martedì 15 giugno 2010

SCENE DA FAR WEST IN VIA CAMPANA

BENZINAIO REAGISCE A RAPINATORI ARMATI METTENDOLI IN FUGA
UNO VIENE INSEGUITO E FERMATO SUI BINARI DELLA METROPOLITANA
DURANTE LA FUGA IL RAPINATORE PUNTA IL FUCILE CONTRO IL CONDUCENTE DI UN TRENO COSTRINGENDOLO A FERMARSI

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI. Puntano il fucile contro un benzinaio intimandogli di consegnare i soldi. L’uomo rifiuta e reagisce inizia una colluttazione, uno dei due rapinatori in preda alla paura scappa, l’altro rimasto a terra con l’arma in pugno inizia un duello corpo a corpo con il benzinaio. Vistosi alle strette il rapinatore scappa, corre lungo i binari della metropolitana, punta il fucile contro un treno che in quel momento sopraggiungeva. Il macchinista è costretto a fermarsi ma non apre le porte. Nel frattempo viene raggiunto dalla sua vittima e da altre persone che lo fermano, disarmano e lo consegnano ai carabinieri, che lo arrestano. Sembrava un set cinematografico, nel primo pomeriggio di sabato, il tratto di strada di via Campana, a pochi passi dall’omonima uscita della tangenziale di Napoli. In atto scene da Far West, il ciack alle ore 13.15, prima scena presso il distributore di carburante “Tamoil”. A quell’ora era al lavoro Gennaro V., sulla cinquantina d’età, un fisico tozzo, robusto, quasi da pugile. L’uomo, originario e residente a Pozzuoli da oltre 20 anni gestisce, insieme alla moglie, l’impianto di rifornimento lungo la trafficata via Campana, a pochi passi dal popoloso rione Artiaco. Un tranquillo sabato mattina, il forte caldo, il solito via vai di autovetture dirette verso il centro di Pozzuoli, la tangenziale, verso Quarto.
Appena fatto il rifornimento, un’automobile lascia la piazzola, fuori non c’è il traffico degli orari di punta, è ora di pranzo. Improvvisamente Gennaro vede giungere un motorino ad elevata velocità in sella al quale ci sono due giovani, entrambi hanno il volto semicoperto, indossano una sciarpa azzurra del Napoli. “Li ho visti arrivare sparati verso di me, due ragazzi con i volti coperti per metà” racconta l’uomo. I due si fermano vicino a lui, quello seduto dietro al mezzo scende dalla sella, gli punta un fucile contro “Dammi i soldi, tutto quello che tieni” gli intimano, mentre il conducente del motorino tenta di mettergli le mani in tasca. Gennaro al cospetto del fucile puntato contro si rifiuta di consegnare i soldi ai rapinatori. In quel momento la rabbia, la voglia di non consegnare nelle mani di due rapinatori il frutto del suo duro lavoro, in piedi vicino ad una colonnina di carburante, sotto la calura estiva, prevalgono sulla paura. “Ho visto tutto nero davanti a me, non esiste che devono venire qua e togliermi i soldi del mio lavoro. Non avevo in tasca nemmeno 200 euro, non si tratta nemmeno di cifre, ma del fatto che due ragazzi devono venire qua e mettermi le mani in tasca” racconta la sua reazione Gennaro. L’uomo, con l’arma puntata contro, una calibro 16 con calcio e canna tagliati reagisce, inizia una colluttazione che dura diversi minuti, durante la quale tenta di togliere dalle mani di quel giovane il fucile. Nel frattempo l’altro rapinatore rimasto in sella al motorino ripete “Spara, spara!”. Gennaro non ha paura, la sua reazione è talmente veemente che spaventa il giovane sul motorino che si da alla fuga, lasciando il compagno in terra in un duello uno contro uno con Gennaro, che nella colluttazione tenta di togliere dalle mani dal rapinatore il fucile. Ma questi lo colpisce più volte con l’arma alla testa, ferendolo. Sono fasi concitate, inizia ad accorrere passanti, conoscenti di Gennaro che nel frattempo è ferito alla testa. Il rapinatore si divincola, dandosi alla fuga. Scappa verso una stradina che costeggia i binari della rete ferroviaria della Metropolitana, fucile in mano. Tra il trambusto, il traffico che si paralizza, la paura e il panico di quanti assistevano alla scena. Il rapinatore che correva con il fucile in mano, dietro la vittima e altre persone accorse in suo aiuto che lo rincorrevano. Una fuga che prosegue lungo i binari. Improvvisamente sopraggiunge un treno. Il malvivente da lontano punta il fucile contro il macchinista, intimandogli di fermare ed aprire le porte. Il conducente del treno, resosi conto di quanto stesse succedendo in quel momento e udite le urla della vittima e di quanti stavano inseguendo il rapinatore, non apre le porte. Stremato, il malvivente è costretto ad arrendersi. Viene raggiunto dal benzinaio che un attimo prima aveva tentato di rapinare e da altri uomini che lo bloccano, lo disarmano e attendono l’arrivo dei carabinieri, che giunti sul posto, arrestano il rapinatore, Patrizio Cuffaro 25 anni, puteolano. Il giovane veniva poi condotto ed interrogato dagli inquirenti presso la caserma della compagnia carabinieri di Arco Felice. Successivamente il 25enne avrebbe rivelato anche l’identità del suo complice che, di fronte alla reazione della vittima, in preda alla paura si era dato alla fuga, sulle cui tracce si mettevano alla ricerca i militari. Il rapinatore arrestato, secondo indiscrezioni, avrebbe deciso di mettere a segno il colpo per saldare un debito di 400 euro proprio nei confronti del complice. Nel frattempo, il benzinaio veniva condotto presso l’ospedale “Santa Maria delle Grazie” per ricevere le cure dei sanitari. Il 50enne a seguito della colluttazione, riportava un trauma facciale e diverse escoriazioni al volto ritenute guaribili in tre giorni. “In oltre 20 anni di attività” racconta all’indomani della sventata rapina Gennaro V. titolare dell’impianto di distribuzione di carburante “Tamoil” “è la seconda volta che tentano di farmi una rapina. La prima volta circa 7 anni fa e anche allora riuscii a sventarla, reagendo a due rapinatori che avevano un’arma finta. Fortunatamente è andata bene anche questa volta, ma quello che chiedo è che ci siano maggiori controlli nella zona che, specie in questi ultimi tempi sta diventando teatro di numerosi episodi criminali, come quello capitato qualche giorno fa ad un altro distributore di benzina nella zona. Sono salite a tre le rapine negli ultimi mesi ai distributori di benzina solo nel piccolo tratto di via Campana, alla quale va aggiunto l’imponente furto di qualche settimana fa alla vicina azienda Micromaint dalla quale, nella notte, furono portati via oltre 700 notebook. Un excalation di criminalità che oltre a preoccupare i gestori delle numerose attività commerciali che sorgono nella zona, incutono timore anche nei residenti, che si sentono alla mercè dei rapinatori di turno.

1 commento:

  1. penso che a rischiato la vita!! io ho un fratello benzinaio capisco la situazione ma e sempre meglio sganciare i soldi e portarsi la pelle a casa!! vale molto di più di 200 euro. anzi la vita non ha prezzo!! ciao da lucignano michele da pozzuoli.

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