IL TITOLARE DEL MOBILIFICIO RIBADISCE:"MAI MINACCE"
SOLIDARIETA' ALLE FAMIGLIE
di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di giovedì 24 marzo 2011
POZZUOLI - Rimarranno per altri 20 giorni negli alberghi messi a disposizione dal comune di Pozzuoli gli sfollati della palazzina data alle fiamme giovedì scorso a Pozzuoli. Gran parte delle 14 famiglie residenti al civico 90 di via Domitiana, continueranno ad essere alloggiati ancora negli alberghi “Gauro”, “Sibilla” e “Tripergola”, nelle zone di Arco Felice e Lucrino. Solidarietà che giunge ad più parti, anche dai negozianti della zona i quali dopo aver riconosciuto le vittime, applicano larghi sconti e offrono loro aiuti. Nel frattempo si attendono i sopralluoghi e le perizie da parte dei tecnici che dovranno verificare la tenuta della struttura per dichiarare lo stato di agibilità del manufatto andato distrutto nel rogo appiccato al deposito del mobilificio “Cacciapuoti Arredo Design”. Palazzina che per ora resta sotto sequestro da parte della magistratura che venerdì scorso ha posto i sigilli e che di notte viene presidiato, per evitare che qualche sciacallo approfitti della situazione, dagli agenti di una società di vigilanza privata ingaggiati dall’amministratore della palazzina. Mentre nessuna novità giunge dagli inquirenti, in quali mantengono stretto riserbo sull’episodio. Intanto proseguono i controlli, numerosi i posti di blocco in città e i sopralluoghi con l’obiettivo di risalire all’identità di mandanti ed esecutori si quella che poteva essere una carneficina. E soprattutto si cerca di capire il “movente” che ha spinto qualcuno ad incendiare il deposito del mobilificio, una chiave di lettura che potrebbe cambiare i prossimi scenari. Infatti, qualora dovesse emergere che il movente sarebbe legato al racket o estorsioni, le 14 famiglie rimaste senza casa potrebbero attingere al fondo per le “vittime del racket”. Cosa che non avverrebbe qualora le cose dovessero andare diversamente, ritrovandosi a non avere nessuna copertura assicurativa. Infatti, il palazzo del quale la Steflin Srl” del “Gruppo Gallo” è proprietaria di 12 delle 14 abitazioni non sarebbe coperta da un’assicurazione in caso di dolo. “Se sarà provato che l’incendio al deposito ha avuto una matrice estorsiva, allora le famiglie della palazzina andata distrutta dalle fiamme potranno avere la possibilità di attingere al fondo per le “vittime del racket”“ spiega Luigi Cuomo coordinatore di SOS Impresa “Gli inquirenti dovranno confermare, sulla base di testimonianze, riscontri investigativi supportati da prove oggettive, che l’azione ai danni del deposito è stata di natura estorsiva, anche nel caso in cui il titolare dell’azienda dovesse ammettere di aver avuto anche una sola telefonata minatoria. Ovviamente solo dopo appurate indagini, sulla base di un riscontro investigativo che le famiglie potrebbero ottenere degli aiuti economici”. Inoltre Cuomo dice la sua sull’episodio che ha visto coinvolto Carmine Cacciaputi e che ha rischiato seriamente di provocare una carneficina “Se non si tratta di estorsione, come afferma il titolare dell’azienda, siamo comunque di fronte ad un chiaro segnale di tipo mafioso. Le due taniche di benzina lasciate sul posto sono il segnale inequivocabile di chi ha voluto lasciare un messaggio. Magari non indirizzato direttamente al titolare dell’azienda, ma comunque chi ha agito ha voluto dare un segnale”. Ma nel frattempo Carmine Cacciapuoti respinge ogni ipotesi di azione legata al racket: “Ripeto che non è racket, nessuno mai è venuto da me a chiedermi tangenti o altro. Se l’avessero fatto li avrei presi a calci, li avrei denunciati subito” continua a ripetere l’imprenditore puteolano.
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