domenica 9 maggio 2010

SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE - CAOS A POZZUOLI - DURO ATTACCO DI PASQUALE GIACOBBE

IL SINDACO SFIDUCIATO CRITICA I DIMISSIONARI: "CRIMINE POLITICO SCIOGLIERE IL CONSIGLIO E' KILLERAGGIO CONTRO DI ME"
"LA CITTA' IN MANO A POCHI POTENTATI PROPRIO COME AI TEMPI DELLA MANO NERA DEL 1993"
GIUNTO IN CITTA' IL PREFETTO ROBERTO ARAGNO

di Gennaro Del Giudice
articolo pubblicato sul quotidiano "Roma" sabato 8 maggio 2010

POZZUOLI. «Le dimissioni dei 16 consiglieri comunali sono un crimine politico ad esclusivo danno della città di Pozzuoli». Ventiquattro ore dopo le dimissioni di 16 consiglieri comunali su 30 che hanno decretato con questa scelta la fine anticipata dell’esperienza dell’amministrazione di centrodestra guidata da Pasquale Giacobbe, il sindaco ha convocato ieri mattina la stampa e non ha usato parole tenere nei riguardi dei consiglieri comunali del Pdl che si sono dimessi. Parole d’accusa nei confronti di quelli che egli stesso definisce i “poteri occulti” nelle mani di alcuni “potentati” della città durante la conferenza di ieri mattina. Una regia politica portata avanti da quella che Pasquale Giacobbe definisce «la Mano Nera politica formata dagli stessi personaggi che già nel 1994 tra la prima e la seconda repubblica, esclusi dalla Dc, diedero vita ad una lista civica che la città bocciò». «Dietro le dimissioni di quei consiglieri non ci sono altro che interessi personali. Solo protagonismi - continua Giacobbe - e non, come invece vogliono far credere, la contrarietà alla mia candidatura alle recenti elezioni regionali. Io questa campagna elettorale l’ho condotta con pochi amici e tanti cittadini che mi hanno accordato il proprio voto ancora una volta. Voglio ricordare che le “insofferenze” di questi consiglieri comunali dimissionari non sono una novità, ma risalgono al giugno 2009 quando per la prima volta tentarono di raccogliere le firme per far cadere la mia amministrazione. Adesso dopo tre tentativi falliti sono riusciti a mettere a segno il loro colpo». Il rammarico di Giacobbe, però, è tutto per la città che «ripiomba nel baratro del commissariamento prefettizio e che potrebbe durare anche per oltre un anno». A Pozzuoli, infatti, si è insediato il prefetto in pensione Roberto Aragno, già prefetto di Lecco, che adesso sarà commissario prefettizio per i prossimi 12 mesi. Ma Giacobbe punta l’indice contro una scelta “scellerata” e “inopportuna”. «Ricade proprio in un momento che, invece, avrebbe potuto essere favorevole alla città - ha aggiunto Giacobbe - Proprio ora che il centrodestra è al governo del Paese, della Regione e della Provincia. Un’occasione che non dovevamo perdere e che si sarebbe risolta in un’unità di intenti, progettualità comune e sviluppo per la città. Pozzuoli da due anni sta cambiando volto e sono sotto gli occhi di tutti i cittadini i tanti cantieri aperti, a cominciare dall’intero asse viario, fino alle due villette del centro storico; poi il progetto del Waterfront, gli alloggi di edilizia pubblica e residenziale, i fondi per tante opere pubbliche e per il Rione Terra che ho personalmente perseguito durante il mio breve periodo come consigliere regionale». E, infine, non manca una sferzata ai dimissionari: «Il Pdl si è così liberato di un pò di zavorra e, stando agli ultimi dati elettorali, proprio quando ha dimostrato di essere più in forma che mai. Per il futuro bisognerà stare attenti a liste più rappresentative. Ma su questo ci sono già le dichiarazioni dei dirigenti regionali e provinciali, che hanno detto a chiare lettere che costoro sono fuori dal partito - conclude Giacobbe - Il Pdl a Pozzuoli è ancora giovane, ma fino alle prossime elezioni amministrative avrà il tempo di formare una classe politica più rappresentativa che guardi alle istituzioni con maggiore rispetto ed attenzione, senza creare cabine di regia esterne alle sedi istituzionali ». Gli ex consiglieri comunali del Popolo della Libertà dimessisi dalla carica respingono, intanto, tutte le critiche rivolte loro contro dal sindaco sfiduciato e sottolineano che «con Giacobbe Pozzuoli non aveva più un futuro, né c’erano le condizioni per andare avanti, perché Giacobbe ha solo usato i due anni di sindacatura per farsi campagna elettorale per le elezioni regionali, pensando al proprio interesse politico personale e non alla città nel suo insieme»

Nessun commento:

Posta un commento

INSERISCI UN COMMENTO ALL'ARTICOLO:
(GLI UTENTI SONO PREGATI DI FIRMARE I PROPRI COMMENTI COL PROPRIO NOME/COGNOME O INDIRIZZO E-MAIL)