domenica 20 settembre 2009

LE DUE FACCE DI MONTERUSCIELLO

di Gennaro Del Giudice

Bambini che correvano su e giù per gli scivoli, che provavano l'ebrezza del volo aggrappati alle funi delle altalene, mamme sedute sulle panchine a chiacchierare, con un occhio sempre rivolto ai piccoli. Un’oasi di allegria e spensieratezza, in mezzo a tanto cemento, a tanti palazzoni. E qualche alberello, per dare un tocco di verde. Via Amedeo Modigliani, un flash back. Ciò che è stato e che forse non ci sarà mai più. Vallo a dire alla gente, vai a trovare una spiegazione per quello scempio. Quel parchetto, il play ground, che sorge in prossimità delle scuole elementari e medie Rodari, Annecchino e Diaz, era considerato un piccolo gioiello. “Chissà quanto dureranno, qua niente fanno durare” ma qualcuno ci credeva “Possibile che non si può regalare qualcosa a questa gente? Mica succede sempre come dicono dovrà cambiare pur qualcosa?”
Scivoli, tubi colorati, altalene, labirinti, giochi e attrazioni, per bimbi ai primi passi, e perchè no, anche per qualche adolescente col fidanzatino o la fidanzatina, qui tutti potevano venire. Era aperto a tutti. Anche alle fiamme, che dopo appena un anno provocarono la semi-distruzione di alcune giostrine, mai ripristinate, nè rimosse. Ed ancora altre fiamme, devastanti, qualche mese fa, distrussero tutto. Perfino quel manto di asfalto speciale, antinfortunistico, perché i bimbi qui non dovevano farsi male assolutamente. A quella cenere oggi si accompagnano scritte con bombolette spray, che hanno imbrattato mura, panchine, giostre e una casetta a forma di triangolo, nata per ospitare il custode del parco giochi.
Arrendersi o riprovarci? Lasciare tutto com’è o ricostruire? Ci si chiede intorno, nonostante il disgusto e il disprezzo per quanto fatto da chi o da quanti non sanno del “bene comune”.
Verrebbe da riprovarci, quando vedi a qualche centinaia di metri la pista ciclabile, le giostrine, anche lì. Da anni, invecchiate dal tempo, dall’erosione, ma sempre lì, senza la cenere. E ti chiedi. Nello stesso paese? anzi nello stesso quartiere? due realtà così diverse, due modi di rispettare il “bene comune”. Forse proprio male non ci aveva visto quell’architetto che nei primi anni ’80 decise di progettare il mega-quartiere sul modello yankee, regalando tanti “Garden” in mezzo a tanto cemento. Nonostante tutto.

2 commenti:

  1. la pista ciclabile??????? un altro scempio....panchine distrutte e ricoperte da scritte con bombolette spray e giostre anche l' praticamente distrutte -.-

    vorrei porre l'attenzione anche sul nuovo lungomare sandro pertini di Pozzuoli...stanno comparendo scritte sui muri con pennarelli indelebili...prevedo quindi che tra qualche anno il lungomare diventerà un altro scempio....proprio come la piazzetta a mare

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  2. e veramente uno schifo portai mia figlia l'altro giorno dove sta la scuola diaz sulle giostre e uno schifo era tutto bruciato pultroppo c'è troppa gentaglia che sono abituati a stare nella merda mi dispiace dirlo perchè ci abito anche io però e così potremmo vivere meglio sia per noi che per i piccoli

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