martedì 14 luglio 2009

"DISASTRO AMBIENTALE" E "PROCURATO ALLARME"

DENUNCIA DA PARTE DEGLI OPERATORI BALNEARI DI LICOLA E VARCATURO

di Gennaro Del Giudice
pubblicato dal quotidiano "ROMA" mercoledì 15 luglio 2009

Gli operatori turistici balneari passano all’attacco. E presentano denuncia “contro ignoti” per il reato di “disastro ambientale” e “procurato allarme”. Una querela presentata presso la stazione dei carabinieri di Varcaturo da Gennaro Di Bonito, presidente del Consorzio Turistico del Mediterraneo, organizzazione nata nel 1990 e che raggruppa oltre ottocento, tra proprietari di lidi, ristoranti e bar che operano lungo tutto il litorale flegreo e giuglianese. Chiedono che si faccia chiarezza, chiedono un intervento delle istituzioni. “Se il mare e le spiagge sono infettate, allora vengano chiuse le spiagge e negato l’accesso al mare e si puniscano i responsabili. Viceversa, se il mare è balneabile e le spiagge non sono pericolose, allora vengano puniti i responsabili che hanno messo in circolazione false notizie, provocando allarmismi e psicosi.” E’ categorico il presidente del C.T.M. “ Ci costituiamo controparte di chi ha provocato o l’uno o l’altro reato”. A tutela dei consociati, per una stagione turistica che da queste parti non è ancora decollata. “Prima le ordinanze emesse dal sindaco del comune di Giugliano che portarono alla chiusura di ben sette stabilimenti balneari, poi la vicenda dei depuratori. Siamo stati abbandonati dalle istituzioni, il comune di Giugliano ci considera come “controparte” invece di ritenerci come suoi interlocutori. Abbiamo chiesto tavoli tecnici, ma da Regione e comune nessuna risposta. Il prefetto ce l’ha negato, dicendo che ci sono indagini in corso.” E’ l’accusa Di Bonito, che punta il dito anche contro quei provvedimenti che arrivarono nei primi giorni di sole, quando i bagnanti provenienti da ogni parte della provincia trovarono cancelli chiusi e cartelli di sequestro affissi fuori i lidi di Licola e Varcaturo. Poi qualche giorno dopo arrivò la protesta dei dipendenti della Hydrogest, società che gestisce i depuratori di Cuma-Licola. Per oltre 3 giorni bloccarono gli impianti, per 72 ore i liquami finirono in mare e per strada senza essere depurati. Uno scempio, che andò a gravare ulteriormente sulle già disastrate condizioni del mare e delle spiagge. E da qui la psicosi generale. Fantomatiche storie su malattie della pelle, su ritrovamenti in mare di rifiuti di ogni genere, avvistamenti di strani animali ed insetti. Il tutto smentito da più parti, nonostante le rassicurazioni dell’Arpac, da parte dei sanitari, di infettologi, dermatologi, che hanno smentito categoricamente casi di malattie derivanti dal contatto con l’acqua marina. Negli ospedali della zona nessun ricovero, solo “voci di popolo”. Ma il livello d’allarme tra la gente resta alto. E chi ne paga le conseguenze è tutto l’indotto economico. “L’anno scorso ogni lido aveva in spiaggia circa 35 bagnini, quest’anno ce ne sono massimo 8. Gli operatori sono stati costretti a licenziare, oltre a registrare il 70% degli incassi in meno.”
E Bartolomeo Schiano di Visconti, amministratore del “Lido Circe” sfoggia i numeri di quest’inizio di stagione estiva.“Oggi ho fittato 3 lettini su mille disponibili. L’arenile è deserto, la gente dice di aver paura del mare e della sabbia. Qui ho visto tante persone fare il bagno, ed uscire sane. Di vermi sulla spiaggia nemmeno l’ombra.” E lancia un allarme: “Abbiamo delle scadenze improrogabili, come il pagamento della concessione demaniale. Ma se non incassiamo nulla, come faremo?”

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