venerdì 17 dicembre 2010

CADAVERE NELLA FORESTA DI CUMA

CORPO DI UOMO IN AVANZATO STATO DI DECOMPOSIZIONE
LA MORTE RISALIREBBE A 3 MESI FA
SAREBBE SCOMPARSO DA SANT'ANTIMO

LA MACABRA SCOPERTA NELLA MATTINATA DI IERI

di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di venerdì 17 dicembre 2010

CUMA/LICOLA. Una forte puzza, un tanfo insopportabile proveniente da alcune sterpaglie, preludio alla macabra scoperta: un cadavere in avanzato stato di decomposizione ormai scheletrizzato. E due segni inequivocabili: una busta intorno alla testa e un foro nel cranio. Orrore nella tarda mattinata di ieri a Licola, nella “Foresta di Cuma”, quando il cadavere di un uomo è spuntato dalla fitta vegetazione della pineta che sorge in via delle Colmate, area demaniale di competenza della Regione Campania e gestita dall’assessorato “Agricoltura e Foreste”. Intorno alle 11,30 il rinvenimento nei pressi della stradina parallela alla stazione ferroviaria della linea “Circumflegrea” della Sepsa. Tra la fitta vegetazione nel terreno il cadavere di un uomo intorno alla trentina d’anni, con maglia e pantaloni griffati, ormai scheletrizzato, la sagoma impressa nel suolo al quale le ossa e i pochi brandelli di carne rimasti si erano quasi appiccicati. Pioggia, vento, terreno, la salinità e l’umidità nella zona hanno accentuato il processo di decomposizione, dalle tremende condizioni nelle quali si trovava quel cadavere era lì da almeno tre mesi. Nelle tasche dei pantaloni nessun documento d’identità, fatto che ha complicato l’identificazione del corpo. Ma quel foro nel cranio e quella busta segnali che farebbero ipotizzare una vera e propria esecuzione e dirigere le ricerche tra gli ambienti malavitosi. Sul posto, allertati da una telefonata, immediatamente giungevano i carabinieri della vicina stazione di Licola e i militari della compagnia di Pozzuoli diretti dal comandante Roberto Spinola. Oltre quattro ore prime che il corpo venisse portato via dal carro funebre e condotto presso l’obitorio del Secondo Policlinico di Napoli dove nelle prossime ore sarà effettuata l’autopsia utile per risalire all’identità di quel corpo ed appurare le modalità del decesso anche se l’ipotesi più accreditata sarebbe quella di un omicidio, probabilmente nato in ambienti malavitosi. Resta da appurare, se di omicidio si tratta, se quel corpo sia stato portato lì già cadavere o se quella che sembrerebbe essere una vera e propria esecuzione sia avvenuta tra quei cespugli della “Foresta di Cuma”. Intanto durante l’intera giornata di ieri sono stati scandagliati i database delle forze dell’ordine per trovare analogie tra il corpo ritrovato e le denunce di persone scomparse. Alcuni indizi - a quanto pare proprio quel pantalone griffato - condurrebbero ad una persona scomparsa tempo fa nel comune di Sant’Antimo. Si potrebbe trattare di Vincenzo Chirollo, un presunto affiliato al clan Verde, la cui scomparsa è stata denunciata due mesi fa. Al momento però, non c'è stato nessun riconoscimento ufficiale e non è esclusa nessuna pista. La verita si attende dagli esiti dell'autopsia.

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