIATA, AL VIA IL CONTO ALLA ROVESCIA
di Gennaro Del Giudice
MONTE DI PROCIDA. Un paesino di migranti e marinai, pizzaioli e ristoratori, appena 13mila anime ed un sogno chiamato “sviluppo turistico”- “Spero di non dover vedere più quelle 5 ragazze scendere dal treno proveniente da Milano dove sono state costrette a trasferirsi per lavoro” - Sogna un lavoro per i giovani e un paese a “misura d’uomo” Francesco Paolo Iannuzzi, dal 28 maggio di 4 anni fa per la terza volta sindaco del comune di Monte di Procida. Qui la raccolta differenziata è diventata “materia di studio”, il comune al quarto posto della graduatoria delle città più virtuose della Provincia di Napoli, la tassa sui rifiuti è scesa del 16% mentre nei paesi limitrofi sale del 25%. Pozzuoli, Quarto e Bacoli ricoperte dall’immondizia distano pochi chilometri, ma sembrano lontane anni luce, qui nemmeno l’ombra di una carta a terra. Se l’allora sindaco di Pozzuoli Pasquale Gacobbe sognava di trasformare la sua città in una piccola Barcellona, Iannuzzi è vicino a rendere Monte di Procida una piccola “Montecarlo”. Negli uffici di via Panoramica è iniziato il conto alla rovescia, un count down da 120 giorni. Si attende la risposta al PUAD (Piano di Utilizzo Aree Demaniali) il progetto presentato lo scorso fine settembre. E’ prevista la riqualificazione di 2mila metri di costa, che comprendono le località “Torrefumo” e “Torrione”, in tutto un’ intera area che gira intorno al Monte che sorge di fronte all’isola di Procida, dal quale il paese flegreo prende il nome. Oggi qui c’è una scogliera, una “passeggiata” sul mare con tanto di giardinetti nel corso degli anni vandalizzati, il tratto di Miliscola costretto ad essere transennato e chiuso al pubblico per motivi di sicurezza. Nel progetto è prevista al riqualificazione dell’intera zona, la realizzazione di chalet, pizzerie, ristoranti, discoteche in riva al mare, da Acquamorta fino al confine con Bacoli. “Sarebbe una cosa incantevole” sbarrano gli occhi al solo pensiero i residenti del più piccolo comune dei Campi Flegrei, ad un palmo di naso dall’isola di Procida. “L’approvazione del PUAD sarebbe una grossa opportunità di sviluppo per la città. Potremmo poi dare le concessioni ai giovani del paese in maniera tale da creare opportunità di lavoro. Abbiamo redatto e trasmesso il progetto agli organi sovracomunali, tempo centoventi giorni è avremo il responso” è speranzoso il primo cittadino montese, che sciorina gli interventi da realizzare nell’immediato futuro. Tra questi, nell’attesa del responso della Regione Campania, sarà rifatto il look ad “Acquamorta”, dove c’è da realizzare l’arredo del molo principale e il prolungamento della darsena dei pescatori, in tutto 190mila euro finanziati per la realizzazione di strutture in legno, a basso impatto ambientale.
martedì 7 dicembre 2010
TROPPO FREDDO, SLITTA IL "BLACK OUT" ENERGETICO NEI CAMPI CONTAINER
sabato 4 dicembre 2010
DISSESTO IDROGEOLOGICO A CUMA, EVACUATE TRE VILLETTE
di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di sabato 4 dicembre 2010
(foto di Angelo Greco)
CARCERE DI NISIDA, DETENZIONE MA ANCHE RILANCIO VERSO IL FUTURO
di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati su "Roma" e "Corriere Flegreo"
POZZUOLI. Sorridente, gentile, emozionato, quel giovanotto appena diventato pasticciere laddove non sembra facile sognare. Ha un maglioncino blu con scollo a “V” sopra la camicia, un viso dolce. E’ uno dei 63 detenuti in quel carcere a picco sul mare. “Da noi cambiano anche il modo di vedersi, ragazzi che provengono dal “sistema” e dalla criminalità organizzata cambiano la percezione di se stessi. Anche il loro modo di porsi cambia, ieri durante l’esame parlavano perfettamente in italiano” racconta il direttore del penitenziario minorile di Nisida. Gianluca Guida. Non solo penitenziario ma luogo di educazione, rilancio verso il futuro. Anche ieri mattina erano in piena attività i tre laboratori, ceramica, arte presepiale, pasticceria. In quest’ultimo erano stati appena sfornati dolci e rustici come gentile cadeau per gli ospiti giunti per un evento importante: la consegna delle qualifiche per “addetto pasticciere”. Un cammino iniziato lo scorso 12 aprile, mercoledì gli esami e ieri la consegna degli attestati. Negli occhi dei 18 alunni l’emozione del “grande giorno”. Ne mancavano due, la fine della pena detentiva proprio nel giorno della “premiazione”. “Uno di loro è ritornato ieri, nonostante fosse uscito, appositamente per sostenere l’esame. L’altro invece dopo pochi giorni che è uscito da qui ha subito trovato lavoro come pasticciere”- dice con soddisfazione il direttore Guida mentre “incorona” i neo-pasticcieri “Voi dovete sempre mirare in alto, voglio vedervi tutti al lavoro in grandi pasticcerie” è l’augurio commosso di Luigi Arionte, preside dell’Ipsar “Petronio” L’istituto alberghiero di Monterusciello, fautore del progetto PAS di “Addetto pasticciere” finanziato dalla Regione Campania. In campo 10 docenti, 15 tutor per 8 ore di lezione giornaliere all’interno del carcere. “Forte è stata la partecipazione da parte dei ragazzi, pochissime le assenze alle lezioni, solo per gravi necessità” conclude Anna Lotito coordinatrice del progetto.
venerdì 3 dicembre 2010
STRADE RICOPERTE DAI RIFIUTI, AUMENTA DEL 25% LA TASSA SULLA SPAZZATURA
di Gennaro Del Giudice
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I SINDACI:
Ermanno Schiano sindaco di Bacoli: "I cittadini purtroppo pagheranno di più ma la colpa non è certamente la nostra ma bensì della mala gestione riconducibile alla vecchia amministrazione, che negli anni scorsi è stata poco virtuosa. Stiamo mettendo in campo una buona raccolta differenziata in maniera tale da poter recuperare e rimediare agli errori commessi. E per il 2011 stiamo cercando di mettere in campo un buon sistema di raccolta rifiuti “porta a porta” in maniera tale da portare il comune di Bacoli tra quelli più virtuosi "