UN LUNGO PELLEGRINAGGIO SOTTO CASA DEL PICCOLO LA FAMIGLIA DI HASSAN IN ITALIA DA 11 ANNILA PROPRIETARIA DEL PARCO SI SCAGLIA CONTRO FOTOGRAFI E GIORNALISTIdi Gennaro Del Giudicesul "Roma" di sabato 26 marzo 2011LICOLA - Un lungo pellegrinaggio, giovani africani che in silenzio stazionano di fronte alla palazzina dove viveva il piccolo Hassan. Testa bassa, con le lacrime agli occhi guardano quella villetta e quella piscinetta piena di acqua sporca dove si è appena consumata la tragedia. Aumentano con il passare dei minuti, giungono a piedi, in motorino, in pochi minuti la notizia ha fatto il giro e loro sono venuti a portare la propria vicinanza alla famiglia, all’amico Giovanni, il benzinaio molto conosciuto e voluto bene in zona. La sua è una famiglia per bene, 5 figli, Hassan e il suo fratellino gemello sono gli ultimi arrivati, lui è un lavoratore onesto, la moglie casalinga, da 11 anni si erano sistemati in Italia, avevano fittato un appartamento in quella palazzina all’interno del parco sant’Agnello.”Ho saputo di quello che è successo e sono corso, ho chiesto al mio capo di venire e lui mi ha fatto andare prima dal lavoro” dice Mohammed, uno dei tanti immigrati che vive nella zona.
Ha ancora i panni sporchi di lavoro, corre, vuole capire come sia potuta accadere una simile tragedia. Un palazzo quasi tutto occupato da immigrati di colore “tutti lavoratori, gente per bene che ultimamente sono un po’ aumentanti” dicono alcuni residenti delle villette che sorgono lungo il viale al civico 61 di via Nullo. Al loro composto dolore si contrappone quello della figlia del proprietario del parco, che urla, caccia giornalisti e fotografi, denuncia la violazione della sua proprietà privata, non vuole che si facciano foto.”E’ una tragedia, siamo sconvolti. Ricordo quel bambino quando giocava qua lungo il viale, veniva insieme al fratellino gemello e mi davano la mano” racconta Raffaele, che vive in una villetta a pochi passi dall’ingresso del parco. Tristezza e disperazione anche tra i colleghi del papà di Hassan, che ieri pomeriggio erano al lavoro alla stazione “Esso” di Licola “E’ assurdo, non ho parole mi dispiace tanto per Giovanni. Mi hanno detto che stava lavorando quando è venuto un signore insieme al figlioletto che era annegato. E’ salito in macchina e sono corsi in ospedale”
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