di Gennaro Del Giudice
in primo piano sul "Roma" martedì 16 novembre 2010
MONTE DI PROCIDA. Un profondo taglio alla gola provocato da un coltello con una lama lunga 22 centimetri e larga 5 centimetri. Uno squarcio che dall’orecchio sinistro ha raggiunto l’orecchio destro. Ed ecchimosi sul piede e sulla manina sinistra della piccola Sofia. Orrore che si aggiunge alla tragedia, la bimba di appena 54 giorni decapitata dallo zio assassino. Sarebbe questa una prima ricostruzione da parte del medico legale dell'Asl Luigi Aldorisio, a seguito di una prima perizia esterna sul corpicino della piccola Sofia Muccillo. "In tanti anni di questo lavoro non ho mai visto nulla del genere: sono sconcertato e addolorato". Agghiacciante la scena del delitto: la bimba sgozzata avvolta in uno scialle, sul pavimento un mare di sangue, orrore agli occhi dei primi soccorritori e dei carabinieri giunti sul posto. Scene strazianti, mentre lo zio assassino si faceva trovare nella sua stanza, portato via dai militari mentre al grido “assassino”. Aperto un fascicolo di indagine dal pubblico ministero incaricato dalla Procura della Repubblica di Napoli, Maria Sepe, sul corpicino della piccola disposta l’autopsia. Sembrano ricostruiti quei minuti che hanno preceduto l’orrendo delitto. Erano le 21 circa domenica sera quando Antonio Raffaele Spinelli, 29 anni, pizzaiolo, si trovava all’interno dell’abitazione dei genitori al civico numero 7 di via “Seconda Traversa Filomarino”, nella zona delle cosiddette “Casevecchie”, al Monte di Procida. Con lui la mamma, Regina Schiano di Cola, 54 anni, e la nipotina Sofia, nata lo scorso 21 settembre. La piccola era stata lasciata dalla mamma Francesca, e dal compagno Fausto, alla nonna per un’uscita serale con gli amici. Il freddo, l’umidità della sera e la piccola che viene lasciata a casa della nonna materna, un classico specie per le coppie di giovani. Improvvisamente la piccola Sofia iniziava a piangere, a quel punto l’intervento di nonna Regina che dalla culla la prendeva in braccio. Poi l’intervento dello zio, affetto da “ psicosi bipolare” alternava stati di maniacalità a fasi depressive, con un passato recente da cocainomane, che sentendo piangere la piccola, chiedeva alla mamma di poterla prendere in braccio. A quel punto la donna, probabilmente a conoscenza dei problemi mentali del figlio e preoccupata per eventuali conseguenze pericolose si sarebbe rifiutata di cedere la piccola. Rifiuto che non sarebbe andato giù al 29enne il quale, in preda ad un raptus di follia, avrebbe spinto la madre in terra dopo averle strappato la piccola dalle mani. A quel punto l’uomo, si sarebbe diretto in cucina per prendere un coltello, una lama lunga 22 e larga 5 centimetri, con la quale sgozzava la piccola. Le urla della donna, il corpicino della piccola Sofia ancora avvolto nello scialletto in una pozza di sangue. L’assassino che subito dopo l’omicidio saliva al primo piano della sua abitazione, dove veniva trovato dai carabinieri della compagnia di Pozzuoli giunti sul posto. Senza opporre alcuna resistenza nè dire una parola veniva ammanettato e condotto presso il carcere di Poggioreale mentre fuori la folla urlava “assassino”.
Nessun commento:
Posta un commento
INSERISCI UN COMMENTO ALL'ARTICOLO:
(GLI UTENTI SONO PREGATI DI FIRMARE I PROPRI COMMENTI COL PROPRIO NOME/COGNOME O INDIRIZZO E-MAIL)