domenica 13 giugno 2010

MERCATINO DI MONTERUSCIELLO - SCENE DA TERZO MONDO

QUINTALI DI IMMONDIZIA LASCIATI IN STRADA E NON RACCOLTI PER L'INTERA GIORNATA
RIFIUTI LUNGO LE STRADE

ALTO IL RISCHIO DI EPIDEMIE

di Gennaro Del Giudice


POZZUOLI. L’afa di un mercoledì caldo e soleggiato di inizio giugno, un lungo stradone a due corsie con i relativi marciapiedi, un uomo e una donna che corrono, fanno footing. Tutt’intorno a loro, lungo la via e su di un largo spiazzale, un’invasione di carta, plastica, sacchette della spazzatura, bottiglie, cartoni, contenitori in polistirolo, cassette in legno, contenitori di latta, rifiuti organici. Ed un’aria irrespirabile, che mette nausea. In tutto quasi 2 chilometri di strada e centinaia di metri quadrati di area adibita al verde mercoledì pomeriggio divenuta un’autentica discarica a cielo aperto, nel cuore del quartiere di Monterusciello. Inequivocabile quanto alle ore 20,33 del 9 giugno 2010 stava avvenendo, “il terzo mondo era a portata di mano”, presente davanti agli occhi di residenti, passanti, automobilisti e all’obiettivo della nostra macchina fotografica. Immagini emblematiche scattate lungo quelle strade, in via Eduardo Nicolardi, via Eugenio Scarpetta e via Antonio Petito, meglio conosciute come le “strade del mercatino”, dove in tanti vanno a correre quando le giornate si allungano, dove ci sono le scuole, le case e dove settimanalmente viene ospitato il mercatino rionale, tra i più grandi itineranti della Campania dove centinaia di bancarelle vengono allestite per la vendita di prodotti alimentari e non, e dove accorrono migliaia di clienti provenienti da tutta la zona flegrea. Ebbene, nel tardo pomeriggio di mercoledì, dopo oltre 5 ore dalla chiusura della vendita, era ancora tangibile quanto avvenuto in mattinata e fino al primo pomeriggio (quando i venditori rimuovono i propri punti vendita). Spazzatura, rifiuti di ogni genere e categoria presente dappertutto. Lungo gli stradoni i rifiuti accumulati e lasciati lungo il marciapiedi, nelle aiuole che dividono i due stradoni e sul selciato. Una distesa di carte, cartoni, grosse sacchette della spazzatura di colore blu, bottigliette, buste di carta, resti della vendita mattutina che giacevano ancora in terra. Mentre, per l’interno pomeriggio e fino all’orario della raccolta ( non prima delle 8,33 come testimoniato dalle foto) lungo i due stradoni, pedoni ed automobilisti sono stati costretti a muoversi in mezzo alla spazzatura.
A pochi metri di distanza dalle larghe carreggiate, nei pressi dell’incrocio semaforico di via Viviani, un grosso spiazzale invece ospita la vendita alimentare fatta di pesci, salumi, frutta e verdure. Qui, lo scempio mercoledì pomeriggio raggiungeva proporzioni più grandi, lo scenario era da terzo mondo: una enorme distesa di rifiuti organici che ricopriva l’intero spiazzo composta da frutta marcita e schiacciata, contenitori per la vendita di pesci e formaggi freschi accantonate sulle aiuole. Tutt’intorno un’area maleodorante accentuata dal forte calore che per l’intera giornata ha “cotto” i resti degli alimenti distesi in terra. In alcuni punti, specie intorno agli alimenti schiacciati sull’asfalto, grossi cumuli di formiche. Ingente la presenza di insetti, richiamati dalla grossa sporcizia. Decine e decine di chilogrammi di rifiuti sparsi in ogni punto, angolo delle strade e dello spiazzale. Una situazione definibile di “temporaneo allarme sanitario” se si considera che a pochi metri ci sono numerose abitazioni, c’è l’edificio che ospita il liceo scientifico “Ettore Majorana”, ci sono le piazzole di sosta degli autobus di linea. Dinanzi alla evidenza delle immagini ci si chiede come si sia potuto verificare uno scempio di queste proporzioni. La ditta preposta alla raccolta dei rifiuti sapeva che era al corrente che mercoledì (come ogni settimana avviene) era presente un mercatino rionale dove, dopo la smobilitazione, urge necessariamente un intervento di bonifica di tutta l’area?
L’ufficio tecnico comunale preposto ai mercati e il direttore Alfredo Tovecci mercoledì pomeriggio erano a conoscenza di quanto in quelle ore era presente sotto gli occhi di tutti?
Probabilmente qualcosa non avrebbe funzionato nella “macchina disposta alla pulizia e alla bonifica della zona” perché è lungi, in un paese civile come l’Italia, programmare di dover lasciare in terra per diverse ore della giornata una così tanta quantità di rifiuti.



















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