MAXI SEQUESTRO DI MITILI NELLE ACQUE FLEGREE DISTRUTTO UN IMPIANTO ABUSIVO PER L'ALLEVAMENTO DEI FRUTTI DI MARE NELLO SPECCHIO D'ACQUA ANTISTANTE IL RIONE TERRA
di Gennaro Del Giudice
servizi pubblicati sul "Roma" e "Corriere Flegreo"
POZZUOLI. Una struttura lunga 200 metri sorretta da 30 galleggianti. In acqua, ad un metro di profondità su un fondale di 12 metri, 20 quintali di cozze. L'impianto per la coltivazione di mitili, posto a 300 metri dalla costa puteolana, nelle acque antistanti il Rione Terra sequestrato nella mattinata di ieri. Individuato attraverso una serie di sopralluoghi marittimi ed aerei dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale , sezione sommozzatori e squadra nautica coadiuvati dagli uomini del 6° reparto volo della Questura di Napoli. Un bacino d’acqua difficile da raggiungere, dove il fondale raggiunge i 12 metri di profondità, probabilmente scelto appositamente dal “proprietario o i proprietari” della struttura illegale. In superficie i 30 bidoni di galleggiamento, lungo i quali si allungavano i 200 metri di corda sulla quale erano legato, ad un metro di profondità dalla superficie, i filiari vicino ai quali erano legate le “ceppe” di cozze. Le quali, una volta raccolte venivano destinate verso il mercato nero, quello che fornirebbe le tante bancarelle presenti agli angoli della città. Dopo l’individuazione avvenuta nei giorni scorsi della miticoltura abusiva, nello specchio d’acqua antistante il Rione Terra ad entrare in azione gli agenti di Polizia di Stato a bordo di una motovedetta, i quali hanno rimosso l’intero impianto, distruggendo i mitili tramite affondamento e rimuovendo i 200 metri di cordame ed i 30 galleggianti. Questi sono stati trasportati presso la banchina del Porto di Pozzuoli e poi consegnati alla ditta che si occupa della rimozione di rifiuti per il comune flegreo. Le
operazioni, iniziate in mattinata, sono terminate intorno le 13,30 di ieri. Dopo che per diversi minuti, all’arrivo della motovedetta della Polizia di Stato era visibile, lungo la banchina di imbarco ai traghetti, un grosso braccio mobile a bordo di un camion che raccoglieva numerosi involucri, alcuni dei quali ricoperti da buste nere e da reti il quale collocava, nello spazio sottostante, cordame e galleggianti appena rimossi in mare. Numerosi turisti e passanti fermi nei pressi del porto ad assistere alle operazioni. In molti si chiedevano cosa stesse succedendo, era in corso la fase due del sequestro di una coltivazione illegale cozze a largo della costa flegrea. A terra, nei pressi della banchina, i resti caduti dal braccio mobile, tra i quali alcune cozze. Di elevata grandezza. “Sapete perché sono così grandi? Perché nelle coltivazioni buttano i cani morti, ecco perché poi diventano così enormi”. L’inquietante racconto di un uomo, che con una cozza tra le mani spiega il perché quelle cozze fossero così grandi e belle, a detta di qualcun altro. Una tesi ampiamente smentita dal direttore del mercato ittico di Pozzuoli Giuseppe Palma “I mitili non sono carnivori, è una ipotesi del tutto fantasiosi e assurda. Inoltre siamo ad agosto, è lo sviluppo naturale e il ciclo stagi
onale che porta le cozze ad essere così grandi”. Non si ferma la guerra alla vendita abusiva di frutti di mare, numerosi gli appelli a non acquistare mitili da bancarelle e punti vendita non autorizzati. “Invitiamo i cittadini e i consumatori ad acquistare cozze e frutti di mare solo nelle strutture autorizzate” a lanciare l’appello è lo stesso il direttore del mercato di via Fasano “Questi prodotti vanno acquistati in maniera corretta, devono essere forniti in sacchetti con clippatura e con su impressa la dicitura “mercato ittico di Pozzuoli” o del punto dal quale sono state acquistate. In questo modo c’è tracciabilità e il consumatore, nel caso dovesse avvertire anche problemi di salute derivanti dall’ingestione di frutti di mare, può tranquillamente risalire al venditore. I prodotti “legali” vengono sottoposti a test, analisi da parte dell’Asl che verificano anche lo stato delle acque nelle quali nascono le coltivazioni. La nostra è una battaglia che va avanti da tempo, un fenomeno quello della vendita illegale di cozze che monitoriamo e che continueremo a combattere”.
Nel frattempo, l’operazione portata a termine nella mattinata di ieri non sembra essersi ancora conclusa. E’ caccia ora ai fautori, i materiali costruttori e “proprietari” illegali della coltivazione rimossa a largo del Rione Terra. Gli inquirenti, fanno sapere dalla Questura di Napoli, stanno svolgendo accertamenti per l’identificazione dei responsabili per i quali scatterà una denuncia per i reati di omissione di segnali, abusiva occupazione di spazio demaniale e inosservanza di limiti alla proprietà privata e inosservanza di norme sulla sicurezza della navigazione inerenti il Codice della Navigazione.
Nessun commento:
Posta un commento
INSERISCI UN COMMENTO ALL'ARTICOLO:
(GLI UTENTI SONO PREGATI DI FIRMARE I PROPRI COMMENTI COL PROPRIO NOME/COGNOME O INDIRIZZO E-MAIL)