articolo pubblicato dal "Roma" domenica 06 settembre 09
BACOLI. “Ho perso due figli, perché Enzo per me era come un secondo figlio. Era cresciuto in casa mia, da quando perse il padre nel ‘97 lui e per Gennaro era diventato come un fratello più grande” racconta Biagio Illiano, 51 anni, papà di Gennaro, quell’amore per l’amico del figlio, per quel ragazzo così premuroso e protettivo. “Sempre insieme, inseparabili. La sera, dopo essere stati insieme, appena salutati si telefonavano. Enzo proteggeva mio figlio, mi ha sempre assicurato e mantenuto la promessa che con la moto non avrebbe mai corso, specialmente se con lui c’era Genny” e rivela un patto fatto tra lui, Vincenzo e la signora Gemma, mamma di Enzo”. Il patto era che Genny sarebbe dovuto andare dietro ad un motorino solo se alla guida ci fossimo stati io, Enzo o la mamma”. Papà Biagio, nel suo dolore, trova il sorriso quando ricorda i momenti insieme ai due ragazzi. E chiede di farsi fotografare abbracciato allo zio di Vincenzo “proprio come si facevano fotografare loro” Due bravi ragazzi, che a detta dei parenti sono stati ingiustamente attaccati nei giorni post-incidente “C’è un protagonismo diffuso. Tutti parlano come se fossero stati presenti al momento dell’incidente, mettendo in giro false versioni. E intanto, ad oggi, testimoni dell’impatto non ci sono. Solamente tre persone hanno raccontato i momenti antecedenti lo scontro”, è la denuncia che arriva da Gennaro Ranieri, zio di Vincenzo, che con rammarico sottolinea la mancata proclamazione del lutto cittadino da parte del commissario straordinario al comune di Bacoli, Umberto Cimmino. “Mi chiedo, se nemmeno la morte di tre giovani ventenni nella loro città possa servire per la proclamazione del lutto cittadino allora quali sono i presupposti per far si che un commissario o un sindaco debbano proclamarlo?”
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