sabato 19 marzo 2011

RAID AL MOBILIFICIO: PISTA RACKET

INTERROGATI I PROPRIETARI DELL’EDIFICIO INCENDIATO E IL TITOLARE DEL MEGASTORE
SOPRALLUOGO CON INQUILINI PER RECUPERARE OGGETTI

di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di sabato 19 marzo 2011

POZZUOLI. S’indaga a 360 gradi sul grave incendio che giovedì notte ha bruciato il deposito di arredamenti “Cacciapuoti Arredo Design” e distrutto 14 appartamenti in una palazzina a Pozzuoli. La Procura della Repubblica di Napoli ha aperto un fascicolo di indagini contro ignoti per “incendio doloso” anche se, fanno sapere gli inquirenti, la situazione è in evolversi e le indagini sono ancora in una fase embrionale. Nel frattempo i carabinieri della compagnia di Pozzuoli diretti dal comandante Roberto Spinola nell’arco delle 24 ore successive al raid hanno ascoltato il titolare dell’azienda Carmine Cacciapuoti e tutte le persone informate dei fatti, tra questi ci sarebbero anche i rappresentanti della “Steflin Srl” del “Gruppo Gallo”, la società proprietaria di 12 delle 14 abitazioni dell’immobile e del deposito dato alle fiamme, del quale Cacciapuoti è locatario. La merce andata distrutta all’interno del piano seminterrato era stata da poco consegnata e la polizza assicurativa era scaduta da pochi giorni. Istituiti posti di blocco e controlli che sono stati effettati fin dalle prime ore successive al raid e durante la giornata di ieri. Nella mattinata di ieri intanto, la palazzina al civico 90 di via Domitiana è stata sottoposta a sequestro: un nastro intorno al perimetro della struttura e gli accessi al deposito al piano seminterrato sbarrati con travi in legno. La pista seguita, viste le modalità sembrerebbe essere quella di un’azione malavitosa: racket, estorsione, intimidazione anche se il titolare del mobilificio smentisce di aver ricevuto richieste estorsive. Due taniche di benzina ritrovate sul posto, le immagini che ritraggono due uomini a volto coperto condurrebbero ad un’azione malavitosa nonostante il titolare del deposito, Carmine Cacciapuoti smentisca di aver subito richieste estorsive o intimidazioni. Intanto nel pomeriggio di ieri, il 45enne imprenditore puteolano, ha incontrato il il presidente della Federazione Nazionale Antiracket Tano Grasso e Luigi Cuomo, presidente di SOS impresa. Solidarietà è giunta anche dalle varie associazioni dei commercianti di Pozzuoli. Momenti di disperazione e tensione si sono vissuti ieri mattina quando ai residenti è stata data la possibilità di recuperare qualche indumento e gli oggetti scampati alle fiamme insieme ai vigili del fuoco, prima che l’accesso venisse vietato del tutto. “Sono riuscito a recuperare il mio pc e qualche altro oggetto, poi nulla più” racconta Christian Bello, che indossa ancora i panni di quella maledetta notte. Tante le lacrime per chi, una volta entrato nella propria abitazione, si è reso conto dello stato di distruzione. Una notte, dopo quella della fuga tra fiamme e fuoco, per 60 persone trascorsa in diversi alberghi della città e a casa di parenti o conoscenti e l’incertezza sul prossimo futuro: infatti per altri 8 giorni il comune di Pozzuoli sopperirà alle spese di alloggi, poi successivamente potrebbe esserci per qualcuno, in base al reddito, un piccolo sussidio, inferiore al migliaio di euro. Poche ore di sonno per precipitarsi subito fuori alle proprie abitazioni, con la preoccupazione che qualche sciacallo potesse approfittarsene della situazione, nonostante durante la prima notte la zona sia stata presidiata dagli uomini di un’agenzia di vigilanza privata. Ma nel frattempo continua anche la polemica nei confronti della Protezione Civile, “rea” di non aver assistito gli sfollati nelle ore successive all’attentato “E’ vergognoso quanto accaduto, sono arrivata alle 9 qui ed ho trovato una donna di 85 anni in piedi infreddolita e senza nemmeno una bottiglina d’acqua” racconta Concetta Gallotti “Perfino i vigili del fuoco, esausti, hanno dovuto chiedere a noi un po’ d’acqua da bere”

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