martedì 30 novembre 2010

SPROFONDA IL CIMITERO, E' ALLARME

DOPO I TEMPORALI DEGLI ULTIMI GIORNI TOMBE RIBALTATE E RICOPERTE DA ERBACCE: «NESSUNO INTERVIENE, QUI C’È SOLO DEGRADO

di Gennaro Del Giudice
sul "Roma" di mercoledì 1 dicembre 2010

POZZUOLI. Scempio al cimitero di Pozzuoli, triste lo scenario nella casa dei defunti: tombe distrutte, ribaltate, sprofondate e ricoperte da erbacce. Gli ultimi temporali avrebbero accentuato i danni già esistenti, a detta della direzione cimiteriale il peso del marmo e del cemento gettato su un terreno friabile, queste le cause alla base dello scempio. Smottamenti che avrebbero poi provocato i dissesti. “ Ccà dinto,'o vvuo capi,ca simmo eguale? Muorto si'tu e muorto so' pur'io; ognuno comme a 'na'ato é tale e quale”disse al nobile marchese signore di Rovigo e di Belluno Don Gennaro lo scopatore nella celebre “livella” di Totò. Ma da giorni a Pozzuoli i morti non sembrano essere “tali e quali”. Le tombe danneggiate non vengono ripristinate, la regola vorrebbe l’intervento dei familiari del defunto, oppure un decreto di rimozione da parte delle autorità comunali. Intorno la rabbia di chi, pur non avendo alcun legame di parentela con il defunto seppellito sotto la tomba distrutta, assiste allo scempio, tra quelle viuzze di 50 centimetri che separano una fossa dall’altra. “L’altro giorno quelle donne hanno alzato da terra una lastra di marmo che improvvisamente si è staccata da una tomba. Ce ne sono tante altre addirittura distrutte, sprofondate, e stanno lì senza che nessuno intervenga” racconta la signora Rosa Di Bernardo, che indica uno dei “quadranti” del cimitero particolarmente danneggiati “Accadde anche a me, diversi giorni dopo la sepoltura di mio figlio, a seguito del primo temporale trovai la tomba completamente inclinata, ho dovuto attendere mesi prima che la tomba di mio figlio venisse aggiustata, a piccoli rattoppi, e a seguito delle mie ripetute insistenze. Ed in più ogni volta ho dato una ricompensa agli operai” racconta mentre indica la copertura marmorea sotto la quale è sepolto il figlioletto Mario, deceduto lo scorso 23 maggio 2009 In tutto 52mila metri quadrati e 16 dipendenti, tra operai e impiegati, per l’ordine e la manutenzione del cimitero di Pozzuoli. Alla base dei dissesti, per la dirigenza, la decisione di seppellire i defunti in lapidi diverse da quelle “ordinarie”. Secondo il regolamento cimiteriale infatti, le tombe dovrebbero essere costruite “all’americana”, cioè composte semplicemente dal terreno a copertura del defunto, una lastra verticale e un numero. Ma per consuetudine diffusa, è possibile attraverso una autorizzazione comunale chiedere la messa in opera di “cippi straordinari”. E da qui la realizzazione dei classici cippo costituti interamente da lastre di marmo, con tanto di massetto in cemento lungo i bordi. “I marmi sono tutti cippi straordinari che per essere costruiti necessitano di una autorizzazione in quanto il cippo ordinario prevede solo il numero e una lastra verticale” specifica Francesco Mazzoni, dal 2005 direttore del cimitero di Pozzuoli “ coloro che costruiscono tombe ricoperte da marmo devono chiedere un permesso che, una volta approvato, prevede la loro manutenzione e la conservazione dello stato di decoro, a carico dei richiedenti” precisa il responsabile che conferma come davanti a tombe semidistrutte le “consegne” agli operatori cimiteriali prevedono il non ripristino delle strutture danneggiate. Dico agli operai di non toccare i marmi, anche se rotti e danneggiati, fino a quando non intervengono i familiari del defunto, onde evitare di essere poi incolpati di aver danneggiato la struttura”. Pertanto, paradossalmente, se nessuno dovesse intervenire, per 5 anni i cittadini potrebbero ritrovarsi a camminare tra tombe distrutte e sprofondate nel terreno.

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