sabato 11 luglio 2009

SIT-IN DAVANTI AI DEPURATORI DI CUMA-LICOLA

IN CENTO PROTESTANO CONTRO LE PRECARIE CONDIZIONI DELL'IMPIANTO

di Gennaro Del Giudice
pubblicato dal quotidiano "ROMA" domenica 12 luglio 2009

Erano un centinaio i manifestanti che ieri hanno sfidato la calura di una torrida mattinata d’estate, per protestare contro il disastro ambientale provocato dall’impianto di depurazione di Cuma-Licola.
La voglia di urlare il proprio dissenso contro la pessima gestione dei depuratori da parte della Regione Campania, della Hydrogest, società che da due anni gestisce gli impianti, e contro quei dipendenti che per protesta, qualche settimana fa, spensero, per oltre tre giorni, l’impianto di depurazione provocando un flusso di liquami che per oltre 72 ore finirono ininterrottamente in mare e in strada senza essere depurati. Un sit-in nato spontaneamente, dopo il passaparola che per giorni si è susseguito in rete, attraverso il social network facebook, dove migliaia erano state le adesioni, 1762 iscritti solo al gruppo “Chiudere il finto depuratore di Cuma”, per gridare la propria ira davanti a quello scempio ambientale. Un grosso seguito all’iniziativa in rete, meno “sul campo”, ma pur sempre un successo per gli organizzatori. “Potevamo essere di più, ma l’importante è aver lanciato un chiaro messaggio. Oggi per la prima volta si sono conosciuti tutti coloro che vogliono trovare una soluzione a questo disastro”, afferma Antonio Damiano, uno dei promotori del sit-in al quale hanno partecipato anche i rappresentanti di associazioni, comitati cittadini provenienti dai comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Licola, legambiente, e gli “internauti “che fin dalle 8,30 si sono succeduti fuori ai cancelli dell’impianto. Presenti anche l’ex assessore all’ambiente della provincia di Napoli, Francesco Emilio Borrelli e alcuni esponenti politici locali. “In galera chi uccide il mare”, “Disastro colposo plurimo”, “dove sono le istituzioni”, i volantini esibiti dai partecipanti al sit-in i quali, dopo un incontro con i dipendenti della Hydrogest, hanno tenuto un’assemblea in cui hanno nel corso della quale hanno tracciato le direttive per dare un seguito più concreto al movimento. Chiedere l’intervento di Regione, Provincia e dei Comuni interessati, per chiarire le responsabilità politiche della gestione; accertare le responsabilità giudiziarie e quindi perseguire legalmente chi ha provocato il disastro ambientale; trovare un soluzione tecnica definitiva, convocando tecnici che dovranno chiarire realmente l’esatta situazione strutturale dell’impianto, provvedendo ad una definitiva soluzione dei problemi, con un serio e reale programma di ammodernamento. E dandosi appuntamento per mercoledì prossimo alle 18, per dare un seguito e una maggiore consistenza al movimento.

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