giovedì 24 giugno 2010

RIONE TERRA DI POZZUOLI, SI RISCHIA LO STOP DEI LAVORI PER MANCANZA DI FINANZIAMENTI

LA DENUNCIA DEI SINDACATI E DEL CONSORZIO CHE GESTISCE I LAVORI
A RISCHIO DISOCCUPAZIONE OLTRE 150 LAVORATORI
100 MILIONI DI EURO SPESI FINO AD OGGI SENZA ALCUN RISULTATO

di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo" giovedì 24 giugno 2010


POZZUOLI. Rione Terra di Pozzuoli, dal 1992 tra le maggiori opere pubbliche in corso di realizzazione. Oltre 100 milioni di euro investiti, decine le ditte impegnate, centinaia di lavoratori impegnati nel mastodontico progetto di recupero del vecchio cuore dei Campi Flegrei. Un mix di architettura, archeologia, arte, storia, religione, un fiore all’occhiello, traino per quell’economia turistica che attende il grande slancio. Da diciotto anni sull’ingresso dell’antico rione campeggia un cartello, “work in progress”. Data di consegna dell’opera all’epoca datata 2010. Un lasso di tempo durante il quale si sono succeduti ministri, sovrintendenti, assessori, consigli comunali e regionali, completato il 60% dei lavori. Nel 1998 uno stop di 18 mesi, gravi le ripercussioni alla riapertura del cantiere, divisa in 8 lotti. Dodici anni dopo, a rischio nuovamente la realizzazione dell’opera di recupero del Rione Terra, i milioni derivanti dai finanziamenti, posti di lavoro e soprattutto i milioni finora investiti. Che negli ultimi anni sono stati finanziati dal Governo, attraverso i FAS (Fondi Aree Sottosviluppate). Grazie ai quali sono stati portati a termine metà degli 8 lotti in cui è stata divisa l’antica rocca, fino agli anni ‘70 nucleo abitativo per oltre duemila puteolani. Il pericolo per uno stop dei lavori arriva dopo l’annuncio di congelamento dei fondi da parte del Governo centrale, soldi che non arriverebbero alla Regione Campania, nelle casse del Consorzio, alle ditte che sarebbero costrette a sopperire il gap attingendo denaro dalle proprie casse. Situazione sostenibile per un lasso di tempo limitato, vista la grandezza dei lavori. Che porterebbe inevitabilmente all’interruzione dei lavori in corso d’opera, con conseguenze devastanti. “Siamo giunti al 60 percento circa dei lavori di recupero del Rione Terra, ma allo stato attuale non possiamo dire quando e se saranno conclusi” annuncia Giovanni Giannini, l’ingegnere del Consorzio “Rione Terra” che dal 2001 dirige i lavori dopo aver ereditato la commessa dal Consorzio che 18 anni fa avviò i lavori. “Le attività procedono a rilento, dal primo momento è mancato un Project Financial. Il problema è più politico che tecnico, anche se la volontà comune è quella di portare a termine l’opera. Ma bloccando i lavori si avrebbero scenari peggiori rispetto a ciò che avvenne nel 1998, quando per uno stop di 18 mesi a rimetterci furono tutti, operai, impiegati, imprenditori. Gli ultimi finanziamenti erogati sono stati quelli relativi alle finiture per il lotto 8, ora se si bloccherà tutto per dicembre dovremo smobilitare. E’ assurdo che ciò avvenga, tenendo conto che questa è un’opera nata con l’idea di dover convogliare da queste parti milioni di turisti, un posto forse unico al mondo, considerando che qui c’è tutto, archeologia, storia, religione, nulla a che vedere con Pompei”.
Uno stop con ripercussioni devastanti. Oggi in pericolo ci sarebbero oltre 150 posti di lavoro, manovali, impiantisti, impiegati delle varie ditte che fanno parte del Consorzio, un intero indotto lavorativo che da 18 anni ruota intorno al mega-progetto di recupero del Rione Terra. Eventualità con conseguenze devastanti anche per le strutture finora completate, considerando che manufatti, impianti, locali necessitano di una manutenzione continua. “Il giorno in cui tutto il Rione Terra sarà completato ci saranno palazzi già vecchi, considerato che alcuni sono stati già realizzati da tempo, come ad esempio Palazzo “Migliaresi” racconta uno degli operai che sostano all’ingresso del Rione, da quasi venti anni impegnato nella grossa opera di recupero del Rione. Oltre 150 famiglie negli ultimi giorni stanno temendo per il futuro prossimo “Si sta abbassando pericolosamente il livello occupazionale, a breve i lavoratori avranno seri problemi di impiego se non saranno erogati i finanziamenti” denunciano Valerio Medici, Ciro Giustiniano , Luigi Napolano, rappresentanti delle tre sigle sindacali Uil – Feneal, Cgil – Finlea, Cisl – Filca “il problema è stato denunciato già 6 mesi fa in Prefettura. Ad oggi ci sono 8 persone in cassa integrazione, 30 andranno nei prossimi giorni e dopo l’estate potrebbe esserci la totale smobilitazione”. Nel frattempo, ventata l’ipotesi di stop ai lavori, cassa integrazione, licenziamenti, i lavoratori annunciano già battaglia, come fecero nel 1998. “Faremo di tutto per non perdere il nostro lavoro, saremo qua giorno e notte, sono 20 anni che lavoriamo qui, vogliamo vedere completati i lavori”. Tra di loro ultraquarantenni, 50enni che, conclusa l’esperienza lavorativa da queste parti, troverebbero difficoltà per un re-inserimento lavorativo. Una tragedia anche per l’intera comunità che dopo 18 anni di lavori, oltre 100 milioni di euro spesi, si ritroverebbe punto e daccapo.

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