di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicato sul "Roma" e "Corriere Flegreo"
POZZUOLI. Momenti di apprensione quando uno degli addetti alla raccolta dei rifiuti in strada ha rinvenuto una busta rossa tra la montagna si spazzatura. Dentro, un oggetto a forma di bomba a mano con tanto di linguetta, di quelle denominate “ananas”. In pochi minuti l’allarme bomba fa il giro della città, forte è il timore che quell’oggetto potesse deflagrare da un momento all’altro. Sul posto giungono immediatamente i carabinieri, per motivi di sicurezza l’intera area di Via Campana viene isolata e messa in sicurezza, il traffico bloccato dagli agenti di polizia municipale, fino all’arrivo degli artificieri che fanno l’incredibile scoperta: quell’oggetto a forma di bomba a mano in realtà è un accendino. Dalla paura al sospiro di sollievo il passo è stato lungo, oltre 2 ore prima della notizia che ha fatto sorridere un po’ tutti. Ma veniamo ai fatti di quella che si è rivelata una “tragicomica” mattinata di un sabato prenatalizio, con la città di Pozzuoli “bloccata” da un accendino. Dalle prime ore del mattino di sabato lungo via Campana erano al lavoro un gruppo di ex Lsu ora impegnati nella rimozione dei rifiuti per conto della ditta “De Vizia Transfer”. Circa 6/7 operatori, con loro un mezzo bobcat per la raccolta della spazzatura e un camion per il trasporto. E in una città dove la raccolta differenziata non supera il 15% che a dover “dividere” le tipologie di rifiuti in questi giorni siano paradossalmente proprio loro, gli addetti alla raccolta e non i cittadini che la producono.
IL RACCONTO DEGLI EX LSU
"ABBIAMO TEMUTO IL PEGGIO"
POZZUOLI. Dopo qualche minuto dalla scoperta e dato l’allarme sono ripartiti con la raccolta, ma sui loro volti c’è ancora l’agitazione e la paura per il pericolo appena scansato. “Era di un colore scuro, aveva una pinzetta e una linguetta, pesava almeno mezzo chilo. Stavamo differenziando i rifiuti, togliendo quelli ingombranti quando ho notato quell’oggetto, la prima cosa che ho fatto è stata quella di spostare la busta per evitare che il bobcat ci finisse sopra perché se quella bomba era piena potevamo saltare tutti in aria” racconta quei momenti di forte tensione Salvatore Antacido, l’operatore del servizio di raccolta rifiuti che ha materialmente trovato la busta contenente quella che poi si rivelerà una “falsa bomba”. Ma la paura in quel momento è stata forte come il timore che da un momento all’altro quell’oggetto simulacro di una bomba a mano potesse esplodere. “Ci riteniamo fortunati che non sia successo niente, chissà che la dentro non ce ne siano altre” incalza Vitale Restivo, uno del gruppo di ex Lsu oggi dopo anni di battaglie diventati lavoratori ì della “De Vizia Transfer”. Mentre stanno effettuando la raccolta lungo via Campana, nel tratto di strada che passa per il Rione Artiaco, sfogano la loro rabbia per una situazione paradossale che li vede costretti ad eccedere in quelle che sono le loro competenze. Non solo la rimozione e la raccolta ma anche la differenziazione perché in città sono poche le persone che differenziano l’immondizia, solo il 15%, un triste primato condiviso ex equo con i vicini comuni di Quarto e Bacoli. Al momento del ritrovamento dell’ordigno insieme a loro c’erano anche Francesco Casalini, Antonio Taschino e Liborio Lubrano che pongono l’attenzione sui pericoli che il loro lavoro presenta quotidianamente “Abbiamo paura che possa succedere qualcosa, chi ci garantisce che scavando tra la spazzatura non possa veramente uscire fuori un ordigno esplosivo o qualcosa di pericoloso? Purtroppo siamo costretti a lavorare perennemente esposti ad alto rischio per la nostra incolumità”
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