di Gennaro Del Giudice
POZZUOLI. Che dalle nostre parti si debba stare attenti a truffe e raggiri è cosa nota da tempo. Ma quando i raggiratori diventano gli uomini di fede (credenti e praticanti) e le vittime gli stessi rappresentanti della religione cattolica ( preti, suore, chierichetti) allora che si rimane interdetti. “Dovreste sapere le cose più assurde che ci sono accadute. Nelle buste consegnateci dai fedeli in segno di offerta anziché trovare soldi, ci è capitato di trovare banconote false e addirittura fogli di giornale” racconta sarcastico e sorridente padre Luigi Bellin, parroco della Chiesa “San Artema” di Monterusciello, la furbizia di chi riesce a truffare anche il clero. Il racconto del prelato durante il corso battesimale tenutosi martedì pomeriggio nella parrocchia del quartiere, davanti gli esterrefatti partecipanti. “Non chiediamo nulla per i sacramenti, battesimi, comunioni, cresime, matrimoni. Non si paga nulla. Se volete una semplice offerta a piacere, anonima. Che sia 3 euro o 100 euro cambia poco, per noi è un’offerta collettiva fatta alla chiesa”. Parole “sante” diremmo dinanzi a tale genuinità e limpidezza del padre, vittima insieme agli altri parroci della chiesa, di autentici truffatori i quali, magari dopo aver ricevuto il sacramento, giurato dinanzi a Dio la propria fede concludono con una truffa ai danni dell’istituzione rappresentante della propria religione. “Miracoli” potremmo dire, che solo dalle nostre parti accadono. Padre Luigi nel suo racconto ha voluto sottolineare la linea seguita dalla comunità ecclesiastica da lui rappresentata, che non ammette “tariffe” da pagare per i sacramenti. Una scelta oltre che ovvia, dettata qualche mese fa dal massimo rappresentante della Chiesa puteolana, il vescovo Gennaro Pascarella, che vietava ai rappresentanti delle varie parrocchie di chiedere od imporre tariffe per i sacramenti. Una volontà ed una condotta la quale sembrerebbe non sia stata accolta da parte dei rappresentanti dell’istituzione cattolica cittadina. Infatti, almeno in 2 chiese di Pozzuoli, sarebbe ancora in vigore una sorta di tariffario che regolamenterebbe la “vendita” dei sacramenti. “Portate i documenti per il battesimo e per la funzione viene 50 euro” sarebbe stata la richiesta pervenuta al nonno di una bambina impegnato ad organizzare il battesimo, richiesta poi ritrattata dinanzi alle proteste dell’uomo che faceva notare al parroco che un’offerta non poteva corrispondere ad una somma ben definita “Ci sono persone che danno anche 50 euro, però se volete dare qualcosa in meno non fa niente”. A ritrattare la richiesta. Due esempi, quello di Monterusciello e quello che ha visto protagonista il parroco di una chiesa puteolana, che mettono in risalto discordanze e diverse prese di posizione anche all’interno della comunità ecclesiastica, nonostante il diktat del vescovo che sistematicamente sembra venga “raggirato” da alcuni parroci.
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