martedì 28 dicembre 2010

VOGLIA DI VENDETTA MA NESSUNO PARLA

SCONCERTO A LICOLA, UN'AREA SEGNATA DA DEGRADO E ABBANDONO

di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" martedì 28 dicembre 2010



LICOLA. Dodici ore dopo la tragedia nella piazzetta di via Licola Mare c’è un gruppetto di giovani. Berretti in testa e sciarpe sul volto, i loro sguardi persi nel vuoto, in religioso silenzio, nelle loro menti ancora gli echi della tragedia della sera prima. Le urla, la disperazione, la rabbia e la voglia di fare giustizia, vendicare quell’infame assassinio. Saranno in tutto una decina, conoscenti e amici di entrambi, vittima e assassino, da queste parti tutti si conoscono. Nonostante il vento freddo e il bar della piazza ancora chiuso per ferie stazionano sul marciapiedi lungo la strada, nessuno ha voglia di parlare. “Non so niente, non so di cosa state parlando, non sono nemmeno del posto” risponde laconica la commessa di un negozio lungo la strada. "Dicono che c’era un gruppetto di ragazzi nella piazzetta, stavano urlando, scherzavano tra loro, poi improvvisamente è successo quello che nessuno si aspettava. Quell’uomo è sceso e si è avventato contro quel povero ragazzo" Voci, smentite, testimonianze più o meno attendibili e le varie “ricostruzioni” che solitamente si susseguono all’indomani di ogni tragedia e che, anche in questo caso, si sono rincorse per l’intera giornata di ieri. Di fronte la piazzetta sull’altro lato di via Licola mare, quello che affaccia sulla spiaggia c’è la casa di Antonio Chiaro, vittima della furia assassina di Giovanni Riccio, il 29enne omicida. Licola Mare è una lunga strada, si giunge da Pozzuoli imboccando una traversa da via Domitiana. Poi un incrocio, a sinistra i lidi lungo via Sibilla, la strada parallela alla “foresta di Cuma” dove lo scorso 16 dicembre fu ritrovato il cadavere ormai scheletrizzato e senza testa di un uomo, lì da almeno 3 mesi. A sinistra c’è il paesino, Licola, tante case popolari a ridosso l’una dell’altra, qui il degrado è un gran colpo d’occhio, case sventrate, abbandonate, container, lamiere che sostituiscono i muri di cinta. Stretti vicoletti conducono lungo la spiaggia, per diversi chilometri nel centro abitato è “spiaggia libera”, nessuno che la gestisce. Un chilometro circa, poi ancora stabilimenti balneari, uno accanto all’altro, fino ad arrivare a Varcaturo e Lago Patria. Licola Mare è per metà territorio di Pozzuoli, l’altra metà è sotto la giurisdizione del comune di Giugliano. Il confine segnato da un palazzo circondato ancora da lamiere. Licola Mare è anche il tratto di strada parallelo alla via Domitiana, nota anche come la strada delle prostitute. In questo scenario di degrado e abbandono è morto ammazzato il povero Antonio Chiaro, a poca di stanza dal mare e da quella spiaggia dove lo scorso 22 aprile del 2009 fu ritrovato il cadavere dell’ex assessore del Comune di Villaricca, Roberto Landi, il cui corpo fu trovato sepolto ad un metro di profondità sulla spiaggia di Licola. Ucciso altrove e poi seppellito in quella porzione di arenile. Proprio dove lo scorso 5 dicembre del 2009 fu ritrovato un altro cadavere, quello di un extracomunitario, rinvenuto sulla battigia dell’arenile privo di documenti di riconoscimento e con le dita e le piante dei piedi bruciate probabilmente da un acido. Ma Licola oltre ad essere “terra di nessuno” è anche “terra di latitanza”, spesso covo di super latitanti come Cesare Pagano, boss degli “scissionisti” di Scampia ed artefice insieme a Raffaele Amato e Paolo Di Lauro di una delle più grandi faide di camorra, rifugiatosi proprio da queste parti ed arrestato lo scorso mese di luglio. Si nascondeva in una depandance alla quale si accedeva dalla parallela via Domitiana.
Una lunga scia di sangue che ha invaso questa zona. Poco distante da casa sua , al civico, 102 di via Licola Mare c’è l’abitazione dove era nato e cresciuto Salvatore Ercole, il 14enne morto sei mesi fa al largo delle acque di Lucrino dove, dopo essere caduto in mare, rimase schiacciato dall’elica del gommone sul quale salì con alcuni amici. Poi la tragedia, l’ennesima, che ancora una volta ha interessato questa zona tanto martoriata.

Nessun commento:

Posta un commento

INSERISCI UN COMMENTO ALL'ARTICOLO:
(GLI UTENTI SONO PREGATI DI FIRMARE I PROPRI COMMENTI COL PROPRIO NOME/COGNOME O INDIRIZZO E-MAIL)