di Gennaro Del Giudice
lunedì 19 luglio 2010
UNA LUNGA SCIA DI SANGUE
12 MORTI IN UN ANNO, CENTINAIA DI FERITI, NUMEROSI PERDONI INVESTITI LUNGO LE STRADE DEI CAMPI FLEGREI
di Gennaro Del Giudice
A POZZUOLI IL RECORD NEGATIVO
di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. L’ asfalto macchiato di sangue, le sirene delle ambulanze, la corsa contro il tempo dei medici, gli airbag esplosi, automobili e motorini ridotti in carcasse, le lacrime, la disperazione dei propri cari. Sequenze shock, un continuo remake di un film che mai nessuno vorrebbe vedere. E quei fiori sul ciglio della strada, tanti, in ricordo alle vite prematuramente andate via. Alessio D’Angelo, 19 anni, Giorgina Ankuta, 11 anni, Tiano Arpino, 20 anni, Gennaro Illiano, 20 anni, Vincenzo Ranieri, 25 anni, Riccardo Illiano, 16 anni, Antonio Alboretti, 25 anni, Antonio De Vivo, 55 anni, Maria Teresa Gallinaro, 32 anni, Antonio Imperato, 19 anni, Luigi Di Roberto, 51 anni, Procolo Migliaccio, 35 anni. Una lista insopportabile, che mette i brividi solo a leggerla, susicta rabbia e impotenza. Giovanissimi, meno giovani, dodici vite spezzatesi improvvisamente, lungo una strada, in un giorno iniziato come tanti altri, poi diventato l’ultimo. Diretti verso casa, lavoro, verso la meta di un divertimento. Mai raggiunta. Una lunga scia di sangue che ha invaso le strade flegree, Pozzuoli in primis. Un triste primato, 6 morti nell’ultimo anno, via Campana, via Campi Flegrei, Vai Scarpetta, via Solfatara, il tunnel del Monte Corvara, l’uscita della SS7Qater di Arco Felice, i teatri luttuosi. La maggior parte lunghi stradoni, rettilinei che inducono a spingere il piede sull’acceleratore, ad azzardare un sorpasso. Ma anche manti stradali non al top, sconnessi, con buche, poco illuminati. Tante le componenti che entrano in gioco in un incidente automobilistico, che lo rendono in alcuni casi mortale. A prescindere dal grado di colpevolezza o meno della vittima, della presenza o meno del casco di protezione, del suo “fatale errore” nella guida di un’automobile o una motocicletta, fa comunque riflettere l’elevato numero dei morti sulle strade flegree. Senza considerare i tanti incidenti, da epiloghi meno tragici, che quasi quotidianamente si registrano lungo le strade. Quattro pedoni investiti negli ultimi mesi, un innumerevole sequenza di incidenti automobilistici, scontri auto-moto. Decine i feriti, più o meno gravi, centinaia in totale i giorni di prognosi refertati dai sanitari. Numeri che fanno pensare, aldilà del grado di colpevolezza dei coinvolti nel sinistro, sulla sicurezza delle strade. Alessio D’Angelo, morì il 16 aprile del 2009 finendo con la sua auto contro un autobus di linea, in via Campi Flegrei, dove negli ultimi tempi numerosi sono stati gli incidenti. Scontri tra auto e moto, tamponamenti, 2 pedoni investiti nei pressi dell’ex stabilimento “Olivetti”. Epiloghi meno drammatici, ma che rappresentano un dato allarmante. L’ex amministrazione comunale di Pozzuoli parlò di autovelox qualche mese fa, l’idea ribadita, la gara per l’acquisto dei dispositivi annunciata da vice sindaco, la necessarietà confermata dal comandante della Polizia Municipale a sottolineare l’oggettiva pericolosità dell’arteria. Ad oggi, sembrerebbe ancora tutto fermo. Antonio Alboretti perse la vita una domenica dello scorso ottobre mentre era in sella alla sua motocicletta, lungo via Scarpetta, strada che ospita il mercatino di Monterusciello. Anche in quell’occasione, al centro delle polemiche le condizioni della strada, il manto stradale consumato. Antonio De Vivo il 29 marzo scorso stava recandosi a lavoro, a bordo del suo scooter si scontrò contro un’automobile, in via Campana, teatro di tanti incidenti negli ultimi anni. Buche, precarie condizioni del manto stradale, scarsa segnaletica, diverse le concause. Maria Teresa Gallinaro morì cadendo insieme al proprio ciclomotore all’uscita dello SS7Qater, nei pressi dello svincolo di Arco Felice. La settimana scorsa a morire al confine con il comune di Napoli, lungo via Solfatara è stato Procolo Migliaccio, finito contro un muro laterale e caduto rovinosamente lungo il selciato. Anche lì le condizioni della strada non sono ottimali, l’illuminazione non delle migliori. Nello stesso giorno, quasi alla stessa ora, appena un mese fa persero la vita quasi in concomitanza Antonio Imperato e Luigi Di Roberto. Il primo all’interno del tunnel del Monte Corvara, un sorpasso azzardato ala base dello schianto contro un autobus di linea. Il secondo cadendo insieme al proprio scooterone lungo la strada, all’uscita della variante della SSQater, a Quarto. Dove l’11 maggio di un anno fa perse la vita in via Crocillo la piccola Giorgina Ankuta, di soli 11 anni. Cadde in un fossato lungo la strada, privo di alcuna protezione laterale. La velocità, al presenza di buche sull’asfalto, scarsa illuminazione, la mancanza di guard raill costate care alla piccola, mentre si trovava a bordo dell’auto guidata dalla madre. Tanta la rabbia dei residenti, che da sempre avevano denunciato le precarie condizioni delle strade. Ancora le tragiche morti dell’Agosto scorso. Tiano Arpino, Gennaro Illiano, Vincenzo Ranieri, Riccardo Illiano persero la vita lungo la stessa strada, via Lido Miliscola, cuore della movida, del divertimento estivo, degli stabilimenti balneari che sotto le stelle e i decibel fanno danzare per tutta la notte. Lì a bordo di tre motorini, a distanza di una settimana, prima 3 e poi una vita si sono spezzate, lungo il selciato. Velocità, presenza o meno di casco, sorpassi, tra le probabili cause. Ma anche e soprattutto le condizioni del manto stradali. In via Lido Miliscola la strada era consumata dal tempo, erosa dal sale marino, c’era la presenza di cumuli di sabbia, fattori che rendono le due corsie estremamente instabili, poco sicure. Si parlò di interventi atti a scongiurare anche il fenomeno dell’alta velocità, lo scorrazzamento dei motorini, non se ne fece nulla. Video sorveglianza e dossi mai installati, ora sembra che il nuovo sindaco di Bacoli voglia mettere fine allo scempio. Una lunga, triste, insopportabile carrellata di morti lungo le strade dei Campi Flegrei che solo un’utopia potrebbe mettere fine. Ma che potrebbe almeno essere alleviata con un buon senso di responsabilità da parte di tutti, anche di chi può decidere gli interventi e le sorti anche di un semplice tratto di strada.
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procolo mi manchi da morire....
RispondiEliminaskyy83@libero.it
procolo anke a me mi manki da morire stefy-la diva@live.it
RispondiEliminaprocolo ho anke la tua ft e ti quardo sempre e ti addormenti sempre vicino a me ti amooooooooo stefy-la diva @live.it
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