di Gennaro Del Giudice
LICOLA. E’ stato prima adescato e poi portato, in un appartamento, dove ha subito violenze sessuali. E’ l’orribile storia che ha visto coinvolto un bambino di quindici anni, di origini nord africane, residente a Licola, dove abita insieme alla madre, italiana, e al padre, extracomunitario. E’ accaduto sabato sera, intorno alle 22, quando il quindicenne, che si trovava in compagnia di due amici, suoi coetanei,veniva dapprima avvicinato da un uomo, un brasiliano, di 40 anni, il quale lo convinceva a seguirlo in un vicino appartamento, in via Cuma-Licola, all’altezza del civico 105. Una volta lì, l’uomo obbligava il ragazzino ad avere rapporti sessuali con lui. Il tutto mentre, nel frattempo, gli amici della vittima, forse non resisi conto in un primo momento dell’allontanamento del loro coetaneo, si dirigevano verso l’abitazione in cui si stava consumando la violenza sessuale. E lì che iniziavano a bussare con insistenza al citofono della casa, preoccupati per la “scomparsa” dell’amico e per quanto stesse accadendo. Una scena che non passava inosservata ad una pattuglia dei carabinieri, che proprio in quel momento stava precorrendo la lunga arteria che collega Licola con Fusaro. I militari, insospettitisi dell’agitazione dei due ragazzini, si fermavano per chiedere loro cosa stesse succedendo. Ascoltato il racconto dei due quindicenni, che sostenevano di aver perso le tracce del loro amico, i carabinieri facevano irruzione nell’appartamento, dove trovavano l’uomo in compagnia del ragazzino. Quest’ultimo raccontava ai militari di essere stato avvicinato dal 40enne che lo aveva convinto ad entrare nell'appartamento costringendolo a subire un rapporto sessuale contro la sua volontà. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per reati contro l’immigrazione, veniva quindi arrestato e condotto nel carcere di Poggioreale.
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