martedì 7 dicembre 2010
TROPPO FREDDO, SLITTA IL "BLACK OUT" ENERGETICO NEI CAMPI CONTAINER
IL SUB COMMISSARIO CIRO SILVESTRO: "L’EMERGENZA È FINITA, ADESSO BISOGNA PERSONALIZZARE I CONTRATTI DI FORNITURA"
di Gennaro Del Giudice
pubblicato sul "Roma" domenica 5 dicembre 2010
POZZUOLI. Lo scorso fine settembre l’invito alle famiglie dei campi container di provvedere alla stipula di contratti per la fornitura di energia elettrica. Un ultimatum di 30 giorni, poi sarebbe arrivato il blackout energetico, il comune di Pozzuoli avrebbe rescisso il contratto con l’ente erogatore e terminato di pagare la corrente per i 72 container dislocati su tutto il territorio cittadino. In un’ottica di revisione della spesa pubblica intrapresa dal team guidato dal commissario prefettizio del comune di Pozzuoli, Roberto Aragno era necessario tagliare quella spesa annua di 120mila euro ed eliminare fondi per un’emergenza iniziata 25 anni fa in epoca bradisismica. Ma alla decisione non ha fatto seguito, per motivi tecnici, l’applicazione della stessa “Non era possibile tagliare drasticamente la fornitura di energia elettrica, dobbiamo pilotare questa fase di passaggio, in maniera tale da poter avere conseguenze meno traumatiche” spiega il sub commissario al comune di Pozzuoli Ciro Silvestro, impegnatosi in prima persona per risolvere le “problematiche” relative ai campi container e che lo scorso 18 ottobre accolse la delegazione di manifestanti durante il sit-in di protesta. In pieno inverno con le temperature che si avvicinano allo zero non sarebbe stato possibile staccare in tronco la fornitura di energia elettrica, importante fonte anche per l’alimentazione dei dispositivi di riscaldamento all’interno dei prefabbricati. Infatti, vista la loro struttura fatta di lamiera, sarebbe del tutto impossibile la possa in opera di impianti di riscaldamento con alimentazione a metano o Gpl. “Per ora il problema è di natura tecnica. Sono in corso verifiche da parte dei tecnici dell’Enel che stanno vagliando diverse ipotesi, bisognerà vedere come collocare i contatori per personalizzare i contratti di fornitura. Siamo consapevoli che la situazione negli alloggi container non è facile, ma non è possibile attingere denaro dalle casse del comune per un’emergenza che ormai non esiste più. L’emergenza è finita e dopo 25 anni sarebbe giunto il momento di “normalizzare”. Vediamo di traghettare queste persone attraverso il bando di assegnazione dei nuovi alloggi. Ma quei soldi che saranno risparmiati verranno comunque spesi per finalità assistenziali” Da quel febbraio di 25 anni fa tra quelle lamiere di quei prefabbricati, è accaduto di tutto: le 16 famiglie che occuparono quelle strutture nate per ospitare locali commerciali sono poi diventate centinaia. Non è mancato “il gioco delle successioni e delle occupazioni”: assegnatari che cedevano i propri containers a figli o a terzi, edifici liberati ma nuovamente occupati, l’obiettivo dei “furbi” di turno di creare nuova emergenza per rientrare nello “status” di bisogno dice ancora il sub commissario Silvestro che da una chiave lettura di un problema che si protrae da oltre due decenni “Bisognerebbe fare una revisione generale di tutte le famiglie che vivono all’interno dei vari container, capire quelle che sono le emergenze, certificarle. Purtroppo finora forse anche per problemi di uffici che hanno dialogato male si è arrivati ad avere oggi una situazione poco chiara”
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